Le forze italiane in Kosovo e Bosnia-Erzegovina

La visita in Bosnia-Erzegovina e Kosovo del generale di corpo d’armata Giovanni Maria Iannucci, Comandante Operativo di Vertice Interforze (COVI), ha costituito un’occasione per fare il punto sulla presenza militare italiana nelle due regioni balcaniche.
Iannucci ha incontrato i militari italiani impegnati nell’operazione NATO “Joint Enterprise” in Kosovo e nella European Union Force (EUFOR) “Althea” in Bosnia-Erzegovina.
La visita ha preso il via con l’arrivo all’aeroporto militare di Slatina, dove Iannucci è stato accolto dal Comandante della KFOR, generale di Divisione Enrico Barduani, per poi incontrare il Ministro della Difesa kosovaro, Ejup Maqedonci e il comandante delle Kosovo Security Forces, tenente generale Bashkim Jashari.
A Sarajevo il generale Iannucci ha visitato Camp Butmir incontrando il comandante di EUFOR “Althea”, il maggior generale Florin-Marian Barbu e il vice comandante, il generale di brigata Uberto Incisa di Camerana.
Il contingente nazionale schierato in Kosovo nell’ambito dell’operazione NATO Joint Enterprise è di circa 820 militari, 130 mezzi terrestri e 1 mezzo aereo. Dall’11 ottobre 2024 il Generale di Divisione Enrico Barduani è il Comandante della Kosovo Force della missione, iniziata nel 1999.
Il contingente italiano è impiegato in diversi ambiti e mansioni. Una parte di personale è dislocato presso il Comando NATO in Pristina, all’interno del quale operano circa 90 militari italiani.
Nella base “Villaggio Italia”, nei pressi della città di Pec/Peja, è schierata un’unità a livello Reggimento, denominataRegional Command West(RC-W), di cui l’Italia è framework e ha sotto il proprio comando circa 940 militari provenienti da: Albania, Austria, Bulgaria, Croazia, Moldavia, Nord Macedonia, Polonia, Svizzera, Turchia. Nell’ambito del RC-W operano anche 12 Liaison Monitoring Team (LMT – Team di Collegamento e Monitoraggio) con il compito di assicurare un continuo contatto con la popolazione, le istituzioni locali, le organizzazioni nazionali e internazionali, i partiti politici e i rappresentanti delle diverse etnie e religioni presenti sul territorio, al fine di acquisire elementi di conoscenza utili al Comando KFOR per lo svolgimento della propria missione, garantendo un “ambiente” sicuro e stabile.
L’Italia guida anche il Battaglione multinazionale di ricerca informativa – l’Intelligence, Surveillance and Reconnaissance Multinational Battalion (ISR MNBN), costituito dal 1° giugno 2016 e alle dipendenze di KFOR.
L’Italia contribuisce ad alimentare la Multinational Specialized Unit (MSU)per un totale di 150 Carabinieri. La MSU è composta, altresì, da personale della Repubblica Ceca e della Moldavia. L’Arma dei Carabinieri contribuisce alla missione italiana in Kosovo con questa unità altamente specializzata sin dai primi giorni dell’agosto 1999, anno di inizio della missione NATO. Da sempre il Reggimento è impiegato nella zona nord del paese, caratterizzata da una forte presenza di popolazione di etnia serba prevalentemente nella città di Mitrovica.
In Bosnia-Erzegovina, il contributo nazionale alla European Union Force “Althea” prevede, oltre a personale di staff inquadrato nel Quartier Generale dell’operazione, anche lo schieramento di una Combined Task Force ISR (Intelligence, Surveillance and Reconnaissance) italo-francese, di cui l’Italia detiene la leadership. Una compagnia di fanteria è invece inquadrata nel Multinational Battalion e una LOT House (Liason Observation Team) composta da personale dell’Arma dei Carabinieri, è dislocata nella cittadina di Drvar. A questi assetti si aggiungono un Field Humint Teame unNational Support Element, unità responsabile per il supporto di tutti gli assetti nel teatro operativo.
Da marzo 2024, l’Italia si è assicurata la posizione di vice comandante della missione, ruolo affidato a un generale di brigata dell’Esercito e confermato per il 2025. Nel 2026, è prevista l’assunzione del comando della missione, che sarà affidato a un generale di fivisione
Continua a essere assicurata una forza di riserva in prontezza (Operational Reserve Forces Battalion) della NATO per l’area di operazioni dei Balcani, basata in Italia, pronta a intervenire in caso di necessità. Tale forza in prontezza, comune alle operazioni Joint Enterprise ed EUFOR “Althea”, è stata pre-allertata al fine di scongiurare il degrado delle condizioni di sicurezza nella regione in considerazione dell’attuale crisi internazionale nell’est Europa.
(con fonte comunicato COVI)

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