Il generale Gerasimov fa il punto sulle operazioni russe in Ucraina -AGGIORNATO

 

(Aggiornato alle ore 23,55)

Il capo di stato maggiore delle Forze Armate russe e comandante del Raggruppamento Congiunto di Forze nella zona dell’Operazione Militare Speciale, generale dell’Esercito Valery Gerasimov, ha riassunto ieri i risultati della campagna primavera-estate del 2025 e ha specificato i compiti dei Raggruppamenti delle forze russe per una prospettiva a lungo termine.

In un comunicato del ministero della Difesa, Gerasimov ha sottolineato che “stiamo conducendo un’offensiva ininterrotta lungo praticamente l’intera linea del fronte. A oggi, l’iniziativa strategica appartiene interamente alle forze armate russe”.

“Un’analisi delle condizioni delle truppe ucraine mostra che durante il periodo primavera-estate, l’avversario ha concentrato tutti gli sforzi sul rallentamento della nostra avanzata, subendo al contempo pesanti perdite.

Di conseguenza, le forze ucraine sono costrette a ridispiegare le loro unità più capaci di combattimento da una direzione critica all’altra per colmare le lacune”, ha affermato il capo di stato maggiore.

 

Controllo territoriale

“Da marzo, sono stati liberati oltre 3.500 chilometri quadrati di territorio e 149 insediamenti”, ha dichiarato Gerasimov. Ad oggi, le forze russe hanno liberato il 99,7% del territorio della Repubblica Popolare di Lugansk (LPR), con meno di 60 kmq rimasti sotto il controllo ucraino, nonché il 79% della Repubblica Popolare di Donetsk (DPR).

Allo stesso tempo, le forze russe hanno portato sotto il loro controllo il 74% del territorio della regione di Zaporizhia e il 76% della regione di Kherson. Nella regione di Sumy, 210 km² di territorio e 13 insediamenti sono passati sotto il controllo russo.

Le Forze Armate russe stanno istituendo con successo una zona di sicurezza lungo il confine nelle regioni di Sumy e Kharkov e in quest’ultima regione stanno conducendo operazioni di combattimento per migliorare le loro posizioni nelle direzioni di Volchansk e Liptsy. Le forze russe stanno avanzando anche nella regione di Dnepropetrovsk, dove sette insediamenti sono stati portati sotto il loro controllo.

L’esercito russo distrugge le forze nemiche a Kirovsk in direzione di Krasny Liman. In direzione di Rubtsovsk, le forze russe sono avanzate fino a 25 chilometri nelle difese nemiche e hanno preso il controllo di dieci insediamenti. Le truppe russe stanno inoltre completando l’opera di demolizione delle forze ucraine nella foresta di Serebryanskoye, premuta contro il fiume Seversky Donets”.

Più a sud “la liberazione del territorio della regione di Zaporizhia continua e i gruppi tattici hanno preso il controllo di Malinovka e Temirovka.

 

Attacchi in profondità su obiettivi industriali

Per quanto concerne gli attacchi in profondità con droni Geran-2 e missili balistici e da crociera, Gerasimov ha sottolineato che la notte del 29 agosto sono stati effettuati attacchi contro gli impianti di Yuzhmash, l’ufficio di progettazione Yangel, Motor Sich e le officine di assemblaggio dell’impianto chimico di Pavlograd” si legge nella dichiarazione di Gerasimov.

“Durante il periodo primavera-estate, tali attacchi sono stati effettuati contro 76 obiettivi critici. La priorità è data alla neutralizzazione delle aziende che producono sistemi missilistici e droni a lungo raggio”, ha aggiunto Gerasimov. Tra luglio e agosto, le Forze Armate russe, insieme al Servizio di Sicurezza Federale (FSB), hanno effettuato una serie di attacchi contro strutture chiave coinvolte nella produzione del sistema Sapsan, distruggendo l’ufficio di progettazione.

Il 28 agosto, le forze russe hanno anche colpito le aziende missilistiche e aeronautiche con sede a Kiev che producono componenti per i sistemi OTRK Sapsan e Grom-2, nonché basi aeree. Secondo Gerasimov, il fondamento materiale del successo delle operazioni delle forze russe è la fornitura tempestiva di armi di precisione, missili e munizioni da parte dell’industria.

Nelle ultime ore gli attacchi notturni russi hanno preso nuovamente di mira le infrastrutture energetiche ucraine. L’Institute for the Study of War (ISW), centro studi statunitense di ispirazione “neocon” e apertamente schierato al fianco di Kiev, valuta “probabile che la Russia intensificherà i suoi attacchi nelle prossime settimane per utilizzare le sue scorte di missili e droni, e per peggiorare la situazione delle infrastrutture energetiche dell’Ucraina in vista del prossimo inverno”.

 

Gli sviluppi delle operazioni russe

Gerasimov ha preso in esame la situazione dei sei Raggruppamenti di Forze impiegati nell’Operazione Militare Speciale. “L’esecuzione degli obiettivi dell’operazione militare speciale da parte del Raggruppamento Congiunto di Forze continuerà attraverso azioni offensive”, ha affermato.

Il Raggruppamento di Forze Nord russo sta istituendo una zona di sicurezza dopo aver sconfitto le forze ucraine nella regione di Kursk.

Il Raggruppamento di Forze Sud sta avanzando con successo verso Seversk, con combattimenti in corso all’interno dell’area urbana. Dopo aver conquistato interamente Chasov Yar, le forze russe continuano ad avanzare verso ovest e hanno raggiunto la periferia sud-orientale di Konstantinovka.

Le truppe del Raggruppamento di Forze Centro russo stanno avanzando lungo le direzioni Oktyabrsk, Krasnoarmeysk (Pokrovsk per gli ucraini) e Dnepropetrovsk (a Pokrovsk oggi bloggers militari russi hanno rivendicato un ulteriore allargamento dell’area urbana meridionale sotto il loro controllo – NdR).

“Unità e formazioni del Raggruppamento di Forze Ovest hanno quasi completamente circondato la città di Kupiansk e liberato circa metà del suo territorio”, ha affermato Gerasimov. Oggi in in questo settore gli ucraini hanno annunciato ieri di aver riconquistato il villaggio di Myrove mentre blogger militari russi hanno reso noto che le forze di Mosca sono penetrate ulteriormente nel centro abitato di Kupyansk

“Le unità del Raggruppamento di Forze Est stanno avanzando verso ovest attraverso il territorio della Repubblica Popolare di Donetsk (l’omonima regione del Donbass – NdR) e hanno preso il controllo di 25 insediamenti. Kamyshevakha è stata liberata ieri, l’ultimo insediamento nella Repubblica Popolare di Donetsk nell’area di responsabilità del gruppo tattico orientale”.

Le truppe russe continuano anche a liberare la regione di Zaporizhia, dove hanno preso il controllo di Malinovka e Temirovka e inviato truppe nella regione di Dnepropetrovsk, dopo aver preso il controllo di Voronoye, Yanvarskoye, Novogeorgievka, Malievka e Zaporozhskoy.

Infine, il Raggruppamento di Forze Dnepr, avanzando lungo la direzione di Orekhov, ha preso il controllo di sei insediamenti nella regione di Zaporizhia mentre le sue unità stanno inoltre attaccando per liberare Stepnogorsk, Malaya Tokmachka e Plavni.

Nella direzione di Oleksandro-Kalinovske, cinque insediamenti sono stati liberati nell’ultimo mese. L’eliminazione delle unità ucraine intrappolate a sud del bacino idrico di Kleban-Byk è quasi completata, ha affermato Gerasimov.

“Durante le operazioni di combattimento, i comandanti a livello tattico (comandanti di battaglione, reggimento, brigata e divisione) hanno pienamente padroneggiato le capacità di organizzazione e conduzione del combattimento e stanno adottando nuove tecniche e metodi d’azione non convenzionali, che applicano con successo nell’ambiente di combattimento”, ha detto Gerasimov aggiungendo che “oggi chiariremo i compiti dei raggruppamenti di truppe nelle direttive operative per il periodo autunnale”.

 

Le reazioni

La risposta al rapporto del generale Gerasimov non si è fatta attendere. Lo Stato maggiore delle forze armate di Kiev ha reso noto che Mosca sta cercando di “far passare per reali le sue illusioni” diffondendo risultati falsi della sua offensiva primaverile-estiva affermando che “in 3 anni e mezzo di aggressione su vasta scala da parte del Cremlino, la sua campagna offensiva ‘stagionale’ si è conclusa praticamente con un nulla di fatto”.

In particolare Kiev sottolinea che i russi non sono riusciti a stabilire il pieno controllo su nessuna delle principali città dell’Ucraina e afferma che, dall’inizio del 2025, Mosca ha perso più di 290mila soldati tra morti e feriti.

Il già citato Institute for the Study of War, sostenitore del conflitto prolungato per logorare la Russia e da tempo impegnato a dimostrare che gli ucraini non stanno perdendo la guerra, valuta che il Cremlino stia utilizzando la propaganda per convincere l’Occidente che la vittoria russa è inevitabile, affermando che il capo di stato maggiore russo ha esagerato le conquiste russe durante l’estate.

Secondo l’ISW la Russia non ha conquistato 3.500 chilometri quadrati di territorio ucraino da marzo ma solo 2.350. “Sembra che il Cremlino stia cercando di utilizzare una gran mole di dati quantitativi per creare la falsa impressione che le forze russe stiano avanzando rapidamente sul campo di battaglia.

Il Cremlino sta cercando di convincere l’Occidente che la Russia raggiungerà inevitabilmente i suoi obiettivi di guerra sul campo di battaglia, al punto che l’Ucraina dovrebbe cedere alle richieste russe e l’Occidente dovrebbe quindi cessare di sostenere l’Ucraina”.

Nel frattempo, le forze russe hanno subito “perdite particolarmente elevate” dall’inverno 2024, pur ottenendo piccoli guadagni, ovvero perdite che sono “insostenibili” nel medio e lungo termine, ha affermato l’ISW.

 

Osservazioni

Le dichiarazioni di Gerasimov, pur nell’ambito di un documento rivolto al pubblico e quindi teso a mostrare i successi conseguiti e la determinazione a continuare la guerra senza ovviamente soffermarsi su eventuali limiti o criticità emerse nelle operazioni, forniscono un quadro d’insieme utile a comprendere l’andamento del conflitto.

I successi territoriali annunciati sono innegabili nonostante gli sforzi comprensibili di Kiev e degli ambienti occidentali schierati al suo fianco. Difficile anche contestare le affermazioni di Gerasimov circa il fatto che l’iniziativa strategica sia (da molto tempo) completamente nelle mani dei russi mentre il comando ucraino è in affanno nel tamponare gli sfondamenti russi con riserve sempre più esigue.

Se escludiamo la fallita offensiva ucraina nella regione russa di Kursk, iniziata nell’agosto 2024 e conclusasi con una disfatta lamentata anche da molte fonti ucraine nel marzo scorso, è dal novembre 2023 che i russi hanno assunto l’iniziativa strategica su tutti i fronti ucraini.

Cioè da quando si concluse in un clamoroso e sanguinoso fallimento la grande controffensiva ucraina che tra giugno e novembre tentò invano di sfondare la triplice Linea Surovikin per raggiungere Berdyansk, sul Mare d’Azov, minacciare la Crimea e spezzare in due il fronte russo. Anche l’attacco a sorpresa nella regione di Kursk aveva proprio l’obiettivo di indebolire la spinta offensiva russa obbligando Mosca a ritirare reparti dai fronti ucraini per difendere il territorio nazionale.

Che le conquiste territoriali russe non siano eclatanti sul piano dei chilometri quadrati né rapide, come sostengono Kiev e i suoi fans occidentali, è vero in termini assoluti ma non lo è affatto se ricordiamo che la regione di Donetsk viene pesantemente fortificata dal 2014 mentre quelle di Zaporizhia e Kharkiv lo sono almeno dal 2022.

Non a caso il presidente Volodymyr Zelensky si è sempre espresso negativamente circa l’ipotesi di cedere ai russi quel 21 per cento del territorio di Donetsk o il 26% di quello di Zaporizhia ancora sotto il controllo delle sue truppe, proprio perché avrebbe comportato la cessione delle ultime linee di difesa ben attrezzate a disposizione di Kiev.

Non c’è dubbio che le dichiarazioni di Gerasimov circa la continuazione dell’offensiva su tutti i fronti puntino a convincere Kiev e l’Occidente della determinazione russa a raggiungere gli obiettivi previsti nell’Operazione Militare Speciale.

Affermazioni che hanno quindi anche un valore politico poiché sottintendono che non vi potranno essere trattative in assenza della disponibilità dell’Ucraina e dei suoi alleati ad accettare le condizioni più volte poste da Mosca.

Per smentirne il valore l’unica carta che Kiev può giocare è lanciare contrattacchi utili a riguadagnare sensibilmente terreno, a respingere i russi. In realtà da quasi due anni gli ucraini continuano a ripiegare, non sembrano avere nessuna possibilità di riconquistare terreno né di impedire ai russi di proseguire nell’avanzata.

Anzi, le precarie condizioni di alcune tra le roccaforti più importanti quali Kupyansk, Siversk, Lyman, Kostantinyvka e Pokrovsk testimoniano la decrescente capacità delle truppe ucraine di reggere l’urto offensivo del nemico.  “Con la recente conquista di Kamyshevakha, l’area meridionale della regione di Donetsk è completamente sotto controllo russo”, ha detto oggi Denis Pushilin, capo dell’amministrazione filorussa che controlla gran parte dell’oblast.

E a fornire una percezione diversa non bastano certo (o forse non bastano più) le valutazioni circa le spaventose perdite che i russi soffrirebbero per conquistare pochi chilometri quadrati. Valutazioni basate sui dati forniti da Kiev o da qualche nazione europea, come Francia e Gran Bretagna, in prima linea a sostenere che la guerra deve continuare ad ogni costo.

I numeri veri dei caduti su ambo i latri della barricata restano segreti per ovvi motivi ma si perde credibilità continuando a sostenere che i russi mandano le loro truppe allo sbaraglio come carne da cannone o che patiscono perdite enormi nonostante abbiano la superiorità totale in termini di fuoco d’artiglieria, missili, droni d’attacco e bombardamenti aerei con bombe plananti guidate a lungo raggio.

Basta leggere i blogger militari ucraini o le dichiarazioni dei comandanti ucraini sul campo che rilasciano commenti ai media anglo-sassoni o francesi per comprendere che sono spesso le truppe di Kiev a venire sacrificate in massa in battaglie perdute.

Secondo il canale Telegram ucraino Wartears, che tiene conto anche dei necrologi dei militari ucraini apparsi sui media, le forze armate di Kiev avrebbero sofferto dall’inizio della guerra al 28 agosto  771.497 caduti mentre 14.470 soldati ucraini si troverebbero in prigionia e 515.442 militari sarebbero attualmente in servizio.

Anche questi dati sono come sempre da prendere con le molle ma non si è mai visto che chi esprime un volume di fuoco 6/8 volte superiore a quello del nemico subisca le perdite maggiori; continuare con questa narrazione è utile solo a screditare la pessima propaganda ucraino-occidentale, a cui evidentemente la popolazione ucraina non crede più da un pezzo.

Infatti si moltiplicano gli attacchi dei civili ai team di reclutatori che arruolano a forza i maschi tra 25 e 60 anni che incontrano per strada, in una nazione in cui 850 mila renitenti alla leva si nascondono nelle cantine, 650 mila restano all’estero per non essere arruolati e 250 mila hanno ufficialmente disertato (ma sarebbero 400 mila secondo altre fonti) dopo l’arruolamento.

Negli scambi delle salme dei militari caduti negli ultimi mesi Kiev ha ricevuto oltre 7mila corpi ma ne ha restituiti ai russi meno di 100. Inoltre, moltissimi giovani in procinto di diventare maggiorenni sono stati mandati all’estero per evitargli il rischio di arruolamento forzato mentre nei giorni scorsi la nuova legge che ha consentito l’espatrio dei giovani tra i 18 ei 22 anni ha visto lunghe file di ragazzi alle frontiere.

In uscita dall’Ucraina, non in senso opposto come invece auspicava il governo che con tale provvedimento legislativo puntava a far rientrare in patria tanti giovani dall’estero.

I russi invece, che secondo la nostra narrazione soffrirebbero perdite immense fin dall’inizio della guerra e ormai ben oltre il milione di uomini, continuano ad arruolare 30/35 mila volontari a contratto al mese, in media il 105/110 per cento rispetto alle necessità, come ammettono anche i servizi segreti militari ucraini e la NATO.

Certamente sono ben pagati, godono di ampi benefit e i loro numeri confermano il successo della narrazione della guerra patriottica attuata da Mosca (quindi il successo sul fronte interno delle dichiarazioni di Gerasimov), ma la pelle è una sola anche per loro. Se venissero mandati al macello continuerebbero ad arruolarsi in numeri così rilevanti?

La Federazione Russa non attua nessuna coscrizione obbligatoria per alimentare la guerra in cui non vengono coinvolti i militari di leva: quindi la guerra in Russia ha un impatto sulla società molto più limitato rispetto all’Ucraina.

Per questo la domanda che dovremmo porci non riguarda l’esatto numero di chilometri quadrati di territorio ucraino conquistato dai russi negli ultimi mesi secondo il generale Gerasimov. Chiediamoci piuttosto: chi uscirà irrimediabilmente logorato dalla continuazione di questa guerra?

Foto TASS e RIA Novosti

 

Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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