La Marina Militare conclude l’esercitazione Mare Aperto ’25

 

di Cosimo Andria 

Si è conclusa l’edizione 2025 della Mare Aperto, la principale attività addestrativa della Difesa in ambito marittimo, condotta dalla Marina Militare, che quest’anno si è distinta per innovazione, complessità e rilevanza operativa.

Un vero e proprio stress test per le unità navali e tutti i Reparti coinvolti, impegnati in modo integrato e sinergico in tutte le sue componenti: dagli equipaggi delle unità navali e subacquee ai gruppi di volo, dai fucilieri della Brigata Marina San Marco agli staff del Comando in Capo, dei Comandi complessi e specialistici, dai centri di comunicazione agli organi di supporto logistico e manutentivo.

Una macchina operativa complessa e coesa che, accanto all’intensa attività addestrativa, ha saputo assicurare regolarmente la costante proiezione della presenza marittima nazionale in tutte le operazioni attualmente in corso.

L’esercitazione si è sviluppata in uno scenario ad alta intensità, spingendo ogni assetto fino al limite delle proprie capacità operative. Particolare rilievo è stato dato alla pianificazione e alla condotta della manovra, eseguite secondo la metodologia NATO, con un approccio flessibile, reattivo ed efficace nella generazione degli effetti. Gli staff coinvolti hanno operato in un contesto dinamico, caratterizzato da ritmi serrati, crescente complessità e necessità di adattamento continuo, valorizzando le competenze professionali e l’interoperabilità tra forze.

Uno degli elementi distintivi dell’edizione è stata la capacità di coniugare realismo operativo e condizioni ambientali mutevoli, che hanno reso l’addestramento ancora più aderente a scenari reali, testando l’adattabilità dei reparti anche in condizioni meteorologiche sfidanti.

Tra le principali novità, l’introduzione di nuovi bersagli navali e aerei per esercitazioni a fuoco, anche notturne, ha accresciuto il realismo delle attività addestrative. L’enfasi sulla guerra elettronica, con l’impiego di simulatori di seeker missilistici e l’attivazione di contromisure, ha consentito agli equipaggi di affrontare efficacemente minacce complesse.

Tra le sfide più rilevanti, la sperimentazione di sistemi di comunicazione alternativi in assenza di supporto satellitare ha consentito di testare la resilienza e l’autonomia delle reti operative in contesti a connettività degradata. Centrale, inoltre, l’approccio integrato ai domini cyber e spaziale, oggi sempre più determinanti nella condotta delle operazioni moderne.

Particolarmente significativa è stata la partecipazione, per la prima volta, della nave d’assalto anfibio multiruolo Trieste, protagonista delle operazioni condotte in sinergia con le altre unità dell’Amphibious Task Group (ATG).

Le forze da sbarco hanno operato secondo i principi delle Distributed Maritime Operations (DMO), conducendo assalti in ambienti costieri e fluviali, come dimostrato dalle attività lungo il Tevere e nell’area di Santa Rosa. Per la prima volta, nave Trieste ha operato al fianco della portaerei Cavour, segnando un passaggio cruciale nel rafforzamento della capacità expeditionary della Marina, oggi in grado di esprimere un sistema di proiezione integrato e tecnologicamente avanzato.

Con un Carrier Strike Group dotato di velivoli di quinta generazione e un Amphibious Task Group basato su un’unità di ultima generazione, l’Italia si conferma tra le poche nazioni capaci di esprimere un vero e proprio Expeditionary Strike Group (ESG), consolidando il proprio ruolo di attore credibile nella sicurezza, stabilità e deterrenza a livello internazionale. In tale ottica, la Mare Aperto si è svolta in concomitanza con l’attività NATO di enhanced vigilance Neptune Strike, confermando la piena integrazione della Marina Militare, quale pilastro della Difesa, nel dispositivo alleato e la sua prontezza operativa in un contesto multilivello.

Grande attenzione è stata riservata alla dimensione cognitiva. Le attività di cognitive warfare, tra le manifestazioni più complesse delle minacce ibride, sono state al centro di uno scenario che ha visto, per la prima volta, l’introduzione del wargaming come strumento di analisi e supporto decisionale.

In questo ambito si inserisce anche l’adozione sperimentale di piattaforme social simulate, attraverso cui gli equipaggi, gli staff, i centri di ricerca del CASD, Ce.S.I., CESMAR e studenti universitari, si sono confrontati con dinamiche di comunicazione tipiche del dominio informativo. Un’attività che riflette l’evoluzione tecnologica in corso e l’impegno nella gestione proattiva delle minacce ibride, in particolare nella sfera cognitiva, confermando la volontà della Marina di promuovere l’interazione tra dimensione operativa e accademica.

La Mare Aperto 25 si è confermata un modello virtuoso di cooperazione internazionale, interforze e interagenzia. Tra gli attori internazionali, hanno operato congiuntamente i gruppi navali permanenti della NATO – lo Standing NATO Maritime Group 2 e lo Standing NATO Mine Countermeasures Group 2 – e la Forza Marittima Europea (EUROMARFOR), rafforzando l’interoperabilità in ambito multinazionale.

Sul versante interforze e interagenzia, da menzionare il supporto dell’Aeronautica e la maxi esercitazione CBRN (Chimico, Biologico, Radiologico e Nucleare), che ha visto un’ampia partecipazione di attori tra cui Esercito, Arma dei Carabinieri, Capitanerie di Porto, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Croce Rossa Italiana e corpi ausiliari, CISOM, ARES 118 e numerose altre realtà civili locali hanno operato fianco a fianco. Un impegno corale che ha dimostrato l’efficacia del sistema-Paese nella gestione di emergenze complesse, a tutela della sicurezza nazionale e della collettività.

Di particolare rilievo le attività condotte nell’ambito della ITAMINEX, esercitazione dedicata alle operazioni di contromisure mine. Gli assetti impiegati – tra cui cacciamine e mezzi unmanned subacquei e di superficie – hanno operato sia in scenari addestrativi simulati, sia in attività reali di bonifica, portando al rinvenimento di 13 ordigni residuati bellici risalenti alla Seconda Guerra Mondiale. Quattro di essi sono già stati neutralizzati in sicurezza, mentre per i restanti sono in corso le operazioni di bonifica, che verranno completate nelle prossime settimane con il coinvolgimento delle autorità locali competenti.

Dal punto di vista logistico, l’esercitazione ha evidenziato l’efficacia della sinergia tra operazioni e supporto: dai team di tecnici imbarcati ai rifornimenti navali di combustibili, materiali e munizionamento, al pieno coinvolgimento del Comando Logistico e dell’industria nazionale. Un risultato che conferma la capacità della Marina Militare di approntare e sostenere una forza marittima articolata, interconnessa e pronta ad affrontare le sfide del presente e del futuro.

Oggi, come in ogni edizione, la sfida prosegue: capitalizzare i risultati conseguiti e valorizzare le lezioni apprese. Un compito che coinvolge il Centro di Addestramento Aeronavale, i comandi di Divisione e le componenti specialistiche, protagonisti di un sistema marittimo nazionale moderno, credibile e orientato all’eccellenza.​

Fonte: comunicato Stato Maggiore Marina

 

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