La profezia di Putin del 2022 si sta realizzando. Gaiani a Il Contesto

Al recente Forum di Valdai, il presidente Putin ha dichiarato che «le forze armate della Federazione Russa hanno liberato oltre 609 km² di territorio nella zona dell’Operazione Militare Speciale nel settembre 2025».
Vanno inoltre intensificandosi gli attacchi aerei e missilistici russi, che evidenziano un calo della capacità ucraina di opporre resistenza.
Le forze ucraine, in compenso, colpiscono raffinerie e centri di stoccaggio di idrocarburi in territorio russo, avvalorando le rivelazioni formulate da Seymour Hersh secondo cui l’amministrazione Trump reputerebbe la Russia vulnerabile in un’ottica di medio-lungo periodo se venissero prese di mira con sistematicità proprio le sue infrastrutture energetiche. Su «Unherd», Edward Luttwak si chiede se Putin «vedrà il bluff della Nato».
A suo avviso, la strutturale mancanza di investimenti in difesa dell’Europa fa sì che «l’eterogeneo esercito di Putin – mercenari cresciuti in Russia nelle zone più povere e remote, criminali condannati e soldati schiavi nordcoreani – possa comunque spaventare i governi europei spingendoli a riarmarsi a caro prezzo». Intanto, in quell’“emisfero occidentale” a cui la bozza della National Defense Strategy assegna la priorità rispetto a tutti gli altri teatri, si registra l’interruzione dei colloqui diplomatici tra personale statunitense guidato dall’inviato speciale Richard Grenell e funzionari del presidente Maduro.
Ne parliamo assieme a Gianandrea Gaiani, giornalista, saggista e direttore della rivista «Analisi Difesa».
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