Zapad: i russi si addestrano con gli alleati alle porte della NATO

Decine di migliaia di militari e migliaia di mezzi hanno preso parte alle esercitazioni militari russo-bielorusse Zapad 25, come ha annunciato il presidente Vladimir Putin, comparso in uniforme militare al poligono di Mulino, una delle 41 aree addestrative coinvolte nelle manovre in Russia (inclusa la regione di Kaliningrad) e Bielorussia.
Sul territorio russo sono stati mobilitati oltre 50mila militari, più di 3.500 mezzi e sistemi d’arma tra cui oltre 100 velivoli e 80 navi mentre sul territorio della Bielorussia sono stati impegnati fino a 7.000 militari, di cui più di 1.200 russi schierati nel paese alleato.
Putin è giunto a poligono di Mulino accompagnato dal ministro della Difesa russo Andrej Belousov. Putin è stato accolto dal capo della Direzione Generale per la Cooperazione Militare Internazionale del Ministero della Difesa russo, il generale di divisione Aleksej Orekhov. “Voglio ringraziarvi tutti per la vostra partecipazione. Spero che questo vi sia utile dal punto di vista professionale. Dal punto di vista della creazione di un elevato livello di fiducia tra i nostri Paesi, questo è sicuramente utile. Avete visto come l’esercito russo migliora grazie all’esperienza delle forze armate in un conflitto moderno.
Putin ha sottolineato che le operazioni hanno uno scopo difensivo e puntano a “mettere alla prova tutti gli elementi della protezione dell’unione russo-bielorussa da ogni aggressione“, precisando che le esercitazioni iniziate il 12 settembre e conclusesi ieri, “tengono conto dell’esperienza dell’operazione speciale” in Ucraina.
La fase principale delle manovre, ha reso noto il ministero della Difesa di Mosca, ha visto l’impiego massiccio di velivoli senza pilota, sistemi robotici terrestri e mezzi di guerra elettronica, oltre ad azioni tattiche con veicoli leggeri veloci buggy e quad. Sono stati poi impiegate armi per la difesa aerea, munizioni a guida di precisione e moderni mezzi di guerra controbatteria. Secondo le forze bielorusse, era previsto anche il dispiegamento di armi nucleari.
Un sommergibile russo ha effettuato un’esercitazione lanciando un missile da crociera Kalibr contro “un nemico fittizio” nel Mare di Barents. “Nell’ambito dell’esercitazione strategica congiunta Zapad 2025, le forze sottomarine della Flotta del Nord hanno lanciato un attacco missilistico con armi missilistiche a guida di precisione a lungo raggio contro un nemico simulato nel Mare di Barents”, afferma il dicastero russo secondo cui “un missile da crociera Kalibr è stato lanciato contro un bersaglio marittimo dal sottomarino lanciamissili nucleare Arkhangelsk in immersione”.
Venticinque le delegazioni internazionali presenti alle manovre Zapad ‘25, con 100 addetti militari e osservatori provenienti da 55 nazioni. Il ministero della Difesa russo ha dato ampia enfasi alla partecipazione attiva alle manovre di contingenti di truppe fornite da India, Iran e Bangladesh oltre a ufficiali di staff giunti da Burkina Faso, Repubblica del Congo e Mali. Elementi che mettono in luce diversi aspetti di grande rilevanza politica e strategica.
La Russia si rafforza in Africa
La presenza di ufficiali di alcune delle nazioni africane più vicine a Mosca ben rappresenta la crescente penetrazione militare russa in quel continente che si consolida con l’invio di consiglieri militari, istruttori e armamenti e con l’inserimento di militari africani nei centri di formazione russi.
In questo contesto si va espandendo anche il ruolo della Bielorussia, attiva soprattutto in Libia con forniture di mezzi, velivoli e pacchetti addestrativi. Le Forze Speciali (87a Brigata di Intervento Rapido) dell’esercito Nazionale Libico (LNA) guidato dal feldmaresciallo Khalifa Haftar, hanno condotto nei giorni scorsi esercitazioni che hanno incluso lanci con paracadute da diverse altitudini e l’utilizzo di equipaggiamenti militari speciali in Bielorussia, anche se non è chiaro se abbiano partecipato o meno agli atti tattici previsti dall’esercitazione Zapad.
Le esercitazioni che hanno coinvolto le truppe libiche (nella foto sopra) hanno visto “simulazioni di operazioni di lancio dietro le linee nemiche in terreni impervi, con l’uso di ossigeno per supportare i soldati ad altitudini elevate, al fine di sviluppare competenze di caduta libera, aumentare la fiducia in sé stessi e migliorare la capacità di prendere decisioni sotto pressione”, secondo quanto riportato sulla pagina Facebook delle Forze Speciali.
Le esercitazioni hanno visto anche simulazioni di antiterrorismo, utilizzo di armi da cecchino e mortai e tattiche di assalto agli edifici. Tutte le manovre sono state eseguite con munizioni vere di tutti i tipi di armi. L’LNA ha rinnovato lo scorso anno l’accordo di cooperazione militare con Mosca e ha stretto relazioni militari intense anche con Minsk.
La partecipazione delle truppe indiane
Alle grandi manovre Zapad (Occidente), che si tengono con cadenza quadriennale tra le forze russe e bielorusse, hanno partecipato attivamente truppe di nazioni che aderiscono alla Shangai Cooperation Organization, l’organizzazione di sicurezza asiatica a cui aderiscono come membri effettivi anche India, Iran e Bielorussa, unico partner europeo dell’organizzazione. Un messaggio chiaro rivolto alla NATO e soprattutto alla “bellicosa” Europa: la Russia non è isolata come avrebbe voluto quello che Putin chiamava “Occidente collettivo” e che oggi vede gli Stati Uniti nettamente smarcati dall’Europa nell’obiettivo di continuare la guerra “fino all’ultimo ucraino”.
Un contesto he riecheggia quanto emerso pochi giorni or sono al vertice dello SCO in Cina conclusosi con la grande parata militare di Pechino per gli 80 anni dalla Vittoria nella Seconda guerra mondiale ma soprattutto che ha determinato reazioni stizzite, specie a Londra, per la presenza in Russia di truppe indiane.
Come ha scritto ieri il Times, “l’India ha oltrepassato la linea rossa” partecipando alle esercitazioni militari russo-bielorusse che simulavano un conflitto con i paesi NATO confinanti e questo è avvenuto in un contesto di peggioramento delle relazioni tra Nuova Delhi e Washington”.
In realtà il ministero della Difesa indiano ha confermato di aver inviato 65 soldati, tra cui combattenti del prestigioso Reggimento Kumaon, presso il campo di addestramento Mulino, a circa 65 chilometri a ovest di Nizhny Novgorod, 300 chilometri a est di Mosca quindi molto lontano dalla Bielorussia e dai confini della NATO.
Nuova Delhi ha dichiarato che lo scopo della partecipazione è “rafforzare la cooperazione in materia di difesa e lo spirito di fiducia reciproca tra India e Russia”.
L’aspetto che ridicolizza le affermazioni del Times (soprattutto agli occhi del governo e dei media di Nuova Delhi) è però legato al fatto che truppe indiane e russe si sono esercitate insieme decine di volte in manovre addestrative sia bilaterali sia organizzate in ambito SCO negli ultimi decenni. Inoltre il contingente indiano inviato a partecipare alle precedenti esercitazioni Zapad, nel 2021, era ben più numerosi di quello attuale.
A dire il vero, persino il numero di truppe bielorusse coinvolte nelle esercitazioni degli ultimi giorni, 13mila, è di molto inferiore a quelle mobilitate nel 2021. Come è noto però, politica e media hanno la memoria corta, specie in Europa, e le tensioni dei giorni scorsi determinate dagli sconfinamenti di droni russi in Polonia (veri o falsi che siano) hanno alzato la tensione in quel settore della “nuova Cortina di Ferro”.
Gli osservatori statunitensi
Del resto gli europei, già ampiamente gabbati dagli Stati Uniti, con le esercitazioni Zapad hanno subito un ulteriore schiaffo da Washington.
Mentre la NATO si mobilita per difendere la frontiera polacca con l’Operazione Sentinella Orientale e Varsavia schiera 40 mila militari al confine bielorusso come hanno fatto anche Lettonia e Lituania, allarmati dalle grandi esercitazioni russo-bielorusse, Washington ha inviato due ufficiali ad assistere come “osservatori” alle manovre Zapad.
Dopo aver imposto ai docili vassalli della NATO di pagare le armi made in USA per l’Ucraina (per giunta con una “cresta” del 10 per cento) e a spendere il 5 per cento del Pil per la Difesa comprando soprattutto equipaggiamenti americani, dopo aver indotto la prona Unione Europea a buttare 600 miliardi nell’industria americana, a comprare 750 miliardi di costosissima energia statunitense, chiedendo inoltre di porre dazi a Cina e India e rinunciare completamente a petrolio e gas russo, Donald Trump umilia ulteriormente gli “alleati” inviando osservatori militari in Bielorussia (nelle foto sotto).
Per rendere più digeribile agli europei l’amaro boccone, alcuni media hanno tentato di raccontare che si è trattato di una visita “a sorpresa” ma chi conosce le dinamiche militari sa bene che l’arrivo di osservatori statunitensi alle più grandi esercitazioni congiunte di Mosca e Minsk non si può improvvisare ed era stato pianificato da diverse settimane, specie in tempi di tensioni come quelli che viviamo.
Il 15 settembre il ministero della Difesa bielorusso ha pubblicato un video che mostra il ministro Viktor Khrenine mentre stringe la mano all’attaché militare americano Bryan Shoupe, accompagnato da un altro uomo, entrambi in uniforme, e scambia con lui alcune parole in russo. “Grazie per l’invito”, ha dichiarato il rappresentante americano nel video. “Vi saranno messi a disposizione i posti migliori per osservare (…) Vi mostreremo tutto ciò che vi interessa“, ha risposto il ministro bielorusso.
Per spiegare l’intesa cordiale tra Washington e Minsk, fedele alleata di Mosca, occorre ricordare che su richiesta americana la Bielorussia ha liberato diversi prigionieri politici, 52 solo la scorsa settimana, decisone che ha portato anche ad un alleggerimento delle sanzioni statunitensi contro la compagnia aerea bielorussa Belavia.
Trump ha avuto un colloquio telefonico alla fine di agosto con Alexander Lukashenko, definendolo un “presidente molto rispettato” e accettando l’invito a visitare Minsk: iniziativa che ha colto ancora una volta di sorpresa l’Europa che considera, anche dal punto di vista delle sanzioni, la Bielorussia alla stessa stregua della Russia.
Paradossalmente, la presenza dei due osservatori militari americani alle esercitazioni Zapad ha avuto una maggiore rilevanza mediatica rispetto a quella degli osservatori di Ungheria e Turchia, stati membri della NATO.
Foto: TASS, Ministero Difesa Bielorusso e LNA

Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.