Corea e Stati Uniti accelerano il trasferimento dell’OPCON a Seul

Durante la 57ª riunione consultiva annuale sulla sicurezza (SCM) tra Corea del Sud e Stati Uniti, svoltasi a Seul, i due alleati hanno concordato di accelerare il trasferimento del controllo operativo (OPCON) in tempo di guerra, nell’ambito degli sforzi per “modernizzare l’alleanza”. La decisione è in linea con l’impegno del presidente Lee Jae Myung di completare la transizione entro la fine del suo mandato.
L’impegno, annunciato il 14 novembre in una nota informativa congiunta, rappresenta un passo fondamentale verso l’assunzione da parte di Seul della piena e indipendente responsabilità della propria difesa, quasi 75 anni dopo la guerra di Corea (1950-53).

L’incontro, svoltosi il 4 novembre, ha visto la partecipazione del ministro della Difesa sudcoreano Ahn Gyu-Back (nella foto sotto) e del Segretario alla Difesa statunitense Pete B. Hegseth, che hanno discusso di cooperazione in materia di sicurezza e difesa.
Secondo la nota informativa, il ministro Ahn ha sottolineato che la Corea del Sud assumerà un ruolo guida nella difesa della penisola coreana, evidenziando che Seul perseguirà l’acquisizione di capacità critiche per raggiungere questo obiettivo.
Dopo i colloqui, la Corea ha inoltre annunciato un significativo aumento della spesa per la difesa, in linea con l’accordo con gli Stati Uniti per rafforzare la prontezza militare.

I due Paesi si sono impegnati a sviluppare una tabella di marcia per acquisire le capacità necessarie ad accelerare il soddisfacimento delle condizioni per la transizione dell’OPCON in tempo di guerra e a perseguire la certificazione della Piena Capacità Operativa (FOC) del Quartier Generale del Comando delle Forze Interforze del Futuro entro il 2026. Entrambe le parti hanno affermato che il trasferimento dell’OPCON rafforzerà le capacità della Corea del Sud, dell’Alleanza e della postura di difesa combinata.
La dichiarazione congiunta ribadisce che il trasferimento del controllo operativo in tempo di guerra procederà “in modo sistematico, stabile e attivo” solo dopo il pieno soddisfacimento di tutte le condizioni concordate, sottolineando che ciò rafforzerà ulteriormente la postura di difesa combinata.
Una volta completata la verifica della FOC, il processo passerà alla Full Mission Capability (FMC), una valutazione qualitativa finale che richiede l’approvazione politica di entrambe le capitali. Gli analisti sostengono che, se la valutazione FMC inizierà come previsto nel 2027, la transizione dell’OPCON potrebbe essere finalizzata prima della fine del mandato del presidente Lee, nel giugno 2030.
Come riportato in un articolo di Analisi Difesa del 2019, una volta completato il trasferimento dell’OPCON un generale sudcoreano assumerà il comando del Combined Forces Command (CFC), mentre il comandante delle Forze USA in Corea — attualmente anche capo della CFC — ricoprirà il ruolo di vicecomandante.
La Corea del Sud avrebbe dovuto assumere l’OPCON già nel 2015, ma il Ministero della Difesa aveva chiesto un rinvio.
In sintesi, l’OPCON conferisce al comandante l’autorità di dirigere le operazioni — decidendo quali missioni svolgere e come condurle — ma non il controllo amministrativo o disciplinare delle forze.

Secondo il Korea Times, la dichiarazione politica è stata subito rafforzata dal Consigliere per la Sicurezza Nazionale Wi Sung-lac, che ha affermato che il processo di trasferimento sta “procedendo senza intoppi”, sottolineando la volontà condivisa di completare la transizione “il prima possibile”.
La questione dell’impegno degli Stati Uniti è stata affrontata nuovamente con la riaffermazione da parte di Washington che le truppe statunitensi rimarranno nel Paese; sebbene non sia stato indicato un numero specifico; attualmente si tratta di circa 28.500 soldati.
Questo impegno è legato al “sostegno completo” di 33 miliardi di dollari delineato nella nota informativa, che include la condivisione dei costi di difesa e la fornitura gratuita di strutture militari. Inoltre, in una significativa dimostrazione di impegno, la Corea ha accettato di aumentare la spesa per la difesa al 3,5% del PIL (a fronte di una richiesta statunitense del 5%).

La spesa per la difesa sudcoreana si attesta oggi intorno al 2,8% del PIL, pari a un bilancio annuo di 48 miliardi di dollari, collocando il Paese tra i primi 12 al mondo per la spesa militare.
L’aumento servirà in gran parte a finanziare l’acquisto di circa 25 miliardi di dollari di equipaggiamento militare statunitense entro il 2030, tra cui un secondo lotto di caccia F-35A, aerei di early warning e sistemi di intercettazione di missili balistici.

Durante la riunione, i vertici della Difesa hanno affrontato anche le minacce alla sicurezza regionale, esprimendo preoccupazione per l’espansione delle capacità nucleari e missilistiche della Corea del Nord e per la modernizzazione delle sue forze convenzionali, soprattutto alla luce della recente cooperazione militare con la Russia.
Hegseth ha ribadito il “fermo impegno” degli Stati Uniti per la deterrenza estesa, che include l’intero spettro delle capacità militari statunitensi, comprese quelle nucleari.
I rappresentanti dei due Paesi hanno inoltre sottolineato il successo dell’implementazione del Gruppo Consultivo Nucleare congiunto e dell’esercitazione integrata nucleare-convenzionale, pensata per rafforzare il processo decisionale in caso di potenziale contingenza nucleare nella penisola.
Con una Iniziativa storica per la cooperazione industriale nel settore della difesa, è stato annunciato che, per la prima volta, le navi da combattimento statunitensi riceveranno servizi di manutenzione, riparazione e revisione in Corea del Sud.
Questa collaborazione, che accelera anche la cooperazione nella costruzione navale, rappresenta un passo significativo nel rafforzare la resilienza della catena di approvvigionamento e nel sostenere la prontezza militare e la deterrenza degli Stati Uniti nella regione indo-pacifica.

In Corea del Sud sono presenti circa 28.500 militari statunitensi. Le forze armate sudcoreane contano circa 450.000 militari in servizio attivo e 3,1 milioni di riservisti. Le forze armate sudcoreane sono tra le più moderne al mondo e vantano un’impressionante potenza di fuoco. La Corea del Sud ha oltre 1.500 aerei e circa 780 elicotteri.
I militari sudcoreani combatterono a fianco delle forze americane durante la Guerra del Vietnam, perdendo 5.099 soldati.
Il Comando delle Forze multinazionali (Combined Forces Command – CFC), con sede a Camp Humphreys (Pyeongtaek), integra perfettamente il personale americano e sudcoreano.
Il comandante del CFC, il generale dell’esercito Xavier T. Brunson (nella foto a lato), in carica dal 20 dicembre 2024, ha il controllo operativo di tutte le forze armate di entrambi i Paesi presenti in Corea del Sud.
In tempo di guerra, l’incremento delle forze includerebbe i riservisti della Corea del Sud, oltre a ulteriori forze statunitensi schierate al di fuori della penisola coreana.
Foto: US Forces in Korea e Forze Armate della Corea del Sud
Elvio RotondoVedi tutti gli articoli
Nato a Cassino nel 1961, militare in congedo, laureato in Scienze Organizzative e Gestionali. Si occupa di Country Analysis. Autore del Blog 38esimoparallelo.com, collabora con il Think Tank internazionale “Il Nodo di Gordio”. Alcuni suoi articoli sono stati pubblicati su “Il Giornale.it", “Affari Internazionali”, “Geopolitical Review”, “L’Opinione”, “Geopolitica.info”.








