Operativo il nuovo missile aria-aria russo R-77M

Recenti foto diffuse sui social media e sul nostro canale Telegram hanno mostrato un caccia russo Sukhoi Su-35S (Cod. NATO “Flanker-E”) equipaggiato con due missili aria-aria (AAM) R-77M, una versione notevolmente potenziata del missile a lungo raggio R-77 (Codice NATO “AA-12 Adder”).
Visivamente il nuovo missile si distingue dalle versioni precedenti per le sue alette di coda convenzionali a croce tronca al posto delle griglie originali e per le superfici di controllo più corte sul corpo. Al di là dell’aspetto l’R-77M promette miglioramenti sostanziali rispetto al suo predecessore cercando di colmare il divario con i più recenti sviluppi missilistici di Cina e Stati Uniti.
Nonostante l’incertezza sulla data e il luogo della foto del Su-35S, prove più concrete dell’uso operativo dell’R-77M provengono dai rottami del missile recuperati in Ucraina suggerendone l’effettivo impiego in combattimento. L’introduzione di questo missile conferirebbe un ulteriore vantaggio alle Forze Aerospaziali russe (VKS), che già dispongono di missili aria-aria con gittate nettamente superiori a quelle ucraine.
Il missile R-77, concepito alla fine degli anni ’80 come risposta all’AIM-120 AMRAAM statunitense, è oggi considerata un’arma datata. La sua entrata in servizio fu ritardata fino al 1994 a causa del tumulto economico post-sovietico e, secondo gli analisti occidentali, la produzione iniziale fu destinata in gran parte all’esportazione. La Russia iniziò a riceverlo in quantità solo con la versione R-77-1 in servizio dal 2015 e montata sui velivoli impiegati in Siria).
Questa versione intermedia offriva modesti miglioramenti in termini di resistenza alle contromisure elettroniche (ECM) e sensibilità del sensore di ricerca pur mantenendo le classiche alette posteriori a griglia. L’R-77M (noto anche come “Izdeliye 180”) rappresenta invece un aggiornamento decisamente più significativo.
Le innovazioni dell’R-77M non sono solo strutturali: le nuove alette tradizionali permettono di alloggiare il missile internamente nei vani armi del caccia di quinta generazione Sukhoi Su-57 “Felon”, riducendo al contempo la resistenza aerodinamica e la sezione radar equivalente.
Tra le altre migliorie figurano un nuovo motore a razzo a doppio impulso e un sensore di ricerca radar avanzato che potrebbe operare anche in modalità semi-attiva. Il motore a doppio impulso assicura una spinta costante, migliorando la manovrabilità ad alta quota e ottimizzando le prestazioni nella fase finale dell’ingaggio, aumentando così la “zona senza via d’uscita” per il bersaglio.
Sebbene non confermati, alcuni rapporti suggeriscono che l’R-77M possa raggiungere una gittata di circa 160 chilometri, il doppio dell’R-77 di base.
Il produttore dell’R-77M, Vympel, ha in passato dichiarato che il missile è superiore all’AIM-120C-7 AMRAAM e alla pari con le successive evoluzioni come l’AIM-120D americano. Ha inoltre sostenuto che l’R-77M sia in grado di ingaggiare missili antiaerei in arrivo verso il velivolo lanciatore.
Esistono ipotesi su una versione ancora più avanzata, l’Izdeliye 180-PD, che utilizza un motore a statoreattore (ramjet) per una gittata ancora maggiore, promossa come risposta russa al missile europeo MBDA Meteor. Tuttavia non è chiaro se questa versione sia già stata ordinata dalle Forze Aerospaziali russe.
Indipendentemente dallo stato della versione ramjet, la messa in campo dell’R-77M rappresenta un notevole passo avanti per la Russia rispetto al precedente standard R-77-1. Douglas Barrie, esperto dell’International Institute for Strategic Studies (IISS), ha definito l’R-77M un “programma chiave” e un “aggiornamento significativo” che dovrebbe offrire un notevole aumento di gittata, prestazioni del sensore di ricerca e resistenza alle contromisure.
Dall’inizio del conflitto, i missili a lungo raggio come l’R-77-1 e a lunghissimo raggio R-37M (Codice NATO “AA-13 “Arrow o Axehead”) sono stati una minaccia costante per i velivoli ucraini. Il missile più a lungo raggio in uso da parte delle forze aeree di Kiev, l’AIM-120C AMRAAM, ha una gittata massima di circa 74 km contro i 110 km dell’R-77-1 e i 200 km dell’R-37M.
L’R-77M si posiziona probabilmente tra questi, superando quasi certamente la gittata dell’AIM-120C. Il defunto pilota ucraino Andrii “Juice” Pilshchykov aveva evidenziato come l’R-37M, spesso lanciato dallo spazio aereo russo, limitasse drasticamente le missioni ucraine rendendo le missioni aeree estremamente rischiose L’aggiunta dell’R-77M complica ulteriormente lo scenario per i piloti ucraini.
“Fighter Bomber”, pseudonimo di un ex pilota militare e blogger russo, ritiene che l’utilizzo dei missili AIM-120 da parte delle Forze Aeree ucraine non abbia finora prodotto risultati significativi contro gli aerei e gli elicotteri russi.
Le ragioni, a suo parere, sono molteplici: suggerisce una bassa preparazione del personale di volo ucraino e un uso improprio delle tecnologie. Inoltre mette in discussione l’effettiva gittata e le prestazioni dei missili, che potrebbero essere state sovrastimate dal costruttore americano. L’Aeronautica Ucraina opera in un contesto in cui la difesa aerea russa non è stata soppressa e ha un raggio d’azione che supera la gittata degli AIM-120 anche nelle migliori condizioni.
Tra gli ulteriori fattori penalizzanti, Fighter Bomber evidenzia un numero insufficiente di aerei ucraini capaci di lanciare questi missili, una superiorità dell’aviazione russa in termini di velivoli, missili e sistemi di puntamento e il fatto che gran parte dell’aviazione da combattimento ucraina sia impegnata quotidianamente nella difesa contro i droni, riducendo le risorse disponibili, già esigue, per il combattimento aereo.
Foto: Telegram
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.