Aerei da combattimento bielorussi per le forze libiche del generale Haftar? – AGGIORNATO

 

(aggiornato alle ore 18,50)

L’Aeronautica dell’Esercito Nazionale Libico (LNA) legato al governo di Tobruk prevede di acquistare caccia di combattimento di seconda mano Sukhoi Su-30SM e MiG-29 provenienti dalle forze aeree bielorusse.
Tali ipotesi sono emerse dopo l’incontro tra il Capo di Stato maggiore delle forze dell’LNA, Saddam Haftar (figlio del feldmaresciallo Khalifa Haftar) e il Ministro della Difesa bielorusso Viktor Khrenin, per discutere del rafforzamento della cooperazione militare tra la Libia Orientale e Minsk.

Secondo quanto dichiarato dalla pagina Facebook delle Forze terrestri dell’LNA tale incontro ha riguardato «lo scambio di competenze e il coordinamento congiunto». Dal canto suo il Ministro della Difesa bielorusso ha elogiato il ruolo dell’LNA nel «mantenere la sicurezza e la stabilità in Libia» definendolo un «fattore chiave per la sicurezza regionale».


D’altra parte lo scorso 17 febbraio, il Generale Khalifa Haftar, leader dell’LNA, ha incontrato il presidente bielorusso Lukashenko a Minsk siglando un accordo di piena cooperazione con particolare enfasi sull’ambito militare. L’obiettivo principale è rafforzare l’Aeronautica dell’LNA (che durante il conflitto civile libico ha impiegato vecchi Mig-21, Mig 23 e L-39 ereditati dall’Aeronautica dell’era di Muammar Gheddafi) con la manutenzione dei caccia MiG-29 russi, la fornitura di pezzi di ricambio e l’addestramento dei piloti libici. In cambio, Haftar avrebbe offerto l’accesso a Tobruk, consentendo a forze russe e bielorusse di stabilirvisi permanentemente.

Ricordiamo infatti che nella prima metà del 2020, la Federazione russa ha fornito non meno di sei caccia MiG-29 e 4 bombardieri di prima linea Sukhoi Su-24M stanziati nelle basi libiche di Al-Jufra e gestiti da piloti e tecnici russi del Gruppo Wagner.

Subito dopo il Comando statunitense per le operazioni militari africane (AFRICOM), affermava dell’arrivo in Libia di almeno 14 aerei da combattimento russi provenienti dalla base aerea di Hmeimem in Siria (via Iran), dove personale russo ne avrebbe rimosso le insegne russe prima del trasferimento all’LNA.

Non è chiaro tuttavia quali aviogetti potrebbe offrire Minsk: da un lato i caccia multiruolo Su-30SM sono v elivoli decisamente giovani considerando che il contratto d’acquisto per 12 esemplari risale al 2017. Diverso è il discorso dei MiG-29 perché se da un lato questi sono aerei ben più datati è anche vero che diversi “Fulcrum” bielorussi sono stati aggiornati alla versione BM dalla locale JSC 558° Aviation Repair Plant di Baranovichi: una variante che contempla le missioni di attacco al suolo ed è considerata la controparte bielorussa del MiG-29SMT russo.

Questa versione, consegnata alla Serbia in 4 esemplari nel 2019, include miglioramenti alle armi, al radar e l’aggiunta di una sonda retrattile per il rifornimento in volo.

Più plausibile dunque l’invio in Libia di questi caccia considerando comunque che già alla fine del 2019 Stanislav Zas, segretario di stato del Consiglio di sicurezza bielorusso, aveva dichiarato che i MiG-29 attualmente in servizio erano giunti alla fine della loro vita operativa e che mancavano contestualmente i presupposti tecnici e finanziari di prolungarne la vita operativa.

Le relazioni militari tra governo di Tobruk, Russia e Bielorussia stanno del resto intensificandosi.

Il 1° marzo è stato reso noto che un “nuovo contingente del Battaglione Forze Speciali” libiche, il “36/o Sa’iqa” dell’LNA  ha “completato con successo corsi di formazione avanzata nella Repubblica di Bielorussia”.

Lo ha riferito su Facebook l’Ufficio stampa dell’Esercito Nazionale Libico. Haftar era stato in visita in Bielorussia il 17 febbraio, come documentò con immagini sempre su Facebook il “Comando Generale delle Forze Armate Arabe Libiche”.

La cerimonia è stata presieduta dal “capo di Stato Maggiore delle Forze di Terra, il generale di corpo d’armata Saddam Haftar”, precisa il post. “L’iniziativa si inserisce nell’attuazione delle direttive del comandante in capo delle forze armate, maresciallo Khalifa Aboulqasem Haftar, volte a migliorare l’efficienza delle unità militari e a rafforzarne la prontezza operativa attraverso programmi di sviluppo che contribuiscono alla formazione del personale militare secondo i più recenti standard”, conclude la nota.

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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