Gas ai minimi con le speranze di pace. Meno entrate per l’export di petrolio russo

Sull’onda delle speranze di pace in Ucraina suscitate dai negoziati sorti intorno alle proposte statunitensi, ieri il prezzo del gas alla Borsa di Amsterdam è sceso per la prima volte negli ultimi 18 mesi sotto i 30 euro/MWh.
Un risultato certo determinato anche dalla buona situazione degli stoccaggi di gas in Europa (al 79,1%) ma che conferma come l’ipotesi che si concluda il conflitto in Ucraina determini prezzi più contenuti per l’energia in Europa: obiettivo che dovrebbe costituire una priorità per tutti gli europei considerato che il Vecchio Continente è la regione industrializzata del mondo a pagare più cara l’energia.
Andrea Francato su GEA scrive che “da una settimana le piazze petrolifere mondiali tengono il fiato sospeso: se si concretizzasse davvero, l’attuazione del piano farebbe aumentare significativamente l’offerta di petrolio e gas, riaprendo i rubinetti di Gazprom verso l’Europa e bloccando le sanzioni a Lukoil e Rosneft e ai principali acquirenti mondiali (dalla Cina all’India). I mercati stanno scommettendo forte sul successo delle trattative”.
A trascinare i prezzi verso il basso è anche la buona situazione degli stoccaggi in Europa (al 79,1%) nonostante sia già cominciata la stagione dei prelievi – scrive GEA.

A compensare le quote immesse nelle reti di distribuzione sono l’aumento delle importazioni di Gnl e il flusso dai gasdotti della Norvegia. Ma sono soprattutto le previsioni di temperature più miti nelle prossime settimane a spingere verso il basso i prezzi del gas continentale. Ovviamente capacità di stoccaggio e situazione attuale variano da Paese a Paese.
L’Italia è posizionata meglio delle altre economie dell’eurozona, con l’89,97% degli stoccaggi al 22 novembre, secondo le piattaforme GIE AGSI, superiore a Francia (88,64%), Spagna (83,6%), Paesi Bassi (68,91%) e soprattutto Germania (71,15), la cui quota scende vistosamente giorno dopo giorno dall’inizio della stagione del riscaldamento. INES, l’associazione dei gestori di sistemi di stoccaggio di gas e idrogeno tedeschi, aveva rilevato che in caso di temperature estremamente rigide, potrebbero verificarsi carenze di approvvigionamento già a metà gennaio e invita il governo Merz “a mantenere la promessa fatta dalla coalizione introducendo strumenti efficaci per garantire livelli di stoccaggio di gas adeguati in futuro”.
Sul fronte petrolifero, i prezzi si sono stabilizzati nelle ultime ore dopo i forti cali delle scorse giornate, sia per i negoziati sull’Ucraina sia per il persistente surplus globale, atteso anche per il 2026, riferisce l’agenzia Energia Oltre – ANR.
Secondo calcoli dell’agenzia Reuters, le entrate statali russe derivanti da petrolio e gas a novembre potrebbero diminuire di circa il 35% rispetto allo stesso mese del 2024, attestandosi a 520 miliardi di rubli (6,59 miliardi di dollari) a causa del petrolio più economico e di una valuta locale più forte.
Le entrate derivanti da petrolio e gas sono state la principale fonte di liquidità per il Cremlino, rappresentando un quarto del totale delle entrate del bilancio federale. Si prevede inoltre che le entrate diminuiranno del 7,4% da ottobre, escludendo i pagamenti ciclici dell’imposta sugli utili.
L’agenzia di stampa britannica ritiene Il calo delle entrate doloroso per la Russia, che ha notevolmente aumentato la spesa per la difesa.

Per i primi 11 mesi dell’anno, si prevede che le entrate diminuiranno del 22%, attestandosi a 8.000 miliardi di rubli, sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo del 2025. Secondo i calcoli di Reuters, il prezzo del petrolio russo ai fini fiscali è diminuito nel periodo gennaio-novembre, attestandosi a 57,3 dollari al barile dai 68,3 dollari del 2024. Allo stesso tempo, il rublo si è rafforzato a 81,1 per un dollaro dai 91,7 del 2024
Il Ministero delle Finanze di Mosca pubblicherà le sue stime il 3 dicembre. Inizialmente, quest’anno il Ministero aveva previsto di ricavare 10,94 trilioni di rubli dalle vendite di petrolio e gas, ma il calo dei prezzi del petrolio il mese scorso ha portato a rivedere al ribasso la previsione, a 8,65 trilioni di rubli. Nel 2024 i ricavi derivanti da petrolio e gas hanno raggiunto gli 11,13 trilioni di rubli.
(con fonti GEA, Energia Oltre e Reuters)
Foto TASS
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