Nuova tranche di stanziamenti dell’European Defence Fund (EDF)

La Commissione europea sta investendo 910 milioni di euro nell’ambito dell’edizione 2024 del Fondo europeo per la Difesa (EDF) per rafforzare l’industria in Europa. Lo ha riportato ieri la Commissione Europea in una nota precisando che questi investimenti – a sostegno di 62 progetti selezionati – mirano a colmare le principali lacune in termini di capacità, come la mobilità delle forze armate e la difesa con droni, attraverso l’innovazione e la collaborazione tra la scienza e l’industria europea. Inoltre, per la prima volta, viene riferito, le industrie della difesa ucraine possono essere associate ai progetti dell’EDF.
“Le proposte selezionate sostengono lo sviluppo di capacità critiche come i sistemi di difesa aerea e missilistica e i velivoli senza pilota, che consentiranno alle forze armate europee di rispondere alle minacce emergenti e proteggere i nostri cittadini, sia rafforzando la nostra difesa collettiva sia supportando i nostri partner, come l’Ucraina, nei loro sforzi per difendersi dalle aggressioni straniere”, ha affermato il commissario per la Difesa e lo Spazio, Andrius Kubilius (nella foto sotto).
La quarta edizione dei bandi dell’EDF ha attirato un numero record di 299 proposte, riunendo 625 entità giuridiche di 25 Stati membri dell’Ue e della Norvegia. Ciò evidenzia il crescente interesse per la cooperazione paneuropea e lo sviluppo congiunto delle capacità di difesa strategica.
“La cooperazione rafforzata tra le industrie della difesa ucraine ed europee si basa sugli sforzi di sensibilizzazione dell’Ufficio per l’innovazione della difesa dell’Ue a Kiev per promuovere legami più stretti e integrare ulteriormente l’Ucraina nella base industriale della difesa europea, rafforzando gli obiettivi comuni di sicurezza e innovazione”, si legge nel documento.
Le Pmi svolgono un ruolo fondamentale nelle proposte selezionate, rappresentando oltre il 38% di tutte le entità partecipanti e ricevendo oltre il 27% del finanziamento totale richiesto dall’Ue. Nei progetti selezionati, oltre 360 milioni di euro sono assegnati a 39 progetti di ricerca e 539 milioni di euro a 23 progetti di sviluppo delle capacità.
Lo stanziamento approvato porta il totale dei fondi EDF a oltre 4 miliardi di euro dal 2021 (2,748 miliardi in sviluppo e 1,315 miliardi in ricerca su un bilancio di 7,3 miliardi di euro per il periodo 2021-2027 tesi a promuovere la collaborazione tra aziende di ogni dimensione e istituti di ricerca in tutta l’Ue e in Norvegia.
“Come evidenziato nel Libro bianco, è essenziale colmare le principali lacune di capacità critiche, come la mobilità delle forze e la difesa con i droni, attraverso l’innovazione e la collaborazione tra scienza e industria europee”, ha spiegato il portavoce alla difesa della Commissione, Thomas Regnier.
Le priorità nei programmi di ricerca dell’EDF sono “strettamente allineate agli obiettivi strategici delineati nel Libro Bianco sulla prontezza della difesa europea entro il 2030 (Readiness 2030) che sottolinea la necessità di un’impennata degli investimenti“.
A questa edizione dei bandi dell’EDF sono state presentate 299 proposte, riunendo 625 entità giuridiche di 25 Stati membri dell’Ue e la Norvegia.
“Le proposte selezionate sostengono lo sviluppo di capacità critiche come i sistemi di difesa aerea e missilistica e i velivoli senza pilota, che consentiranno alle forze armate europee di rispondere alle minacce emergenti e proteggere i nostri cittadini”, ha aggiunto Kubilius.
Tra i progetti cui partecipano aziende italiane citiamo:
- ENGRTII che punta a sviluppare la prossima generazione di elicotteri europei entro il 2030 EUROSWEEP per lo sviluppo di un sistema di dragaggio delle mine per proteggere le grandi navi commerciali e quelle di rifornimento militare;
- BEAST potenzierà le tecnologie dei sistemi missilistici avanzati europei
- SENTINEL sviluppa l’efficienza operativa e l’autonomia tattica degli accampamenti e delle operazioni militari
- INNOSWAMP produrrà un sistema innovativo di prefiltrazione dell’acqua per applicazioni di difesa “facilmente utilizzabile in ambienti militari”
- VEODDA punta a realizzare un prototipo dimostrativo di una soluzione di cybersecurity basata sulla tecnologia blockchain per garantire la veridicità dei dati di osservazione della Terra da una prospettiva end-to-end;
- READYMED Europe creerà una piattaforma di formazione medica militare per il personale medico e paramedico
- EPW Fase 2 fornirà comunicazioni satellitari sicure agli Stati Ue
- METASTEALTH che sta sviluppando materiali stealth di nuova generazione (invisibili ai radar)
- il progetto ucraino SMALL UAS si concentra sui sistemi aerei senza pilota avanzati basati sull’intelligenza artificiale.
Più spese per la Difesa svincolate dal Rapporto Deficit/PIL
Se i fondi EDF non sono certo una novità per l’Europa, anche se i media in questi giorni ne hanno enfatizzato il significato, una novità più consistente riguarda invece il fatto che 16 nazioni della UE, secondo la presidenza polacca di turno del Consiglio Ue, hanno deciso di chiedere l’attivazione della clausola nazionale di sospensione del Patto di stabilità, dal 2025 al 2028, per poter aumentare (fino all’1,5 del Pil) il margine di bilancio da dedicare alla spesa per la Difesa senza incorrere nelle procedure Ue per deficit eccessivo.
Un comunicato diramato la sera del 30 aprile a Bruxelles dal Consiglio Ue riferisce che le richieste sono arrivate finora da Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Grecia, Croazia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Polonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia e Finlandia, con una notevolissima accelerazione nelle ultime ore, visto che a fino a mezzogiorno i paesi interessati erano ufficialmente solo cinque.
Un altro comunicato della Commissione europea, riferiva invece di una lista di soli 12 paesi che avevano fatto richiesta (Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Grecia, Ungheria, Lettonia, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Slovenia).
Fonti della presidenza del Consiglio Ue hanno spiegato che quattro paesi non hanno ancora presentato formalmente la richiesta di attivazione della clausola, ma hanno espresso comunque l’intenzione di farlo a breve.
La Commissione aveva fissato informalmente la mezzanotte di oggi come scadenza indicativa, e quindi non tassativa, per presentare le richieste, in modo da poterle esaminare e proporre per l’approvazione formale al Consiglio Ue entro un mese, a inizio giugno. Il via libera finale del Consiglio Ecofin dovrebbe arrivare dopo un altro mese, all’inizio di luglio. Per ora Italia e Francia non sembrano avere intenzione di ricorrere alla clausola nazionale di sospensione, ma potrà comunque chiedere di farlo nei prossimi anni, se lo considererà opportuno.
Sul piano politico non mancano le perplessità, specie tra i paesi già afflitti da un forte debito, poiché se è vero che tali spese non verranno computate nel rapporto Deficit/Pil fino al 2028 è altrettanti evidente che i debiti contratti resteranno ne bilancio anche negli anni successivi in cui la UE potrebbe non rinnovare tale clausola.
Inoltre, come Analisi Difesa ha più volte sottolineato, le attuali condizioni industriali, energetiche e di reperimento di materie prime ed esplosivo rendono i prodotti militari realizzati in Europa eccessivamente costosi per costituire un investimento sostenibile.
Foto: Commissione Europea

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