In Francia il presidente Macron annuncia la leva militare volontaria

 

Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato ieri contorni del servizio militare volontario istituito per rafforzare gli organici delle forze armate francesi.

La leva volontaria della durata di dieci mesi sarà rivolta ai giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni, che potranno prestare servizio, solo sul territorio nazionale, in tutte le forze armate compresa la Gendarmeria e i Vigili del fuoco militari.

Durante una visita alla 27ma Brigata di fanteria di montagna di Varces-Allières-et-Risset (Isère), Macron ha annunciato che a partire dall’estate 2026, 3mila giovani saranno selezionati tra i candidati per prestare il servizio militare nazionale, un primo nucleo che andrà allargandosi con l’obiettivo di raggiungere i 50mila giovani nel 2035.

“Il servizio nazionale è rivolto ai giovani e alle giovani francesi maggiorenni che avranno espresso la loro disponibilità durante la giornata della Difesa e della cittadinanza, che diventerà Giornata di mobilitazione incentrata sui valori fondamentali”, ha dichiarato il presidente aggiungendo che “il nucleo centrale del servizio nazionale sarà costituito dai giovani di età compresa tra i 18 e i 19 anni”.

Tuttavia, “in caso di crisi grave“, il Parlamento potrà “autorizzare il ricorso, oltre che ai soli volontari, a coloro le cui competenze saranno state individuate durante questa Giornata della mobilitazione”. Un “caso eccezionale“, ha precisato il presidente della Repubblica. Non tutti i volontari saranno arruolati nel servizio nazionale: le forze armate selezioneranno “tra loro i più motivati e quelli che meglio rispondono alle loro esigenze”, ha proseguito. “Presteranno servizio con lo status di militari, saranno dotati di uniforme, ed equipaggiamento“.  I giovani volontari del servizio nazionale “presteranno servizio per 10 mesi“, il che corrisponde secondo il presidente della Repubblica a “un anno di cesura” e “si inserisce perfettamente nella vita dei nostri giovani”.

Dopo il periodo iniziale di un mese dedicato alla formazione – per apprendere “l’insieme dei rudimenti della vita militare, acquisire lo spirito di disciplina, imparare a maneggiare le armi, a marciare al passo, ad intonare i canti militari” – effettueranno missioni all’interno di un’unità militare per nove mesi “in linea con le esigenze operative della stessa unità”.

I giovani del servizio nazionale presteranno servizio unicamente “sul territorio nazionale, perché si tratta di una mobilitazione per difenderci”, ha dichiarato il capo dello Stato. Se il servizio inizierà nel 2026, è a partire dal 2027 che i giovani potranno esprimere il desiderio di svolgerlo nella Gendarmeria Nazionale, nella brigata dei Vigili del Fuoco di Parigi (Brigade de sapeurs-pompiers de Paris) e nel Battaglione dei Vigili del Fuoco di Marsiglia, entrambi sotto statuto militare.

I volontari verranno pagati 800 euro al mese al minimo. Avranno vitto e alloggio, riceveranno l’equipaggiamento necessario. Senza fornire date, Macron ha annunciato la costruzione di “alloggi e infrastrutture” per accoglierli.

L’insieme di questo sforzo nel settore della difesa sarà finanziato dall’aggiornamento della Legge di programmazione militare 2026-2030 che prevede una spesa supplementare di oltre due miliardi di euro per il servizio nazionale. La ministra della Difesa, Catherine Vautrin, dovrà confermare le condizioni alle quali potranno essere presentate le candidature a partire da metà gennaio 2026.

Le prime 3.000 reclute del servizio militare volontario entreranno in servizio quindi nell’estate del 2026

Macro ha chiarito che “questo servizio persegue tre obiettivi precisi: rafforzare il patto stretto tra la nostra nazione e il nostro esercito, rafforzare la capacità di resistenza della nostra nazione, consolidare la formazione dei nostri giovani“, ha detto Macron, “Là dove sostenevamo l’ambizione di un servizio nazionale universale per rafforzare la coesione all’interno di una classe d’età, l’accelerazione delle crisi e l’inasprirsi delle minacce mi portano oggi a proporre un servizio nazionale puramente militare che, pur non essendo universale, può coinvolgere un’intera generazione”.

Secondo Macron “emergerà di fatto un modello ibrido, che riunirà giovani del servizio nazionale, riservisti e l’esercito attivo“. Questo nuovo modello si baserà su un nucleo centrale: l’esercito attivo che conosciamo dalla fine degli anni Novanta, rafforzato da professionisti riservisti, i cui effettivi passeranno da 45mila a 80mila entro il 2030 e sarà completato dai giovani del servizio volontario.

“Tremila giovani saranno selezionati per svolgere il servizio nazionale nell’estate 2026 e le promozioni aumenteranno progressivamente fino a raggiungere 10mila giovani incorporati nel 2030. L’ambizione che porto per la Francia è raggiungere 50mila giovani nel 2035”.

Nei giorni scorsi il capo di stato maggiore della Difesa, generale Fabien Mandon, aveva suscitato polemiche affermando che il Paese dovrebbe essere pronto ad “accettare di perdere i propri figli”, a conferma della narrazione “prebellica” utilizzata dalle autorità francesi rispetto alla guerra in Ucraina e alla crisi con Mosca.

I francesi, a larga maggioranza, appoggiano il progetto del presidente per il servizio militare volontario, almeno secondo un sondaggio Odoxa – Backbone Consulting per Le Figaro (condotto tra il 26 ed il 27 novembre su un campione di 1.005 persone intervistate online): il 61% dei francesi rimpiange l’abolizione del servizio militare obbligatorio e l’88% si dice favorevole al suo ritorno. L’80% approva la nuova formula su base volontaria annunciata da Macron.

“Non essendo obbligatorio, il servizio militare mette tutti d’accordo”, ha commentato il presidente di Odoxa, Gael Sliman, con livelli di approvazione che vanno dal 63% tra i sostenitori della La France Insoumise, all’82% del Rassemblement National, passando per l’84% dei Republicains e l’83% dei Socialisti.

Foto;: Ministére des Armées

 

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