La potenza militare cinese in mostra alla Parata della Vittoria

Per Donald Trump “è stata una cerimonia bellissima. L’ho trovata molto, molto suggestiva, ma ho capito il motivo per cui la stavano facendo, e speravano che stessi guardando, e io stavo guardando. Il mio rapporto con tutti loro è molto buono. Scopriremo quanto è buono nel corso delle prossime due settimane“.
Così il presidente degli Stati Uniti ha commentato la Parata della Vittoria che ha celebrato gli 80 anni della vittoria di Pechino sull’invasore giapponese, organizzata a margine del vertice della Shangai Cooperation Organization.
Considerata la celebrazione della vittoria del 1945, Trump ha osservato “che gli Stati Uniti avrebbero dovuto essere menzionati durante quel discorso, perché abbiamo aiutato la Cina moltissimo“.

Sul piano politico per l’ampia presenza di leader internazionali che sta confermando Cina e Russia leader del “sud globale” in una contrapposizione agli USA e all’Europa evidenziata dal conflitto in Ucraina che non sembra possibile far concludere con un negoziato. Peraltro la Cina ha mostrato anche un crescente ruolo diplomatico teso a risolvere le crisi
A Pechino il leader della Corea del Nord Kim Jong-un ha infatti stretto la mano al presidente del Parlamento sudcoreano U Won-sik prima di partecipare alla parata militare come ha riferito l’agenzia di stampa sudcoreana Newsis precisando che, durante la parata, i due erano però seduti lontani.
Secondo l’agenzia, il presidente del parlamento di Seul è anche riuscito a comunicare brevemente con il presidente russo Vladimir Putin e il presidente cinese Xi Jinping. Wu Won-sik ha chiesto a Putin di “mostrare interesse per oltre le 130 aziende sudcoreane che operano in Russia”, ha riferito Newsis. Wu Won-sik ha invitato il presidente cinese Xi Jinping a partecipare al vertice della Cooperazione economica Asia-Pacifico (APEC) che si terrà nella città sudcoreana di Gyeongju dal 31 ottobre al primo novembre.
L’interazione della Russia con Cina e Corea del Nord, ben manifestata ieri dai tre leader presenti alla parata di Pechino “non è diretta contro nessuno”, ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, commentando l’affermazione del presidente statunitense Donald Trump su una presunta cospirazione tra Russia, Cina e Corea del Nord. Trump ha scritto su Truth Social, a proposito della parata militare di Pechino, che Russia, Cina e Corea del Nord “complottano contro gli Stati Uniti d’America”.
Benché molte delle armi presentate vengano indicate da alcuni osservatori come “puntate contro Taiwan”, diversi ospiti provenienti dall’isola-stato che Pechino vorrebbe riunire alla m Cina continentale erano presenti alla parata.
Secondo l’intelligence taiwanese la Parata militare sarebbe costata alla Repubblica popolare cinese circa 37 miliardi di yuan (4,4 miliardi di euro), inclusi anche i costi per la sicurezza e le misure contro l’inquinamento atmosferico
Secondo il funzionario, in un momento di rallentamento dell’economia cinese, l’organizzazione di una parata su larga scala mira a sottolineare la “stabilità interna” e a rafforzare il consenso attorno al regime del Partito comunista cinese, oltre che come strumento di “guerra cognitiva” rivolto all’esterno, e a Taiwan in particolare, per instillare l’idea di una preponderante forza militare. Al di là delle motivazioni addotte da Taiwan la stima sulla cifra spesa appare decisamente eccessiva per una parata militare, pur se in grande stile.
Sul piano militare perché nella parata di un’ora e mezza sono sfilati gli ultimi sistemi d’arma sviluppati o già in servizio con le forze armate cinesi inclusi alcuni sistemi mai mostrati in pubblico.
Nel suo discorso, Xi ha invitato ufficiali e soldati ad “accelerare la costruzione di forze armate di livello mondiale” per salvaguardare “con fermezza la sovranità nazionale”.
Insieme a migliaia di soldati hanno marciato in piazza Tiananmen hanno debuttato nuovi sistemi d’arma accanto ad altri già noti. Tra i primi va evidenziato il debutto del missile balistico intercontinentale DF-61 e l’ultima versione BJ del Dong Feng 31, e l’ultima versione del noto missile dal DF-5C in grado di trasportare fino a dieci testate indipendenti: tutti. destinati a rinnovare e potenziare la forza strategica nucleare basata a terra.
Negli ultimi anni la Cina ha del resto incrementato la produzione di testate nucleari. Al suo esordio anche il nuovo missile balistico lanciabile da sottomarini JuLang JL-3, che insieme ai nuovi missili JL-1 a carica atomica aviolanciati dai bombardieri H-6 completano la triade nucleare della Cina, unica potenza insieme a USA e Russia a disporre di una triade nucleare.
L’agenzia di stampa statale Xinhua ha parlato di “raggruppamento” di missili a lungo raggio che “ha dimostrato per la prima volta la forza nucleare strategica ‘tre in uno’ delle basi terrestri, marittime e aeree delle forze armate”: una strategia vincente “per tutelare la sovranità nazionale e difendere la dignità nazionale”.
Tra i tanti armamenti convenzionali che hanno sfilato spiccano i velivoli (anche elicotteri) senza pilota inclusi gli stealth a guida autonoma GJ-11, progettato per operare autonomamente o come gregario dei caccia stealth J-20, le armi laser imbarcate su navi LY-01 in grado di “accecare” aerei, missili e droni, il lanciarazzi campale multiplo PHL-16/ PCL-191.
Vastissima la gamma di sistemi di difesa aerea inclusi i missili anti-missile balistico HQ-29, accompagnati da una lunga serie di sistemi per la guerra elettronica, contro-droni e radar.
Nel settore navale particolarmente interessante la presenza di diversi grandi droni subacquei incluso il nuovo AJX002 di cui si sa pochissimo e che secondo alcuni osservatori potrebbe essere la copia del russo Poseidon, dotato di un reattore nucleare che ne rende illimitata l’autonomia e potenzialmente armabile con una testata atomica.
In mostra una gran mole di droni aerei a gestione affidata all’Intelligenza Artificiale e missili da crociera incluso l’ipersonico YJ-19 che avrebbe goduto di un trasferimento rilevante di tecnologie dalla Russia. La parata, durata circa un’ora e mezza, ha coinvolto anche moltissimi mezzi terrestri quali i nuovi carri armasti T-100 e l’ultima versione del T-99 (T-99B) dotata di protezione attiva per contrastare missili e droni.
Molti i mezzi terrestri senza pilota, i robot da trasporto, combattimento e ricognizione e i velivoli da combattimento di ultima generazione inclusi i caccia stealth J-20S e J-35 oltre ai velivoli radar per l’allerta precoce KJ-500A e KJ-600 sviluppato per l’imbarco su portaerei.
Sono apparsi i missili ipersonici YJ-21 e DF-17, i missili antinave che Pechino ha già testato contro simulacri di portaerei statunitensi YJ-19, YJ-17 e YJ-20. Inoltre, i missili da crociera Changjian-20A, YJ-18C e Changjian-1000. E poi armi laser ad alta energia e microonde ad alta potenza definite dai media statali cinesi la “triade” nei sistemi anti-drone.
I droni che hanno debuttato oggi nella Parata militare tenuta a Pechino, in Cina, in occasione della Giornata della vittoria, “potrebbero stravolgere gli attuali scenari di combattimento aereo e rivoluzionarne il futuro” riferiscono esperti militari al quotidiano “Global Times”, espressione del Partito comunista cinese.
Il messaggio che Pechino ha voluto far emergere dalla parata per l’80° anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale è molto chiaro anche in termini militari: la Cina è oggi una potenza di pari dignità con Russia e Stati Uniti. L’assenza dell’Europa, grande partner commerciale ma sempre più ostile alla Cina per i suoi stretti rapporti con la Russia, non cambia lo status di Pechino ma accentua l’irrilevanza del Vecchio Continente.
Foto: Agenzia Xinhua

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