Riservisti russi per proteggere obiettivi sensibili dai droni ucraini

 

Con una legge promulgata il 4 novembre, il presidente russo Vladimir Putin ha autorizzato l’impiego di riservisti, richiamati su base volontaria, “per garantire la protezione” delle raffinerie di petrolio e di altre infrastrutture energetiche in Russia, prese di mira dalle incursioni dei droni ucraini.

I militari torneranno temporaneamente in servizio ricevendo un compenso finanziario. Negli ultimi mesi, l’Ucraina ha intensificato gli attacchi con droni contro queste installazioni, provocando danni a impianti dei settori petrolifero e del gas e a condotte destinate al trasporto degli idrocarburi.

I riservisti ai quali Putin autorizza il ricorso hanno servito in passato nell’esercito o in altre forze militari e di sicurezza.

A differenze dei 300 mila riservisti richiamati in servizio nel settembre 2022 per far fronte alla carenza di truppe che aveva portato gli ucraini a riconquistare i territori della regione di Kharkiv sotto il controllo di Mosca, questa volta non si tratta di un richiamo né di una mobilitazione parziale della Riserva ma di una richiesta di prestare di nuovo in servizio per costituire squadre di protezione dotate di veicoli pick-up armati di mitragliatrici con i quali proteggere dai droni ucraini diverse infrastrutture.

Il provvedimento potrebbe essere già divenuto esecutivo. Gruppi mobili di fuoco per la difesa anti-droni sono stati avvistati la notte del 6 novembre vicino alle mura del Cremlino (nella foto).

Secondo il sindaco di Mosca, quella notte 21 droni kamikaze ucraini sono stati abbattuti in avvicinamento alla capitale dei 193 abbattuti in tutta la Russia occidentale, secondo il Ministero della Difesa.

L’Ucraina impiega da due anni reparti anti-drone dotati di veicoli 4×4 armati con mitragliatrici per abbattere i droni russi in volo a bassa quota.

Foto: Telegram

 

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