La crisi finanziaria dell’Ucraina

 

Il ministro delle Finanze ucraino Serhiy Marchenko ha dichiarato il 5 giugno che il suo dicastero sta preparando uno scenario alternativo per il bilancio statale 2026-2028 che tenga conto della possibile prosecuzione del conflitto con la Russia per l’intero 2026.

Il ministro lo ha dichiarato durante un intervento al Parlamento. Marchenko ha spiegato che il ministero non è’ riuscito a completare in tempo utile, entro il 1° giugno, la bozza della Dichiarazione di bilancio pluriennale. Il quadro di riferimento resta il programma con il Fondo Monetario Internazionale, che nello scenario base prevede una riduzione del deficit di bilancio ucraino dal 19,4 per cento nel 2024 al 9,9 per cento nel 2026.

Un obiettivo che implicherebbe un taglio delle spese pubbliche pari a “centinaia di miliardi” di grivnie. Il ministro ha chiarito che, sebbene la situazione si sia leggermente stabilizzata grazie a nuovi negoziati, “pragmaticamente stiamo preparando due scenari: quello base e uno alternativo, che prevede la continuazione delle ostilità fino alla fine del 2026”

Il 4 giugno l’agenzia di rating S&P Global ha declassato da CC a D (default) i titoli obbligazionari ucraini legati al prodotto interno lordo, dopo il mancato pagamento di 665 milioni di dollari dovuto il 2 giugno.

Lo riferisce un rapporto dell’agenzia. “Non prevediamo il pagamento durante il periodo di grazia previsto dal contratto, pari a dieci giorni lavorativi, data la moratoria imposta dal governo su queste obbligazioni, a meno che non vengano ristrutturate”, si legge nella nota. S&P ha confermato i rating sovrani in valuta estera a SD/SD (default selettivo) e in valuta nazionale a CCC+/C, con outlook stabile.

Le prospettive riflettono, secondo l’agenzia, l’impegno del governo a mantenere il servizio del debito in grivnie per proteggere le banche nazionali, principali detentrici di titoli pubblici. I titoli legati al Pil, emessi nel 2015, prevedono pagamenti extra agli investitori qualora la crescita economica superi il 3 per cento. Il pagamento del 31 maggio era legato a una crescita del 5,5 per cento registrata nel 2023.

Tuttavia, Kiev ha invocato una moratoria sui pagamenti, in attesa della ristrutturazione. Lo scorso aprile sono falliti i negoziati tra l’Ucraina e un gruppo di creditori privati – in gran parte hedge fund – per ristrutturare 2,6 miliardi di dollari di debito. “I titoli legati al PIL sono stati concepiti per un mondo che non esiste più”, aveva commentato allora il ministro delle Finanze Serhiy Marchenko.

Lo stesso giorno il vicepremier ucraino Oleksiy Chernyshov ha affermato che “se abbiamo intenzione di raddoppiare il PIL entro 10 anni dalla fine della guerra, e non credo sia un record mondiale farlo, penso che sia abbastanza realizzabile, allora dovremmo aggiungere 4 milioni di persone al mercato del lavoro. Questo è il nostro calcolo. È un dato di fatto che abbiamo bisogno di più persone in Ucraina, ovviamente a condizione che la situazione sia stabile e che la guerra sia finita, e avremmo sicuramente bisogno di sviluppare il mercato del lavoro, perché solo un’economia forte può aprire la strada al futuro successo dell’Ucraina e alla sua integrazione nell’Unione Europea“.

Chernyshov ha aggiunto nella conferenza stampa sul futuro dei rifugiati ucraini nella sede della Commissione europea che “è importante sapere che ci sarà un periodo di tempo di circa 12 mesi dopo la scadenza dello status di protezione temporanea, dovrebbe esserci un periodo di transizione in modo che le persone non debbano preoccuparsi di come finirà. Non accadrà per caso. Tutto sarà preparato e prepareremo le strade affinché gli ucraini possano tornare a casa sfruttando questa opportunità. Vorrei sottolineare che abbiamo un disperato bisogno degli ucraini di tornare a casa una volta finita la guerra. Dobbiamo sviluppare l’economia Ucraina”.

 

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