L’elicottero Mil Mi-80 sarà l’erede del Mil Mi-8/17?

 

La Russia sta sviluppando il Mil Mi-80, un elicottero multiruolo di nuova generazione con l’obiettivo di sostituire le attuali flotte di Mil Mi-8 e Mi-17 (Codice NATO “Hip”). Questo progetto, rivelato da Business Online, fa parte di un’iniziativa più ampia di Russian Helicopters per riorganizzare la produzione e unificare la piattaforma di elicotteri.

Attualmente gli stabilimenti di Kazan (KVZ) e Ulan-Ude (UUAZ) producono diverse versioni della famiglia Mi-8 “Hip” (Mi-17, Mi-171, Mi-172). Sebbene simili nei ruoli, queste versioni presentano significative differenze progettuali rendendo i ricambi e la manutenzione disomogenei e complessi.

Come ha sottolineato una fonte del settore a Business Online, un elicottero può avere fino a 40.000 pezzi di ricambio e se molti di questi non sono intercambiabili la gestione diventa estremamente complicata (ad esempio l’impianto elettrico, i serbatoi di carburante, le porte e le cappottature del motore del modello di Kazan non si adattano al modello di Ulan-Ude con le stesse funzionalità).

Ciò costringe le strutture a mantenere doppi fondi di riparazione e richiede al personale tecnico di conoscere le sfumature di macchine diverse, ostacolando l’interoperabilità e l’export. Questa divergenza risale al crollo dell’URSS, quando il Moscow Helicopter Plant (MVZ) iniziò a concepire versioni leggermente differenziate del Mi-8 per ciascuna fabbrica, presumibilmente per generare maggiori entrate.

L’idea di un “super-otto”, ovvero un Mi-8 radicalmente modernizzato, non è nuova. Già alla fine degli anni ’90, MVZ e KVZ avevano sviluppato un progetto di modernizzazione profonda denominato “Gaston”.

Questo concetto prevedeva importanti innovazioni come una nuova piastra oscillante, pale in composito, trasmissione rinforzata, un rotore di coda a X e avionica moderna. Componenti cruciali come il nuovo riduttore principale e il mozzo del rotore principale erano stati progettati per consentire miglioramenti significativi oltre la mera estetica. Tuttavia, il programma “Gaston” non fu completato a causa della mancanza di fondi e del collasso dell’industria.

Il Mi-80 è inteso come il vero successore di queste idee. Si baserà sul Mi-171A3 (nelle foto a corredo di quest’articolo) ma integrerà significative migliorie, tra cui: elettronica semplificata, nuove pale del rotore principale, motori più potenti e parchi nei consumi, peso al decollo aumentato fino a 14 tonnellate.

L’obiettivo è che il Mi-80 diventi il modello standard prodotto sia a Kazan che a Ulan-Ude, sostituendo completamente la famiglia Mi-8 e risolvendo così i problemi di disomogeneità. Nonostante l’ambizione del progetto, il percorso non è privo di ostacoli. I precedenti tentativi di unificare la produzione del Mi-8 si sono scontrati con l’opposizione delle fabbriche stesse, restie a riattrezzare le proprie linee.

Un pilota citato nel rapporto ha evidenziato la necessità di maggiore autonomia per il nuovo velivolo: «Dal punto di vista dell’equipaggio [il Mi-171A3] è un ottimo velivolo, ma abbiamo bisogno di autonomia. Il Mi-8MTV trasporta 22 passeggeri per 900 km, mentre il Mi-171A3 ne trasporta lo stesso numero per soli 450.»

Non solo, ricordiamo infatti che il Mi-171A3 è un elicottero offshore, ovvero destinato ai voli verso piattaforme in mare. È stato progettato (i lavori sono iniziati nel 2018) in conformità con i requisiti dell’International Oil and Gas Producers Association (IOGP).

Di conseguenza, l’elicottero è dotato delle tecnologie più recenti, ma per questo motivo è diventato, in primo luogo, più pesante dei suoi predecessori della serie Mi-8 (e nel trasporto elicotteristico ogni chilogrammo conta), e in secondo luogo, almeno il doppio del suo costo. Il progetto Mi-80 è ancora in fase di definizione delle specifiche tecniche e il finanziamento rimane incerto.

Si prevede che lo sviluppo richiederà almeno cinque anni, con l’obiettivo di sostituire completamente tutta la flotta di Mi-8 entro il 2030. Tuttavia, questo obiettivo appare decisamente ottimistico, soprattutto considerando l’attuale pressione produttiva richiesta dalla Difesa russa al comparto aerospaziale ed è altamente ipotizzabile che per realizzare questo progetto di anni ne servano almeno dieci.

Foto: Mil Mi-17A3 (Russian Helicopters)

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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