L’India vuole altri 5 battaglioni di S-400 russi per la difesa aerea e antimissile

Secondo quanto riportato il 6 ottobre dall’Hindustan Times, che cita fonti militari, l’India è in trattative con la Russia per l’acquisizione di altri cinque battaglioni di sistemi missilistici di difesa aerea S-400, che potrebbero essere inclusi nell’agenda della prossima visita del presidente russo Vladimir Putin a Delhi, il 5 dicembre.
La decisione di ampliare il numero di batterie di S-400 è motivata dall’elevata efficacia dei sistemi già consegnati, dimostrata durante la recente Operazione Sindoor contro le penetrazioni aeree delle forze pakistane nel maggio scorso.
Il 10 maggio 2025, diversi organi di stampa hanno affermato che un sistema S-400 dell’IAF aveva intercettato e distrutto un aereo AWACS della PAF a circa 314 km all’interno dello spazio aereo pakistano.
Il 9 agosto 2025, il maresciallo capo dell’aeronautica indiana Amar Preet Singh ha affermato che l’India aveva abbattuto, a maggio, cinque caccia pakistani. Singh ha anche affermato che, in aggiunta, un “aereo di grandi dimensioni” era stato abbattuto a una distanza di 300 chilometri, e lo ha descritto come “il più grande abbattimento terra-aria mai registrato di cui si possa parlare”. Il maresciallo ha attribuito la maggior parte degli aerei abbattuti al sistema S-400. Il Pakistan ha respinto queste affermazioni negandone la veridicità
Al tempo stesso l’India ha negato che l’Aeronautica Pakistana abbia distrutto componenti del sistema S-400 schierato presso la base aerea di Adampur, come annunciato da Islamabad.
Secondo Hindustan Times la buona prestazione del sistema di difesa aerea a lungo raggio russo ha indotto le autorità indiane a valutare il raddoppio del contratto firmato nel 2018, in base al quale la Russia si è impegnata a fornire cinque battaglioni per 5,43 miliardi di dollari, nonostante le minacce di sanzioni statunitensi ai sensi del CAATSA Act (che punisce le nazioni che acquistano prodotti militari russi) mai applicate però a Nuova Delhi.
Minacce statunitensi che oggi sarebbero forse ancora più forti dopo che l’India ha di fatto respinto le pressioni politiche ed economiche dell’Amministrazione Trump affinché rinunciasse a importare petrolio russo.
Gli ultimi sistemi S-400 previsti dal contratto del 2018 sono previsti in consegna quest’anno o al più tardi nel 2026 a causa della forte richiesta di strumenti avanzati per la difesa aerea da parte delle forze armate russe impegnate nel conflitto contro l’Ucraina, anche se la società Almaz Antey ha reso noto che la produzione di sistemi antiaerei/antimissile S-350 e S-400 sarebbe raddoppiata nel 2025.
Alti funzionari del Ministero della Difesa incontreranno funzionari russi (militari e di Rosoboronexport, l’agenzia di stato per l’export militare) in questi giorni per valutare la produzione congiunta o l’acquisto diretto di altri cinque battaglioni di S-400 per migliorare la protezione delle aree di confine con Pakistan e Cina e allargare la difesa ai 7mila chilometri di coste indiane.
Il sistema S-400 è denominato ij India Sudarshan Chakra ed è operativo presso l’Integrated Air Command and Control System (IACCS) dell’Indian Air Force, che integra anche batterie di missili Akash e sistemi Barak.
Ogni battaglione di S-400 è composto da due batterie. Ogni batteria è dotata di 6 lanciatori, un radar e un centro di controllo con 128 missili. Un battaglione ha quindi in totale di 16 veicoli di cui 12 lanciatori. L’India ha acquistato col contratto del 2018 un totale di 60 lanciatori con circa 6.000 missili, tra cui 9M96E2 (120 km di raggio d’azione), 48N6E2 (200 km), 48N6E3 (240 km) e 40N6E (380 km).
Secondo The Hindustan Times i sistemi S-400 di tre dei cinque nuovi battaglioni indiani verrebbero acquistati direttamente in Russia e i restanti due verrebbero costruiti da aziende indiane nell’ambito del trasferimento di tecnologia e del programma “Make in India” teso ad assicurare a Nuova Delhi autonomia strategica nelle produzioni militari per la Difesa.
Del resto Bharat Electronics Limited (BEL), un’importante impresa pubblica del settore della difesa che produce sistemi di difesa aerea come Akashteer, ha reso noto nel maggio scorso di poter sviluppare un sistema missilistico terra-aria a lungo raggio derivato dall’S400 ma di produzione nazionale, nell’ambito del Progetto Kusha.
Secondo quanto riportato, l’azienda mira a completare il prototipo in 12-18 mesi, per poi iniziare test che potrebbero durare dai 12 ai 36 mesi.
Il Progetto Kusha è guidato dalla Defence Research and Development Organisation (DRDO) e mira a costruire un sistema in grado di contrastare diverse minacce aeree come droni, aerei e missili. BEL collabora con DRDO come partner di sviluppo per diversi sottosistemi del progetto, inclusi radar e sistemi di controllo.
Foto Indian Air Force

RedazioneVedi tutti gli articoli
La redazione di Analisi Difesa cura la selezione di notizie provenienti da agenzie, media e uffici stampa.