I russi sfondano a nord est di Pokrovsk e avanzano a Kharkiv, Sumy e Zaporizhia

(aggiornato alle 23,55)
E’ ancora presto per comprendere se Mosca ha scatenato nelle ultime ore la grande offensiva estiva che gli ucraini avevano da tempo previsto ma è certo che le forze russe stanno accelerando le operazioni d’attacco su quasi tutti i fronti, escluso quello di Kherson dove i belligeranti restano separati dall’ultimo tratto del fiume Dniepr mentre dopo la completa liberazione dell’oblast di Lugansk le truppe russe in quel settore sono attive nell’area orientale di Kharkiv.
Sumy e Kharkiv
Osservando i progressi delle truppe russe registrati negli ultimi giorni da nord a sud, nella regione di Sumy le unità del Raggruppamento Nord hanno conquistato il centro abitato di Bessalovka e continuano ad avanzare nel settore di Yunakivka.

Operazioni che rientrano nel tentativo russo di costituire una fascia di sicurezza a protezione del confine con la regione russa di Kursk ma che permette già all’artiglieria russa di bersagliare la città di Sumy e di creare le premesse per un attacco in profondità teso a conquistare l’intera regione.

L’8 luglio i contrattacchi ucraini in alcuni settori del fronte di Sumy hanno permesso di riguadagnare terreno e fermare l’avanzata russa.

Nella vicina regione di Kharkiv i reparti del Raggruppamento Zapad (Ovest) hanno assunto il controllo di Sobolevka, a est di Kupyansk, la roccaforte che gli ucraini strapparono ai russi con la controffensiva del settembre 2022 e che le forze di Mosca stanno cercando da tempo di riconquistare con una lunga manovra di accerchiamento.

L’intero fronte ucraino esteso per una quarantina di chilometri da Kupyansk verso sud viene minacciato dalla manovra aggirante russa che potrebbe puntare a costituire una sacca in cui chiudere diverse brigate ucraine o costringerle a ritirarsi. I due lati della tenaglia russa, Dobolevka a nord e Kolyshinivka a sud, distano ancora una quindicina di chilometri ma tutte le forze ucraine in quell’area e le loro retrovie sono costantemente sotto tiro di artiglieria e bombe aeree plananti russe.
Donetsk
Spostando più a sud, nella regione di Donetsk diversi settori del fronte sono in movimento. A partire da quello di Siversk dove le truppe russe hanno raggiunto la periferia della città, una delle ultime roccaforti ucraine in quel settore, mentre più a nord anche Serebyanka è stata raggiunta dalle forze di Mosca minacciando di far crollare l0intero fronte.

Più a sud anche Kostyantynivka è sempre più esposta all’avanzata da tre lati dei russi che si trovano ormai a meno di due chilometri dal centro abitato.
La situazione nell’area di Kostyantynivka sta diventando sempre più difficile per l’esercito ucraino, poiché le truppe russe si sono avvicinate alla città, che è uno degli ultimi importanti punti di forza della difesa ucraina nel Donbass.
Un reportage del New York Times rivela che in questo settore le perdite ucraine sono severe anche a causa del dominio del cielo da parte dei droni russi e la minaccia di accerchiamento si fa sempre più concreta. I reparti ucraini peraltro rimangono spesso in prima linea per settimane, senza turni e senza la possibilità di evacuare i feriti.

Nel settore strategico di Pokrovsk, il grande centro logistico ucraino ormai circondato da tre lati. I russi avevano da tempo raggiunto la periferia meridionale e occidentale della città ma negli ultimi giorni hanno compiuto ampi progressi a est e nord est come mostrano le mappe poste in sequenza qui sotto.


Dopo la conquista di Razine, Koptieve, Shevchenko Pershe e Malynivka, i russi hanno sfondato le linee ucraine penetrando nel centro urbano di Mykolaivka dove hanno consolidato le posizioni minacciando Mymograd che protegge a est le forze ucraine barricate a Pokrovsk che rischiano di restare chiuse in trappola se i russi riusciranno chiudere la sacca a nord conquistando una dozzina di chilometri e interrompendo le poche strade e le due ferrovie, esposte al fuoco dell’artiglieria russa, che ancora permettono di evacuare feriti e rifornire le truppe in città.
Più a sud est i russi del Raggruppamento Centrale hanno preso Dacnoe e sono penetrati nella regione di Dnipropetrovsk aprendo di fatto un nuovo fronte in un settore in cui gli ucraini hanno poche truppe e quasi nessuna linea difensiva.

Qui le forze russe hanno rivendicato la conquista di Poddubnoye (Piddubne).
Zaporizhia
La vera novità è costituita dall’animarsi del fronte di Zaporozhia, dove in primavera gli ucraini registrarono la presenza di 90 mila militari russi pronti presumibilmente a scatenare un’offensiva tesa a sfondare le linee ucraine e a raggiungere il capoluogo omonimo della regione scardinando anche le difese ucraine rimaste nel sud della regione di Donetsk.
Nei giorni scorsi i russi hanno attaccato improvvisamente a ovest, sulle sponde del bacino del Dnepr penetrando rapidamente nell’abitato di Kamyamska e, al centro del settore, nella periferia di Mala Tokmachka, appena a sud di Orekhov, ma nelle ore successive tutto il fronte si è infiammato.

Blogger russi riferiscono di un’offensiva senza precedenti in questo settore che vide tra giugno e novembre 2023 infrangersi contro la Linea Surovikin la grande controffensiva ucraina.
Le forze russe del Raggruppamento Sud hanno lanciato una massiccia offensiva lungo l’intera linea nella regione di Zaporizhia con droni FPV, artiglieria e gruppi d’assalto, ha confermato il comandante della 65a brigata separata ucraina
L’obiettivo secondo gli ucraini è assumere il controllo dell’autostrada di Mariupol e interrompere le linee logistiche che riforniscono le truppe di Kiev nella parte meridionale della regione di Donetsk. I prossimi obiettivi russi in questo settore dovrebbero essere Orekhov, Kamenskoye e Kamyshevakha.

Gli attracchi in profondità colpiscono con intensità depositi e magazzini nelle retrovie mentre le truppe russe mantengono sotto pressione i nemici lungo tutta la linea del fronte
L’impressione è che i russi abbiano atteso ad attaccare che da questo settore venissero ritirate truppe ucraine per tappare le falle a Sumy, Kharkiv e in alcuni settori di Donetsk.
Valutazioni
Se si osserva la mappa del fronte appare evidente il tentativo russo di attuare manovre di accerchiamento che impongano alle guarnigioni ucraine il ritiro per evitare di essere sopraffatte.
Operazioni che richiedono tempi più lunghi e operazioni metodiche e complesse ma che permettono ai russi di risparmiare molte vite tra le proprie fila rispetto ad attacchi frontali alle roccaforti ucraine che nella regione di Donetsk sono state fortificate fin dal 2014. Inoltre le manovre di accerchiamento progressivo permettono di sovrastare con l’artiglieria e i bombardamenti aerei le postazioni ucraine colpendole da più lati e bersagliando le vie logistiche fino a bloccare i flussi di rifornimenti.

Del resto la superiorità del fuoco di supporto russo diventa sempre più schiacciante in termini di artiglieria e di bombe aeree plananti: di queste ultime i russi ne avrebbero sganciate un migliaio solo nella prima settimana di luglio secondo quanto dichiarato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Del resto anche nell’ultimo colloquio telefonico con Donald Trump, Vladimir Putin avrebbe fatto sapere che non rinuncerà ai suoi obiettivi in Ucraina, per eliminare le cause del conflitto, come ha riferito il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov. Putin si è detto pronto a continuare il processo negoziale con l’Ucraina ma è evidente che in assenza dell’accettazione da parte di Kiev delle condizioni poste da Mosca, il conflitto è destinato a continuare e con esso il progressivo sfacelo delle forze di Kiev.

Mosca punta a continuare gli scambi di prigionieri e dei corpi dei caduti (restituiti quasi 6.100 corpi di soldati ucraini contro meno di 80 russi) ma per Mosca “non è possibile in questa fase raggiungere gli obiettivi in Ucraina attraverso i canali diplomatici e quindi prosegue la sua offensiva su larga scala”, come ha detto il 6 luglio il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov.
“Preferiremmo farlo per via diplomatica. Ma finché ciò non sembrerà possibile, continueremo con l’operazione militare speciale”.
Foto: TASS, Institute for the Study of the War e Forze Armate Ucraine
Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.








