Trump approva il piano per i sottomarini a propulsione nucleare sudcoreani

La Corea del Sud ha ricevuto l’approvazione di Washington per costruire il suo primo sottomarino a propulsione nucleare, in quello che gli analisti descrivono come una vittoria diplomatica per Seul nel suo tentativo, perseguito da tempo, di rafforzare la potenza marittima di fronte alle crescenti minacce nucleari della Corea del Nord.
Gli osservatori sostengono come questa mossa sottolinei anche il maggiore allineamento di Seul con la strategia di Washington volta a contenere la Cina nella regione indo-pacifica, aspetto che potrebbe provocare una reazione negativa da parte di Pechino.

Il Korea Times riporta che l’accordo è stato raggiunto a seguito di un vertice tenutosi il 29 ottobre scorso tra il presidente sudcoreano, Lee Jae Myung, e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in Corea del Sud, a margine del vertice dell’Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC).
In un post Trump ha dichiarato: “Ho dato loro l’approvazione per costruire un sottomarino a propulsione nucleare, invece dei sottomarini diesel antiquati e molto meno agili che hanno ora”.
In un altro post, Trump ha aggiunto che Seul costruirà il suo primo sottomarino nucleare presso il cantiere navale Hanwha Philly, a Filadelfia (USA), ora di proprietà di Hanwha Ocean, una delle principali aziende sudcoreane nel settore della difesa.
Al momento i dettagli dell’accordo non sono chiari, ma il conglomerato sudcoreano Hanwha ha acquistato i cantieri navali di Filadelfia alla fine dello scorso anno per 100 milioni di dollari e ha promesso di investire miliardi per modernizzare la struttura ed espandere la sua capacità di costruzione navale.

Il presidente Lee Jae Myung, durante il discorso di apertura del vertice trasmesso in diretta streaming, ha pubblicamente esortato Trump a consentire alla Corea del Sud di ottenere combustibile per sottomarini nucleari. Lee ha anche affermato che la costruzione di diversi sottomarini con armamento convenzionale e il loro dispiegamento a difesa delle acque intorno alla penisola coreana contribuirebbero ad alleggerire il carico sulle forze statunitensi.
Attualmente la Corea del Sud si affida esclusivamente a sottomarini diesel-elettrici, compresi quelli dotati di propulsione indipendente dall’aria esterna (propulsione anaerobica).
Un sottomarino nucleare, in grado di rimanere immerso a tempo indeterminato, rappresenterebbe un significativo salto di qualità nelle capacità navali del Paese.

L’approvazione di Washington è fondamentale, poiché in base all’accordo sull’energia nucleare tra Corea del Sud e Stati Uniti, Seul non può ritrattare il combustibile nucleare esaurito né utilizzarlo per scopi militari senza il consenso statunitense.
Doo Jin-ho, direttore del Centro di ricerca Eurasia presso l’Istituto coreano di ricerca per la strategia nazionale, ha descritto l’approvazione come una grande vittoria diplomatica per il presidente sudcoreano, aggiungendo che per Trump, la cui priorità assoluta è scoraggiare l’influenza della Cina nell’Indo-Pacifico, le capacità sottomarine della Corea rappresenterebbero una risorsa significativa.
“Insieme agli sforzi del Giappone per potenziare la propria flotta sottomarina, gli Stati Uniti avrebbero due alleati asiatici in grado di proiettare la propria forza sott’acqua contro Pechino. È uno scenario che piacerebbe molto a Trump”.

Tuttavia l’accordo è in una “fase embrionale” e qualsiasi trasferimento di tecnologia dovrà essere approvato dal Congresso degli Stati Uniti.
Il desiderio di Seul di dotarsi di un sottomarino nucleare risale a decenni fa. Le precedenti amministrazioni avevano preso in considerazione l’idea, ma ogni tentativo era stato bloccato dall’opposizione degli Stati Uniti.
La Marina della Repubblica di Corea stima che la costruzione del sottomarino richiederà circa un decennio, o forse meno, considerando la tecnologia avanzata dei reattori del Paese e la crescente esperienza nei reattori modulari di piccole dimensioni.
Tuttavia, gli esperti avvertono di non trascurare le implicazioni politiche. Sebbene la costruzione di un sottomarino nucleare non violi tecnicamente il Trattato di non proliferazione nucleare, alcuni la considerano un potenziale trampolino di lancio verso l’acquisizione di armi nucleari da parte di Seul.

Un’altra preoccupazione di Seul è la reazione della Cina. Durante il vertice, Lee ha osservato che gli attuali sottomarini diesel della Corea del Sud hanno un’autonomia subacquea limitata, rendendo difficile tracciare i sottomarini nordcoreani o cinesi.
Park Won-gon, professore di studi nordcoreani alla Ewha Womans University ha dichiarato che “è stato un errore da parte del presidente menzionare pubblicamente la Cina. La questione avrebbe dovuto essere trattata a porte chiuse. Pechino potrebbe vederla come una grave provocazione, considerando i crescenti legami militari e navali di Seul con Washington”.
Pechino ha anche iniziato a costruire strutture nel Mar Giallo che Seul teme possano diventare avamposti cinesi in grado di minacciare la Corea del Sud.
Secondo quanto riportato da Politico, il desiderio di Seul di dotarsi di sottomarini nucleari potrebbe alimentare i timori che il Paese si stia avvicinando alla ricerca di un proprio arsenale nucleare per scoraggiare eventuali aggressioni da parte di Pechino o di Pyongyang.
Le relazioni tra USA e CINA sembrano apparentemente migliorare anche se resta la questione Taiwan e il Mar Cinese Meridionale, che negli ultimi anni ha rappresentato un punto di tensione fondamentale nelle relazioni tra i due paesi.
Pechino accusa ripetutamente Washington di essere un agitatore extraregionale che mina la stabilità nelle acque dove la lunga disputa territoriale tra Cina e Filippine, alleate degli Stati Uniti, ha portato a frequenti scontri tra le rispettive guardie costiere.
Nel fine settimana, un jet da combattimento e un elicottero della Marina statunitense sono precipitati nel Mar Cinese Meridionale, spingendo Pechino a rispondere il 27 ottobre scorso che il frequente dispiegamento di navi da guerra e aerei da parte di Washington nella regione rappresenterebbe una minaccia alla sicurezza marittima e alla stabilità regionale.

Nel frattempo la Corea del Nord ha testato il 28 ottobre scorso dei missili da crociera terra-mare a ovest della penisola coreana, (secondo quanto riferito mercoledì dall’agenzia di stampa statale KCNA,) proprio mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e altri leader si preparano a riunirsi in Corea del Sud per una serie di incontri regionali.
I missili da crociera sono stati lanciati e avrebbero volato per circa 2 ore e 10 minuti, lungo una rotta prestabilita per colpire il bersaglio.
Mentre l’entourage di Trump attraversava l’Asia e circolavano voci su una possibile riunione tra Trump e Kim jong-un, i media statali nordcoreani hanno mantenuto il silenzio: nessun titolo sui giornali nordcoreani, nessun servizio televisivo, nessun accenno all’offerta del presidente degli Stati Uniti di “lavorare sodo con Kim Jong Un” per portare la pace nella penisola coreana.
Trump aveva affermato: “Non siamo mai riusciti a parlare… ero troppo occupato”. “Penso che sarebbe stato forse irrispettoso nei confronti dell’importanza di questo incontro se lo avessimo fatto. Quindi tornerò, con rispetto nei confronti di Kim Jong-un”.
Foto: Casa Bianca
																								Elvio RotondoVedi tutti gli articoli
Nato a Cassino nel 1961, militare in congedo, laureato in Scienze Organizzative e Gestionali. Si occupa di Country Analysis. Autore del Blog 38esimoparallelo.com, collabora con il Think Tank internazionale “Il Nodo di Gordio”. Alcuni suoi articoli sono stati pubblicati su “Il Giornale.it", “Affari Internazionali”, “Geopolitical Review”, “L’Opinione”, “Geopolitica.info”.
																				







