I russi producono una nuova rete per la protezione contro i droni  

 

Secondo il direttore generale di “Mechanical Protection Systems”, Dmitry Dorofeev, la Russia ha sviluppato un metodo innovativo e a basso costo per proteggere oggetti e infrastrutture dagli attacchi dei droni. Il sistema, denominato “Darwin”, consiste in una rete protettiva espandibile in poliammide in grado di catturare i droni in volo.

Il sistema si basa su un processo a due fasi per neutralizzare le minacce: una prima fase di riduzione dell’energia, dove nell’impatto, i fili di poliammide della rete si allungano assorbendo così tra il 50% e il 100% dell’energia cinetica del drone.

Nella seconda fase definita di detenzione, ogni cella della rete funge da elemento rigido separato costringendo il drone a rompere ogni singolo punto di contatto per poterla attraversare. Questo processo fa sì che il drone si impigli o cada a breve distanza dalla barriera.

Secondo Dorofeev, una singola rete è sufficiente per fermare qualsiasi tipo di drone con dimensioni fino a cinque metri. La sua installazione è concepita per essere semplice, con una struttura che prevede l’uso di pali e barre a una distanza di almeno cinque metri dall’oggetto da proteggere.

La versatilità della rete la rende adatta alla protezione di una vasta gamma di bersagli, dai nodi di controllo e centri dati a scuole, ospedali e impianti industriali, comprese le industrie a rischio di esplosione o incendio.

L’autore dello sviluppo sottolinea l’importanza di trovare soluzioni economiche e fisiche, in un contesto in cui, secondo lui, l’Ucraina e i Paesi NATO hanno consegnato alle Forze armate ucraine oltre 1,3 milioni di droni nel 2024, con una previsione di 4 milioni nel 2025.

Dorofeev ha evidenziato l’inefficacia economica di altre difese: il costo per abbattere un drone con un missile terra-aria è ovviamente centinaia di volte superiore al costo del drone stesso. Anche le contromisure elettroniche (jammer) non rappresentano una soluzione definitiva, poiché richiedono licenze, possono interrompere le comunicazioni, hanno una gittata limitata e non fermano i droni per inerzia o con guida autonoma.

La soluzione proposta dal costruttore russo si distingue per la sua economicità: il costo di un metro quadrato di questa rete in poliammide è di appena 300 rubli, rendendola una barriera semplice, fisica e alla portata di tutti.

Foto RIA -Novosti

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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