Il Polo Nazionale della Dimensione Subacquea (PNS) traina l’innovazione nel settore underwater

 

A distanza di quasi due anni dall’inaugurazione del Polo Nazionale della dimensione Subacquea (PNS), avvenuta nel dicembre 2023, i risultati raggiunti nello sviluppo dell’organizzazione della nuova entità destinata ad accelerare la ricerca e lo sviluppo nel settore della subacquea, combinando pubblico e privato al fine di sviluppare una sovranità tecnologica e competitività dell’industria nazionale in un settore così strategico come quello marittimo per l’Italia, nonché la fattiva partecipazione e risposta delle realtà industriali ed accademiche ai bandi emessi dal PNS, fanno ben sperare in un forte impulso al progetto, che richiede fondi pubblici e privati per crescere in tempi rapidi, e posizionare l’Italia fra i grandi player del settore.

Secondo la nuova ricerca “Above and Below Water Drones Market” realizzata dalla società di consulenza strategica PwC Strategy & Italy, presentata in anteprima nel corso della conferenza online “Sea Drone Tech Summit – Digital Conference 2025” il 23 ottobre scorso, il mercato dei droni marini e subacquei è in crescita a livello globale e nazionale. Nel 2030, il mercato mondiale toccherà infatti i 18,9 miliardi di euro, di cui 11,9 miliardi per il settore dei veicoli subacquei autonomi (UUV, Unmanned Underwater Vehicle) e 7 miliardi per il settore dei veicoli di superficie autonomi (USV, Unmanned Surface Vehicle). Nel 2024 il valore di questo mercato in Italia ha raggiunto i 93,6 milioni di euro, in aumento ai 76,2 milioni di euro del 2023, e toccherà i 217,6 milioni di euro nel 2030, superando la stima di 203,9 milioni dello scorso anno.

In occasione della conferenza riguardante “La centralità della Liguria nello sviluppo del PNS”, organizzata dalla Regione Liguria e tenutasi a Genova nella cornice del Salone Nautico Internazionale lo scorso 18 settembre, il Sotto Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio di squadra Giuseppe Berutti Bergotto, in qualità di Presidente del Comitato di Direzione Strategica (CDS) del PNS, unitamente al Presidente della Fondazione del PNS, Roberta Pinotti, già Ministro della Difesa e Senatrice della Repubblica, ed ai rappresentanti delle istituzioni, fra cui lo stesso Presidente della Regione Marco Bucci, hanno confermato la centralità del PNS nei piani strategici del Paese e del territorio, evidenziando gli ultimi sviluppi del Polo e la necessità di incrementare i volumi finanziari allo scopo di sostenere le attività da esso avviate. In particolare, alla luce della significativa partecipazione delle realtà industriali ed accademiche ai bandi promossi sinora dal Polo, confermando l’importanza e l’attrattività crescente del medesimo quale motore dell’innovazione tecnologica nel settore underwater.

Con la chiusura del termine per la presentazione delle proposte progettuali afferenti al terzo Batch di bandi (o Batch 3) avvenuta lo scorso 10 settembre, sono state infatti registrate 72 richieste di partecipazione, per un totale di 165 operatori economici, di cui12 grandi imprese, 110 piccole e medie imprese (PMI) e 43 tra università e centri di ricerca. Un dato di assoluto rilievo riguardante la capacità del PNS di ampliare in modo significativo il proprio ecosistema:124 dei soggetti partecipanti sono nuove realtà (7 grandi imprese, 87 PMI e 30 tra università e centri di ricerca).

Come evidenziato dal Presidente del CDS, in poco più di un anno e mezzo dalla sua istituzione avvenuta il 12 dicembre del 2023, il Polo ha più che raddoppiato il numero di realtà industriali e accademiche coinvolte, passando da un ecosistema composto da 119 operatori economici, creatosi con i primi bandi, a 251. Con il Batch 3 sono stati promossi complessivamente 18 progetti di ricerca nell’arco di circa 18 mesi ed entro il 2027 saranno testati i primi dimostratori tecnologici dei progetti di ricerca del Batch 1 che il PNS sta portando avanti con una valenza strategica non soltanto militare, ma soprattutto economica.

L’ammiraglio Berutti Bergotto (nella foto a lato) ha inoltre evidenziato l’importanza degli assetti che la Marina Militare mette a disposizione per le attività sperimentali, risorse che nei piani di sviluppo del PNS vedranno la disponibilità di un’area di test (test range) ad una profondità di 250 metri, quota a cui, a meno della pressione, si realizzano le condizioni abissali.

Questo complesso di assetti unitamente a nuove infrastrutture presenti a terra nel Comprensorio di San Bartolomeo (presso La Spezia) ove trova locazione non soltanto la Struttura Operativa del Polo ma anche il Centro di Supporto e Sperimentazione Navale della Marina Militare (CSSN), il Centre for Maritime Research and Experimentation (CMRE) della NATO, ed in un prossimo futuro si prevede il Centro di Eccellenza dell’Underwater (UW CoE) sempre dell’Alleanza, renderanno tale complesso il più avanzato centro di aggregazione per imprese e università non soltanto a livello nazionale ma anche internazionale in questo settore.

Evidenziando i primi passi della Fondazione, il Presidente dell’ente ha confermato la sua centralità nella ricerca dei fondi, soprattutto privati, e l’impegno per assicurare tali finalità in tempi ridotti, invitando i soci fondatori e quelli che si aggiungeranno a contribuire al raggiungimento di tale obiettivo.

 

Il PNS, compiti, governance e capacità

“Il Polo è il frutto di una collaborazione fra pubblico e privato e svilupperà tecnologie avanzate per la protezione e l’esplorazione delle infrastrutture critiche sottomarine. L’obiettivo è quello di integrare droni e sottomarini in un sistema di controllo e sorveglianza subacquea che possa rivelare in tempo reale ciò che accade negli abissi marini”, ha dichiarato il Ministro della Difesa Guido Crosetto in occasione della cerimonia di inaugurazione del PNS, il 12 dicembre 2023.

Da quel momento l’importanza del PNS è continua a crescere alla luce da una parte della minaccia alle infrastrutture critiche dei Paesi – dalle condutture ed impianti di estrazione ai cavi per le telecomunicazioni – e dall’altra delle tensioni sempre più rimarcate nelle acque del Mar Mediterraneo ed oltre, per lo sfruttamento delle risorse di varia natura, dagli idrocarburi alla pesca, al cibo che in futuro potrà fornire il mare alla popolazione della Terra, senza dimenticare le altre numerose applicazioni come lo sfruttamento delle profondità per i data center al fine di ridurre l’emissione in atmosfera.

“Le applicazioni nell’ambito della dimensione subacquea sono infinite, noi però dobbiamo creare il contesto per farle crescere. Allora è per questo che la Palo Alto italiana di San Bartolomeo è la visione, il sogno che dovremmo tutti intraprendere, con la consapevolezza che il mondo non resta a guardare e non possiamo permetterci di perdere la sfida”, ha dichiarato Matteo Perego di Cremnago (nella foto sotto), Sottosegretario di Stato alla Difesa in occasione di un convegno al CASD nel luglio 2024, sottolineando la valenza duale del PNS a vantaggio non soltanto della Difesa ma anche del settore civile.

Sviluppare le tecnologie necessarie per la difesa di queste infrastrutture è uno dei compiti che sono stati assegnati al PNS. Come evidenziato dal Direttore della Struttura Operativa (SO) del PNS nonché Direttore del CSSN, ammiraglio ispettore Cristiano Nervi, in occasione del Convegno “Sfide e Nuove Opportunità per Imprese ed Università” indetto da Confindustria La Spezia lo scorso 4 giugno, fin dalla sua concezione del Polo, il suo team di lavoro si è impegnato ad individuare i gap tecnologici mappando le tecnologie disponibili o in corso di sviluppo, a ricercare soluzioni valorizzando le capacità dell’industria nazionale, in particolare delle PMI, dei centri di ricerca e delle università.

Ciò al fine di promuovere progetti di ricerca e sviluppo (con frequenti e serrati bandi o “call for proposal”) che prevedessero tempi di esecuzioni contenuti, circa due anni per il dimostratore tecnologico connesso.

A ciò si aggiunge la modulazione delle stesse call per favorire l’aggregazione di realtà industriali ed accademiche che potessero sfruttare una struttura quale il PNS, in grado di supportare le attività di sperimentazione, e di consentire la realizzazione di tali progetti in tempi brevi. Il tutto per assicurare la sovranità nazionale nello specifico settore della subacquea e quindi destinato esclusivamente a realtà italiane destinate a lavorare nel contesto rappresentato dal comprensorio di San Bartolomeo.

Come già rimarcato in precedenza la governance del PNS è una struttura multilivello, costituita dal Consiglio di Coordinamento Interministeriale (CCI), il Comitato di Direzione Strategica (CDS), la Fondazione del PNS, e la Struttura Operativa (SO).  Il CCI che comprende i rappresentanti dei Ministeri delle Imprese e del Made In Italy, per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, dell’Università e della Ricerca e quello della Difesa e fornisce le linee di indirizzo interministeriale al CDS.

Quest’ultimo che comprende in aggiunta agli esponenti dei Dicasteri sopra citati quelli dell’industria che sono rappresentati dalla Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza (AIAD), del mondo accademico con la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) e del mondo della ricerca con la Consulta dei Presidenti degli Enti di Ricerca (ConPER), a cui s’aggiungono quelli dello Stato Maggiore Difesa (SMD), del Segretariato Generale della Difesa e della Direzione Generale degli Armamenti (SGD e DNA), della società Difesa Servizi S.p.A. e della Marina Militare, è di fatto l’organo esecutivo del PNS.

Il CDS traduce le linee d’indirizzo interministeriali in obiettivi strategico-operativi, analizza quali sono i gap tecnologici che devono essere coperti per raggiungere questi indirizzi e fornisce tutte quelle indicazioni alla Struttura Operativa (SO) che, di fatto, è il “braccio operativo” di tutto il sistema per identificare le linee di sviluppo da perseguire e soprattutto per come farlo. Il tutto è completato dalla Fondazione del PNS, costituita più recentemente nel luglio 2025 che è un ente di diritto privato con personalità giuridica e autonomia patrimoniale e come vedremo oltre, ha come compiti principali quelli di attrarre capitali – soprattutto privati – e gestire il matrimonio immobiliare che si trova nel comprensorio della MM di San Bartolomeo, destinato direttamente ed indirettamente agli scopi del Polo.

La SO del PNS impiega il personale e le infrastrutture del CSSN, che rappresenta un Centro di test del programma DIANA (Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic) della NATO, come rimarcato dal Vice Direttore della SO del PNS e Vice Direttore del CSSN, contrammiraglio Giulio Cappelletti, in occasione della “Sea Drone Tech Summit – Digital Conference 2025”, a cui si stanno progressivamente aggiungendo le risorse specificatamente realizzate per le esigenze del Polo, come vedremo oltre.

In aggiunta al CMRE, il sedime del Comprensorio di San Bartolomeo, ospiterà nel prossimo futuro il Centro di Eccellenza dell’Alleanza dedicato all’ambiente subacqueo o Underwater Centre of Excellence (UW COE), facendo di La Spezia e dell’Italia il cuore pulsante della dimensione a livello NATO ed Europeo.

Riconosciamo da tempo il valore strategico della dimensione subacquea ecco perché vogliamo sviluppare un hub strutturato, un vero distretto della subacquea, che oltre al CMRE ed al PNS possa includere a La Spezia anche il nuovo Centro di Eccellenza della NATO per l’Underwater.

Solo attraverso uno sforzo comune e condiviso, dimostrato dalla grande presenza in questo consesso, possiamo sviluppare quelle competenze e tecnologie oggi indispensabili per superare le sfide che gli abissi ci presentano,” ha dichiarato l’ammiraglio Berutti Bergotto, in occasione della prima conferenza destinata a discutere e definire il processo di costituzione tenutasi nel marzo 2025 a Roma, processo che dovrebbe concludersi verosimilmente nel 2026.

 

Attività preparatorie del Polo e primi bandi nazionali della subacquea

Ma cosa ha realizzato il Polo in poco meno di due anni dalla sua istituzione?

“Innanzitutto abbiamo mappato le capacità tecnologiche nazionali. Non è stato banale, dover chiedere a università e aziende cosa sanno fare. Non è scontato che le risposte siano esattamente in linea con le effettive capacità. Siamo partiti censendo i progetti di ricerca già consolidati o portati avanti con il Piano Nazionale della Ricerca Militare (PNRM), nonché grazie ad altre modalità di Ricerca & Sviluppo, quindi registrando tutte le capacità in tema di underwater, acquisite o in corso di acquisizione, abbiamo conseguentemente identificato i gap tecnologici da colmare per raggiungere gli obiettivi strategici fissati dal PNS. E’ proprio sulla base di questi ultimi che sono state individuate le traiettorie tecnologiche su cui concentrare le attività di ricerca e sviluppo del mondo industriale ed accademico, avendo come obbiettivi finali quelli di sviluppare un’infrastruttura di rete subacquea ed un veicolo subacqueo autonomo multiruolo.

“Abbiamo quindi indirizzato la ricerca del mondo accademico e industriale verso questi elementi cardine del progetto del PNS, promuovendo fino ad ora 18 progetti di ricerca, per un totale di 115 milioni di euro,” ha rimarcato l’ammiraglio Nervi, Direttore della SO, suddivisi in tre Batch, di cui l’ultimo ha registrato la scadenza del termine per la presentazione delle proposte lo scorso 10 settembre.

“Poiché questi progetti sono cofinanziati al 50%, quindi di fatto il contributo del Polo è esattamente la metà, siamo andati finora a contratto per i primi 65 milioni di Euro, quindi soltanto per i primi 8 progetti del Batch 1 e 2.”

I bandi hanno registrato molto interesse, molto più di quanto si aspettasse il team del PNS.

“Nelle compagini che si sono create per perseguire i nostri progetti, è estremamente ampia la presenza delle PMI, perché le call che abbiamo fatto sono estremamente a favore della loro presenza. Abbiamo inserito delle forme di premialità particolarmente spinte che hanno portato a formare delle compagini dove la presenza delle medesime è di fondamentale importanza. I 50 milioni di euro relativi ai 10 progetti del Batch 3 di cui l’industria, ricerca ed accademia hanno appena completato la presentazione delle domande non sono ancora contemplati, perché nonostante siano coperti da questi fondi, non sono ancora stati scelti i progetti e le compagini a cui verranno assegnati e finanziati congiuntamente. Come evidenziato, grazie a questi ultimi bandi le richieste di partecipazione hanno più che raddoppiato il numero delle realtà industriali ed accademiche coinvolte, portando l’ecosistema a ben 251 operatori economici.

Poi abbiamo iniziato a realizzare delle infrastrutture che possano ospitare tutte le attività di ricerca presso San Bartolomeo, per due ordini di motivi: tutte le aziende ed università devono operare presso San Bartolomeo per aggregarsi, per fare squadra. Questo ci consentirà di poter capire esattamente qual è il livello tecnologico raggiunto da imprese e università, ma soprattutto presso San Bartolomeo potranno disporre di tutti gli asset che la Marina Militare mette e metterà a disposizione, che sono di particolare importanza”.

Sfruttando infrastrutture e sistemi che grazie alla lungimiranza degli operatori del CSSN sono giunti ad un livello tecnologico molto elevato, per non parlare dell’area di test abissale a -250 metri che rappresenterà, “una volta realizzata e messa in funzione con l’integrazione di altri sistemi già in dotazione allo stesso CSSN, un unicum a livello dell’Alleanza ed in Europa, e comunque fra i pochi a livello mondiale”, ha dichiarato dall’ammiraglio Nervi (nella foto sotto col ministro Crosetto).

I bandi lanciati dal PNS hanno una caratteristica particolare rispetto ai bandi di ricerca del PRNM: “queste call sono state modulate per perseguire risultati concreti con tempistiche ridotte, pari a due anni, quando mediamente i bandi di ricerca durano oltre cinque anni.” L’obiettivo  – nella quasi totalità dei casi è rappresentato dalla realizzazione di un prototipo destinato ad essere testato in ambiente operativo quindi per livello di maturità pari a TRL 7.

“Non vogliamo che venga prodotta carta, ma un dimostratore tecnologico da testare in mare, dobbiamo sviluppare le tecnologie che ci servono e non disponiamo di tanto tempo, dobbiamo disporre dei dimostratori tecnologici in tempi il più possibile rapidi. Questo è stato compreso e la partecipazione è stata estremamente forte” ha aggiunto l’ammiragklio Nervi.

Un altro importante elemento che caratterizza queste call è rappresentato dalla premialità delle PMI. “Quest’ultima è quasi sfacciata nei confronti delle PMI per il Batch 3, mi permetto di dirlo, perché abbiamo previsto che su 100 punti globali vengono assegnati 10 punti per ogni PMI presente e sino ad un massimo di 25 in totale e per quanto riguarda le università e i centri di ricerca 5 punti, sino ad un massimo di 15 in totale. Questo ha portato, come meglio evidenzieremo nel proseguo, a una significativa presenza di PMI”.

 

 

Infrastrutture e sistemi del PNS: il test range abissale da meno 250 metri

Il PNS avrà a disposizione tutti gli assetti pregiati che la Marina Militare dispone e disporrà in futuro e che sono inncentrati per quanto riguarda la subacquea proprio nel Golfo della Spezia. Questo occorre rimarcarlo, è stato determinato anche dal fatto che attorno alla Base Navale della Spezia ed al comprensorio di San Bartolomeo è cresciuta l’industria cantieristica e della difesa nel settore navale e si è consolidata la filiera di settore, con il vantaggio che oggi queste ultime realtà potranno giovare di tale vicinanza ed un rapporto con esse molto stretto.

In aggiunta al CMRE con assetti pregiati come la Nave Alliance e Nave Leonardo, assetti che vivono a stretto contatto con il CSSN, troviamo dall’altra parte della baia, il Comando delle Forze Contromisure Mine (MARICODRAG) con i suoi assetti per le contromisure mine e seabed warfare con veicoli a pilotaggio remoto ed autonomi, il cui comando oggi comprende anche le unità idro-oceanografiche. Capacità destinate ad essere potenziate nel prossimo futuro con entrata in servizio della nuova generazione di unità navali dedicate e relativi pacchetti di missione della MM.

Ma le capacità più importanti che consentiranno al PNS di crescere almeno inizialmente e diventare un unicum sono rappresentati dagli specialisti e dagli strumenti di lavoro presenti e futuri del CSSN, a cui s’aggiungeranno in futuro nuove infrastrutture, fra cui l’innovativo test range abissale a -250 metri, per consentire test, validazione e certificazione di sistemi e mezzi non soltanto per applicazioni militari ma anche per quelle civili come il mantenimento in servizio delle infrastrutture critiche sottomarine nonché lo sfruttamento degli abissi come già evidenziato. I

n particolare il Direttore della SO ha menzionato il Simulatore di Scenario Subacqueo Multi Sistema Federabile e Interoperabile con Sistemi Eterogenei Autonomi meglio conosciuto come CHOBIN (Complex Holistic Outline Based Interoperable Network for Underwater Simulation) ed il Sistema di Sistemi Autonomi e Riconfigurabili ai fini dell’innovazione e potenziamento delle capacità di Test & Evaluation nell’UnderWater Warfare denominato BOOMER (reconfiguraBle autOnOmous systeMs for undErwater waRfare).

Atto a migliorare le capacità di test e valutazione del CSSN nel settore marittimo, il CHOBIN è orientato, in particolare, su Scenari di Lotta Sotto la Superficie e sui Sistemi Eterogenei Autonomi, offrendo la possibilità di essere anche federabile con sistemi NATO e nazionali.

Il sistema offre capacità all’avanguardia per supportare Test, Valutazione, Verifica e Validazione di tali Sistemi/Piattaforme e della relativa Analisi Operativa prima di utilizzare sistemi reali in mare o per avere una valutazione su scenari complessi e quale soluzione tecnico-operativa sia più adatta alle necessità. Il CSSN ha sviluppato una roadmap per il potenziamento della capacità del sistema a step incrementali.

Il BOOMER invece si basa su un insieme di sistemi autonomi unmanned modulari e riconfigurabili che rappresenteranno gli elementi base per la realizzazione di sistemi di sistemi capaci di implementare diverse funzioni di test & evaluation tipiche della lotta sotto la superficie fondamentali per il supporto alla verifica e validazione delle performance della Flotta (navi, sottomarini, veicoli unmanned di diversa natura), e di estrema sensibilità ed alto impatto dal punto di vista militare per la periodica e completa (in modo più esaustivo ed efficace) verifica dell’efficacia operativa dello strumento navale nell’underwater warfare.

In particolare quest’ultimo comprende una flotta di unmanned subacquei autonomi (AUV) leggeri X300 forniti dalla società genovese Graal Tech che ad oggi comprende ben 17 veicoli autonomi con un pool di sensori e sistemi di varia natura. Il CSSN ha in previsione l’ampliamento di tale flotta ed il potenziamento delle capacità della medesima con nuovi payload. Unitamente ai sistemi di Graal Tech, il PNS ha in servizio anche AUV leggeri Zeno della MDM Team.

“Il CHOBIN rappresenta un unicum poiché è stato realizzato dal CMRE che dispone di uno storico di dati ambientali di cui soltanto la NATO dispone, e che nessun produttore di simulatori può disporne. Quest’ultimo rappresenta un tool di particolare pregio per le attività sulla futura area di test a meno di 250 metri che il PNS intende dotarsi, ed il cui connubio rappresenta un altro unicum. Poiché a meno di 200 metri si realizzano le condizioni abissali, quindi a meno della pressione, il test-range sarà utile alla piena sperimentazione e validazioni dei vari dimostratori tecnologici oggetto dei nostri progetti in primis. Potremmo anche condurre attività di test, validazione ed omologazione non soltanto di sistemi per applicazioni militari ma anche civili,” ha ricordato l’ammiraglio Nervi, sottolineando il carattere duale del PNS.

L’accoppiata fra simulatore ed area di test è inedita per il direttore della SO: “il simulatore serve per ottimizzare l’attività di test e ridurre le operazioni a mare, mentre l’area di test serve per validare i modelli digitali, ma soprattutto in un contesto dove non si vede, l’accoppiata simulatore-area di test consentirà di seguire in tempo reale l’andamento dei test sott’acqua, una realtà unica, di sicuro interesse per la NATO, enti di certificazione, industria e università.”

Questo in aggiunta all’area (cosiddetta minimale) in prossimità della sede del PNS e nel Golfo di La Spezia, dove sono realizzabili scenari subacquei complessi (navigazione precisa, capacità di lancio e recupero, monitoraggio, uso di manipolatori, ecc.) simulati a profondità di 20-50 metri.

A quest’area s’aggiungerà quella di test abissali a -250 metri, ove verranno portati a termine inizialmente scenari subacquei complessi – come operazioni subacquee di lunga durata e missioni con elevata criticità tecnica-operativa – simulati a profondità di 200 metri ed oltre.

Tale area secondo quanto riportato dalla documentazione di gara per la relativa progettazione preliminare sarà inoltre utile sia per verificare in modo specifico e sicuro mezzi subacquei di tipo unmanned sia per simulare scenari operativi critici nell’impiego degli stessi. Il progetto, infine, si offre anche come strumento aggiuntivo per la futura certificazione dei mezzi marittimi (navali e subacquei) di tipo unmanned. Successivamente, sarà realizzata l’integrazione di tale area con il simulatore in ambiente underwater. Questa attività d’integrazione tra ambienti di test simulati e reali, secondo quanto dichiarato dal direttore della SO, e quindi “vedere” in tempo reale quanto accade durante i test, farà parte di una successiva fase implementativa.

Secondo quanto dichiarato dall’ammiraglio Nervi ad Analisi Difesa in occasione del salone di Seafuture 2025, il CSSN ha recentemente affidato alla società Saipem S.p.A., – che ha realizzato un’area di test subacquea ad una profondità di circa 25 metri per testare veicoli sottomarini di proprio sviluppo – un contratto per la progettazione preliminare del test range abissale a -250 metri e relative infrastrutture, con prevista consegna del progetto per febbraio 2026.

La contrattualizzazione è prevista per il 2027 per un importo presunto di oltre 10 milioni di euro. In parallelo si stanno realizzando nuove infrastrutture a terra come il compound modulare che accoglie 16 uffici e due sale riunioni, che sarà disponibile entro il mese di ottobre 2025.

 

Traiettorie tecnologiche ed Ecosistema industriale-accademico

Per assolvere i compiti assegnati al PNS e relativi alla protezione delle infrastrutture subacquee critiche, come evidenziato, le traiettorie tecnologiche prescelte sono fondamentalmente due: lo sviluppo di una infrastruttura di rete subacquea e di un veicolo subacqueo autonomo multi-missione.

Per sorvegliare le infrastrutture poste anche a una profondità di -3000 metri, valutazioni di carattere tecnologico e di costo/efficacia, hanno portato, secondo l’ammiraglio Nervi, alla soluzione che prevede lo sfruttamento delle dorsali cavi per telecomunicazioni esistenti quali sensori.

“La fibra ottica può funzionare anche come sensore e il dato che noi potremo acquisire con quest’ultima o con altri sensori con cui arricchiremo la dorsale cavi, ci consentirà di comprendere che cosa si muove sott’acqua, eventualmente anche classificare e trasferire il dato via fibra ottica a terra, facilitati dal fatto che le dorsali cavi sono stese proprio nel punto giusto…..”

Si parla quindi di una infrastruttura di rete scalabile e modulare, multi-sensore, con modem acustici criptati multibanda, trasferimento dati a terra in tempo reale e docking station per interoperabilità con UUV.

“Tale infrastruttura sarà attrezzata anche con delle docking station per poter interoperare con i veicoli subacquei, quindi immaginate questo veicolo che entra dentro questo garage sul fondo, si appoggia esattamente come un iPhone alla basetta, si ricarica, trasferisce dati ad alta velocità e ricomincia la sua missione che può essere un qualsivoglia tipo di missione, civile o militare.”

 

 Progetti Batch 1, 2 e 3

Quale è il livello di sviluppo di tali tecnologie? “Per quanto riguarda l’infrastruttura di rete siamo messi bene, perché abbiamo avviato due importanti due progetti, uno per un’infrastruttura multi-sensore (TARAS – Tecnologie Avanzate di Rete per mezzi Autonomi Sottomarini), e l’altro per un sistema di cavi subacquei intelligenti (SENSOMAR – Sistema di Cavi Subacquei Intelligenti per il Monitoraggio Ambientale e la Rilevazione).”

Il primo progetto fa parte della prima call o Batch 1 che il PNS ha assegnato dalla sua istituzione, mentre il secondo appartiene al Batch 2.

Il progetto TARAS riguarda la realizzazione di un’infrastruttura di rete subacquea ibrida (cablata e wireless), capace di includere tipologie eterogenee di asset, con capacità di trasmissione wireless multimodale (ottica ed acustica), e in modo da abilitare un sistema di comunicazione cross-domain (marino e terrestre) adattivo e sicuro.

In questo progetto ci sono ben 10 PMI e la capofila WSense è una di queste”, ha evidenziato l’ammiraglio Nervi, unitamente a Graal Tech, MDM Team, Sitep Italia, Aalea, Next, Ingegneria dei Sistemi, Flysight e Tecnav Systems.

A queste s’aggiungono Leonardo, Fincantieri, Saipem e Telecom Italia Sparkle e le università degli studi di Genova, Roma Sapienza e Politecnica delle Marche. La disponibilità del dimostratore tecnologico per TARAS è prevista per giugno del 2026 mentre il termine per le attività sperimentali con il medesimo è pianificato per il mese di ottobre del medesimo anno.

Nell’ambito della traiettoria tecnologica riguardante il veicolo autonomo multifunzione, al Batch 1 appartengono i progetti OPTIMUS (Energy OPTImization Maritime Unmanned System), SIMILARS (Soluzioni Modulari di Lancio e Recupero Mezzi Unmanned Subacquei) e MURENA (MultiStatic Underwater Reconnaisance Experimental Network Asset). Il primo riguarda lo sviluppo di sistemi energy harvesting ed energy saving in ambiente marino e sottomarino da integrare su veicoli unmanned, estendendone l’autonomia in maniera rilevante. Capofila è Fincantieri con le PMI Ecodrone, EveryBotics, Graal Tech, SIT Technologies e Smart Manufacturing Lab (SMLab) a cui s’aggiungono Il Politecnico di Torino, Università di Genova, Cassino e del Lazio Meridionale nonché di Trieste.

Il secondo riguarda lo sviluppo di un sistema avanzato di lancio e recupero per veicoli autonomi subacquei che integri tecnologie innovative per automatizzare e migliorare la sicurezza, l’efficienza e la produttività delle operazioni subacquee anche con condizioni di mare impegnative. Capofila è sempre Fincantieri con Saipem, le PMI FlySight, Graal Tech, Positive Going Elettronica, Wsense e Saipem nonché le università di Genova, Roma Sapienza e Politecnica delle Marche. Infine Il progetto MURENA per l’implementazione di soluzioni in grado di aumentare la situational awareness nell’underwater attraverso lo sviluppo di algoritmi che consentano la capacità di scoperta acustica multi-statica tramite un insieme di piattaforme cooperanti e non cooperanti, sfruttando sia emissioni attive proprie che sorgenti acustiche di opportunità.

A Leonardo capofila si aggiungono Fincantieri, le PMI MDM Team, WSense, Graal Tech, Leonardo Sistemi Integrati, Tecnav Systems, FlySight, Next Ingegneria dei Sistemi.

Con un finanziamento di 24 milioni di euro, cofinanziati al 50% con l’industria e contratti assegnati nel Novembre 2024, i progetti del Batch 1 hanno completato la Fase 1 nell’agosto 2025 ed inizieranno la Fase 2 a novembre di quest’anno, con disponibilità di tutti i dimostratori tecnologici prevista entro novembre del 2026, mentre il termine delle attività sperimentali è pianificato per il mese di giugno del 2027.

I Bandi del Batch 2 comprendono quattro progetti denominati SENSOMAR, SHARK, DEXTIMUS e ABISSO, la cui assegnazione dei contratti alle compagini prescelte è prevista a breve. Il progetto SENSOMAR prevede lo sviluppo di un sistema di cavi subacquei intelligenti per il monitoraggio marino.

Evoluzione del progetto TARAS, tale sistema potrà essere impiegato per aumentare l’area di monitoraggio grazie al collegamento con i nodi di cavi di comunicazione subacquea allo scopo di ampliare le funzionalità dei cavi sottomarini e creare i presupposti per sviluppare capacità trasmissive digitali di nuova generazione.

Per il progetto SENSOMAR, il dimostratore tecnologico dovrebbe essere disponibile a marzo del 2027 con termine attività sperimentali nel dicembre dello stesso anno. Per i rimanenti progetti, i cui contratti sono anch’essi in fase di stipula, la disponibilità del dimostratore è prevista a settembre 2027, mentre il termine delle attività sperimentali è stabilito per maggio del 2028.

Per quanto riguarda l’altra traiettoria di sviluppo relativa quindi al velivolo subacqueo multifunzione, il direttore della SO del PNS, ha evidenziato come l’industria nazionale abbia già realizzato tale prodotto ed in particolare Saipem per il settore Oil & Gas.  Si tratta dell’Hydrone-S Flatfish, con modalità di impiego completamente autonomo o sotto supervisione, in grado di operare a meno 3000 metri e svolgere attività di manutenzione sulle infrastrutture di estrazione e convogliamento.

“Pitturato di grigio potrebbe svolgere attività militari, ma la componentistica principale non è italiana ma estera, a partire dal motore che è americano, il sonar ad apertura sintetica britannico, il manipolatore svedese, il sistema di navigazione norvegese, mentre noi vogliamo sviluppare tali tecnologie in Italia” spiega l’ammiraglio Nervi evidenziando come mezzi di questo tipo saranno molto richiesti in futuro. In aggiunta ai progetti del Batch 1, anche il Batch 2 comprende ben tre progetti legati al sistema unmanned multifunzione.

Si tratta del progetto SHARK (Submarine Hight-Tech Autonomous Reserach Kraft) per lo sviluppo di una nuova generazione di sistemi di navigazione di precisione per UUV, basati su sensori avanzati e algoritmi di intelligenza artificiale, in grado di garantire precisione ed autonomia anche in condizioni operative sfavorevoli.

Con capo fila GEM Elettronica, esso comprende Fincantieri ed ELT Group, unitamente a Graal Tech, MDM Team, BlueThink, Saipem e Edgelab, nonché Università di Genova, Pisa e Firenze. Il progetto DEXTIMUS per la realizzazione di un manipolatore subacqueo elettrico, integrabile su veicoli autonomi o ROV, in grado di operare fino a 3.000 metri di profondità e garantire manipolazioni autonome avanzate per missioni militari e civili, dalla manutenzione alla sicurezza delle infrastrutture critiche.

Capofila vede Saipem, a cui s’aggiungono 3D Research, Aelea, Everybotics, Graal Tech, nonché le università di Genova, Firenze e Cassino. Infine il progetto ABISSO (Accumulatori per Batterie Innovative Sicure e Sostenibili per Operazioni Abissali) destinato alla realizzazione di un dimostratore tecnologico di batteria innovativa per applicazioni abissali, avente idonei valori di densità energetica volumetrica e gravimetrica, tali da asservire UUV e ROV per operazioni a quote profonde, garantendo più energia, maggiore durata ed autonomia per veicoli unmanned.

Capofila è Fincantieri, a cui s’aggiungono Leonardo e Saipem, eDriveLAB, Phase Motion, Control e Micro assemblaggi, unitamente ai centri universitari di Padova, Parma ed il Consorzio Interuniversitario per la Scienza e la Tecnologia dei Materiali (INSTM) di Cassino.

 

 Batch 3: nuove sfide

iù volte rimarcato l’ammiraglio Nervi, con i progetti messi a bando con il Batch 3, il PNS si è orientato da una parte verso nuove tecnologie, come i materiali per ambienti estremi e gli effettori, mentre dall’altra si è puntato alla difesa delle reti subacquee ed agli algoritmi per la localizzazione, tecnologie già presenti all’estero ma non in Italia.

“In quest’ultimo caso è stata una grossa scommessa, perché non eravamo sicuri che le imprese nazionali fossero disponibili a cimentarsi in progetti il cui obiettivo è un qualcosa già presente a scaffale all’estero.

Abbiamo invece trovato una concorrenza veramente forte, quindi la sorpresa è stata quella di scoprire che le aziende vogliono veramente mettersi in gioco, vogliono competere, nonostante partano da una situazione di svantaggio notevole, ma evidentemente il polo costituisce un motivo per poter scommettere su questa attività.” Sempre con il Batch 3, il PNS si è rivolto ad aziende che non hanno mai operato nell’ambito dell’underwater, ma che posseggono la tecnologia per poterlo fare come nel caso del sistema propulsivo innovativo per UUV. “Questi sono oggetti di cui noi abbiamo estremamente bisogno, li dobbiamo realizzare ed avranno un futuro”, visto la novità anche nel settore commerciale.

Guardando alle compagini che hanno vinto i bandi con i precedenti Batch 1 e 2, ed alla forte presenza delle PMI e delle università, l’ammiraglio Nervi ha evidenziato il cambiamento di policy per il Batch 3.

“Guardando alla distribuzione geografica di coloro che hanno partecipato ai nostri bandi, si è reso evidente che il Sud Italia era poco presente, e che diverse aziende erano presenti in molte compagini: Fincantieri in 7 progetti e Graal Tech in 6 progetti, per esempio.

Le compagini che si sono formate sono diventate molto solide, e le nuove PMI presentavano difficoltà a entrare in queste compagini.”

Per questo motivo nel caso del Batch 3 che andremo ad analizzare di seguito, mentre per i tre progetti di Tipo 1, che presentano una premialità di +10 punti (fino a 25 su 100) per ogni PMI e + 5 punti (fino a 15 su 100) per ogni Università/Centro Di Ricerca, nel caso dei due progetti di tipo 2 (rispettivamente da 6 e 5 milioni di euro con importo co-finanziato al 50%).

“E’ stata utilizzata una forma di premialità più spinta per le PMI: a parità di progetto tra PMI e grandi imprese, quello proposto che include unicamente PMI, Università e Centri di Ricerca ottiene 15 punti in più. E’ stato inoltre deciso di introdurre anche un bando “aperto settoriale” per cinque progetti destinati a favorire nuove idee. Si tratta di proposte cosiddette “unsolicited” che devono però essere aderenti e coerenti con le traiettorie tecnologiche del PNS. Il bando stimola e favorisce nuove idee (TRL basso) e progetti maturi (TRL alto), mix che consentirà di fare emergere un numero importante di PMI.”

Il primo tipo di progetti del Batch 3 comprende quello per lo sviluppo di un sonar ad apertura sintetica (SAS, Synthetic Aperture Sonar) che “in Italia non produciamo ma che per il numero di veicoli previsti per il mercato nazionale ed internazionale è importante produrre, così come quello di un propulsore innovativo, altro progetto del primo tipo. In entrambi i casi, vi sono due linee di sviluppo: la prima legata alla realizzazione di un oggetto da mettere in mare che funzioni nel giro di due anni, utilizzando hardware già esistente, ma sviluppandone gli algoritmi che ci consentono l’indipendenza di sviluppo (TRL 7). In parallelo ricerchiamo delle soluzioni innovativi attraverso TRL più bassi (5), con lo sviluppo di un dimostratore innovativo.”

Per quanto riguardo il SAS, si guarda all’innovazione delle tecniche di acquisizione e degli algoritmi da applicare su di un sistema sonar già in commercio e integrazione a bordo di un sistema unmanned subacqueo. Il dimostratore tecnologico dovrà essere in grado di operare fino ad una profondità di 1.000 metri (TRL 7).

Circa lo sviluppo TRL 5, quest’ultimo riguarda un dimostratore SAS a tecnologia italiana mirato a eguagliare o superare le prestazioni delle soluzioni attualmente presenti sul mercato, concepito per essere integrato a bordo di unmanned subacquei di piccole e medie dimensioni. Il dimostratore tecnologico dovrà essere in grado di operare fino ad una profondità di 600 metri.

Nel caso del secondo progetto legato al propulsore innovativo, ci si propone di incrementare il livello tecnologico dei sistemi di propulsione nazionale mediante l’impiego di un’architettura e materiali innovativi.

Si articolerà su due linee strategiche complementari: la realizzazione di un motore elettrico di nuova generazione e integrazione dello stesso su di un sistema unmanned subacqueo in grado di operare fino ad una profondità di 3.000 metri. Il motore realizzato dovrà minimizzare il consumo energetico a parità di prestazioni se confrontato con lo stato dell’arte dei motori elettrici per applicazioni subacquee e delle tecniche costruttive attualmente impiegate.

Nel caso invece si parla di dimostratore di propulsore innovativo (es: accoppiamento insieme motore-elica, idrogetto, ecc.), concepito per essere integrato a bordo di veicoli unmanned subacquei fino ad una profondità di 3000 metri e mirato all’impiego di nuove tecnologie rispetto alle soluzioni attualmente disponibili (TRL 4).

Per entrambi i progetti sono a disposizione 10 milioni di euro cofinanziati al 50%, la stessa cifra prevista per il terzo progetto del Tipo 1 del Batch 3: lo studio e sviluppo di effettori per scenari subacquei. Quest’ultimo progetto è mirato a sviluppare un sistema difensivo subacqueo basato su effettori in grado di sorvegliare e proteggere aree di mare sensibili e infrastrutture critiche reagendo a minacce sterne. Prevede la realizzazione di un dimostratore tecnologico (TRL 7) ed in particolare lo studio, progettazione e sviluppo di sistemi di difesa, prevedendo sia meccanismi per deterrenza e dissuasione di tipo acustico, ottico, rilascio di oggetti (reti, ancoraggi anti strascico/dragaggio) o di sostanze (bolle di gas, schiume, ecc.) che meccanismi per la neutralizzazione delle minacce, nonché la stazione di lancio degli effettori.

A tal riguardo si parla anche di sviluppo di algoritmi di cooperazione con la creazione di logiche per il coordinamento autonomo degli effettori (operanti in sciame), l’implementazione di strategie di rilevamento e risposta alle minacce e l’utilizzo coordinato del sistema di effettori subacquei destinati alla dissuasione e alla neutralizzazione.

“Non necessariamente qualcosa che faccia male – precisa l’ammiraglio Nervi –  ma anche qualcosa che semplicemente dissuada un operatore che si avvicina per poter offendere, per poter distruggere, per poter danneggiare un gasdotto piuttosto che una dorsale cavi, con capacità di crescita verso qualcosa che possa danneggiare un timone, che possa danneggiare il veicolo che si avvicina per poter danneggiare le infrastrutture subacquee, questo è un progetto che nessuno ha ancora avviato, siamo i primi a farlo.”

L’avvio della fase 1 per questo progetto è prevista nel mese di giugno del 2026, con disponibilità del dimostratore tecnologico a febbraio del 2028 ed il termine delle attività sperimentali nel maggio 2029.

Nell’ambito dei progetti questa volta del tipo 2 sempre “solicited” del Batch 3, dove il proponente guadagna 15 punti se include esclusivamente PMI, Università e Centri di ricerca, ci sono quello per il LiDAR (Light Detection and Ranging anche denominato come Laser Imaging Detection and Ranging) e materiali resistenti per ambienti estremi.  Il primo è un oggetto che serve per mappare il fondale e quanto ivi presente come gasdotti ma anche mine o fusti di materiale altamente inquinante, con grande precisione.

Esso punta a superare il limite della scarsa visibilità in ambiente subacqueo, incrementando il livello tecnologico e competitivo nazionale dei sistemi di imaging basati su tecnologia LiDAR. Anche per questo progetto si parla di innovazione delle tecniche di acquisizione e degli algoritmi dei LiDAR subacquei commerciali e successiva integrazione su di un sistema unmanned subacqueo da testare in ambiente operativo (TRL 7) e dello sviluppo di un prototipo di LiDAR subacqueo a tecnologia italiana mirato a eguagliare o superare le prestazioni delle soluzioni attualmente presenti sul mercato, concepito per poter essere integrato a bordo di unmanned subacquei (di piccole e medie dimensioni) e di superficie (TRL 5).

Il progetto per lo studio e sviluppo di materiali resistenti per ambienti estremi mira invece a superare i limiti dei materiali sottoposti a condizioni ambientali estreme aumentando la durata e incrementando le performance dei sistemi subacquei.

La call parla di studio, progettazione e sviluppo di soluzioni anti-corrosione avanzate per aumentare la durata operativa dei sistemi (specialmente a favore di sistemi residenti) e ridurre le necessità di manutenzione, rivestimenti e trattamenti fortemente anti-biofouling per ridurre l’accumulo di organismi marini e migliorare l’efficienza idrodinamica.

A questi s’aggiungono materiali caratterizzati da lavorabilità e versatilità geometrica, che consentono la realizzazione di componenti con geometrie complesse, raggi di curvatura specifici e superfici ottimizzate per migliorare le prestazioni idrodinamiche e strutturali. Infine quelli caratterizzati da proprietà altamente amagnetiche, di isolamento termico ed acustico per un totale di 6 milioni di euro.

“Noi pensiamo a oggetti che non vengano mai in superficie, far emergere da 3.000 metri un veicolo non ha senso, è un dispendio di energie, i veicoli devono operare in maniera continuativa sott’acqua, le infrastrutture, le dock station devono rimanere sott’acqua senza venire mai a galla, quindi i materiali devono avere delle caratteristiche molto particolari”, ha precisato Nervi.

Si è fatto riferimento a società come Carbon Dream, Dallara, ma ci sono altre realtà che possono sviluppare questo tipo di materiali e anche in questo saremo potremmo essere i primi, secondo l’ammiraglio Nervi, “non mi risulta che ci siano progetti che sviluppino questo tipo di materiali.”

Infine i cinque progetti aperti e “settoriali” unsolicited di cui abbiamo già parlato del valore complessivo di 9 milioni di euro cofinanziato al 50%, che non hanno un tema definito ma hanno l’obiettivo di sviluppare tecnologie in linea con le traiettorie del Polo, ad alto e basso TRL.

“Le tempistiche che abbiamo adottato sono frenetiche: abbiamo pubblicato i primi bandi (Batch 1) tre mesi dopo l’inaugurazione e nei sei mesi successivi siamo andati a contratto. Abbiamo pubblicato subito dopo gli altri bandi e stiamo completando la contrattualizzazione (Batch 2). Siamo consapevoli della strategicità e quindi dell’urgenza dello sviluppo di queste tecnologie e per farlo abbiamo bisogno di PMI che sappiano operare ad alto livello tecnologico e sposino i nostri progetti. Nel caso del Batch 3, abbiamo chiuso (in settembre 2025) le tempistiche di presentazione delle proposte, e nel 2027 staremo testando i primi dimostratori tecnologici (Batch 1) mentre arriveranno quelli relativi al Batch 2: noi andiamo veloci tanto che per il momento di passaggio molto critico da una fase e l’altra dei progetti del Batch 1 abbiamo impiegato soltanto un giorno”.

Una tempistica estremamente ridotta che con il carico di lavoro è destinata inevitabilmente a crescere.

 

La Fondazione ed i fondi pubblici e privati per i progetti del PNS

Ma come potrà crescere il PNS e portare all’innovazione nel campo sia militare che civile? Dove reperisce i fondi il PNS per la sua attività? In questo momento, il PNS ha esclusivamente fondi pubblici, ma il fabbisogno cresce con tutta l’attività che viene portata avanti. In occasione dell’audizione avvenuta l’11 febbraio 2025 sul Documento Programmatico per la Difesa (DPP) – Triennio 2024-2026, il Presidente del CDS del PNS, ammiraglio Berutti Bergotto parlando del Polo a tutto tondo e quindi dei relativi finanziamenti, ha evidenziato che di pari passo con la crescente operatività dal medesimo, “sia necessario che segua un incremento di risorse finanziario adeguato.

Di fatto se le risorse stanziate ad oggi dalla Legge di Bilancio 2025, sia sui capitoli della Difesa per il funzionamento che le novelle introdotte sui capitoli del MIMIT che sono pari a 9 milioni per ciascuna annualità dal 2026 al 2028, ci consentono di sostenere le progettualità del PNS per tutto il 2025 ed il 2026, permane l’esigenza di individuare ulteriori risorse a partire dal 2027 quando verranno avviate le fasi di produzione, prototipizzazione e sperimentazione dei circa 12-15 progetti di ricerca, che a regime pensiamo di portare avanti……. Di fatto con i fondi disponibili riusciamo a finanziare tutte e tre le fasi dei bandi del Batch 1 (sviluppo e progettazione, costruzione del prototipo e sperimentazione), ma soltanto la fase uno dei Batch 2 e 3.”

Pertanto dal 2027 in poi, sono necessarie ulteriori risorse per lo sviluppo delle attività del PNS. “Abbiamo previsto che a regime, la spesa annua si attesti sui 50 milioni di euro, volendo ricordare che i bandi sono cofinanziati al 50%, come tutti i bandi di ricerca,” ha evidenziato l’ammiraglio Berutti Bergotto. La recente pubblicazione del DPP 2025-2027 permetterà di comprendere meglio come tali fondi verranno reperiti.

In occasione della presentazione delle attività del PNS a Genova lo scorso 24 settembre, che è stata patrocinata dalla Regione Liguria con l’evento “La centralità della Liguria nello sviluppo del Polo Nazionale della dimensione Subacquea” tenutosi in occasione del Salone Nautico 2025, la Presidente della Fondazione del PNS, Roberta Pinotti, ha sottolineato che la struttura sta lavorando affinché ai fondi pubblici s’aggiungano anche quelli privati. Soggetto di diritto privato senza scopo di lucro, dotata di personalità giuridica e autonoma patrimoniale, quest’ultima è stata istituita il 21 maggio 2025 presso il comprensorio di San Bartolomeo a La Spezia con l’obiettivo di attuare le finalità del PNS, volte a promuovere, facilitare e coordinare la cooperazione tra diverse realtà operative nel settore della subacquea. In conformità alle direttive ministeriali di riferimento, la Fondazione si propone di potenziare la ricerca tecnico-scientifica e l’innovazione tecnologica, rafforzare la competitività dell’industria nazionale e tutelare la relativa proprietà intellettuale.

Soci fondatori sono gli stessi soggetti del CDS a cui s’aggiunge l’Agenzia Industrie Difesa (AID) e tutti quei soci che saranno interessati a partecipare e contribuire (soci aderenti o soci sostenitori a seconda dell’impegno).

La presidente Pinotti (nella foto sotto con l’ammiraglio Credendino) era accompagnata dal vice, l’a.d. di Difesa Servizi, Luca Andreoli, mentre il Presidente onorario è il Capo di stati maggiore della Marina Militare, l’ammiraglio di squadra Enrico Credendino (che lascerà l’incarico di vertice all’ammiraglio Berutti Bergotto il 6 novembre) , “perché vogliamo tenere strettissimo questo legame con la Marina Militare, dato che quest’ultima è stata riconosciuta con l’intervento della legge finanziaria nel 2023, la responsabile della sicurezza rispetto alla dimensione subacquea, quindi è definito ed è normato e da questo punto di vista per noi è fondamentale che questo sia riconosciuto anche in quella che è la governance”.

La Fondazione è un laboratorio d’innovazione di carattere amministrativo, che si affianca a quello già avviato dalla SO del PNS, per favorire e facilitare l’integrazione pubblico-privato nel settore underwater e con lo scopo di svolgere in maniera sinergica e strutturata funzioni consultive di carattere tecnico-scientifico per il Comitato Direttivo Strategico del PNS.

Come rimarcato più volte nel suo discorso di presentazione, la Presidente della Fondazione ha sottolineato come l’attività del PNS è indirizzata non soltanto verso il settore militare ma – visto il mercato presente e futuro – anche quello civile, supportando tutti quei soggetti industriali, dell’università e della ricerca che intendono usufruire delle capacità e infrastrutture del PNS per lo sviluppo in quest’ultimo settore.

In pratica, la Fondazione potrà operare come catalizzatore per la transizione dei dimostratori tecnologici (TRL 7) sviluppato con i progetti portati avanti dal PNS, verso soluzioni pronte per il mercato, attraverso il reperimento di risorse finanziarie pubbliche e private, sia a livello nazionale che internazionale, e il potenziale coinvolgimento di investitori specializzati, inclusi Venture Capitalist.

Essa provvederà ad adottare misure efficaci per prevenire potenziali conflitti d’interesse tra i soci, in particolare tra le imprese del settore coinvolte nei progetti di ricerca e sviluppo da essa finanziati. Garantirà la trasparenza e imparzialità sarà essenziale per rendere la partecipazione un elemento attrattivo, abilitante e determinate per il PNS.

La Fondazione infine potrà avviare la riqualificazione degli immobili del comprensorio di San Bartolomeo assegnati al PNS, intervento sia sugli immobili di diretto interesse strategico (come uffici, laboratori, banchine, ecc.) sia su quelli non direttamente funzionali al PNS, ma suscettibili di valorizzazione. Questi ultimi potranno essere destinati a iniziative complementari a beneficio dei soci della Fondazione o di utenti esterni, quali strutture ricettive, campus accademici, spazi espositori e distretti dell’innovazione.

La locazione di tali immobili genererà un ritorno economico per la Fondazione, che potrà essere reinvestito in attività di ricerca e sviluppo coerenti con gli obiettivi strategici del PNS.

Oltre ai bandi lanciati dal PNS che sono collegati a filiere tecnologiche individuate da un comitato interministeriale e che servono alla sicurezza del Paese nello specifico settore, “il polo è aperto anche ai privati, alle aziende che hanno da sperimentare appunto nell’ambiente subacqueo e qui lo possono fare in sicurezza con le attrezzature e strutture disponibili e future”, ha rimarcato la Presidente della Fondazione in occasione della presentazione presso il CSSN lo scorso 23 ottobre del nuovo sistema integrato di droni subacquei “DEEP” di Fincantieri, “primo esempio concreto di un progetto che qui è stato sperimentato e che prende corpo”.

Finora, ha continuato la dott.ssa Pinotti, “il Polo è stato finanziato da fondi pubblici e ancora giustamente il pubblico investirà perché ha dei propri obiettivi di sviluppo di sicurezza della subacquea, ma l’interesse dei privati che io sto già registrando per investire in questo settore è altissimo e finalmente avremo l’occasione di avere un centro che nasce dal pubblico ma che può mettere insieme investimenti privati e investimenti pubblici per sviluppare tecnologie d’avanguardia perché tutti sappiamo che oggi lo sviluppo di tecnologie necessita di una quantità di fondi che da solo il pubblico non può disporre per concomitati esigenze”.

Con la legge finanziaria in fase di approvazione, c’è un’attenzione molto forte da parte del Ministero dell’Industria e del Made in Italy (MIMIT), del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e del Ministero dell’Economia (MEF) e delle Finanze.

“La subacquea avrà sicuramente un riconoscimento significativo rispetto a quello che è stato fatto finora… ci saranno 180 milioni di euro nei prossimi 10 anni investiti dal MIMIT e 3 milioni di euro da subito per tre anni dal MUR,” ha evidenziato la Presidente della Fondazione lo scorso 23 ottobre.

In occasione della Barcolana Sea Summit 2025 (6-11 ottobre), la dott.ssa Pinotti evidenziando il ruolo promotore della Marina Militare che ha colto l’importanza del PNS e della politica che ha ascoltato, dando impulso parlamentare al medesimo, ha sottolineato la lungimiranza della regione Friuli Venezia Giulia come finanziatore.

Altre regioni sono interessate, in particolare la Liguria, il Lazio e la Campania. In occasione della conferenza al Salone Nautico di Genova lo scorso 24 settembre, il Presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, ha confermato la volontà di partecipare al finanziamento, senza però dare finora ulteriori dettagli, perché proprio in Liguria si trova la sede istituzionale, operativa e una buona parte degli operatori del settore navale e della difesa a partire dai principali player come Fincantieri, Leonardo ed MBDA e la relativa filiera.

Sebbene prettamente legato a soggetti nazionali, secondo divulgato dalla Presidente Pinotti in occasione della Barcolana Sea Summit, sulla base delle richieste pervenute ed in valutazione da parte della Governance del PNS che deve proteggere il know-how e la proprietà intellettuale e quindi la sovranità nazionale, il Polo interessa anche industrie straniere che hanno realtà consolidate in Italia, mentre il modello della Fondazione è emerso interessi anche altri mondi, come quello della ricerca, per attrarre capitali.

La Fondazione sta quindi lavorando per cercare fondi per l’attività del PNS e la stessa Presidente ha già detto che fra i primi interventi da portare a termine ci sarà il nuovo test range a -250 metri. “Stiamo un po’ muovendoci come una start-up perché è un’esperienza innovativa, parte da una spinta pubblica ma deve diventare invece un luogo dove pubblico e privato si incontrano e sviluppano insieme: questa è la sfida”.

Immagini:  PNS, Difesa e Servizi, Marina Militare, Difesa.it e Luca Peruzzi.

 

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Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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