Trump punta sul carbone e vuole che la UE compri energia per 350 miliardi all’anno

 

Il presidente Usa Donald Trump tira dritto con la sua politica di tariffe doganali sulle importazioni chiedendo all’Europa di acquistare energia dagli Stati Uniti per un valore complessivo di 350 miliardi di dollari per riequilibrare gli scambi commerciali USA-UE.

“Già attualmente metà del nostro gas liquido (GNL) proviene dagli Stati Uniti e siamo pronti a lavorare con l’amministrazione Trump. Siamo pronti a discuterne e a negoziare, come tutti hanno sottolineato più volte” ha dichiarato l’8 aprile la portavoce della Commissione europea per l’Energia, Anna-Kaisa Itkonen, nel briefing quotidiano con la stampa.

La cosa importante per noi è continuare a diversificare le nostre fonti energetiche. Stiamo collaborando anche con gli altri nostri partner interni e internazionali. Vogliamo evitare di dipendere eccessivamente da un singolo fornitore. Abbiamo imparato la lezione troppo bene. E vogliamo sostituire l’energia russa. E questo significa che potremmo collaborare con gli Stati Uniti, ma anche con gli altri nostri partner internazionali”.

In merito alla richiesta del presidente americano per l’Ue di acquistare almeno 350 miliardi di dollari di gas e petrolio, la portavoce ha detto che “la Commissione stessa non è un attore di mercato. Non negoziamo nessuno di questi contratti. Ciò che possiamo fare concretamente è’, ad esempio, rivedere le procedure di autorizzazione per le infrastrutture d GNL e valutare le opzioni di aggregazione della domanda. Ma non sono in grado di fornire cifre definitive che abbiamo storicamente speso per il GNL, perché non abbiamo accesso a questi contratti. I contratti energetici siano stipulati in base alla domanda e al prezzo, e questi sono fattori che fluttuano. Pertanto è molto, molto difficile fare commenti sulla cifra fornita dagli Stati Uniti“.

Il 9 aprile la Commissione europea ha dichiarato di essere “disposta a negoziare” l’acquisto di più gas statunitense per ridurre i dazi. Tuttavia, la Commissione ha chiarito che non è Bruxelles a discutere e firmare questi contratti, ma le aziende.

Secondo Eurostat, nel 2024 l’Ue ha importato prodotti energetici per un valore di 375,9 miliardi di euro, con una riduzione del 16,2% del prezzo e del 7,1% della massa. L’Unione europea ha acquistato negli Stati Uniti il 16,1% del petrolio consumato lo scorso anno e il 45,3% del GNL importato in Ue, seguita dalla Russia (17,5%) e dalla Norvegia (13,5%).

Dalla Norvegia proviene anche il 45,6% del gas allo stato gassoso arrivato nell’Unione europea. Il portavoce della Commissione per l’Energia ha aggiunto che Bruxelles sta negoziando con vari partner, nel tentativo di diversificare i propri fornitori per sostituire il GNL russo.

Il pompaggio netto di gas (la quantità iniettata al netto del prelievo) da parte dell’Europa nella prossima stagione di riempimento degli stoccaggi sotterranei è destinato a raggiungere almeno 61 miliardi di metri cubi, per soddisfare il livello di riempimento del 90% entro il 1° novembre 2025. È quanto emerge dai calcoli dell’agenzia russa TASS, basati sui dati forniti da Gas Infrastructure Europe (GIE).

Il volume è quasi il 50% in più rispetto al pompaggio netto dello scorso anno ed uno dei livelli più alti della storia. La stagione di prelievo del gas dalle riserve europee si è conclusa il 28 marzo, e gli stoccaggi attualmente sono pieni al 34,96%, il 10,63% in meno rispetto alla media di questa data negli ultimi 5 anni. Per quanto riguarda l’Italia, la nave rigassificatrice BW Singapore, ormeggiata a 8,5 chilometri al largo di Punta Marina (Ravenna) dallo scorso 28 febbraio, è pronta ad entrare in esercizio.

Con l’arrivo del primo carico di GNL americano, per mezzo della nave Flex Artemis il 3 aprile, sono entrate nel vivo le attività di commissioning dell’impianto propedeutiche all’avvio della prima fase di attività commerciale prevista per l’inizio di maggio.

Lo ha confermato l’amministratore delegato di SNAM, Stefano Venier, in occasione della visita al terminale offshore da parte del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e del presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale.

 “Con l’avvio del terminale di Ravenna, aggiungiamo un altro elemento di fondamentale importanza al percorso di messa in sicurezza del Paese degli approvvigionamenti energetici, iniziato all’indomani della crisi russo-ucraina e reso possibile dallo sforzo congiunto delle istituzioni e delle imprese, a livello nazionale e locale“, ha commentato Venier. “Non stiamo solo rispettando il cronoprogramma, ma stiamo anche dimostrando che tutto questo può accompagnarsi alla tutela e al monitoraggio dell’ambiente”.

La nave rigassificatrice BW Singapore, acquistata da Snam nel luglio 2022, è dotata – come l’Italis LNG già in esercizio a Piombino – di una capacità di rigassificazione annua di 5 miliardi di metri cubi. Con la sua entrata in esercizio, la capacità di rigassificazione complessiva del Paese salirà a 28 miliardi di metri cubi all’anno, volume uguale a quanto importato dalla Russia nel 2021 e pari al 45% della domanda nazionale di gas, che potrà così essere soddisfatta attraverso un vettore che garantisce ampia diversificazione delle rotte d’approvvigionamento, abilitando il sistema-Paese ad assorbire gli effetti delle perduranti tensioni geopolitiche globali.

Negli Stati Uniti, Trump ha firmato alcuni decreti volti a “dare impulso” all’estrazione di carbone che secondo lui devono “più che raddoppiare” la loro produzione di elettricità, in particolare per rispondere all’espansione dell’intelligenza artificiale.

I testi che ha ratificato, circondato da minatori con in testa gli elmetti da cantiere, mirano ad eliminare le barriere normative all’estrazione del carbone e a sospendere le previste chiusure di numerose centrali che utilizzano questo combustibile fossile in tutto il paese.

“Porremo fine all’orientamento anti-carbone della precedente amministrazione”, ha detto ancora il presidente americano, che ha dato istruzioni al Dipartimento di Giustizia di “identificare e combattere” le normative locali che ostacolerebbero il suo obiettivo.

Trump ha inoltre assicurato che “sarà possibile estrarre enormi quantità di minerali strategici e terre rare, di cui abbiamo bisogno per il settore tecnologico e dell’alta tecnologia, attraverso il processo di estrazione del carbone”.

La produzione di carbone, la fonte di Energia fossile più inquinante, è diminuita drasticamente negli Stati Uniti negli ultimi quindici anni, passando da poco più di un miliardo di tonnellate nel 2008 a poco più di 520 milioni nel 2023, secondo i dati del governo.

Due anni fa il carbone rappresentava solo poco più del 16% della produzione totale di elettricità, superato in particolare dalle energie rinnovabili (poco più del 21%). Conosciuto per le sue posizioni scettiche sul clima, Donald Trump, non appena tornato al potere il 20 gennaio, ha denunciato l’Accordo di Parigi sul clima e da allora ha iniziato a sostenere le energie fossili con la deregolamentazione. Più di un terzo dell’elettricità mondiale è prodotta con il carbone.

(con fonti Energia Oltre, ANSA e GEA/AFP)

 

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