La pax russo-americana incombe su ucraini ed europei

 

Mentre i russi eliminano le ultime sacche di resistenza ucraina “nell’imbuto” di Pokrovsk/Mirnograd, avanzano nelle regioni di Zaporizhia, Karkhiv e Dniepropetrovsk e soprattutto annunciano la completa conquista di Kupyansk (nel silenzio di Kiev e propagandisti euroatlantici che hanno taciuto finora anche la caduta di Pokrovsk), l’Amministrazione Trump ha messo a punto un piano in 28 punti per mettere fine alla guerra in Ucraina e impostare un accordo su vasta scala con la Russia.

Lo ha riportato il 19 novembre il giornale on line statunitense Axios, citando fonti americane e russe, secondo cui i 28 punti riguardano quattro temi: pace in Ucraina, garanzie di sicurezza, sicurezza in Europa e futuri rapporti degli Stati Uniti con Russia e Ucraina.

Questo l’elenco dettagliato dei punti dell’accordo presentato dagli Stati Uniti:

  1. La sovranità dell’Ucraina sarà confermata.
  2. Verrà concluso un accordo globale di non aggressione tra Russia, Ucraina ed Europa. Tutte le ambiguità rimaste irrisolte negli ultimi 30 anni saranno considerate risolte.
  3. La Russia si impegna a non invadere i Paesi vicini e la NATO si impegna a non espandersi ulteriormente.
  4. Verrà varato un dialogo tra Russia e NATO, con la mediazione degli Stati Uniti, per risolvere tutte le questioni relative alla sicurezza e creare le condizioni per una de-escalation.
  5. L’Ucraina riceverà garanzie di sicurezza affidabili.
  6. Le forze armate ucraine saranno limitate a 600.000 uomini.
  7. . L’Ucraina accetta di sancire nella propria Costituzione la sua non adesione alla NATO e la NATO accetta di includere nel proprio statuto una disposizione che specifichi che l’Ucraina non sarà integrata in futuro nell’alleanza.
  8. La NATO accetta di non schierare truppe in Ucraina.
  9. I velivoli da combattimento europei saranno basati in Polonia a garanzia della sicurezza dell’Ucraina.
  10. Gli Stati Uniti riceveranno un risarcimento per la garanzia di sicurezza offerte agli ucraini. Se l’Ucraina invadesse la Russia, perderebbe questa garanzia. Se la Russia invadesse l’Ucraina, oltre a una risposta militare coordinata e decisa, tutte le sanzioni globali verrebbero ripristinate, il riconoscimento del nuovo territorio e tutti gli altri vantaggi di questo accordo verrebbero revocati. Se l’Ucraina lancia un missile su Mosca o San Pietroburgo senza una valida ragione, la garanzia di sicurezza sarà considerata nulla e priva di effetto.
  11. L’Ucraina ha i requisiti per l’adesione all’Ue e beneficerà di un accesso preferenziale al mercato europeo a breve termine, mentre la questione è in esame.
  12. Verrà istituito un solido pacchetto globale di misure per la ricostruzione dell’Ucraina, tra cui l’istituzione di un Fondo di sviluppo per l’Ucraina, la ricostruzione delle infrastrutture del gas ucraine, la riabilitazione delle aree danneggiate dalla guerra, lo sviluppo di nuove infrastrutture e la ripresa dell’estrazione di minerali e risorse naturali, il tutto accompagnato da uno speciale programma di finanziamento sviluppato dalla Banca Mondiale.
  13. La Russia sarà reintegrata nell’economia globale, con discussioni programmate sulla revoca delle sanzioni, il rientro nel G8 e la conclusione di un accordo di cooperazione economica a lungo termine con gli Stati Uniti.
  14. 100 miliardi di dollari di beni russi congelati saranno investiti in progetti guidati dagli Stati Uniti per ricostruire e investire in Ucraina, con gli Stati Uniti che riceveranno il 50% dei benefici. L’Europa aggiungerà 100 miliardi di dollari per aumentare gli investimenti disponibili per la ricostruzione dell’Ucraina. I fondi europei congelati saranno sbloccati e i restanti fondi russi congelati saranno investiti in un veicolo di investimento separato, congiunto tra Stati Uniti e Russia.
  15. Sarà istituito un gruppo di lavoro congiunto sulla sicurezza tra Stati Uniti e Russia per promuovere e garantire il rispetto di tutte le disposizioni del presente accordo.
  16. La Russia sancirà per legge la sua politica di non aggressione nei confronti dell’Europa e dell’Ucraina.
  17. Stati Uniti e Russia concorderanno di estendere la validita’ dei trattati di non proliferazione e controllo nucleare, incluso il Trattato Start I.
  18. L’Ucraina accetta di non essere uno Stato dotato di armi nucleari, in conformità con il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari.
  19. La centrale nucleare di Zaporizhzhia sarà messa in servizio sotto la supervisione dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) e l’elettricità prodotta sarà ripartita equamente tra Russia e Ucraina, al 50%.
  20. Entrambi i Paesi si impegnano a implementare programmi educativi nelle scuole e nella società volti a promuovere la comprensione reciproca e la tolleranza.
  21. Crimea, Luhansk e Donetsk saranno riconosciute come territori russi de facto, anche dagli Stati Uniti. Kherson e Zaporizhzhia saranno congelate lungo la linea di contatto, costituendo di fatto un riconoscimento de facto lungo tale linea. La Russia rinuncerà ai restanti territori sotto il suo controllo al di fuori delle cinque regioni. Le forze ucraine si ritireranno dall’attuale controllo della regione di Donetsk, che verrà quindi utilizzata per creare una zona cuscinetto.
  22. Dopo aver concordato le future disposizioni territoriali, la Federazione Russa e l’Ucraina si impegnano a non modificare tali disposizioni con la forza. In caso di violazione di tale impegno non si applicherà alcuna garanzia di sicurezza.
  23. La Russia non impedirà all’Ucraina di utilizzare il Dnepr per scopi commerciali e saranno conclusi accordi sul libero trasporto di cereali attraverso il Mar Nero.
  24. Sarà istituito un comitato umanitario per risolvere le questioni relative allo scambio di prigionieri, alla restituzione delle salme, al ritorno degli ostaggi e dei detenuti civili, e sarà attuato un programma di ricongiungimento familiare.
  25. L’Ucraina organizzerà le elezioni entro 100 giorni.
  26. Tutte le parti coinvolte in questo conflitto beneficeranno di un’amnistia totale per le loro azioni durante la guerra e si impegneranno a non avanzare alcuna richiesta di risarcimento ne’ a presentare alcuna denuncia in futuro.
  27. Il presente accordo sarà giuridicamente vincolante. La sua attuazione sarà controllata e garantita dal Consiglio di pace, presieduto dal presidente Donald J. Trump. In caso di violazione saranno imposte sanzioni.
  28. Una volta che tutte le parti avranno accettato il presente memorandum, il cessate il fuoco entrerà in vigore immediatamente dopo il ritiro delle due parti nei punti concordati per dare inizio all’attuazione dell’accordo.

 

Il piano è stato messo a punto segretamente e congiuntamente con la Russia dal momento che una fonte americana ha precisato che la stesura del piano è guidata dall’inviato speciale Steve Witkoff, che ne avrebbe discusso con l’inviato russo, Kirill Dmitriev, durante la sua visita negli Stati Uniti lo scorso ottobre.

In un’intervista ad Axios, Dmitriev ha riferito di aver trascorso tre giorni insieme a Witkoff e ad altri membri del team di Trump durante la sua visita a Miami, dal 24 al 26 ottobre. L’inviato russo ha espresso ottimismo sulle possibilità di successo del piano perché “riteniamo che la posizione russa venga davvero ascoltata”.

Più che “ascoltati”, i russi hanno preparato il piano insieme alla squadra di Trump come conferma il recepimento di tutte le istanze di Mosca e come conferma anche Axios che rivelando il piano col suo scoop scrive che l’amministrazione Trump ha lavorato segretamente, in consultazione con la Russia per redigere un nuovo piano volto a porre fine alla guerra in Ucraina.

Un “dettaglio” che conferma quanto Analisi Difesa ha sempre sostenuto circa la priorità, per russi e statunitensi, di ristabilire al più presto strette relazioni bilaterali nel tentativo di rilanciare il bipolarismo.

Un rilancio che la guerra in Ucraina ostacola portando fuori controllo il governo di Kiev, pronto ad allargare il conflitto agli alleati pour di non venire sconfitto, e che offre l’illusione di esercitare una minima sovranità agli europei, ormai condannati a pagare il prezzo dei loro drammatici e infantili errori.

Secondo Axios, le condizioni politiche e militari rendono ora realistico il negoziato, poiché dopo la disfatta di Pokrovsk, la caduta di Kupyansk e la penetrazione delle forze russe nelle roccaforti ucraine di Lyman, Seversk e Kostantinyvka l’e forze di Kiev appaiono sempre più vicine al tracollo.

Anzi, potrebbe apparire un caso che Axios abbia avuto le indiscrezioni sul piano di pace praticamente in contemporanea con l’assunzione del pieno controllo russo sulla città di Kupyansk che gli ucraini avevano riconquistato nel settembre 2022.

Del resto il presidente Volodymyr Zelensky non deve fare solo i conti con una tragica situazione militare ma anche con le tremende pressioni interne dovute all’ennesimo scandalo legato alla corruzione del suo regime, ormai in caduta libera nei consensi e contestato dal parlamento e dal suo stesso partito.

Le condizioni perfette per la Casa Bianca per imporre la pace a Kiev lanciando allo stesso tempo un salvagente con un accordo di pace che sancisce senza dubbio la sconfitta ucraina ma ne garantisce però la non scontata sopravvivenza come stato e ricostruzione post bellica e persino l’ingresso privilegiato nella Ue (ovviamente senza che gli Stati Uniti abbiano chiesto il permesso agli europei).

La Casa Bianca e il Cremlino sembrano voler cogliere le condizioni ideali per chiudere il conflitto al più presto come conferma il vero e proprio ultimatum dato a Zelensky che dovrà accettare il piano di pace entro il 27 novembre, begli Stati Uniti il Giorno del Ringraziamento.

Parlando Zelensky e dell’Ucraina, Trump ha sottolineato che “oggi come allora non ha le carte: accettino, altrimenti la guerra continuino a farsela da soli”. Se il piano venisse respinto quindi gli Stati Uniti lasceranno l’Ucraina al suo destino, e cioè senza alcun supporto militare e d’intelligence alle prese con l’avanzata sempre più travolgente dei russi e supportata solo dai sempre più deboli alleati europei.

Dal Cremlino, Dmitri Peskov ha suggerito a Zelensky di concludere ora un accordo per evitare ulteriori perdite di territorio, osservazione che ribadisce di fatto quanto espresso da Trump a ulteriore conferma dell’intesa russo americana che si cela dietro le quinte.

 

Reazioni

Il piano russo-americano ha scatenato il panico in Europa e soprattutto tra i nordico-baltici bellicosi (ma solo a parole) e tra le “potenze volenterose” (ma disarmate) Francia, Gran Bretagna e Germania, i cui leader si sono subito confrontati con Zelensky fingendo di non sapere che la guerra è ormai perduta.

“Se Kiev non vuole discutere le proposte di Trump, sia lei che gli europei devono capire che eventi come quelli di Kupyansk si ripeteranno inevitabilmente” ha detto il presidente russo Vladimir Putin, durante un briefing con i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza russo, facendo riferimento alla recente conquista da parte dell’esercito russo della città Ucraina di Kupyansk. Il Cremlino si riferisce al piano americano come se non avesse contribuito ampiamente alla sua stesura.

Del resto Putin ha fatto intendere chiaramente di non avere alcuna fretta di chiudere un conflitto in cui ogni giorno che passa le sue truppe accelerano l’avanzata e quelle ucraine retrocedono.

Come Analisi Difesa ha sempre sottolineato, il tempo gioca a favore dei russi, non il contrario come sostengono i fautori della “guerra ad oltranza che logorerà la Russia”.

Zelensky sta esaminando il piano ma. rivolgendosi alla nazione, ha detto che “dobbiamo scegliere fra la dignità a l’alleato americano” ma in termini pratici Kiev può scegliere solo tra sconfitta e annientamento tenendo anche conto che i sondaggi dimostrano che gran parte della popolazione ucraina vuole la pace, anche “ingiusta o imperfetta” pur di non vivere una guerra senza fine, come conferma anche il boom di diserzioni e renitenza alla leva militare.

Il presidente ha ricordato di aver giurato di difendere la sovranità del Paese e ha escluso di poter “tradire” quella promessa ma si dice pronto a formulare proposte alternative che a quanto sembra hanno poche chanches di venire prese in esame.

Il piano in 28 punti appare infatti presentato con la formula “prendere o lasciare”: lo hanno messo a punto russi e americani, gli ucraini possono solo accettarlo o mano mentre gli ininfluenti quanto supponenti europei non sono neppure stati coinvolti.

Anche in Italia i bellicosi sulla pelle altrui si sono sbizzarriti a definire il piano di pace “inaccettabile” perché costituisce una capitolazione per Kiev invece da una “pace giusta”.

A forza di guardare quotidiani e TG mainstream hanno finito per credere alla loro stessa ridicola propaganda, o peggio a quella di Kiev: non sanno che la pace  è sempre quella del vincitore perché hanno creduto finora alla barzelletta della guerra che era “in stallo” e costa milioni di morti ai russi.

Non si sono accorti che l’Ucraina ha perso da un pezzo questa guerra e oggi ha l’opportunità (che la Storia non ha offerto a tutti i perdenti) di scegliere tra una sconfitta e una disfatta.

 

Valutazioni

Il piano presentato evidenzia alcuni aspetti fondamentali anche nel nuovo equilibrio tra Russia e Stati Uniti.

I russi ottengono tutto quello che Putin aveva più volte chiesto come condizioni per poter finire la guerra. Neutralità e disarmo dell’Ucraina (che nel dopoguerra non potrà permettersi neppure i 600 mila militari previsti dal piano) mentre sul piano territoriale Mosca controllerà stabilmente un quinto del territorio ucraino.

Secondo un’analisi della France Presse basata sui dati forniti dall’Institute for the Study of War (ISW) se Kiev accetterà il piano di pace dovrà ritirarsi da 5mila chilometri quadrati nella regione di Donetsk incluse le roccaforti di Kramatorsk e Sloviansk. In cambio, Mosca restituirebbe all’Ucraina circa 2.000 km² che controlla almeno parzialmente nella regione di Kharkiv, 450 km² nella regione di Dnipropetrovsk, 300 km² nella regione di Sumy e 20 km² nella regione di Chernihiv.

Il documento prevede anche il riconoscimento della Crimea, annessa da Mosca nel 2014, e delle regioni di Donetsk e Luhansk come territorio russo di fatto. Assegna inoltre alla Russia vasti territori attualmente sotto il suo controllo nelle regioni di Kherson e Zaporizhia. In definitiva, il piano proposto da Washington implicherebbe che l’Ucraina rinunci al 20% del proprio territorio (in gran parte già in mano russa) per recuperarne meno dello 0,5%.

Dati validi a oggi poiché nei prossimi giorni è presumibile che i russi accentuino le operazioni nella regione di Zaporizhia, controllata già all’80 per cento da Mosca, per guadagnare ulteriore terreno approfittando della debolezza delle forze di Kiev nella regione. Lecito inoltre avere dubbi circa ka disponibilità russa a restituire Kupyansk e la valle del fiume Oskol, che i russi potrebbero annettere alla regione di Luhansk.

Presumibile quindi che nei prossimi giorni i russi concentrino gli assalti a Zaporizhia, se Kiev non dovesse accettare il piano di pace l’offensiva di Mosca continuerebbe in tutte le direzioni oggi attive.

Dal piano di pace gli Stati Uniti ottengono vantaggi economici, prioritari per Trump, ma li ottengono anche i russi: a fronte di investimenti per 100 miliardi in Ucraina, di cui presumibilmente beneficeranno anche aziende russe, Mosca ottiene il reintegro nel G8 e la fine delle sanzioni economiche.

Un incubo per l’Europa non solo in termini politici (imbarazzante ripristino delle relazioni con Mosca) ed economici (costi di assorbimento nella Ue e di ricostruzione dell’Ucraina) ma anche reputazionali. Ve li immaginate i leader italiano, francese, britannico, tedesco, canadese e giapponese al prossimo G8 stringere la mano a Putin e farsi con lui le rituali foto di gruppo?

Del resto gli europei continuano a vivere in una “realtà parallela” lontana anni luce dal contesto reale. Nel documento reso noto gli Stati Uniti si definiscono ancora una volta cosa diversa dalla NATO nel punto in cui si annuncia che verrà varato un dialogo tra Russia e NATO, con la mediazione degli Stati Uniti.

“Questo piano è una cosa incredibile, è scritto in inglese ma sembra fatto dai russi, onestamente. Tra l’altro zoppica un po’ sull’inglese“, ha commentato l’ex premier italiano ed ex commissario europeo Paolo Gentiloni evidenziando un dettaglio già rilevato dal quotidiano britannico The Guardian:  “chi ha scritto questa roba o non sa che gli Stati Uniti fanno parte della NATO o pensa che gli Stati Uniti abbiano un ruolo autonomo dalla NATO. Questo mi ha colpito proprio culturalmente” ha detto Gentiloni.

A parte il fatto che gli USA hanno da sempre un ruolo autonomo da essa, Gentiloni non si è accorto che Trump parla di NATO e Stati Uniti come cose distinte fin da prima del suo insediamento e recentemente lo ha fatto specificando che “gli USA vendono armi alla NATO che le paga e poi le cede all’Ucraina”.

In attesa che i leader europei si sveglino o si dotino di staff e consiglieri adeguati in grado di svegliarli l’uppercut del KO ce lo ha rifilato ieri il vicepresidente americano JD Vance.

Chiarendo alcuni concetti ha definito “fantasia” pensare che l’Ucraina possa vincere la guerra con la Russia anche se gli Stati Uniti dessero a Kiev più soldi o armi o imponessero più sanzioni a Mosca. “Ogni critica al quadro di pace su cui sta lavorando l’amministrazione o fraintende il quadro stesso o travisa una realtà critica sul campo “, ha scritto Vance sul suo account X.

“Si fantastica che se solo dessimo più soldi, più armi o più sanzioni, la vittoria sarebbe a portata di mano. La pace non sarà fatta da diplomatici o politici falliti che vivono in un mondo di fantasia. Potrebbe essere fatta da persone intelligenti che vivono nel mondo reale. Qualsiasi piano di pace deve fermare le uccisioni preservando la sovranità Ucraina, essere accettabile sia per la Russia che per l’Ucraina, massimizzare le probabilità che la guerra non riprenda“, aggiunge il vicepresidente Usa dopo aver parlato ieri al telefono con il leader ucraino Volodymyr Zelensky.

Non è la prima volta che Vance piazza formidabili cazzotti sulle gengive dei leader ucraini ed europei, ma potrebbe invece essere l’ultima poiché la sconfitta dell’Ucraina è anche la sconfitta dell’Europa e il crollo di molti leder nazionali della Ue rivelatisi comicamente inadeguati potrebbe costituire forse l’unico aspetto positivo di questo sanguinoso conflitto.

Gli Stati Uniti, dopo essersi smarcati con Trump da una guerra perduta, hanno lasciato gli alleati europei col “cerino in mano” in attesa di vederli affondare.

Quel momento sembra essere arrivato e le intese strategiche tra russi e statunitensi previste anche nel piano di pace possiamo già immaginarle come una “nuova Yalta” in cui Mosca e Washington si ridivideranno le aree di influenza in un’Europa che a quella tavola non sarà seduta, quindi sarà nel menù.

Foto:  TASS, Casa Bianca, Presidenza Russa e Presidenza Ucraina

 

 

Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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