Le contraddizioni di una narrazione surreale

 

L’obiettivo sarà forse comune ma gli sforzi compiuti da UE e NATO per mobilitarci contro l’inevitabile invasione russa continuano a essere non coordinati, spesso contraddittori, in moltissimi casi sopra le righe e con contenuti in antitesi tra loro.

Solo nelle ultime 48 ore ne abbiamo sentite di tutti i colori.

Il 13 ottobre i servizi segreti tedeschi hanno ammonito che “a Mosca si ritiene di avere possibilità realistiche di espandere la propria zona di influenza verso ovest. (…) Per raggiungere questo obiettivo, la Russia non esiterà, se necessario, a entrare in conflitto militare diretto con la NATO”.

Lo ha detto Martin Jäger (nella foto sotto), direttore del Servizio federale di intelligence (BND), ascoltato dalla commissione di controllo parlamentare, al Bundestag. “Non dobbiamo riposare sugli allori pensando che un eventuale attacco russo non avrà luogo prima del 2029. Siamo già nel pieno dell’azione oggi”, ha aggiunto Jäger, che era ambasciatore in Ucraina prima di assumere la guida del BND il mese scorso.

“Dobbiamo prepararci a un nuovo aggravarsi della situazione”, ha aggiunto Jäger mentre Sinan Selen, presidente dei servizi segreti interni tedeschi BfV (l’Ufficio Federale per la protezione della Costituzione –  Bundesamt für Verfassungsschutz), anch’egli ascoltato in audizione, ha concordato sottolineando che “la Russia persegue in modo aggressivo le sue ambizioni politiche contro la Germania, l’Ue e i suoi alleati occidentali utilizzando ”un’ampia gamma di attività di spionaggio, disinformazione, ingerenza, sabotaggio e attacchi informatici”.

Secondo Jäger “la Germania, la prima economia dell’UE, è l’obiettivo numero uno della Russia in Europa”.

Affermazione curiosa per il leader di una nazione che ha visto pragmaticamente e simbolicamente colpito il proprio primato economico dalla distruzione dei gasdotti Nord Stream nel Mar Baltico, nel settembre 2022. Possibile che gli 007 teutonici non ricordino che sono stati i loro alleati, non i russi, a prometterne la distruzione, a farli esplodere e a gioirne pubblicamente?

Inoltre, in assenza di analisi oggettive che abbiano dimostrato l’esistenza di piani russi per attaccare la NATO nel 2029, dovremmo chiederci in base a quali considerazioni oggi si può affermare che vi sono piani per attaccarci ancor prima di quella data.

Basarsi sui numeri della produzione dell’industria militare russa è fuorviante. Mosca deve alimentare una guerra in Ucraina che impegna oltre 700 mila militari. Una volta concluso il conflitto chi può affermare che la produzione resti a lungo agli attuali livelli ? Specie quando si continua a sostenere che la guerra sta logorando l’economia russa.

Anche il riarmo europeo tanto sbandierato ai quattro venti potrebbe venire interpretato a Mosca come la preparazione ad attaccare la Russia, Del resto, e questi sono fatti, dalla caduta dell’URSS è la NATO che si è allargata a est fino ai confini russi, non la Russia che si è espansa a Occidente.

Difficile quindi dimostrare che Mosca abbia interesse, intenzione e la capacità di attaccare la NATO. In ogni caso i due servizi segreti tedeschi non hanno portato (almeno pubblicamente) elementi oggettivi a sostegno di tali allarmi. Del resto, se avessimo preso seriamente i bollettini quotidiani diffusi con il brand dell’intelligence britannico dovremmo credere che i russi stavano finendo i missili nell’aprile del 2022.

Tornando alla Germania, è appena il caso di ricordare che nel maggio scorso il BfV è quel servizio di sicurezza che aveva diffuso un report che indicava Alternative fur Deutscheland una minaccia per la democrazia. Secondo diversi osservatori il primo passo per porre fuorilegge il secondo partito più votato in Germania nelle elezioni del febbraio scorso e che secondo i sondaggi sarebbe oggi la forza politica tedesca con maggiori consensi.

A dirla tutta,  l’impressione è che una nazione i cui servizi segreti puntano a mettere fuori legge il principale partito di opposizione abbia problemi ben diversi dall’ipotizzare quando avverrà un’ipotetica invasione russa.

 

La versione di Trump e Stubb

Qualche giorno prima delle fosche previsioni degli 007 tedeschi, Donald Trump ha incontrato a Washington il presidente finlandese Alexander Stubb. Ne abbiamo scritto su Analisi Difesa per l’accordo che vedrà produrre in parte in Finlandia e in parte in cantieri americani ben 11 rompighiaccio per la Guardia Costiera degli Stati Uniti.

In quell’incontro Trump ha anche affermato che gli Stati Uniti difenderebbero la Finlandia, alleata della NATO, se il presidente russo Vladimir Putin ordinasse un attacco, ma “non credo che lo farà“.

Quindi il presidente degli Stati Uniti, supportato da 17 agenzie d’intelligence, non ha motivi per credere che i russi vogliano attaccare la NATO di cui la Finlandia fa da poco tempo parte.

Anche Stubb ha minimizzato il rischio di un attacco russo a breve termine, dichiarando in un’intervista a Reuters che Mosca non rappresenta una “minaccia militare imminente“ pur sottolineando che “la gente si sta rendendo conto che dobbiamo rafforzare la nostra deterrenza affinché un conflitto non sia possibile“.

Né Trump né Stubb, a differenza degli 007 tedeschi, sembrano ritenere che i russi ci attaccheranno e lo faranno presto.

 

L’istrionico Rutte

Mark Rutte ha voluto ancora volta offrire un colorito contributo all’avvincente dibattito sulle orde russe che attaccheranno l’Europa, affermando il 13 ottobre all’assemblea parlamentare dell’Alleanza Atlantica a Lubiana, che “speriamo che non accada mai ma, se la Russia fosse così idiota da attaccarci, sarebbe guerra aperta tra la Russia e la NATO. Sarebbe diversa dalla guerra tra Russia e Ucraina, per molte ragioni che non posso approfondire ora, perché non vogliamo dare loro vantaggi informativi, ma sarebbe diversa”.

Difficile credere che i russi aspettino con ansia che a Rutte scappi detto qualche dettaglio segreto circa le capacità militari della NATO ma confrontando le dichiarazioni del segretario generale con quelle degli 007 tedeschi dovremmo forse dedurre che i russi non sono così “idioti” da attaccarci ma lo diventeranno nel 2029 o anche prima?

Rutte sostiene che “siamo molto, molto più forti dei russi. E loro lo sanno”.

Quindi, a maggior ragione, perché dovrebbero attaccarci tra quattro anni o meno come dicono tanti negli ambienti NATO e UE oltre ai servizi segreti tedeschi?

E se siamo già così tanto “più forti” perché dobbiamo indebitarci per un riarmo che dovremmo attuare in condizioni economiche fallimentari e sotto dettatura degli Stati Uniti?

Rutte non lo ha spiegato ma ha aggiunto enigmaticamente che Mosca resta “profondamente pericolosa” e quindi è “essenziale prepararsi ad affrontare le minacce” perché “non dovremmo sottovalutare la minaccia della Russia, ma non dovremmo nemmeno sopravvalutarne le capacità”.

Proviamo a ricapitolare il Rutte-pensiero: i russi devono essere idioti per attaccare la NATO che è molto più forte di loro (e li russi lo sanno) ma dobbiamo prepararci ad affrontarli perché potrebbero diventare idioti ma non dobbiamo sottovalutarli e neppure sopravvalutarli.

Eppure Rutte aveva detto in visita a Roma che “siamo tutti in pericolo. I più avanzati missili russi potrebbero colpire Roma, Amsterdam o Londra a cinque volte la velocità del suono. Non possono essere intercettati con i nostri sistemi anti-missile tradizionali. Perciò sono un gravissimo pericolo. Significa che siamo tutti sul fronte orientale, non solo l’Estonia, la Polonia o la Romania, ma anche l’Italia”.

Verrebbe da dedurre che non siamo poi così tanto “più forti”..

 

I dubbi di Kubilius

A porci ulteriori dubbi ha contribuito ieri anche il commissario europeo alla Difesa Andrius Kubilius, rivelando che l’Unione Europea oggi “non è pronta” a difendersi dai droni che la Russia può lanciare dalle “navi portacontainer” verso le coste ovunque in Europa.

Per intenderci, siamo più forti ma non possiamo difenderci da droni e portacontainer russi, oppure per Kubilius non siamo più forti dei russi?

Nel dubbio il commissario lituano ha ribadito che la Russia in tre mesi produce più munizioni di tutti i membri della NATO, compresi gli Stati Uniti e tutti gli europei,  ne producano in un anno.

Proviamo a ricapitolare: la NATO è tanto più forte dei russi ma loro (che lo sanno) possono invaderci molto presto (anche prima del 2029), producono il quadruplo delle munizioni dell’intera NATO e possono colpire le nostre città indisturbati quando vogliono con i missili ipersonici e penetrare i nostri confini con droni anche lanciati da navi portacontainer.

E’ lecito quindi domandare come è possibile essere così vulnerabili e al tempo stesso essere così tanto più forti dei russi?

Chiederlo a Rutte sarebbe inutile. A Lubiana ha ribadito di aver diffidato i russi dal “frignare” se uno dei loro aerei venisse abbattuto. Se gli aerei o i droni russi che sorvolano lo spazio aereo della NATO “costituiscono una minaccia allora possiamo attuare la soluzione definitiva”, cioè abbatterli.

Parole da duro, peccato però che molti alleati della NATO non intendano correre tali rischi e pongano “caveat” all’impiego dei loro velivoli che riguardano propria la soglia da non superare in un incontro ravvicinato con aerei russi. Del resto la NATO è un “contenitore” a cui ogni nazione aderente assicura contributi militari ma con regole e condizioni nazionali. Se Rutte studiasse l’impiego dei contingenti NATO in Afghanistan questo contesto gli apparirebbe più chiaro.

Ma perché guardare al passato quando si possono immaginare o prevedere le guerre del futuro?

“Se, ad esempio, la Cina dovesse muovere contro Taiwan, è altamente probabile che costringerebbe il partner minore in quella relazione, ovvero la Russia sotto la guida di Vladimir Putin, a muoversi contro la NATO per tenerci occupati”, ha affermato Rutte.

Putin lancerebbe la Russia in una guerra contro la NATO utile a costituire in diversivo per consentire alla Cina di invadere Taiwan?  Meglio fermarsi qui, poiché ogni commento sarebbe superfluo,.

Però è lecito sognare un Occidente “normale” in cui Trump, Stubb, Rutte, Kubilius, i capi dell’intelligence e tutti i leader di UE e NATO, prima di smentirsi a vicenda con dichiarazioni tese all’iperbole estrema facessero prima una “call” per mettersi d’accordo su cosa dire di coerente e, possibilmente, almeno un tantino convincente.

 

Foto: NATO, Commissione EU, Reali Forze Aeree Olandesi, Ministero Difesa Russo, Casa Bianca e Tageschau

 

Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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