Alcide De Gasperi e l’intelligence. Come è stata ricostruita l’Italia

 

di Riccardo Micheletti

 

E’ diventata ultimamente un abitudine comune citare Alcide De Gasperi in maniera ambigua. L’ultima volta è accaduto per bocca della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, intervenendo di fronte al Parlamento Europeo, riunito in assemblea plenaria a Strasburgo il 4 marzo scorso, per sostenere l’iniziativa da lei promossa (piano “ReArm Europe” poi “Readiness 2030”) a sostegno degli 800 miliardi di euro da destinare ai singoli stati, per finanziare il potenziamento militare.

Von der Leyen ha sguainato la figura autorevole del fondatore della Democrazia Cristiana e padre fondatore dell’Unione europea, in relazione alla mai nata Comunità Europea di Difesa (primo progetto di collaborazione militare tra alcuni Stati europei finalizzato alla costruzione di un esercito europeo), che venne affossata dall’Assemblea Nazionale francese il 30 agosto 1954, cioè dieci giorni dopo la morte di De Gasperi, avvenuta a Sella di Valgardena il 19 agosto.

De Gasperi in realtà pose la Difesa comune come “primo” tassello di una vera “unione” federale europea, posizione che nulla ha a che fare con un ingente indebitamento in armamenti da affidare ai singoli stati, in una Europa che non è quella di De Gasperi così come l’URSS di ieri non è la Russia di oggi.

A fornire invece fatti e dati complessi, esposti in maniera coerente, relativamente al tema della difesa, e precisamente a quello dell’intelligence, in relazione alla figura di Alcide De Gasperi, è il saggio: Alcide De Gasperi e l’intelligence. Come è stata ricostruita l’Italia, curato da Mario Caligiuri e pubblicato nel 2024 dalla Casa editrice Rubettino Editore, in occasione del settantesimo anniversario della morte dello statista.

Mario Caligiuri è considerato uno dei massimi esperti accademici dell’intelligence e, nel 2007, con il sostegno di Francesco Cossiga ha promosso presso l’Università della Calabria il primo Master in Intelligence italiano.

Presidente della Società Italiana di Intelligence ed autore della voce “intelligence” nell’Enciclopedia Italiana della Treccani, nel 2009 ha dato vita alla Collana del Laboratorio sull’Intelligence dell’Università della Calabria, che fino ad ora ha pubblicato, per i tipi della Rubettino, ben 39 titoli, e il lavoro dedicato alla figura del politico trentino è l’ultima perla di questa collana.

«De Gasperi è la figura repubblicana più significativa di tutte», osserva Caligiuri. «È lui il presidente della ricostruzione, che pone le premesse affinché l’Italia, dopo una rovinosa guerra perduta combattuta nel Settentrione anche tra italiani, si trasforma da Paese contadino in una della principali potenze industriali del mondo». Proprio in questo delicato momento storico, sia in Italia che all’estero «si sviluppa l’azione dell’intelligence» che contribuisce «a determinare le dinamiche e le scelte politiche nello sviluppo degli eventi e quindi nella storia delle nazioni».

Nel saggio introduttivo Mario Caligiuri tratteggia il profilo della figura che ha guidato il Paese nel periodo della Ricostruzione, ossia gli anni che vanno dalla fine della Seconda guerra mondiale fino alla fine degli anni 50 (fase storica che vede l’Italia rientrare in possesso della sovranità su gran parte del suo territorio, viene effettuato il non facile passaggio dalla monarchia alla repubblica, si compie la scelta di adesione all’Alleanza Atlantica e aderendo alla Nato, ponendo le premesse per l’ingresso nella futura Unione europea), cercando di approfondire alcuni aspetti «che si incrociano, anche indirettamente» con le tematiche dell’intelligence.

La bibliografia italiana dedicata a De Gasperi è molto estesa ma all’interno di essa «non ci sono praticamente riferimenti all’intelligence».  Riferimenti a De Gasperi sono invece rinvenibili nell’ autobiografia scritta da William Colby, celebre direttore della Cia dal 1973 al 1975, primo uomo di fede cattolica a ricoprire il più alto incarico dell’intelligence americana, inviato a Roma (abitava accanto alla casa di De Gasperi. Pura coincidenza?) sul finire dell’esperienza degasperiana.

È noto che le strutture dell’intelligence americana lavorarono sul territorio italiano per influenzare i risultati delle elezioni politiche del 1948 e del 1953 e, proprio Colby, si legge nelle sue memorie, si adoperò per offrire all’Itala quell’«assistenza segreta» consistente soprattutto nell’elargizione di fondi per finanziare l’attività politica e propagandistica delle organizzazioni filo-occidentali al fine di «aiutare i nostri amici a sconfiggere i nostri nemici senza ricorrere alla forza e alla violenza». Di tutti questi aspetti, scrive Caligiuri, De Gasperi «non poteva non esserne a conoscenza».

Ora, non solo la CIA, ma anche i servizi segreti di Sua Maestà attenzionarono lo statista Italiano, compromettendo la sua carriera politica.

Relativamente all’attività dei servizi segreti britannici, nel saggio curato da Caligiuri il giornalista e saggista Giovanni Fasanella, che ha consultato i documenti desecretati conservati negli archivi nazionali inglesi di Kew Gradens, ricostruisce la posizione fortemente ostile della Gran Bretagna nei confronti dell’Italia nel primo dopoguerra.

Rispetto agli americani, che sostennero idealmente ed economicamente la proiezione della Penisola nell’empireo delle grandi economie mondiali, il decadente impero coloniale britannico considerava l’Italia una minaccia, soprattutto sul fronte dell’accaparramento energetico.

Chi si era schierato a fianco della Germania ed era stato sconfitto, si legge nei documenti desecretati, doveva essere penalizzato, non godere di benefici che potevano compromettere il vantaggio economico del Regno Unito.

E per indebolire il piano degasperiano che permetteva all’Italia di risollevarsi dalle macerie, i britannici lavorarono su due fronti: diplomatico e psicologico. A livello diplomatico facendo pressioni sul Vaticano, considerato il “padrone” di De Gasperi; piano che fallì, perché lo statista italiano non perse mai la sua indipendenza, a costo di compromettere i rapporti con Pio XII.

A livello psicologico attraverso forme di propaganda occulta. Si, perché la guerra delle idee si combatte in primo luogo con gli strumenti della cinematografia e della letteratura, che hanno la forza di influenzare culturalmente i popoli, indebolendoli spiritualmente, e poi con la corruzione di «pochi», ma ben selezionati elementi appartenenti all’élite, soprattutto intellettuale, indotti a promuovere gli interessi del Regno Unito.

Quando la diplomazia o il denaro si rivelano strumenti insufficienti, si può agire ad un livello più basso: quello della macchina del fango, ossia il tentativo di diffondere ad arte notizie calunniose nei confronti di qualcuno, allo scopo di rovinarne la reputazione.

Proprio di questa forma di guerra dell’informazione avente per obiettivo Alcide De ne scrive Mimmo Franzinelli, uno dei maggiori storici italiani contemporanei, esperto di storia del fascismo e del neofascismo.

Franzinelli ripercorre la triste storia dello scrittore con aperte simpatie monarchiche Giovannino Guareschi, caduto in buona fede in una trappola orchestrata ad arte da presunti “amici” neofascisti italiani con la collaborazione, come si evince dai documenti desecretati di Kew Gardens, dell’intelligence di Londra.

La storia si inserisce nella più ampia operazione di disinformazione politica, passata alle cronache col nome di: Carteggio Churchill-Mussolini, la quale aveva per obiettivo Alcide De Gasperi.

Nel 1954 lo scrittore di Fontanelle, in Emilia-Romagna, era il più popolare scrittore italiano del primo dopoguerra.  Il suo “Mondo piccolo” fu un libro tradotto in tutto il mondo e amato anche da personaggi appartenenti a ideologie opposte come Fidel Castro. Il 24 gennaio Guareschi pubblicò sul settimanale “Candido” due lettere attribuite a De Gasperi (che si rivelarono false), scritte su carta intestata della Segreteria di Stato vaticano, in cui lo statista triestino nel gennaio 1944 sollecitava agli Alleati anglo-americani di bombardare i centri nevralgici della capitale «per infrangere l’ultima resistenza morale del popolo romano» e farlo insorgere contro i nazisti.

La pubblicazione delle lettere causò non solo un enorme danno politico a De Gasperi, al punto che, nel giugno del ’54, fu costretto a lasciare la segreteria della DC, ma anche un profondo turbamento morale che lo ferì nell’animo. «L’inaudito attacco, senz’altro il più insidioso mai subito», scrive Franzinelli, proveniva infatti non dalla penna di un intellettuale storicamente a lui ostile, ma «dal giornalista che pur lo affiancò con efficacia nella decisiva battaglia contro i socialcomunisti, alle elezioni generali del 18 aprile 1948».

La vittoria dell’aprile 1948 costituì il preludio dell’inserimento dell’Italia nella NATO (Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord) un sistema di sicurezza collettiva promosso dal governo di Washington sorto dalla consapevolezza che il mondo era ormai diviso in due blocchi contrapposti e che la sicurezza di un paese dipendeva dall’appartenenza all’uno o all’altro schieramento. L’adesione dell’Italia nell’Alleanza Atlantica, avvenuta ufficialmente a Washington con la firma del 4 aprile 1949, non potrà che determinare un rinnovamento dell’apparato di Intelligence della Repubblica italiana.

Il tema del tortuoso percorso che porterà alla costituzione del SIFAR (Servizio di Informazioni delle Forze Armate), al tempo unico organismo legalmente deputato alla raccolta, analisi e protezione delle informazioni a tutela della sicurezza dello Stato, che entrerà in funzione il primo settembre 1949, sotto la direzione del generale Giovanni Carlo Re, viene approfondito da Niccolò Petrelli, ricercatore di Studi strategici all’Università Roma Tre.

Lo studioso osserva che in maniera «diretta» non è rilevabile «alcuna influenza» determinate da parte di De Gasperi relativamente alla costituzione del servizio di intelligence militare; v’è però una curiosa «coincidenza temporale», con l’inizio dei negoziati per l’adesione dell’Italia al Patto atlantico.

«Essa non è da considerarsi casuale», osserva Petrelli. Come infatti si evince dalla lettura di alcuni documenti presenti nel fondo Pacciardi (Rodolfo Pacciardi, dal 1948 al 1953 ministro della difesa nei successivi tre governi De Gasperi. I documenti del suo archivio furono donati dal nipote all’Archivio storico della Camera dei deputati nel gennaio 2010) emerge il fatto che la volontà manifestata da De Gasperi di aderire alla costituenda alleanza «impose una riflessione organica e sistematica sullo stato del dispositivo militare ripetutamente procrastinata dopo la fine della guerra». Ciò favorì l’integrazione nel cosiddetto “campo occidentale” e il ripristino della sovranità italiana dopo la sconfitta della Seconda guerra mondiale.

Nel saggio sono poi contenute importanti riflessioni fatte da Paolo Geda, relativamente alla politica democristiana dell’intelligence, da Alessandro Garrone, concernenti gli archivi dei servizi francesi e da Valeria Moroni, relativamente agli archivi della CIA. Sempre sulla figura di De Gasperi e il mondo dell’intelligence significativi sono altresì i contributi apportati da Virginio Ilari, sulla politica di sicurezza svolta in Italia dai governi De Gasperi (1946-1953) e da Giacomo Pacini sul Movimento d’Avanguardia Cattolica Italiana (MACI).

Avendo chi scrive dedicato alcuni anni della propria vita alla cura di persone con gravi problemi psichiatrici, sa che un individuo mentalmente sano deve possedere una dimensione privata, una pubblica ed una segreta, per stare bene, e che qualora una sola di queste venisse a mancare, l’intera struttura imploderebbe. Alcide De Gasperi e l’intelligence è un libro che cerca di illuminare angoli segreti della storia di Alcide De Gasperi, con la consapevolezza che tale impresa, per sua natura, è molto complessa e delicata, ma imprescindibile.

Nei suoi scritti Mario Caligiuri cita spesso una frase dello storico inglese Christopher Andrew, secondo il quale “l’intelligence è la dimensione mancante della storia”, non dimenticando però di ricordare che da sempre la politica utilizza la storia per i suoi fini. È grazie alla pubblicazioni di libri come questo che le zone d’ombra della Soria vengono finalmente osservate non da una prospettiva ambigua e finalizzata, che sfocia nell’utopia, ma realista, che coglie la realtà.

 

 

Alcide De Gasperi e l’intelligence. Come è stata ricostruita l’Italia

A cura di Mario Caligiuri

Rubettino Editore, 2024

Euro 18

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