L’asse Londra-Berlino favorisce la vendita dei Typhoon alla Turchia

La stretta collaborazione nell’ambito della difesa emersa dal Trattato di Kensington, firmato il 17 luglio dal primo ministro britannico Keir Starmer e dal cancelliere tedesco Friedrich Merz avrà un impatto anche sull’export di sistemi d’arma.
Le due nazioni si sono poste l’obiettivo di rafforzare la sicurezza euro-atlantica, puntando sulla costruzione di forze armate “credibili e resilienti” in grado di dare una “deterrenza efficace” contro potenziali aggressori. Per raggiungere questo traguardo, Berlino e Londra sosterranno le proprie industrie della difesa e investiranno nell’interoperabilità e nell’interscambiabilità dei sistemi militari, garantendo un’integrazione sempre più spinta e un supporto reciproco all’interno della struttura NATO.
Il trattato ribadisce la volontà di creare un partenariato difensivo di lungo termine, fondato su una “leadership politica congiunta” e su un dialogo costante tra Ministeri della Difesa e Stati Maggiori. Germania e Regno unito hanno convenuto di valutare con regolarità le minacce in tutti i domini – terra, mare, aria, spazio e cyber – e di coordinare le proprie forze nei settori ritenuti più sensibili, in particolare lungo le direttrici nord ed est della NATO.
L’impatto del trattato anglo-tedesco è considerato particolarmente positivo in Turchia dopo che i colloqui tra Starmer e Merz hanno permesso di rimuovere gli ostacoli posti da Berlino all’export in Turchia di almeno 40 aerei da combattimento Eurofighter Typhoon che la Turchia aveva chiesto da tempo a Bae Systems.
Per Ankara i Typhoon costituiscono una necessaria risposta ai 20 F-35A e 24 Dassault Rafale acquisiti dalla Grecia e rispondono alla necessità di ammodernare le sue forze aeree bassate su 230 F-16 Block 30/40/50 (nella foto sotto) e 19 decrepiti F-4E Phantom Terminator, in attesa che gli Stati Uniti accettino o meno di far rientrare la Turchia nel programma F-35 mentre dal 2027 entreranno in servizio 40 nuovi F-16V Block 70 nella versione Viper.
L’ordine comprendeva anche 79 kit di aggiornamento ad altrettanti velivoli turchi per portarli allo standard V ma nel novembre 2024 il ministro della Difesa Yasar Güler aveva annunciato la rinuncia ai kit di ammodernamento confermando l’ordine per 40 F-16V del valore di 7 miliardi di dollari.
Bae Systems (responsabile del mercato turco nell’ambito del consorzio Eurofighter) è peraltro un partner consolidato delle Turkish Aerospace Industries (TAI) avendo collaborato ampiamente allo sviluppo del caccia di 5a generazione KAAN che ha volato la prima volta nel febbraio 2024.
Il nuovo velivolo, che TAI vorrebbe iniziare a consegnare nel 2028 e che è stato acquisito anche dall’Indonesia) ha ridotto le esigenze turche di F-35 a 40 velivoli rispetto ai 100 previsti quando Ankara aderì al programma Joint Strike Fighter.
Con i ministri della Difesa John Heraley e Yasar Guler, Londra e Ankara hanno già sottoscritto il 25 luglio all’ International Defense Industry Fair IDEF 25 di Istanbul, i preliminari per la vendita di 40 Typhoon dell’ultima versione (Tranche 4), commessa che porterebbe a 770 il numero di velivoli realizzati da Eurofighter per le forze aeree di Germania, Italia, Regno Unito, Spagna, Austria, Arabia Saudita, Kuwait, Oman, Qatar e Turchia.
Non è chiaro l’importo della commessa che includerà anche una vasta gamma di missili di MBDA incluso il missile aria-aria a lungo raggio Meteor, acquisito anche dalla Grecia per l’impiego sui Rafale.
La ricaduta della commessa turca riguarderà tutti gli stabilimenti delle nazioni che fanno parte del consorzio Eurofighter, inclusa l’italiana Leonardo.
Foto: Eurofighter, IDEF, KeirStarmer/X, TAI e Aeronautica Turca

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