I Mangusta tornano a Mogadiscio per fermare l’offensiva di al-Shabab

Trenta anni dopo l’ultimo impiego degli elicotteri da combattimento italiani A-129 in Somalia, i Mangusta tornano a volare nei cieli dell’ex colonia italiana dell’Africa Orientale con la fornitura da parte di Ankara di 3 elicotteri T-129 Atak (sviluppo realizzato dalla Turkish Aerospace Industries dell’A-129 di AgustaWestland/Leonardo) al Somali National Army (SNA).
I tre Atak sono arrivati a Mogadiscio nella prima settimana di giugno, insieme a due elicotteri utility non identificati per la Marina somala, nell’ambito di un accordo bilaterale di difesa firmato nel febbraio 2024, che ha permesso alla Turchia di stabilire una presenza navale a Mogadiscio oltre alla base di Camp Turksom, istituita nella capitale somala nel 2017, in grado di ospitare fino a 3mila militari e che da allora ha visto addestrare circa 16.000 soldati somali.
Sei aerei cargo A400M Atlas delle forze aeree turche e un aereo da trasporto C-17 Globemaster III dell’Aeronautica del Qatar sono stati segnalati a Mogadiscio nella prima settimana di giugno, in quelli che si ritiene siano stati i voli di consegna degli elicotteri e di altri mezzi militari.
La Turchia ha addestrato i piloti somali all’impiego dei T-129 nell’ultimo anno e gli elicotteri sembra siano stati già impiegati per colpire obiettivi della milizia qaedista al-Shabaab, conferendo all’esercito somalo una capacità di attacco di precisione che finora non possedeva. Il sito specializzato sudafricano DefenceWeb ha rivelato che gli Atak sono stati visti sorvolare Mogadiscio e altre aree del Paese, suggerendo che vi siano basi già predisposte per accoglierli e sostenerli almeno nel centro e nel sud del paese africano.
“La consegna degli elicotteri Atak alla Somalia è un’indicazione che Ankara non mira solo a trasferire armi, ma anche a costruire una capacità bellica integrata per la Somalia”, ha dichiarato una fonte a Türkiye Today aggiungendo che non è escluso che Ankara possa fornire anche artiglieria all’SNA..
Il T-129 Atak è basato sull’Agusta A129 Mangusta, ma è dotato di avionica, software di missione e sistemi d’arma sviluppati in Turchia. Il T129 è alimentato da due motori LHTEC CTS800-4A ed è equipaggiato con un cannone rotante a tre canne da 20 mm. Può trasportare missili come il missile anticarro Roketsan UMTAS e i missili a guida laser CIRIT da 70 mm.
Gli ATAK 129 turchi si sono distinti nelle operazioni militari contro le milizie curde e arabe in Iraq e Siria.
L’Esercito Italiano impiego i Mangusta in Somalia nel corso delle Operazioni Ibis 1 e Ibis 2 nel 1993 e 1994 e nell’operazione con cui tra gennaio e marzo 1995 il 26° Gruppo Navale partecipò allo sforzo multinazionale a guida statunitense (Operazione United Shield) teso ad evacuare gli ultimi 8mila caschi blu della missione UNOSOM 2 dalla Somalia. In quell’occasione gli A-129 Mangusta operarono da bordo della portaeromobili Garibaldi.
Cresce il supporto turco alla Somalia
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato al presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud che il sostegno della Turchia alla Somalia nelle attività antiterrorismo continuerà e sarà ulteriormente ampliato, secondo una dichiarazione rilasciata dalla presidenza turca.
La Turchia schiera circa 500 militari in Somalia nell’ambito degli sforzi a supporto dell’esercito somalo. Diversi velivoli senza pilota (UAV) turchi Bayraktar TB2 e Akinci sono utilizzati a supporto delle forze armate turche e somale.
Almeno due droni Akinci sono stati consegnati a marzo, mentre i TB2 sono in servizio presso l’Esercito Nazionale Somalo dal 2022 e sono stati utilizzati contro al-Shabaab. La Turchia continua a rafforzare il suo ruolo in Somalia anche in termini economici: dopo aver ricostruito porto e aeroporto e assicurato l’illuminazione urbana della capitale, Ankara ha recentemente firmato un accordo di esplorazione energetica.
“Le truppe turche sono presenti esclusivamente per proteggere le risorse turche e per addestrare e consigliare le forze somale. Affronteranno al-Shabaab solo se assolutamente necessario e per autodifesa”, aveva dichiarato nel maggio scorso a Middle East Eye una fonte anonima a conoscenza delle operazioni turche in Somalia.
Il nuovo contingente turco comprende 300 membri delle forze speciali (commando d’élite Gorgor dell’SNA e membri delle forze paramilitari Haramcad) e 200 addetti alla logistica e alle operazioni con i droni che opereranno con circa 300 militari delle forze speciali somale addestrate dai consiglieri militari turchi nella base di Camp Turksom.
In base all’accordo di cooperazione militare rinnovato nel 2024 la presenza militare turca potrebbe raggiungere i 2.500 militari entro il 2026.
La Turchia sta rafforzando la sua presenza mentre la Missione di Supporto e Stabilizzazione dell’Unione Africana in Somalia (AUSSOM) fatica a decollare. Le Nazioni Unite, che hanno accettato di finanziare il 75% delle operazioni dell’AUSSOM, stanno cercando di ottenere 41,6 milioni di dollari di ulteriore supporto dai donatori anche perché l’AUSSOM è al momento sotto organico di circa 8.000 soldati rispetto ai suoi obiettivi.
L’offensiva di al-Sbabab
Al-Shabaab ha accentuato gli attacchi nella Somalia centrale, in particolare la cattura, segnalata a metà aprile, di Adan Yabaal, una cittadina a circa 220 chilometri a sud della capitale, che costituisce un centro logistico per le truppe governative e a lungo contesa.
In aumento anche le attività militari statunitensi contro Shabab. La Casa Bianca ha segnalato il 22 maggio che dall’inizio del secondo mandato del presidente Donald Trump, lo scorso 20 gennaio, gli Stati Uniti avevano ucciso in Somalia “più di 100 miliziani Shabaab o ad altre formazioni terroristiche legate allo Stato islamico”.
Il 23 giugno le forze governative somale, supportate dalle truppe di peacekeeping dell’Unione Africana, hanno preso il controllo della città di Sabiid, situata circa 40 chilometri a sud di Mogadiscio. La città, situata nei pressi di Afgoi, un corridoio vitale per Mogadiscio, era caduta nelle mani di Al Shabaab a fine marzo, nell’ambito di una più ampia offensiva militare che ha visto il gruppo conquistare vaste aree di territorio nelle regioni di Hiran, Basso Scebeli e Medio Scebeli.
. Al centro della battaglia c’era un ponte cruciale che attraversava il fiume a Sabiid, un collegamento cruciale tra Mogadiscio e la Somalia meridionale. Il controllo di questa rotta consente ora alle forze governative di limitare meglio i movimenti di al Shabaab, interrompendo una potenziale linea di rifornimento di esplosivi e combattenti verso la capitale.
Nelle stesse ore Al Shabaab ha preso il controllo della città di El Qohle, nella Somalia centrale, proseguendo una serie di rapide avanzate territoriali che hanno visto il gruppo riconquistare aree chiave negli ultimi mesi. In una dichiarazione rilasciata tramite i suoi canali social, il gruppo jihadista ha affermato che 31 soldati governativi e combattenti delle milizie dei clan sono stati uccisi in un violento scontro a fuoco. Il gruppo ha affermato che i suoi combattenti hanno ora il pieno controllo di El Qohle. La citta’ era stata l’epicentro di una rivolta di clan contro Al Shabaab all’inizio del 2022, un’offensiva sostenuta dal governo federale e dal supporto aereo statunitense.
Al Shabaab sta avanzando verso Moqokori, una delle ultime città rimaste nella regione di Hiran al di fuori del controllo del gruppo jihadista. Moqokori è stata riconquistata dalle forze alleate nel 2022. In precedenza anche la città di El Hareeri era stata riconquistata da Al Shabaab.
In maggio almeno 20 militari somali sono morti in un attentato suicida che ha preso di mira l’’accademia militare di Damaanyo, a Mogadiscio. L’esplosione, secondo quanto riferito dall’emittente “Caasimada Online”, ha preso di mira una coda di giovani in attesa di arruolarsi nell’esercito. Fonti della sicurezza hanno riferito che l’attentatore riuscì a penetrare in un’area circondata da diversi posti di blocco, tra cui il checkpoint di massima sicurezza di Jaalle Siyad, che sorveglia l’accesso a diversi complessi militari. Al Shabaab ha rivendicato di aver ucciso oltre 30 soldati e di averne feriti più di 50.
Foto TAI ed Esercito Nazionale Somalo

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