Il campo di battaglia detterà i termini della pace in Ucraina. “Il Contesto” intervista Gaiani

A Ginevra, proseguono i negoziati tra le delegazioni di Stati Uniti, Ucraina, Gran Bretagna, Francia e Germania incentrati sul piano da 28 punti per portare la pace in Ucraina predisposto dall’amministrazione Trump con il supporto di rappresentanti russi.
Questo l’elenco dettagliato dei punti dell’accordo presentato dagli Stati Uniti per la pace in Ucraina:
- La sovranità dell’Ucraina sarà confermata.
- Verrà concluso un accordo globale di non aggressione tra Russia, Ucraina ed Europa. Tutte le ambiguità rimaste irrisolte negli ultimi 30 anni saranno considerate risolte.
- La Russia si impegna a non invadere i Paesi vicini e la Nato si impegna a non espandersi ulteriormente.
- Verrà varato un dialogo tra Russia e Nato, con la mediazione degli Stati Uniti, per risolvere tutte le questioni relative alla sicurezza e creare le condizioni per una de-escalation.
- L’Ucraina riceverà garanzie di sicurezza affidabili.
- Le forze armate ucraine saranno limitate a 600.000 uomini.
- . L’Ucraina accetta di sancire nella propria Costituzione la sua non adesione alla Nato e la Nato accetta di includere nel proprio statuto una disposizione che specifichi che l’Ucraina non sarà integrata in futuro nell’alleanza.
- La Nato accetta di non schierare truppe in Ucraina.
- I velivoli da combattimento europei saranno basati in Polonia a garanzia della sicurezza dell’Ucraina.
- Gli Stati Uniti riceveranno un risarcimento per la garanzia di sicurezza offerte agli ucraini. Se l’Ucraina invadesse la Russia, perderebbe questa garanzia. Se la Russia invadesse l’Ucraina, oltre a una risposta militare coordinata e decisa, tutte le sanzioni globali verrebbero ripristinate, il riconoscimento del nuovo territorio e tutti gli altri vantaggi di questo accordo verrebbero revocati. Se l’Ucraina lancia un missile su Mosca o San Pietroburgo senza una valida ragione, la garanzia di sicurezza sarà considerata nulla e priva di effetto.
- L’Ucraina ha i requisiti per l’adesione all’Ue e beneficerà di un accesso preferenziale al mercato europeo a breve termine, mentre la questione è in esame.
- Verrà istituito un solido pacchetto globale di misure per la ricostruzione dell’Ucraina, tra cui l’istituzione di un Fondo di sviluppo per l’Ucraina, la ricostruzione delle infrastrutture del gas ucraine, la riabilitazione delle aree danneggiate dalla guerra, lo sviluppo di nuove infrastrutture e la ripresa dell’estrazione di minerali e risorse naturali, il tutto accompagnato da uno speciale programma di finanziamento sviluppato dalla Banca Mondiale.
- La Russia sarà reintegrata nell’economia globale, con discussioni programmate sulla revoca delle sanzioni, il rientro nel G8 e la conclusione di un accordo di cooperazione economica a lungo termine con gli Stati Uniti.
- 100 miliardi di dollari di beni russi congelati saranno investiti in progetti guidati dagli Stati Uniti per ricostruire e investire in Ucraina, con gli Stati Uniti che riceveranno il 50% dei benefici. L’Europa aggiungerà 100 miliardi di dollari per aumentare gli investimenti disponibili per la ricostruzione dell’Ucraina. I fondi europei congelati saranno sbloccati e i restanti fondi russi congelati saranno investiti in un veicolo di investimento separato, congiunto tra Stati Uniti e Russia.
- Sarà istituito un gruppo di lavoro congiunto sulla sicurezza tra Stati Uniti e Russia per promuovere e garantire il rispetto di tutte le disposizioni del presente accordo.
- La Russia sancirà per legge la sua politica di non aggressione nei confronti dell’Europa e dell’Ucraina.
- Stati Uniti e Russia concorderanno di estendere la validità dei trattati di non proliferazione e controllo nucleare, incluso il Trattato Start I.
- L’Ucraina accetta di non essere uno Stato dotato di armi nucleari, in conformità con il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari.
- La centrale nucleare di Zaporizhia sarà messa in servizio sotto la supervisione dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) e l’elettricità prodotta sarà ripartita equamente tra Russia e Ucraina, al 50%.
- Entrambi i Paesi si impegnano a implementare programmi educativi nelle scuole e nella società volti a promuovere la comprensione reciproca e la tolleranza.
- Crimea, Luhansk e Donetsk saranno riconosciute come territori russi de facto, anche dagli Stati Uniti. Kherson e Zaporizhzhia saranno congelate lungo la linea di contatto, costituendo di fatto un riconoscimento de facto lungo tale linea. La Russia rinuncerà ai restanti territori sotto il suo controllo al di fuori delle cinque regioni. Le forze ucraine si ritireranno dall’attuale controllo della regione di Donetsk, che verrà quindi utilizzata per creare una zona cuscinetto.
- Dopo aver concordato le future disposizioni territoriali, la Federazione Russa e l’Ucraina si impegnano a non modificare tali disposizioni con la forza. In caso di violazione di tale impegno non si applicherà alcuna garanzia di sicurezza.
- La Russia non impedirà all’Ucraina di utilizzare il Dnepr per scopi commerciali e saranno conclusi accordi sul libero trasporto di cereali attraverso il Mar Nero.
- Sarà istituito un comitato umanitario per risolvere le questioni relative allo scambio di prigionieri, alla restituzione delle salme, al ritorno degli ostaggi e dei detenuti civili, e sarà attuato un programma di ricongiungimento familiare.
- L’Ucraina organizzerà le elezioni entro 100 giorni.
- Tutte le parti coinvolte in questo conflitto beneficeranno di un’amnistia totale per le loro azioni durante la guerra e si impegneranno a non avanzare alcuna richiesta di risarcimento ne’ a presentare alcuna denuncia in futuro.
- Il presente accordo sarà giuridicamente vincolante. La sua attuazione sarà controllata e garantita dal Consiglio di pace, presieduto dal presidente Donald J. Trump. In caso di violazione saranno imposte sanzioni.
- Una volta che tutte le parti avranno accettato il presente memorandum, il cessate il fuoco entrerà in vigore immediatamente dopo il ritiro delle due parti nei punti concordati per dare inizio all’attuazione dell’accordo.
Parallelamente, funzionari americani e russi si sono incontrati in segreto ad Abu Dhabi. Qui, il segretario alle Forze Armate Dan Driscoll ha presentato la proposta dettagliata in 28 punti per porre raggiungere la pace in Ucraina.
Secondo Caroline Leavitt, portavoce della Casa Bianca, «il piano americano per la pace in Ucraina tiene conto delle posizioni di entrambe le parti… Abbiamo interagito con entrambe le parti — Russia e Ucraina — in egual misura».
Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha dichiarato che la Russia ha ricevuto le proposte di Trump per la pace in Ucraina solo tramite canali non ufficiali. Mosca, afferma Lavrov, «si aspetta dagli Stati Uniti una versione intermedia del piano per la pace in Ucraina, concordata con i Paesi europei e l’Ucraina».
Il capo della diplomazia del Cremlino ha quindi osservato che l’Europa ha avuto la possibilità di partecipare al raggiungimento della pace in ucraina, ma, a suo avviso, ha perso queste opportunità. Ha inoltre sottolineato che la Russia non accetterà una versione del piano di pace da cui siano «cancellati la lettera e lo spirito di Anchorage».
Il presidente della Verkhovna Rada Ruslan Stefanchuk, dal canto suo, ha elencato una serie di “linee rosse” da non oltrepassare nel corso dei negoziati per raggiungere la pace in Ucraina, consistenti in:
• nessun riconoscimento formale dell’occupazione dei territori;
• nessun limite alle forze di difesa ucraine;
• nessuna restrizione sulle future alleanze ucraine, e quindi “porte aperte” all’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea e alla Nato come componenti essenziali delle garanzie di sicurezza.
Il presidente Zelensky ha formulato dichiarazioni dello stesso tenore, affermando che il “problema principale” nei colloqui per raggiungere la pace in Ucraina è costituito dalla richiesta del presidente Putin di riconoscimento de jure dei territori «che la Russia ha rubato. Ciò violerebbe il principio di integrità territoriale e sovranità. I confini non possono essere modificati con la forza».
Il «Washington Post» scrive che «ogni ordine da parte di Zelensky di cedere le città pesantemente fortificate del Donbas settentrionale, come richiesto dal piano, potrebbe fare esplodere una crisi nei rapporti tra [potere] civile e militare […]. Puoi tagliare l’intelligence, puoi tagliare il supporto, ma nell’immediato non avrà importanza perché l’esercito ucraino continuerà a combattere. Non sono nello stato d’animo di arrendersi».

Sul «Financial Times», Gideon Rachman scrive che «l’Ucraina non dovrebbe occuparsi di questo piano di Trump solo per cercare di affondarlo. Tra l’ansia che domina a Kiev e l’indignazione che imperversa in Europa, si rischia di dimenticare che è l’Ucraina stessa a volere la fine della guerra. Un cattivo accordo di pace potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza del Paese come nazione veramente indipendente. Ma anche la continuazione della guerra causa gravi danni all’Ucraina».
In attesa che una delegazione statunitense composta da diversi ufficiali di alto grado raggiunga Mosca per discutere del piano per la pace in Ucraina, l’Unione Europea fa rullare i tamburi di guerra.
Il Capo di Stato Maggiore delle forze armate francesi, generale Fabien Mandon, ha dichiarato che «dobbiamo prepararci a pagare il prezzo della guerra con la Russia, entro tre o quattro anni». Più specificamente, ha affermato Mandon, i cittadini francesi «devono essere pronti a perdere i loro figli» nell’ambito di una possibile guerra contro la Russia.
«Disponiamo di tutta la conoscenza e la potenza economica e demografica per dissuadere la Russia, ma se la Francia non sarà pronta a perdere i suoi figli e a sopportare un prezzo economico a causa di un cambiamento nelle priorità, allora siamo in pericolo», ha aggiunto.
Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha invece sostenuto, nel corso di una intervista rilasciata alla «Frankfurter Allgemeine Zeitung», che, «tradizionalmente, abbiamo indicato il 2029 come possibile orizzonte temporale, ma le valutazioni attuali parlano anche del 2028. Alcuni analisti militari ritengono che potremmo aver appena vissuto la nostra ultima estate di pace».
Sul campo di battaglia, il Capo di Stato Maggiore delle forze armate russe Valerij Gerasimov ha dichiarato al presidente Putin che le forze russe avevano preso il controllo della città ucraina nordorientale di Kupiansk.
L’esercito ucraino ha tuttavia negato che la città fosse passata di mano, ed ha anche respinto le dichiarazioni russe secondo cui le sue forze avevano preso il controllo di gran parte di Pokrovsk e Vovchansk.
Parliamo di tutto questo assieme a Gianandrea Gaiani, giornalista, saggista e direttore della rivista «Analisi Difesa».
Intervista realizzata nel pomeriggio del 25 novembre.
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