Le truppe di Mosca (e i nordcoreani) strappano agli ucraini l’ultimo lembo di territorio russo

 

Il territorio della regione di Kursk, così come le aree di confine tra la regione ucraina di Sumy e quella russa di Belgorod, sono state completamente riconquistate dalle forze militari russe che hanno ripristinato il controllo sulla totalità del territorio nazionale.

Il 26 aprile il completamento della riconquista della regione di Kursk, invasa per poco più di mille chilometri quadrati dagli ucraini nell’agosto 2024, è stata ufficializzata con il rapporto al presidente Vladimir Putin del Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate russe Valery Gerasimov.

Gerasimov, ha riferito al Comandante in Capo Supremo Vladimir Putin che l’operazione per liberare la regione di Kursk dai neonazisti ucraini è stata completata“, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

“Oggi, l’ultimo insediamento sul territorio della regione di Kursk, il villaggio di Gornal, è stato liberato dalle truppe ucraine. Nella sua liberazione, tra le formazioni del Gruppo di Forze Sever che si sono particolarmente distinte figurano unità del 22° Reggimento Fucilieri Motorizzati della 72a Divisione, l’810a e la 40a Brigata di Fanteria di Marina, il 177° Reggimento Fanteria di Marina e il 1427° Reggimento Fucilieri Motorizzati. Pertanto, la disfatta delle formazioni armate ucraine che avevano lanciato un’incursione nella regione di Kursk è stata completata”, ha dichiarato Gerasimov.

“Le perdite totali delle formazioni armate ucraine ammontano a oltre 76.000 soldati, tra morti e feriti. In realtà, l’intero gruppo tattico originale del nemico è stato eliminato, se non di più. Più di 7.700 sistemi d’arma sono stati distrutti”, ha aggiunto.

I dati forniti dal ministro della Difesa russo riferiscono che dall’inizio delle ostilità nella regione di Kursk, le perdite ucraine ammontano a:

  • oltre 76.550 soldati,
  • 412 carri armati,
  • 341 veicoli da combattimento per la fanteria,
  • 314 veicoli trasporto truppe blindati,
  • 2.297 veicoli da combattimento blindati,
  • 2.803 veicoli,
  • 647 pezzi d’artiglieria,
  • 64 lanciatori MLRS, di cui 15 HIMARS e 7 MLRS di fabbricazione statunitense (probabilmente il riferimento è ai cingolati M270- NdR),
  • 31 lanciatori di missili antiaerei, un sistema antiaereo semovente (probabilmente un Gepard di origine tedesca- NdR) e 10 veicoli da trasporto e carico,
  • 134 stazioni di guerra elettronica,
  • 13 radar di difesa aerea, 22 radar di contro-batteria,
  • 64 unità di genio e altro materiale, di cui 23 veicoli per demolizione ostacoli, un veicolo di sminamento UR-77, cinque lanciatori da ponte, un veicolo da ricognizione genio, 16 veicoli di recupero blindati e un veicolo posto di comando.

Numeri che come sempre è impossibile verificare. Putin ha menzionato le unità dell’esercito russo che hanno liberato la regione di Kursk dalle truppe ucraine.

Valery Vasilyevich, negli ultimi mesi mi avete regolarmente informato sulla situazione nella regione di Kursk e avete menzionato le nostre unità più efficaci che operano lì. Non posso fare a meno di nominarle oggi“, ha detto il presidente durante l’incontro con Gerasimov. “Queste unità includono la 76ª Divisione Aviotrasportata e i suoi 234º, 237º e 104º Reggimento d’Assalto Aereo, la 106ª Divisione Aviotrasportata e i suoi 119º, 137º e 51º Reggimento Paracadutisti”.

Il 27 aprile la fanteria di Marina russa era ancora impegnata a ripulire le ultime sacche di resistenza ucraina nei dintorni di Gomal.  Come è già accaduto molte volte in passato, Kiev non ha riconosciuto la sconfitta né ammesso che le sue truppe sono state costrette a ritirarsi da Gomal oltre il confine nazionale, benché anche gli analisti più vicini a Kiev e persino le mappe dell’Institute for the Study of the War (think-tank americano di impostazione neocon vicino alla causa ucraina) mostrino la completa cacciata delle forze ucraine dal territorio di Kursk dopo 264 giorni di operazioni militari.

“L’operazione difensiva delle Forze di Difesa ucraine in alcune aree della regione di Kursk continua. La situazione operativa è difficile, ma le nostre unità continuano a mantenere le posizioni designate e a svolgere i compiti assegnati”, ha fatto sapere lo stato maggiore ucraino il 26 aprile e il giorno successivo ha reso noto che piccoli gruppi d’assalto russi si sono infiltrati nel territorio ucraino dall’oblast di Sumy per ampliare la zona del fronte.

Lo ha riferito all’agenzia di stampa Ukrinform il portavoce della Guardia di Frontiera ucraina, Andrii Demchenko, aggiungendo che la situazione nella regione resta “difficile”, con le truppe di Mosca che concentrano i loro assalti su aree specifiche come i villaggi di confine di Basivka e Zhuravka. “Di recente abbiamo osservato un aumento di queste attività, sia all’interno di questa zona che in altre aree, dove periodicamente rileviamo tentativi di infiltrazione da parte di questi gruppi“, ha aggiunto Demchenko.

I russi del resto ammettono che vi possano essere ancora piccoli gruppi di soldati ucraini dispersi o nascosti lungo le aree di confine e sono in corso perlustrazioni per localizzarli così come procedono i lavori di sminamento mentre le salme dei militari ucraini uccisi vengono consegnate ai punti di evacuazione e il Genio prepara i piani per rafforzare le strutture difensive lungo i confini russi e nelle “zone cuscinetto” occupate nelle regioni ucraine di Kharkov e Sumy. Le Forze Armate russe mineranno e fortificheranno i confini con le regioni russe di Belgorod, Bryansk e Kursk.

“In conformità con le vostre istruzioni, proseguono gli sforzi per creare una zona di sicurezza nelle zone di confine della regione di Sumy, in Ucraina. Quattro insediamenti sono stati liberati. L’area controllata totale è di oltre 90 chilometri quadrati”, ha riferito Gerasimov e Putin affermando che l’offensiva Ucraina è fallita completamente e questo pone le basi per futuri successi dell’esercito russo e “avvicina la sconfitta del regime neonazista“.

Mosca lamenta che l’Ucraina continui a trattenere 52 residenti della regione russa di Kursk, in violazione delle norme e dei principi internazionali secondo quanto riferito dalla Commissaria russa per i diritti umani, Tatyana Moskalkova. “A oggi, 52 residenti della regione [di Kursk], catturati dall’esercito ucraino, sono detenuti dal regime di Kiev in violazione delle norme e dei principi internazionali, della giustizia e dell’umanità”, ha scritto Moskalkova su Telegram.

Il 28 aprile è stato annunciato da Mosca che il 100 per cento  del territorio nazionale è sotto il controllo delle Forze Armate russe, confermando così di aver cacciato gli ucraini anche dal confine tra le regioni di Sumy e Belgorod, area in cui ieri le mappe dell’ISW rilevavano ancora ieri una presenza sporadica di forze ucraine per una profondità di poche centinaia di metri all’interno del territorio russo (nella mappa qui sotto).

Per quanto riguarda i territori ucraini occupati la regione di Donetsk è sotto controllo russo per il 73%, quella di Kherson per il 59%, Zaporizhia per il 47% e Putin potrebbe annunciare alla Parata della Vittoria del 9 maggio il totale controllo sulla regione di Lugansk.

In vista della ricorrenza per gli 80 anni dalla sconfitta del nazismo nella Grande Guerra Patriottica (Seconda guerra mondiale), Putin ha proclamato oggi un cessate il fuoco di tre giorni in Ucraina dalle 6 di mattina dell’8 maggio alle 23 del 10 maggio. I russi dichiarano di sospendere tutte le operazioni militari ma che risponderanno a eventuali attacchi ucraini.

Le truppe russe controllano anche territori più limitati come estensione nelle regioni ucraine di Sumy e Kharkiv, dove sono penetrate da nord dal confine russo e da est dalla regione di Lugansk e dove ieri le forze di Mosca Gruppo di Forze Ovest (Zapad) hanno assunto il controllo del villaggio di Kamenka (nella mappa qui sopra).

Attualmente secondo quanto riferisce il canale Telegram militare russo Slavyangrad, il 21 per cento del territorio dell’Ucraina è sotto controllo russo.

 

Impatto sui negoziati?

Alcuni osservatori hanno ipotizzato che il successo russo a Kursk possa favorire l’accordo mediato dagli Stati Uniti per giungere al più presto a un cessate il fuoco sui fronti ucraini dopo l’incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky a Roma in occasione dei funerali di Papa Francesco.

Benché in Europa molti sostengano che sia la Russia a dover accettare il cessate il fuoco, l’impressione è che in molti (troppi) non colgano o n0n vogliano vedere la reale situazione militare che impatta decisamente sul contesto diplomatico.

I russi stanno vincendo una guerra che occorre interrompere prima che le forze ucraine crollino e i russi dilaghino, senza escludere il rischio di ammutinamenti delle truppe ucraine contro il governo di Kiev. In questo contesto Mosca può accettare 30 giorni di tregua, che favorirebbero solo le esauste forze ucraine, solo in cambio del riconoscimento da parte di Kiev del controllo russo su Crimea e le 4 altre regioni ucraine annesse alla Federazione Russa con i referendum del settembre 2022.

Oggi il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov lo ha ben precisato. La Russia ha posto come precondizione per i negoziati con l’Ucraina il riconoscimento internazionale dell’annessione della Crimea e di altre quattro regioni, dopo che  Trump ha affermato di ritenere che Zelensky sia pronto a rinunciare alla Crimea, affermazione subito smentita dal presidente ucraino.

«Il riconoscimento internazionale dell’appartenenza della Crimea, di Sebastopoli, della Repubblica popolare di Donetsk, della Repubblica popolare di Lugansk, della regione di Kherson e di quella di Zaporizhia alla Russia è imperativo», ha dichiarato Lavrov al quotidiano brasiliano O Globo.

La risposta ucraina è stata affidata al ministro degli Esteri Andriy Sybiha: “se la Russia vuole davvero la pace, dovrebbe immediatamente cessare il fuoco”.

Frase che replica alla tregua dichiarata da Putin da mezzanotte dell’8 maggio a mezzanotte dell’11 maggio. “L‘Ucraina è pronta a sostenere un cessate il fuoco completo, duraturo e a lungo termine. E questo è ciò che proponiamo costantemente, almeno per 30 giorni”, ha scritto il ministro su X.

In realtà il rifiuto di Kiev di accettare le cessioni territoriali rende del tutto sterile il dibattito in atto e questo spiega la frustrazione di Trump che alterna minacce e apprezzamenti a Putin come a Zelensky.

L’Ucraina ha bisogno di guadagnare tempo e spera in un mese di tregua per puntellare le traballanti difese. Mosca sa che il tempo gioca dalla sua parte ma non intende concederne agli ucraini se non a fronte delle concessioni che il Cremlino ha sempre preteso da quando è iniziato il conflitto.

Nel pomeriggio di oggi Peskov ha comunque precisato che discutere pubblicamente i dettagli dell’accordo di pace sull’Ucraina è impossibile.  “Vi sono molti resoconti sui mezzi di comunicazione, ma una sorta di discussione pubblica di tutte queste sfumature […] è impossibile e raramente i dettagli riportati dalla stampa rispondono a verità”.

 

Il ruolo dei nordcoreani

Gerasimov ha anche elogiato il ruolo dei combattenti nordcoreani nella liberazione della regione di Kursk.

Voglio sottolineare in particolare la partecipazione dei militari della Repubblica Popolare Democratica di Corea alla liberazione delle zone di confine della regione di Kursk che, in conformità con il Trattato sul Partenariato Strategico Globale tra i nostri Paesi, hanno fornito un notevole contributo nella repressione del gruppo di combattimento dell’esercito ucraino che aveva lanciato un’incursione”, ha dichiarato Gerasimov sottolineando che “soldati e ufficiali dell’Esercito Popolare Coreano hanno raggiunto obiettivi di combattimento fianco a fianco con i militari russi e, nel respingere l’incursione ucraina, hanno dimostrato elevata professionalità e resistenza, coraggio ed eroismo in combattimento”.

Si tratta del primo riconoscimento ufficiale dell’impiego delle truppe di Pyongyang nelle operazioni per liberare i territori russi dalle forze ucraine ma non (finora) in quelle in atto in territorio ucraino: probabilmente nel rispetto del Trattato di Partenariato Strategico Globale, firmato il 20 giugno 2024 tra Mosca e Pyongyang che prevede il reciproco aiuto militare per la difesa del territorio nazionale in caso di invasione.

Fino al 26 aprile Mosca non aveva mai ammesso la presenza di truppe nordcoreane benché gli ucraini avessero più volte reso noto di averle affrontate in combattimento uccidendo molti soldati, di aver catturato due militari di Pyongyang poi intervistati pubblicamente da media internazionali e benché da tempo Kiev lamenti un vasto impiego di armi nordcoreane (artiglierie, munizioni e missili balistici tattici) per colpire obiettivi lungo la linea del fronte e in profondità sul territorio ucraino.

Putin ha espresso il 28 aprile gratitudine alla Corea del Nord, al suo leader Kim Jong-un e alle unità dell’esercito popolare coreano “per il loro aiuto nella liberazione della regione di Kursk dalle forze ucraine”, come riporta il servizio stampa del Cremlino, citato da Tass.

“I nostri amici coreani hanno agito per senso di solidarietà, giustizia e autentico cameratismo“, ha osservato Putin. “Apprezziamo molto questo gesto e siamo sinceramente grati al presidente Kim Jong-un, e a tutta la leadership e al popolo della Corea del Nord. Rendiamo omaggio all’eroismo, all’elevato livello di addestramento speciale e alla dedizione dei soldati coreani che, fianco a fianco con i combattenti russi, hanno difeso la nostra Patria come se fosse la loro“, ha sottolineato il presidente russo.

Il 28 aprile anche il governo di Pyongyang ha confermato l’impegno militare sul fronte di Kursk, ammettendo per la prima volta di aver inviato truppe in Russia per partecipare alle operazioni militari contro le forze ucraine e “liberare l’area occupata della regione di Kursk”.

In un comunicato riportato dall’agenzia di stampa KCNA (che riportiamo in coda all’articolo tradotto in italiano) la Commissione militare centrale del Partito dei Lavoratori di Corea ha dichiarato che “sottounità delle nostre forze armate hanno partecipato alle operazioni su ordine del Capo di Stato della Repubblica Popolare Democratica di Corea”(RPDC).

Nella nota si sottolinea che “la conclusione vittoriosa delle operazioni di liberazione delle aree di Kursk è una vittoria della giustizia contro l’ingiustizia e, allo stesso tempo, un nuovo capitolo della storia, che ha dimostrato il massimo livello strategico della salda amicizia militante tra i due Paesi, la RPDC e la Russia, così come l’alleanza e le relazioni fraterne tra i popoli dei due Paesi.

La Commissione militare centrale del Partito dei Lavoratori della RPDC elogia “l‘eroismo e lo spirito combattivo dei militari che hanno combattuto per la giustizia” e sottolinea che la decisione di invio delle truppe è stata presa da Kim Jong-un nell’ambito dell’articolo 4 del Trattato di partenariato strategico globale con la Federazione Russa.

Aspetto che era stato già evidenziato dal portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. “I militari nordcoreani hanno preso parte all’operazione per la liberazione della regione di confine di Kursk, in conformità con l’articolo 4 del trattato di partenariato strategico globale firmato nel giugno 2024. La solidarietà dimostrata dai nostri amici nordcoreani è una manifestazione dell’elevato livello di vera alleanza delle nostre relazioni. Siamo fiduciosi che le nostre relazioni continueranno a rafforzarsi e svilupparsi in futuro“.

Il documento precisa che le attività delle forze armate della RPDC in Russia sono pienamente conformi al diritto internazionale, inclusa la Carta delle Nazioni Unite e che un monumento alla gloria militare sarà presto eretto a Pyongyang per onorare la memoria dei soldati caduti in Russia.

I blog militari russi hanno rivelato che i nordcoreani si sono distinti per coraggio e disciplina ma dopo l’addestramento congiunto con i reparti russi erano stati mantenuti a basso profilo in terza linea, poi in seconda, poi nelle prime linee di difesa e infine negli assalti offrendo un importante contributo nelle battaglie nel distretto di Korenevsky, a Staraya e Novaya Soročiny e nello sfondamento verso Kurilovka.

Le stesse fonti evidenziano l’importanza per Pyongyang di acquisire esperienza nelle moderne operazioni di combattimento, studiare le tattiche e le tecnologie di un potenziale nemico e acquisire conoscenze inaccessibili a causa del regime di sanzioni imposte alla Corea del Nord.

Il canale Telegram Slavyangrad ammette che l’arrivo dei militari nordcoreani ha permesso ai russi di non allentare la pressione su altre sezioni del fronte, di continuare l’offensiva nel Donbass e di infliggere danni enormi ai 95 battaglioni ucraini impiegati nella regione di Kursk.

Dura la reazione di Seul che ha sempre evidenziato il pericolo che le truppe del Nord acquisiscano capacità ed expertise militare avanzato dalla campagna di Kursk al fianco dei militari russi.

Il ministero dell’Unificazione della Corea del Sud ha esortato Pyongyang a ritirare immediatamente le sue truppe dalla Russia, affermando che il sostegno di Pyongyang all’invasione illegale dell’Ucraina da parte della Russia costituisce una grave provocazione alla sicurezza internazionale. Il portavoce sudcoreano Koo Byoungsam ha anche definito il dispiegamento delle truppe del Nord “un atto contro l’umanità” in cui giovani soldati nordcoreani sono stati sacrificati dal loro governo.

Circa il più ampio contributo nordcoreano allo sforzo bellico russo, il 15 aprile un’inchiesta pubblicata da Reuters e da Open Source Center, un’organizzazione di ricerca con sede nel Regno Unito specializzata in sicurezza, ha rilevato che la maggior parte dei colpi d’artiglieria esplosi dalle forze russe in Ucraina nel 2024 è stata fornita dalla Corea del Nord.

I rapporti del ministero della Difesa russo, citati dai ricercatori ma probabilmente ottenuti dall’intelligence militare ucraino (GUR), mostrano che in alcuni reparti russi tra il 75 per cento e il 100 per cento dei proiettili impiegati proveniva dalla Corea del Nord. Secondo il GUR, almeno la metà di tutti i colpi d’artiglieria utilizzati dalle truppe russe è fornita da Pyongyang.

Secondo l’inchiesta, le forniture di armi dalla Corea del Nord alla Russia sarebbero iniziate non più tardi di settembre 2023, in seguito alla visita a Pyongyang, nel luglio dello stesso anno, dell’allora ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu. Tra il 3 settembre 2023 e il 17 marzo 2025, le navi cargo russe Angara, Maria, Maya-1 e Lady R hanno effettuato 64 viaggi tra il porto nordcoreano di Rajin e i porti russi di Dunay e Vostochny, nell’Estremo Oriente russo.

Secondo immagini satellitari, le navi hanno trasportato in totale oltre 15.800 container. I carichi provenienti dalla Corea del Nord sono transitati anche attraverso la linea ferroviaria che passa sul Ponte dell’Amicizia, attraversando il fiume Tumanna nella regione del Primorje. Le consegne hanno raggiunto il picco nel gennaio 2024, con sette spedizioni al mese, e attualmente i cargo trasportano circa tre carichi di proiettili al mese, secondo l’inchiesta. I container potrebbero contenere tra quattro e sei milioni di proiettili d’artiglieria.

Considerata l’elevata produzione di munizioni in atto in Russia è possibile che l’impiego di munizioni nordcoreane nel conflitto sia meno consistente di quanto valutato dai think-tank britannici o statunitensi.

D’altra parte non si può dimenticare che la Corea del Nord dispone di ampie scorte di munizioni e potrebbe aver fornito a Mosca quelle in procinto di scadere in vista di un immediato impiego sui fronti ucraini e a Kursk. Inoltre, un maggior impiego delle riserve fornite dai nordcoreani potrebbe aver consentito ai russi di immagazzinare il grosso della produzione industriale nazionale di quasi un anno in vista delle massicce offensive previste dallo stato maggiore ucraino già dal mese di maggio ormai alle porte.

 

La dichiarazione della La Commissione Militare Centrale del Partito del Lavoro di Corea

Pubblichiamo la traduzione del documento ufficiale nordcoreano reso noto in lingua inglese da KCNA il 28 aprile.

La Commissione Militare Centrale del Partito del Lavoro di Corea elogia le sottounità di combattimento delle Forze Armate della RPDC per le loro eroiche imprese nelle operazioni di liberazione della regione di Kursk nella Federazione Russa.

La Commissione Militare Centrale del Partito del Lavoro di Corea ha elogiato le sottounità di combattimento delle Forze Armate della Repubblica Popolare Democratica di Corea per le loro eroiche imprese nelle operazioni di repressione e frustrazione della grave violazione della sovranità da parte delle autorità ucraine, che hanno invaso il territorio della Federazione Russa, e di liberazione completa dell’area occupata della regione di Kursk.

La Commissione Militare Centrale del Partito del Lavoro di Corea ha chiarito quanto segue nella sua dichiarazione scritta inviata al Rodong Sinmun e all’Agenzia di Stampa Centrale Coreana il 27 aprile:

Le operazioni di liberazione della regione di Kursk per respingere l’audace invasione della Federazione Russa da parte delle autorità ucraine si sono concluse vittoriosamente.

Le sottounità delle nostre forze armate, che hanno partecipato alle operazioni di liberazione della zona di Kursk, su ordine del Capo di Stato della Repubblica Popolare Democratica di Corea, hanno pienamente dimostrato il loro elevato spirito combattivo e la loro tempra militare, dando un contributo significativo all’annientamento delle forze neonaziste ucraine e alla liberazione del territorio della Federazione Russa, dimostrando eroismo di massa, ineguagliabile coraggio e spirito di sacrificio.

È motivo di orgoglio per il nostro Stato e di grande dignità per il nostro popolo avere soldati così eccellenti.

La conclusione vittoriosa delle operazioni di liberazione della zona di Kursk rappresenta una vittoria della giustizia sull’ingiustizia e, allo stesso tempo, un nuovo capitolo della storia, che ha dimostrato il massimo livello strategico della solida amicizia militante tra la RPDC e la Russia, nonché l’alleanza e le relazioni fraterne tra i popoli dei due Paesi.

Grazie alla preziosa vittoria ottenuta dagli eserciti della RPDC e della Russia, combattendo fianco a fianco nella stessa trincea, si è conclusa l’occupazione della zona di Kursk da parte dell’esercito ucraino, durata quasi nove mesi, e l’avventuroso tentativo politico e militare delle forze occidentali e delle autorità ucraine di sventare le operazioni militari speciali della Russia è stato frustrato.

La Commissione Militare Centrale del Partito del Lavoro di Corea esprime le più sentite e sentite congratulazioni ai comandanti del gruppo per le operazioni speciali e a tutti gli ufficiali, sottufficiali e soldati delle sottounità di combattimento che, partecipando alle operazioni per la liberazione della zona di Kursk, hanno difeso il prezioso onore del nostro esercito e compiuto imprese immortali, da scrivere a lettere d’oro nella storia dello sviluppo delle relazioni tra RPDC e Russia.

Le autorità ucraine, presentandosi come avanguardia e brigata d’assalto delle potenze imperialiste nel tentativo di infliggere una sconfitta strategica alla Russia, lanciarono un vigoroso attacco a sorpresa sulla Russia continentale nell’agosto del 2024, arruolando decine di migliaia di truppe d’élite dotate di armi all’avanguardia di fabbricazione occidentale e di altri equipaggiamenti da combattimento e tecnici con la sinistra intenzione di ribaltare la situazione di guerra, che le aveva gettate in una spirale discendente, e occuparono un’area di oltre 1.200 chilometri quadrati nella regione di Kursk, riducendo in rovina molti quartieri residenziali e uccidendo senza pietà molti abitanti pacifici.

Le sconsiderate mosse militari delle forze ostili, che violavano violentemente la sovranità nazionale e la sicurezza della Russia, Paese fratello, costituivano una minaccia per il raggiungimento della causa comune della RPDC e della Russia per la realizzazione della giustizia internazionale e la difesa della pace globale contro le pratiche autoritarie e arbitrarie dell’imperialismo, e una grave sfida all’amicizia militante e all’unità tra gli eserciti e i popoli dei due Paesi.

Sulla base dell’analisi e della valutazione che la situazione prevalente fosse conforme all’articolo 4 del trattato di partenariato strategico globale concluso tra la Repubblica Popolare Democratica di Corea e la Federazione Russa, il compagno Kim Jong Un ha deciso la partecipazione delle nostre forze armate alla guerra, ne ha informato la parte russa e, in conformità con l’accordo, ha emesso un ordine della Commissione Militare Centrale del Partito dei Lavoratori di Corea per le sottounità da combattimento delle forze armate della Repubblica al fine di annientare e annientare gli occupanti neonazisti ucraini e liberare la regione di Kursk in cooperazione con le forze armate russe.

Nel prendere la decisione di far partecipare le sottounità da combattimento delle nostre forze armate alla guerra, il compagno Kim Jong Un l’ha definita una missione sacra per consolidare ulteriormente, in modo saldo come una roccia, la tradizionale amicizia e solidarietà tra la RPDC e la Russia, garantendo lo sviluppo e la prosperità dei due Paesi e difendendo l’onore della Repubblica Popolare Democratica di Corea.

Le attività militari delle forze armate della Repubblica condotte nel territorio della Federazione Russa sono pienamente conformi a tutte le disposizioni e allo spirito della Carta delle Nazioni Unite e di altre leggi internazionali, nonché al Trattato sul partenariato strategico globale tra la RPDC e la Russia, e costituiscono un valido esempio e un paradigma eccellente della più fedele espressione di azione per la loro attuazione.

Su ordine del Capo di Stato, le sotto-unità delle forze armate della Repubblica hanno considerato il territorio della Russia come quello del proprio Paese e hanno dimostrato la salda alleanza tra la RPDC e la Russia, registrando storie leggendarie di imprese militari con la loro elevata volontà di difesa, lo spirito di lotta e le azioni di combattimento concrete accompagnate dal sacrificio.

In occasione della liberazione di Kursk, il compagno Kim Jong Un ha sottolineato in particolare quanto segue:

“Coloro che hanno combattuto per la giustizia sono tutti eroi che rappresentano l’onore della loro patria. In commemorazione dell’eroismo e del coraggio dimostrati dai fieri figli della Repubblica Popolare Democratica di Corea, un monumento alle loro gesta in battaglia sarà presto eretto nella nostra capitale e, davanti alle lapidi dei soldati caduti, saranno deposti fiori in segno di rispetto e di lutto per la loro immortalità.

Lo spirito combattivo e l’eroismo dei soldati, che hanno dimostrato il grande nome dei potenti e la gloria dei vincitori, brilleranno per sempre sull’alta piattaforma del rispetto e dell’onore, generazione dopo generazione.

La patria dovrebbe tramandare per sempre l’anima dei soldati che hanno combattuto per difendere il suo grande onore e adottare importanti misure statali per trattare e prendersi cura in modo speciale e preferenziale delle famiglie dei coraggiosi soldati che hanno partecipato alla guerra.”

Il Capo di Stato della Repubblica Popolare Democratica di Corea ha dichiarato di porgere calorosi saluti militari all’esercito e al popolo russi che hanno ottenuto una grande vittoria.

Il governo della Repubblica Popolare Democratica di Corea considera un onore stringere un’alleanza con uno Stato potente come la Federazione Russa ed è lieto che la partecipazione delle sottounità delle nostre forze armate alla guerra abbia ulteriormente rafforzato i legami militari tra i due Paesi e contribuito alla conduzione di operazioni militari speciali da parte della Russia.

La Commissione Militare Centrale del Partito del Lavoro di Corea è convinta che l’invincibile amicizia militare tra i due Paesi, consolidata a costo del sangue versato sul fuoco delle battaglie, contribuirà notevolmente ad ampliare e sviluppare i futuri rapporti di amicizia e cooperazione tra la RPDC e la Russia sotto tutti gli aspetti, e afferma, su autorizzazione del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea e del governo della Repubblica Popolare Democratica di Corea, che sosterrà invariabilmente e pienamente la sacra causa dell’esercito e del popolo russi anche in futuro, e rimarrà fedele come sempre a qualsiasi azione basata su lo spirito del trattato RPDC-Russia.

@GianandreaGaiani

Foto: TASS, KCNA, Telegram e Ministero Difesa Ucraino

Mappe: ISW, RvVoenkor e Ministero Difesa Russo

 

Leggi anche: 

L’accordo di Partenariato strategico tra la Corea del Nord e la Federazione Russa

 

Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

Login

Benvenuto! Accedi al tuo account

Ricordami Hai perso la password?

Lost Password

Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: