La “pace giusta” è la ricetta per il disastro: l’intervista a “Il Contesto”

 

Prosegue il surreale dibattito interno al fronte di sostegno all’Ucraina in merito a quali “garanzie di sicurezza” accordare a Kiev per giungere a una “pace giusta e duratura”. Tra le proposte avanzate finora, spicca quella presentata dalla premier Meloni che impegnerebbe i Paesi membri della ben nota “coalizione dei volenterosi” a consultarsi entro 24 ore a fronte di un’eventuale, nuova aggressione russa nei confronti dell’Ucraina.

Gli Stati Uniti , dal canto loro, sospendono la condivisione di informazioni di intelligence a livello di Five Eyes. Nel corso di un’intervista rilasciata alla «Nbc», il ministro degli Esteri Lavrov ha dichiarato che i garanti della sicurezza ucraina dovrebbero essere individuati anzitutto tra i membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Compresa la Cina, che avrebbe fornito la propria disponibilità a inviare forze di peacekeeping se «schierate sulla base di un mandato delle Nazioni Unite». Zelensky ha bocciato la proposta, dopo aver ribadito la totale indisponibilità a cedere territori nonostante le forze armate russe continuino ad macinare successi su ampi settori del fronte mettendo in luce la penuria di mezzi e, soprattutto, di personale che accusa l’esercito ucraino.

Va evidenziato, a questo proposito, che un gruppo di hacker russi e filo-russi ha dichiarato di aver ottenuto documenti segreti dello Stato Maggiore ucraino, da cui emergerebbe che l’esercito ucraino avrebbe subito 1.721.000 milioni di vittime. Ne parliamo assieme a Gianandrea Gaiani, giornalista, saggista e direttore della rivista «Analisi Difesa».

Intervista realizzata la mattina del 25 agosto 

Guarda il video qui sotto o a questo link.

 

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