In Somalia si infittiscono i raids aerei statunitensi contro i jihadisti

Tra l’inizio dell’anno e il 14 luglio, il Comando Africa degli Stati Uniti (Africom) ha effettuato 51 attacchi aerei in Somalia, parte di uno sforzo congiunto per smantellare le capacità operative di ISIS-Somalia e al-Shabaab.
L’attacco aereo più recente (come segnala l’analista Peral Matibe – @PearlMatibe) ripresa da Defenceweb, ha avuto luogo il 13 luglio contro ISIS-Somalia a sud-est di Bosaso, nel Puntland.
Africom ha reso noto di supportare “il Governo Federale della Somalia e le Forze Armate somale”, con azioni che indeboliscono la capacità di al-Shabaab e dell’ISIS-Somalia di pianificare ed eseguire attacchi. La campagna, in corso da molti anni, è stata accelerata con l’insediamento dell’Amministrazione Trump.
Dei 51 attacchi 9 sono stati effettuati su richiesta delle autorità somale a Somalia a supporto delle operazioni dell’Esercito Nazionale Somalo (SNA nella foto sopra): 32 attacchi hanno preso di mira l’ISIS-Somalia soprattutto nel nord (regioni di Bari e Puntland) e 19 le milizie di al-Shabaab nella Somalia centrale e meridionale, tra cui le regioni di Basso Scebeli, Medio Giuba e Mudug.
La mappa qui sotto della George Mason University è basata su dati di intelligence open source indipendenti (OSINT) è aggiornata al 15 luglio e evidenzia gli attacchi aerei statunitensi effettuati quest’anno.
Ben 20 raids si sono registrati tra metà giugno e metà luglio, in seguito alla visita ufficiale del comandante di Africom, il generale Michael Langley in Somalia e Somaliland.
Africom non ha segnalato vittime civili nei raids effettuati condotti probabilmente per la gran parte da sistemi aerei senza pilota (UAV) che operano da posizioni statunitensi avanzate nella regione dove la base aerea principale è Camp Lemonnier a Gibuti.
Foto: Nazioni Unite

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