Gli ucraini riconquistano parte di Kupyansk, i russi avanzano a Donetsk e Zaporizhia

 

Dopo settimane di fallimenti nei contrattacchi lanciati contro lo schieramento russo nell’area meridionale del settore di Kupyansk (regione di Kharkiv), le truppe ucraine hanno conseguito un successo rilevante riconquistando parte dei quartieri settentrionali della città e isolando, secondo quando riportato da Kiev, reparti russi rimasti nel centro urbano.

Restano molti dubbi circa la situazione reale in questo settore. Gli ucraini hanno lanciati proclami di vittoria e il presidente Volodymyr Zelensky si è congratulato con i militari ucraini visitando il comando del “Gruppo Tattico Kupyansk” e facendosi poi riprendere vicino a una stele, situata a sud della città, con la scritta Kupyansk in una serie di immagini che diverse fonti russe ritengono costruite montando immagini vecchie mentre oggi quella stele sarebbe stata parzialmente distrutta nei combattimenti.

Il successo ucraino è scaturito il 12 dicembre da un attacco a nord della città che ha permesso alle truppe di Kiev di riprendere il controllo dei villaggi Kindrashivka e Radkivka e l’area boschiva circostante, dove si registrano anche in queste ore feroci combattimenti, consentendo poi di riprendere il controllo dei quartieri settentrionali della città.

Il 2° Corpo d’armata ucraino, responsabile di quel settore del fronte, ha reso noto di circondato circa 200 militari russi a Kupyansk al 12 dicembre. Come riferisce l’Institute for the Study of the War, “filmati geolocalizzati pubblicati il 12 dicembre mostrano forze ucraine che operano in tutta Kupyansk, mentre in precedenza i russi avevano assunto il controllo del 90 per cento del centro urbano.

La stessa fonte ucraina ha annunciato li riconquista di Myrove, Sabolivka e Sadove, villaggi a est di Kyupyansk che non risultavano essere caduti in mano ai russi.

Milblogger russi hanno rilevato che le forze ucraine si sono infiltrate nella periferia nord-occidentale di Kupyansk da Myrove ma alcuni ritengono che i progressi delle forze ucraine vengano ingigantiti a fini propagandistici, ma hanno respinto l’entità dei progressi ucraini osservati.

Ieri l’analista militare ucraino Yuriy Butusov riferiva che le forze di Kiev avevano conquistato il quartiere Yuvileynyi nel sud-ovest di Kupyansk considerando che questo successo probabilmente impedirà alle forze russe di sostenere le posizioni rimanenti nel sud della città.

Butusov riferiva che forze russe rimangono nei quartieri settentrionali e occidentali di Kupyansk mentre fonti ufficiali militari ucraine rilevavano sempre ieri che le forze russe stanno ancora penetrando a Kupyansk, principalmente a piedi.

Come riporta l’ISW, i blogger militari russi invece sottolineavano ieri i pesanti combattimenti vicino a Myrove e Radkivka, segnale che i russi stanno probabilmente cercando di riconquistare questi villaggi per ripristinare le vie di accesso ai quartieri settentrionali di Kupyansk.

In attesa di disporre di maggiori dettagli le mappe dell’ISW e di RVvoenkor mostrano i progressi territoriali conseguiti dal contrattacco ucraino che, se confermati, permettono di valutare diverse opzioni.

Innanzitutto è probabile che nei prossimi giorni i russi facciano confluire in quest’area ingenti rinforzi (anche se la priorità di Mosca ora sembra essere guadagnare terreno nella regione di Donetsk) per riprendere l’iniziativa e il controllo completo della città, necessario a completare l’accerchiamento delle truppe ucraine schierate a est del fiume Oskol.

Per questo il successo dei contrattacchi di questi giorni consente agli ucraini di ritirare le truppe a est del fiume per costituire linee di difesa più a ovest e scongiurare il rischio di futuri accerchiamenti. Oppure gli ucraini potrebbero rafforzare il loro saliente in questo settore con altre truppe e mezzi con il rischio però di subire manovre aggiranti dai russi.

Se le dimensioni  del successo conseguito dall’Ucraina a Kupyansk non sono ancora ben valutabili sul piano strettamente militare, di certo hanno avuto un ampio impatto in termini di comunicazione dal momento che ha interrotto, o quanto meno rallentato, i progressi russi nella regione di Kharkiv e messo in imbarazzo Vladimir Putin e i vertici militari russi che, dopo aver annunciato la conquista della città, nei giorni scorsi avevano preannunciato come imminente la conquista di Kupyansk-Vozlovyi, centro abitato la cui caduta che avrebbe determinato il completo accerchiamento delle truppe ucraine a sud-est di Kupyansk.

Una ragione in più per attendersi pesanti risposte russe al contrattacco ucraino in questo settore.

 

I russi avanzano nelle regioni di Donetsk e Zaporizhia

Ieri il ministro della Difesa russo Andrei Belousov ha osservato che i militari stanno compiendo progressi costanti nel settore di Seversk, sfondando le difese nemiche e garantendo l’avanzata dell’intero gruppo di forze. Nelle ultime ore i russi stanno consolidando il controllo della città e avanzano a nord del centro abitato mentre a sud hanno conquistato il villaggio di Svyato-Pokrovske.

Prosegue con successo anche la penetrazione russa da sud-est nel centro urbano di Kostantynivka.

L’esercito russo sta conquistando ampie porzioni di Mirnograd (Dimitrov per i russi), dove sono intrappolati centinaia di militari ucraini relegati nei quartieri centrali e settentrionali.

Secondo i blogger militari ucraini “i russi hanno occupato la parte meridionale della città; sono in corso battaglie per il quartiere occidentale e nelle parti orientale e settentrionale mentre piccoli gruppi d’assalto russi si stanno infiltrando nella parte centrale della città”.

I russi ammettono però i tentativi ucraini di raggiungere e rifornire quanto resta della guarnigione assediata. Un gruppo d’assalto ucraino su motociclette supportate da carri armati ha tentato di sfondare le difese russe dalla zona di Shevchenko, a nord di Pokrovsk, venendo respinto con gravi perdite.

Nella regione di Zaporizhia le forze russe hanno preso il controllo del villaggio di Varvarivka (Varvarovka per i russ), a nord di Gulyapole lungo la strada T-0401, proseguendo l’avanzata da est delle unità del Raggruppamento di Forze Vostok (Est).

I blogger militari russi rivelano che le truppe hanno sfondato le difese nemiche a est del fiume Gaičur e hanno conquistato l’insediamento e un complesso difensivo, che si estende su un’area di oltre 15 chilometri quadrati.  Nella battaglia i russi affermano di aver annientato una compagnia ucraina distruggendo una dozzina di mezzi e oltre 70 droni esacotteri tipo Baba Yaga.

Più sud le truppe russe stanno penetrando a Gulyapole dai quartieri orientali raggiungendo il centro urbano, secondo le geolocalizzazioni rilevate dall’ISW.

 

Il contesto politico-militare

Ieri il comandante in capo delle forze armate ucraine, Oleksandr Syrsky, ha confermato che le truppe russe stanno conducendo offensive su “quasi tutta la linea di contatto. La situazione operativa resta difficile”.

Syrsky ha aggiunto che le forze ucraine “contengono la pressione” e portano avanti una strategia di “difesa attiva” affermando che a Pokrovsk-Myrnohrad gli ucraini avrebbero riconquistato circa 16 chilometri quadrati nel nord della città di Pokrovsk nelle ultime settimane. Un dato che non trova conferme: anzi, anche le mappe del filo-ucraino ISW evidenziano la progressiva riduzione delle porzioni di queste due aree urbane ancora presidiate dalle forze di Kiev.

Syrsky ha annunciato misure volte a rafforzare le unità combattenti e riorganizzare alcune brigate della Difesa territoriale, con un maggiore impiego di droni indicando che il Comando delle Forze Cibernetiche ucraine dovrebbe essere completata entro la fine dell’anno. Pur riconoscendo che le forze russe hanno preso il controllo di alcune zone del territorio ucraino a novembre, Syrsky ha sostenuto che tali successi sono stati conseguiti dai russi “al prezzo di perdite enormi”.

Una valutazione quest’ultima che da sempre accomuna la narrazione di ucraini e UE/NATO ma che appare poco credibile alla luce della superiorità numerica in truppe (specie truppe addestrate), armi, munizioni più in generale potenza di fuoco dei russi.

Come è già accaduto in più occasioni, a supporto della narrazione di Syrsky e di Kiev è apparso ieri report attribuito “all’intelligence britannico” in cui si mette in dubbio che Pokrovsk e Siversk siano cadute in mano ai russi e si stimano le perdite russe nel solo 2025 in circa 395.000 morti e feriti.

La tecnica narrativa è quella a cui ci hanno ormai abituato in quassi 34 anni di guerra le Operazioni Psicologiche (Psy-Ops) britanniche, infarcita di condizionali e “probabilmente”.

Per quanto riguarda Siversk, l’intelligence britannico definisce “probabilmente inesatta” l’affermazione russa secondo cui la città sarebbe completamente occupata. Secondo Londra, reparti di fanteria russi sarebbero presenti nel centro urbano, anche grazie alla copertura offerta dalla nebbia, mentre le forze ucraine continuerebbero a combattere nella parte occidentale della città.

Anche Pokrovsk viene ritenuta “quasi certamente” ancora contesa anche se lo stesso report britannico ammette che la presenza di truppe ucraine nel centro urbano è ormai localizzata in poche aree e con forze che mantengono una “capacità limitata di condurre incursioni su piccola scala nel settore settentrionale della città, ostacolando il pieno controllo russo e rallentando il consolidamento delle posizioni”.

Il contrattacco ucraino a Kupyansk e il complesso della narrazione sull’andamento della guerra da parte di Kiev e di Londra, alleato di ferro dell’Ucraina, coincidono in termini temporali con la risposta fornita da Zelensky al piano di pace proposto da Donald Trump. Una risposta in cui Kiev rifiuta ogni cessione territoriale e di accettare lo status di nazione neutrale con la rinuncia all’adesione alla NATO.

Oggi a Berlino il presidente ucraino si è detto pronto al dialogo anche sulla rinuncia a entrare nella NATO in cambio di solide garanzie di sicurezza e sostenendo di voler convincere Trump a sostenere un accordo che “congeli” la linea del fronte, cioè una tregua invece dell’accordo di pace definitivo preteso da Putin.

”So che la Russia non lo vede di buon occhio e vorrei che gli americani ci sostenessero su questo tema”, ha aggiunto Zelensky.

“L’unica opzione giusta e possibile è che le parti si fermino dove sono e poi si cerchi di risolvere le questioni più ampie attraverso la diplomazia”. Il presidente ucraino ribadisce di “non considerare giusta” la proposta degli Usa che Kiev si ritiri dalla “cintura delle fortezze” delle città nel Donbass che la Russia in anni di guerra non è riuscita a conquistare. “Se le troppe ucraine si ritirano tra i cinque e dieci chilometri per esempio, allora perché le truppe russe non si devono ritirare nelle zone dei territori occupati della stessa distanza?”, argomenta Zelensky, sottolineando che “questa è una domanda a cui ancora non c’é risposta, ma è estremamente delicata e importante. Noi rimaniamo dove siamo”, ha aggiunto riferendosi alla proposta di congelare le posizioni attuali delle due parti, concludendo che “questo è precisamente un cessate il fuoco”.

Di fatto l’Ucraina sembra abbia scelto di continuare a combattere con il sostegno di Gran Bretagna, Francia, Germania e della Commissione Europea.

 

Foto: Forze Armate Ucraine, Presidenza Ucraina e Ministero Difesa Russo

Mappe: ISW, RVvoenkor e Rybar

 

 

Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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