Con la jv LBA Systems, Leonardo e Baykar guardano al mercato mondiale

 

Con la firma fra l’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, ed il presidente e chief tecnology officer di Baykar Technologies, Selçuk Bayraktar, il primo giorno del salone internazionale di Parigi-Le Bourget, è stata costituita la joint-venture paritetica LBA Systems per la creazione di un player di riferimento nel campo delle tecnologie per velivoli a pilotaggio remoto o unmanned.

La nuova joint-venture avrà sede legale ed operativa in Italia e sfrutterà i siti di Leonardo e di Baykar per le attività di sviluppo tecnologico, progettazione, ingegneria, certificazione, produzione, assemblaggio e supporto dei velivoli unmanned e capacità che la stessa società proporrà e fornirà su un mercato emergente che è stato valutato in circa 100 miliardi di euro a livello mondiale, a partire dalle Forze Armate Italiane, seguite da quelle europee.

Come hanno ricordato i due rappresentanti dei due gruppi, lo creazione della nuova JV è frutto di una partnership che si è creata soltanto pochi mesi orsono, a partire dal settembre 2024, e che ha visto uno sviluppo molto rapido, quasi a tappe forzate, per soddisfare al più presto le esigenze di un mercato come quello europeo, ma non solo, dove c’è esigenza di entità produttive capaci di sviluppare, produrre e soddisfare mezzi aerei e non solo unmanned in grandi quantità e con la giusta tecnologia.

Il rappresentante di Baykar ha inoltre ricordato come l’accordo preveda anche l’esplorazione di ulteriori aree di collaborazione, dalla cooperazione commerciale sulle rispettive piattaforme a iniziative congiunte all’interno di ecosistemi digitali multi-dominio, all’ambito spaziale che coinvolge entrambi i gruppi.

In questa joint-venture che fonda le sue basi su di un Memorandum of understanding (MoU) firmato dai due rappresentanti a Roma lo scorso marzo alla presenza del Primo Ministro italiano Giorgia Meloni e del Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ed una successiva attività accelerata con un Heads of Terms siglato lo scorso aprile ed il lavoro frenetico di working group congiunti nei settori tecnici, industriali e di marketing e vendite, per definire le rispettive aree di competenza e fornitura degli equipaggiamenti di bordo.

Baykar fornirà il know-how, gli sviluppi e la capacità produttiva legate ai suoi prodotti di punta, in particolare della piattaforma monomotore armata per impiego imbarcato Bayraktar TB3 e bimotore a lunga autonomia e da alta quota Bayraktar Akinci per iniziare, ma anche successivamente di altre piattaforme già esistenti come il velivolo da combattimento unmanned a getto Kizilelma o di nuovo sviluppo.

Insieme a Leonardo integrerà i carichi paganti rappresentati dai prodotti di ultima generazione del gruppo italiano costituiti da sensori, sistemi di controllo del volo, sistemistica per le comunicazioni e trasmissioni dati, ed in generale avionica e commando e controllo che sfrutta l’intelligenza artificiale.

Senza dimenticare l’implementazione della capacità di cooperazione tra i sistemi pilotati e non (Manned-Unmanned Teaming) e di impiego in sciame (swarming) sempre grazie all’intelligenza artificiale, ed il coinvolgimento nelle attività di qualificazione e certificazione.

La JV ha già un management iniziale ed una struttura molto snella che sfrutta le capacità ed infrastrutture e personale dei due gruppi in modo da porter essere operativa immediatamente con alla guida un CEO che arrivata da Leonardo, Francesco Sabatini, ed un Presidente espressione di Baykar, Haluk Bayraktar, già CEO di Baykar.

“Con un workshare che è stato definito in tutti i suoi dettagli”, ha specificato Cingolani, le due anime della nuova JV sono coinvolti nell’integrazione dei payload (carichi paganti) come sensori, sistemi di controllo del volo, radar, avionica, ed ogni altro equipaggiamento richiesto dal mercato a bordo in particolare dei due velivoli Akinci e TB3 che sono esposti al salone.

“Una delle più importanti sfide che ci accingiamo ad affrontare, sarà portare a termine le attività di volo in modo completamento automatico di un velivolo unmanned dal ponte di una portaerei della Marina Militare italiana. Tale attività dovrebbe essere completata nel più breve tempo possibile, entro la fine dell’anno e comunque al più presto. Si tratta di una dimostrazione estremamene importante dell’efficacia dei nostri sforzi,” ha rivelato il CEO di Leonardo.

Sebbene quest’ultimo non abbia fornito ulteriori dettagli, la macchina Bayraktar TB3, che è stata progetta per il decollo e l’atterraggio in modo completamente automatico su unità dotate di ponte di volo continuo come portaerei e unità anfibie, ha recentemente completato 100 sortite operando dall’ammiraglio della flotta della Marina turca, la nave d’assalto anfibio Anadolu, per un totale di 1167 ore ed 8 minuti, che comprendono anche l’attività di test a terra per complessive 709 sortite.

“Al tempo stesso ci stiamo preparando per la certificazione delle nuove macchine, prima in Italia e poi in Europa,” ha rimarcato Selçuk Bayraktar il rappresentante di Baykar. Secondo quanto dichiarato dai due rappresentanti, l’attività d’integrazione della nuova sistemistica di Leonardo sulle macchine Baykar dovrebbe richiedere circa un anno almeno per una nuova versione basica. “E’ molto verosimile che il 2026 sia l’anno in cui potremo iniziare le attività di certificazione in Italia, per poi estenderla in Europa” .

Queste sono le tappe fondamenti, hanno rimarcato i due rappresentanti affinché la JV possa entrare sul mercato il più presto possibile, in un momento in cui in Europa mancano le capacità di grande produzione di velivoli senza pilota di diversa tipologia e sistemistica di missione.

Per quanto riguarda la produzione, le due macchine verranno assemblate in Italia principalmente su due siti, ma come riportato nel corso della conferenza stampa e sul comunicato altri siti verranno coinvolti nelle attività della JV.

A partire da Torino per le attività di ingegneria e certificazione e Roma Tiburtina per lo sviluppo delle tecnologie integrate multi-dominio, a cui s’affiancano siti per ricerca e sviluppo congiunti in Italia e Turchia. Grottaglie sarà coinvolta per l’attività di ricerca e sviluppo legata ai materiali compositi. Secondo quanto riportato da Cingolani in occasione della conference call sui risultati del primo trimestre del 2025, l’attività della JV porterà significative opportunità di produzione per quanto riguarda i siti produttivi coinvolti nelle aerostrutture del gruppo, potendone diventare il principale fornitore per la componentistica strutturale.

I siti per l’assemblaggio dei velivoli con relative componentistica proveniente dai due gruppi sono stati indicati rispettivamente in Ronchi dei Legionari, centro d’eccellenza per il settore unmanned di Leonardo dove è concentrata l’attività sulle famiglie di UAV Falco e di bersagli Mirach, ed il sito di Piaggio Aerospace presso Villanova d’Albenga. I complessi aziendali delle due società, Piaggio Aero Industries e Piaggio Aviation, che fanno capo a Piaggio Aerospace   sono stati oggetto del contratto preliminare di cessione al gruppo Baykar lo scorso gennaio 2025, dopo che il medesimo è stato prescelto per acquisire e rilanciare Piaggio Aerospace.

Tale percorso ha avuto un’accelerata decisiva con il via libera del Governo Italiano alla Golden Power lo scorso giugno. Mentre presso Ronchi dei Legionari sarà concentrata l’attività sul velivolo Bayraktar TB3 ed altra attività su prodotti Leonardo, Villanova d’Albenga è stata prescelta per la piattaforma più grande Bayraktar Akinci.

Il CEO di Leonardo ha preferito non fornire informazioni su quali sistemi forniti dal gruppo italiano saranno integrati sulle macchine di Baykar perchè ancora in fase di studio ed analisi, ma due cartelloni esposti vicino ai velivoli al salone di Parigi presentavano la panoplia di equipaggiamento che potrebbe essere imbarcato da parte di Leonardo.

Per entrambi i velivoli è riportata un’avionica con la software defined radio (SDR) SRT-800 e l’IFF 428, ed i sistemi di gestione della missione ATOS di Leonardo e non specificata di Baykar mentre per quanto riguarda la sensoristica erano riprodotti il sistema di sorveglianza elettro-ottica/immagine termica LEOSS-T, i radar per la sorveglianza del campo di battaglia e marittimo Gabbiano T-80UL e Osprey 20/30 e più capaci Sespray 7500 ed Osprey 55 (questi ultimi per l’Akinci), nonché il sistema di sorveglianza elettronica SAGE e di gestione ed elaborazione dei segnali delle boe acustiche Ulisses nonché la comune suite per l’autoprotezione Brite Storm.

A questi s’aggiungono il sistema di protezione contro minacce all’infrarosso MAIR e l’interrogatore IFF SIT 436 per la macchina più grande, che vede anche il potenziale imbarco del radar multifunzionale AESA Grifo-E in sostituzione di un prodotto turco.

Nel corso della conferenza non è stato esclusa la possibilità di coinvolgere terzi fornitori di sistemistica e sistemi d’arma, rispondendo a domande sull’integrazione di equipaggiamenti di produzione turca.

Foto Baykar e Leonardo

 

Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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