Bruxelles come Washington? Militari nelle strade per combattere le gang

 

Dopo alcuni Paesi europei e gli Stati Uniti, anche il Belgio sembra voler mobilitare le forze militari per contribuire a garantire la sicurezza urbana.

Il possibile dispiegamento dei soldati per le strade delle principali città del Belgio come deterrente alla criminalità dilagante legate alle gang di giovani immigrati, per lo più islamici, ha aperto un dibattito che investe politica, forze militari e società nella nazione europea che ospita le istituzioni di vertice di UE e NATO.

La proposta avanzata dal governo federale belga con il ministro dell’Interno Bernard Quintin, prevede il pattugliamento di squadre miste di polizia e militari nelle zone più caldi dei grandi centri urbani, a cominciare dalla capital.

La proposta sembra aver trovato il consenso del ministro della Difesa Theo Francken (che su X ha scritto “La nostra capitale, Bruxelles, è un disastro in termini di sicurezza. Dobbiamo riprenderne il controllo”) ma non quello dell’esercito. Il sindacato militare ACMP ha sottolineato che non esiste ancora un quadro normativo sui poteri dei militari di pattugliare il proprio Paese.

Yves Huwart, del sindacato, ha precisato “che i militari non rifiutano di svolgere questo ruolo, ma esprimono diverse riserve. Se ne parla già da tempo, ma il lavoro preparatorio non è ancora terminato”.

All’interno della coalizione di governo i liberali di Les Engagés hanno aperto alla proposta di Quintin. “Ovviamente l’esercito non ha il compito di pattugliare le nostre strade. I nostri soldati sono addestrati per difendere il Paese dalle minacce esterne, non per garantire l’ordine pubblico quotidiano. Ma la situazione in alcuni quartieri è davvero problematica e se questo sostegno temporaneo può essere utile per porre fine al traffico illegale e alla criminalità organizzata, gli Engagés sono pronti a studiare seriamente la questione quando il dossier sarà presentato al Governo”, ha spiegato il vice premier e ministro degli Esteri Maxime Prevot.

“L’esercito deve difendere l’integrità del territorio. Di solito, i soldati lo fanno ai nostri confini o ben oltre. Ma anche la guerra contro la criminalità legata alla droga rientra nella protezione del nostro territorio”, ha dichiarato Quintin al quotidiano De Standaard. Con il nuovo piano i soldati opererebbero in squadre miste, pattugliando insieme alla polizia intorno alle stazioni della metropolitana e ad alcuni quartieri, come Peterbos nel comune di Anderlecht, a sud-ovest di Bruxelles.

Il ministro aveva definito “catastrofica” la situazione della sicurezza a Bruxelles in un’intervista rilasciata a Politico nel maggio scorso.

La capitale belga è stata colpita da una serie di sparatorie legate alla droga. Il mese scorso, il procuratore di Bruxelles Julien Moinil (sotto scorta a seguito delle minacce dei trafficanti= ha denunciato l’escalation di violenza, contando 57 sparatorie quest’anno, 20 delle quali avvenute durante l’estate.

Il procuratore aveva precedentemente chiesto 10 milioni di euro per migliorare la sicurezza a Bruxelles, ma ha affermato che le autorità non gli stavano fornendo le risorse di cui aveva bisogno. Ha avvertito che cittadini innocenti rischiano di essere coinvolti nella spirale di violenza: “Chiunque a Bruxelles potrebbe essere colpito da un proiettile vagante”.

Al dibattito contribuisce anche il tema delle risorse finanziarie per la sicurezza, con il ministro della Giustizia belga Annelies Verlinden che chiede un ulteriore miliardo di euro per il suo ministero.

La decisione politica di schierare i soldati è già stata presa, ma i dettagli devono ancora essere definiti, ha detto Quintin che punta a una rapida attuazione del piano che sarà portato al Consiglio dei ministri nei prossimi giorni.

Dure le critiche della Sinistra, in particolare del deputato socialista Ridouane Chaid per il quale la misura mina la fiducia nella polizia e nelle forze di sicurezza interna, anziché migliorare la sicurezza pubblica.

“Il governo sta militarizzando gli spazi pubblici invece di affrontare il vero problema: dotare la nostra polizia delle risorse umane, materiali e istituzionali di cui ha bisogno per svolgere il proprio lavoro in modo efficace”, ha affermato Chahid.

Il deputato di origini maghrebine ha avvertito che la normalizzazione della presenza militare nella vita civile rischia di alimentare paura e sfiducia tra la popolazione.

La proposta di Quintin fa parte di un piano più ampio per le “grandi città”, che include anche un aumento della videosorveglianza. Oltre alla regione di Bruxelles, il piano comprende anche le città di Anversa, Gand, Liegi, Charleroi e Mons.

Il tema della crescente insicurezza nelle aree urbane si inserisce in un contesto di prolungata paralisi politica nella capitale, poiché la regione di Bruxelles non è ancora riuscita a formare un governo dopo le elezioni del giugno 2024.

Non si tratterebbe in ogni caso del primo impiego dei militari belgi in operazioni di sicurezza interna. Tra il 2015 e il 2021 la minaccia terroristica islamica e gli attentati che colpirono il Belgio imposero di avviare l’Operazione Vigilant Guardian che arrivò a impiegare fino a 1.800 militari (numero rilevante per un esercito di appena 9.100 effettivi) nei pattugliamenti congiunti con la polizia di aree urbane sensibili e nella protezione di infrastrutture critiche.

Foto: ACMP,  VRT  e Ministero Difesa Belga

 

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