Sull’Ucraina il più massiccio attacco russo in profondità dall’inizio della guerra

La notte tra il 6 e il 7 settembre i russi hanno lanciato l’attacco più massiccio dall’inizio della guerra nel febbraio 2022 contro le retrovie e le infrastrutture ucraine. Ben 810 droni da attacco a lungo raggio (per lo più Geramn-2) e 13 missili balistici e da crociera lanciati dalla Russia hanno colpito basi militari, infrastrutture energetiche, sedi governative, siti di produzione industriale e il palazzo del governo a Kiev, in fiamme.
Come sempre il bilancio presentato da Kiev si limita a riferire le civili morti; 7, numero molto limitato per il numero di ordigni lanciati, a conferma che i bersagli presi di mira dai russi erano militari o industriali. Come sempre nessun dettaglio è stato fornito da Kiev circa i danni e i caduti militari registrati presso gli obiettivi colpiti.
Il ministero della Difesa russo ha reso noto di aver preso di mira siti legati al complesso militare-industriale ucraino e infrastrutture dei trasporti, depositi di armi ed equipaggiamento militare, aeroporti militari, siti di lancio dei droni.
Almeno dieci gli edifici danneggiati a Kiev inclusa la sede del governo, mai attaccata prima di oggi. “Il tetto e i piani superiori sono stati danneggiati a causa di un attacco nemico”, ha annunciato di prima mattina la premier Yulia Svyrydenko su Telegram.
Duro il commento del presidente Volodymyr Zelensky che ancora una volta ha ricordato la promessa di Donald Trump di imporre sanzioni alla Russia se insiste nel non voler sedere al tavolo dei negoziati.
“Questi omicidi sono un crimine deliberato e un allargamento del conflitto, quando la vera diplomazia sarebbe potuta iniziare da tempo”, ha scritto su Telegram. “A Washington si è detto più volte che per il rifiuto di parlare ci saranno sanzioni. Dobbiamo realizzare quanto concordato a Parigi”, ha ammonito, “il mondo può costringere i criminali del Cremlino a smettere di uccidere, serve solo la volontà politica”. E intanto si contano i danni.
Colpiti anche obiettivi (tutti civili secondo Kiev) a Zaporizhia, Kryvyi Rih (incluso l’aeroporto), Odessa, Kupyansk nella regione di Kharkiv e negli oblast di Sumy, Donetsk e Chernihiv.
L’Ucraina ha rivendicato di aver nuovamente attaccato l’oleodotto Druzhba nella regione russa di Bryansk, dal quale si riforniscono di petrolio russo anche l’Ungheria e la Slovacchia, provocando “danni ingenti dovuti all’incendio”.
Lo riporta Sky News, citando il comandante delle forze droni ucraine, Robert Brovdi. L’oleodotto fornisce greggio a Budapest e a Bratislava, che continuano ad acquistare energia dalla Russia, anche dopo che l’Ue ha deciso di interrompere i flussi. L’affermazione di Brovdi – sottolinea Sky News – non è stata verificata in modo indipendente e la Russia non ha commentato l’attacco ma ha parlato di quello che definisce un attacco separato alla raffineria di petrolio di Ilsky a Krasnodar.
Foto: Forze Armate Ucraine/X e Ministero Difesa Russo

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