Il Texas dichiara organizzazioni terroristiche CAIR e Fratellanza Musulmana

 

Il 18 novembre 2025, in un’America distratta dalle tensioni interne e dagli scenari mediorientali, il governatore del Texas Greg Abbott ha firmato un proclama che, formalmente, riguarda l’acquisto di terre. Ma la sostanza è ben più ampia: per la prima volta un’autorità esecutiva statunitense designa il Council on American-Islamic Relations (CAIR) e i Fratelli Musulmani come organizzazioni terroristiche straniere e reti criminali transnazionali (a questo link il documento in PDF).

Una decisione che infrange un tabù che Washington ha accettato per oltre tre decenni, permettendo a una rete d’influenza di radicarsi nel tessuto politico, accademico ed economico degli Stati Uniti.

La legge SB 147, nata per contenere investimenti cinesi, diventa l’arma per impedire a CAIR e ai Fratelli Musulmani qualsiasi acquisizione fondiaria nel Texas. È un gesto amministrativo che diventa un atto politico: restituisce agli Stati federati un margine d’azione che il governo centrale, tra prudenza e calcoli geopolitici, ha sempre evitato.

 

Il precedente giudiziario

Alla base dell’iniziativa di Abbott (nella foto a lato) c’è un precedente che da anni pesa come un macigno sulla reputazione di CAIR: il processo alla Holy Land Foundation, la più grande causa di finanziamento al terrorismo mai celebrata negli Stati Uniti. Tra il 1989 e il 2001, la fondazione di Richardson avrebbe convogliato oltre 12 milioni di dollari verso il movimento islamista palestinese.

Il dibattimento del 2008 si chiude con 108 condanne e con la conferma del ruolo di copertura svolto da apparati vicini ai Fratelli Musulmani negli Stati Uniti. Una vicenda documentata, archiviata dai tribunali, eppure sistematicamente rimossa dal dibattito pubblico americano.

Questa memoria giudiziaria riemerge ora con forza perché contribuisce a fornire una base legale e politica al gesto texano. E soprattutto mette in luce un problema che i governi federali, repubblicani e democratici, hanno preferito eludere.

Dietro l’azione di Abbott c’è la percezione di un’influenza straniera che, in trent’anni, ha saputo costruire un sistema di relazioni capillare. Il Qatar, alleato strategico degli Stati Uniti e al tempo stesso principale sponsor dei Fratelli Musulmani, opera da tempo una strategia sofisticata: investimenti nell’istruzione superiore, soprattutto nel campus di Texas A&M a Doha; finanziamenti a progetti di ricerca, anche con applicazioni dual use; partecipazioni nel settore energetico del Golfo del Messico; sostegno, diretto o intermediato, a reti religiose e associative.

È un soft power costoso e ben calibrato, che punta a garantire a Doha una posizione unica nel sistema statunitense: un partner energetico indispensabile e, al tempo stesso, un attore politico capace di influenzare la narrativa mediorientale, grazie a media globali e fondazioni di ricerca.

Nel Texas, questa strategia ha assunto i contorni di un’infiltrazione lenta: dalla costruzione di centri religiosi alla presenza accademica, dagli investimenti nelle infrastrutture energetiche alla penetrazione culturale. Una rete che molti repubblicani leggono non come esercizio di diplomazia economica, ma come proiezione ideologica.

 

Washington senza bussola

La decisione di Abbott rivela anche la paralisi del governo federale. La designazione di un’organizzazione come terroristica è prerogativa della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato. Ma dal 2017 nessuna amministrazione ha voluto affrontare la questione dei Fratelli Musulmani, schiacciata tra il peso degli alleati del Golfo e la paura di delegittimare comunità musulmane integrate e fondamentali nel dibattito interno.

La risposta di Washington, al momento, è burocratica: CAIR denuncia Abbott per violazione del Primo Emendamento; i tribunali federali, probabilmente, sospenderanno in parte la proclamazione; la stampa parla di discriminazione. Ma tutto questo non cancella la domanda centrale: chi decide, oggi, la politica di sicurezza nazionale degli Stati Uniti? Il governo federale o gli Stati che avvertono la presenza di potenze straniere sul proprio territorio?

 

Gli scenari geopolitici: tre futuri possibili

La scelta texana apre tre prospettive. Nella prima, i “red states” imitano Abbott e costruiscono un blocco legislativo anti-influenza straniera, forzando Washington a prendere finalmente posizione. In questo scenario, il Qatar si trova di fronte alla necessità di dismettere o mascherare i propri legami con reti islamiste, per non compromettere investimenti miliardari.

Nella seconda ipotesi, prevale un compromesso politico: la Casa Bianca media con Doha, riduce la portata dell’azione texana e limita la designazione terroristica alla sola componente armata del movimento. Il Qatar salva la propria posizione, il Texas ottiene una vittoria politica e la questione resta sospesa.

La terza traiettoria è la più instabile: una fuga di documenti, un “Qatar Papers” americano, mette in luce legami finanziari post-2023 tra fondazioni qatarine e reti islamiste negli Stati Uniti. A quel punto, l’alleanza energetica USA-Qatar rischierebbe di precipitare, con conseguenze globali sul mercato del gas.

 

Il Texas come laboratorio della nuova sovranità

Il 18 novembre 2025 rimarrà una data spartiacque. Per la prima volta un governatore ha trasformato un dossier di politica interna in un atto di politica estera, usando la leva della proprietà fondiaria per contenere l’influenza di una potenza straniera. L’azione di Abbott dimostra che, negli Stati Uniti polarizzati del dopo-Trump, gli Stati federati possono diventare attori geopolitici autonomi.

Il Qatar, abituato a muoversi nei salotti di Washington, si trova ora di fronte a un avversario inatteso: la cultura politica della frontiera, fatta di pragmatico sospetto e di difesa della terra. È un terreno dove la diplomazia del denaro rischia di non bastare più. Il Texas non ha chiuso una partita. L’ha appena aperta.

Foto Texas State

 

Qui sotto pubblichiamo il comunicato stampa dello Stato del Texas.

Il Governatore Abbott designa i Fratelli Musulmani e il CAIR come organizzazioni terroristiche straniere

18 novembre 2025

Austin, Texas

Il Governatore Greg Abbott ha designato oggi i Fratelli Musulmani e il Consiglio per le Relazioni Americano-Islamiche (CAIR) come organizzazioni terroristiche straniere e organizzazioni criminali transnazionali. Questa designazione autorizza un rafforzamento delle misure repressive contro entrambe le organizzazioni e i loro affiliati e vieta loro di acquistare o acquisire terreni in Texas.

“I Fratelli Musulmani e il CAIR hanno da tempo chiarito i loro obiettivi: imporre con la forza la Sharia e stabilire il ‘dominio del mondo’ dell’Islam”, ha dichiarato il Governatore Abbott. “Le azioni intraprese dai Fratelli Musulmani e dal CAIR per sostenere il terrorismo in tutto il mondo e sovvertire le nostre leggi attraverso violenza, intimidazione e molestie sono inaccettabili. Oggi ho designato i Fratelli Musulmani e il CAIR come organizzazioni terroristiche straniere e organizzazioni criminali transnazionali. Questi estremisti radicali non sono benvenuti nel nostro Stato e ora è loro vietato acquisire qualsiasi proprietà immobiliare in Texas”.

 

Giuseppe GaglianoVedi tutti gli articoli

Nel 2011 ha fondato il Network internazionale Cestudec (Centro studi strategici Carlo de Cristoforis) con sede a Como, con la finalità di studiare in una ottica realistica le dinamiche conflittuali delle relazioni internazionali ponendo l'enfasi sulla dimensione della intelligence e della geopolitica alla luce delle riflessioni di Christian Harbulot fondatore e direttore della Scuola di guerra economica (Ege). Gagliano ha pubblicato quattro saggi in francese sulla guerra economica e dieci saggi in italiano sulla geopolitica.

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