Indonesia e Russia rafforzano le relazioni militari

 

Il 9 maggio 2025, il ministro della Difesa indonesiano Sjafrie Sjamsoeddin è stato a Mosca per partecipare alle celebrazioni dell’80° anniversario della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale, un evento carico di simbolismo per la Russia di Vladimir Putin. Ma dietro il protocollo diplomatico e le parate in Piazza Rossa, la visita di Sjamsoeddin si inserisce in un contesto più ampio e strategico: il consolidamento della cooperazione militare tra Giacarta e Mosca in un Indo-Pacifico sempre più conteso.

Le dichiarazioni dello stesso ministro indonesiano e le indiscrezioni emerse negli ultimi mesi suggeriscono che questo viaggio non sia solo un atto di cortesia, ma un tassello di una relazione che si sta intensificando, con implicazioni significative per gli equilibri regionali e globali. Di seguito, un’analisi approfondita nello stile di Fulvio Scaglione, che intreccia contesto geopolitico, dettagli strategici e riflessioni sulle dinamiche di potere.

Un anniversario e un’opportunità strategica

La presenza di Sjafrie Sjamsoeddin a Mosca il 9 maggio, come confermato da fonti diplomatiche russe, non è un evento isolato. L’Indonesia, sotto la presidenza di Prabowo Subianto, sta perseguendo una politica estera di “hedging attivo”, una strategia che bilancia relazioni con grandi potenze come Stati Uniti, Cina e Russia, mantenendo un’autonomia strategica in un contesto globale polarizzato.

La scelta di inviare il ministro della Difesa a un evento simbolico come il Giorno della Vittoria – che celebra la sconfitta del nazismo nel 1945 – è un gesto che va oltre il cerimoniale. Per la Russia, è un’occasione per rafforzare la propria narrazione di potenza globale e attrarre partner nel Sud Globale, mentre per l’Indonesia rappresenta un’opportunità per consolidare legami con un attore chiave nel settore della difesa, senza compromettersi con alleanze esclusive.

Le celebrazioni del 9 maggio sono un momento di grande rilevanza per Mosca, che le utilizza per proiettare forza e coesione, soprattutto in un periodo di tensioni con l’Occidente. La presenza di Sjamsoeddin, figura di spicco del governo indonesiano e fedelissimo di Prabowo, segnala che Giacarta considera la Russia un partner strategico, non solo per ragioni militari, ma anche per diversificare le sue opzioni in un contesto regionale segnato da rivalità crescenti.

L’Indo-Pacifico, infatti, è teatro di una competizione sempre più accesa tra Stati Uniti, Cina e i loro rispettivi alleati, con l’Indonesia al centro di questo “grande gioco asiatico” come potenza emergente e leader dell’ASEAN.

Cooperazione militare: un dossier aperto

La visita di Sjamsoeddin a Mosca si inserisce in un percorso di cooperazione militare tra Indonesia e Russia che ha radici profonde, ma che negli ultimi anni ha conosciuto alti e bassi. Un esempio emblematico è il negoziato per l’acquisto di caccia Sukhoi Su-35, un contratto discusso per anni ma mai finalizzato a causa di pressioni occidentali, in particolare da parte degli Stati Uniti, che temevano un avvicinamento eccessivo di Giacarta a Mosca. L’ambasciatore indonesiano in Russia, Jose Tavares, ha più volte ribadito che l’accordo non è stato cancellato, ma solo “posticipato”, sottolineando che l’Indonesia intende mantenere una politica di approvvigionamento militare diversificata, includendo fornitori come Russia, Stati Uniti e Cina.

Un episodio recente ha riacceso i riflettori su questa relazione. A febbraio 2025, il presidente indonesiano Prabowo Subianto ha incontrato Sergei Shoigu, allora segretario del Consiglio di Sicurezza russo, per discutere di cooperazione militare e investimenti russi nel fondo sovrano indonesiano Danantara.

In quell’occasione, secondo fonti di intelligence, Mosca avrebbe avanzato la richiesta per utilizzare la base aerea di Manuhua, sull’isola di Biak, per dislocare bombardieri Tupolev Tu-95 e aerei da trasporto Il-76. La base, strategicamente posizionata a circa 1.360 chilometri da Darwin (Australia) e 1.900 chilometri da Guam (roccaforte americana), rappresenterebbe un avamposto ideale per la Russia per condurre operazioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione nell’Indo-Pacifico, disturbando le esercitazioni australiane e monitorando i movimenti americani.

La notizia ha suscitato un’immediata reazione da parte di Stati Uniti e Australia, con il ministro della Difesa australiano Richard Marles che ha dichiarato di aver ricevuto assicurazioni da Sjamsoeddin sull’infondatezza della richiesta russa. Tuttavia, l’ambasciatore russo a Giacarta, Sergei Tolchenov, ha alimentato l’ambiguità, sottolineando che la cooperazione militare tra Russia e Indonesia è “parte integrante” delle relazioni bilaterali e non rappresenta una minaccia per terzi. Questa ambiguità riflette la strategia indonesiana: mantenere aperte tutte le porte, senza impegnarsi pienamente con nessuno.

Il contesto regionale

L’Indonesia di Prabowo Subianto si trova in una posizione delicata. Con una popolazione di oltre 270 milioni di abitanti e un’economia in crescita (sebbene le proiezioni per il 2025 siano inferiori alle ambizioni dell’8% annuo), Giacarta aspira a essere una potenza regionale influente.

Tuttavia, la sua posizione geografica la rende una “scacchiera” nel grande gioco geopolitico, come evidenziato da analisti. La cooperazione con la Russia, in questo senso, è un modo per diversificare le alleanze e ridurre la dipendenza da Stati Uniti e Cina, che competono per l’egemonia nell’Indo-Pacifico.

Gli Stati Uniti considerano l’Indonesia un partner chiave nella loro strategia per un “Indo-Pacifico libero e aperto”, ma le recenti mosse di Giacarta – come l’istituzione di un dialogo “2+2” con la Cina nel aprile 2025, che ha coinvolto Sjamsoeddin e il ministro degli Esteri Sugiono – hanno sollevato preoccupazioni a Washington.

Allo stesso tempo, l’Indonesia sta rafforzando i legami con il Giappone, con cui ha discusso la costruzione di una nave da guerra per la Marina indonesiana, in risposta alle tensioni con la Cina nel Mar Cinese Meridionale.

Questa strategia di “equilibrio multipolare” permette a Giacarta di massimizzare i benefici economici e militari, ma comporta rischi: un avvicinamento eccessivo alla Russia potrebbe irritare Stati Uniti e Australia, mentre una cooperazione troppo stretta con la Cina potrebbe alienare partner ASEAN come Vietnam e Filippine.

 

Le implicazioni tra opportunità e rischi

Per la Russia, la visita di Sjamsoeddin è un’opportunità per consolidare la sua influenza nel Sud Globale, in un momento in cui le sanzioni occidentali hanno limitato il suo accesso ai mercati tradizionali. L’Indonesia, con la sua posizione strategica e il suo peso nell’ASEAN, è vista come un “ponte” per espandere la presenza russa in Asia. La cooperazione militare, che include non solo la possibile fornitura di armamenti ma anche esercitazioni congiunte e condivisione di tecnologie, è un pilastro di questa strategia.

L’ambasciatore Tolchenov ha enfatizzato che tale cooperazione è volta a “rafforzare le capacità difensive” di entrambi i paesi, ma è evidente che Mosca mira a utilizzare l’Indonesia come avamposto per proiettare influenza nell’Indo-Pacifico.

Per l’Indonesia, il rafforzamento dei legami con la Russia offre vantaggi concreti: accesso a tecnologie militari a prezzi competitivi, diversificazione delle fonti di approvvigionamento e un contrappeso strategico alle pressioni di Stati Uniti e Cina. Tuttavia, questa strategia comporta rischi significativi.

Le pressioni occidentali, già evidenti nel caso dei Sukhoi Su-35, potrebbero intensificarsi, con potenziali ripercussioni economiche, come dazi più severi sulle esportazioni indonesiane. Inoltre, un avvicinamento a Mosca potrebbe complicare i rapporti con partner ASEAN più filo-occidentali, come Singapore, e alimentare tensioni interne, dato il delicato equilibrio tra modernizzazione e sensibilità religiose in un paese a maggioranza musulmana.

Un gioco di equilibrio nel “grande gioco asiatico”

La visita di Sjafrie Sjamsoeddin a Mosca il 9 maggio 2025 non è solo un omaggio alla storia, ma un capitolo di una partita più ampia, in cui l’Indonesia cerca di affermarsi come attore autonomo in un Indo-Pacifico conteso. La cooperazione militare con la Russia, pur limitata rispetto a quella con Stati Uniti o Cina, è un segnale della volontà di Giacarta di non allinearsi a nessun blocco. Tuttavia, come in ogni gioco di equilibrio, il margine di errore è sottile. Un passo falso potrebbe trasformare l’Indonesia da giocatore a pedina, intrappolata tra le ambizioni delle grandi potenze.

La presenza di Sjamsoeddin alla parata del Giorno della Vittoria sarà osservata con attenzione da Washington, Pechino, Canberra e Tokyo. Ogni stretta di mano, ogni dichiarazione, sarà scrutata per cogliere segnali di un possibile riallineamento. In un mondo frammentato, dove le alleanze sono fluide e gli interessi nazionali prevalgono, l’Indonesia di Prabowo e Sjamsoeddin sta giocando una partita ad alto rischio, con l’ambizione di emergere come potenza regionale senza perdere la propria bussola strategica. Come sempre, nel “grande gioco asiatico”, il futuro è un mosaico di opportunità e insidie, dove ogni mossa conta.

Foto: X/ Sjafrie Sjamsoeddin, UAC e Ministero Difesa Russo

 

Giuseppe GaglianoVedi tutti gli articoli

Nel 2011 ha fondato il Network internazionale Cestudec (Centro studi strategici Carlo de Cristoforis) con sede a Como, con la finalità di studiare in una ottica realistica le dinamiche conflittuali delle relazioni internazionali ponendo l'enfasi sulla dimensione della intelligence e della geopolitica alla luce delle riflessioni di Christian Harbulot fondatore e direttore della Scuola di guerra economica (Ege). Gagliano ha pubblicato quattro saggi in francese sulla guerra economica e dieci saggi in italiano sulla geopolitica.

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