Avvistamenti di droni in Europa, gli Stati accelerano

da Guerre di Rete – newsletter di notizie cyber a cura di Carola Frediani
Gli avvistamenti di droni non identificati nei pressi di aeroporti, infrastrutture critiche e basi militari continuano a mandare in fibrillazione le cancellerie europee. Gli ultimi casi hanno riguardato il Belgio che, a inizio mese, ha dovuto interrompere le attività degli aeroporti di Bruxelles e Liegi, mentre altri droni sono stati avvistati sopra basi militari e il porto di Anversa.
Secondo quanto riportato da Dronelife, a Kleine Brogel (una delle basi militari belghe su cui sono volati i droni) gli investigatori hanno notato come due fasi di attività. Prima, sono apparsi droni più piccoli, forse per sondare le frequenze radio utilizzate dai servizi di sicurezza. Successivamente, velivoli più grandi sono entrati nello spazio aereo ad altitudini più elevate, suggerendo l’uso di sistemi di comunicazione diversi.
Questa descrizione si basa su alcune dichiarazioni fatte dal ministro della Difesa Theo Francken, che ha anche aggiunto: “Sembra un’operazione di spionaggio. Da parte di chi, non lo so. Ho qualche idea, ma sarò cauto nel fare ipotesi”.Nessun operatore è stato ancora identificato.
In ogni caso, il Belgio ha considerato questi incidenti come una minaccia seria. Il Consiglio di sicurezza nazionale si è riunito in seduta straordinaria per discutere una risposta immediata. E i ministeri della Difesa e dell’Interno si sono attivati per rafforzare il monitoraggio dello spazio aereo e colmare il divario tecnologico.
Sebbene il governo abbia evitato di menzionare presunti colpevoli in modo ufficiale, il già citato ministro della Difesa Francken ha indicato la Russia come “un sospettato plausibile”.
A rincarare la dose ci ha pensato la Germania. Secondo il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, la presenza di questi droni sarebbe collegata ai negoziati dell’Ue sul trasferimento dei beni russi congelati all’Ucraina. La maggior parte dei beni congelati è sotto la supervisione del Belgio.

Sebbene l’individuazione dei responsabili resti al momento incerta, e manchino (o non siano stati mostrati) elementi tangibili di attribuzione, la vicenda (che arriva in coda a una lunga serie di avvistamenti in altri Stati, dalla stessa Germania alla Danimarca, Svezia e altri, come avevo raccontato qua) sta portando a una accelerazione della collaborazione europea in questo ambito. UK, Francia e Germania hanno annunciato l’invio di personale e attrezzature per aiutare il Belgio a contrastare le incursioni dei droni nelle vicinanze di siti sensibili.
Secondo la BBC, e confermato dalla stessa RAF, a essere dispiegati saranno delle unità speciali della Royal Air Force con tecnologie e addestramenti antidrone.
Di quali capacità disporrebbero? Non è chiarissimo. Sappiamo però che la Gran Bretagna ci ha investito parecchio; ad esempio, ha investito 40 milioni di sterline per sviluppare un sistema a onde radio in grado di neutralizzare sciami di droni, testato a quanto pare con successo negli scorsi mesi. Il sistema utilizzerebbe onde radio ad alta frequenza, interrompendo o danneggiando componenti elettronici critici e causando il crash o il malfunzionamento dei droni, scriveva ad aprile Defensenews.
Che aggiungeva: “Tali sistemi potrebbero contribuire a proteggere da droni non identificati le aree sensibili per la sicurezza, come le basi militari, e prevenire le interruzioni del traffico aereo negli aeroporti, ha affermato il governo. Negli ultimi anni, l’avvistamento di droni ha causato la chiusura di aeroporti in tutto il mondo”
Non solo. A quanto pare gli avvistamenti sono molti di più di quelli che fanno notizia. Basti pensare che dall’inizio dell’anno, sono stati segnalati la bellezza di 187 avvistamenti di droni nei pressi delle basi militari della Gran Bretagna, secondo il ministro della Difesa britannico Vernon Coaker (che ha dato questa informazione mercoledì alla Camera dei Lord).
In ogni caso, come si diceva anche sopra, si stanno muovendo le commesse di tecnologie anti-drone. Secondo Intelligence online, nelle ultime settimane, Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia (tutti Paesi dove si sono verificati avvistamenti) avrebbero acquistato un sistema di rilevamento (Hydra 300) progettato dallo specialista francese anti-drone Cerbair. E dal 30 ottobre la società francese Alta Ares ha iniziato la produzione di massa di droni intercettori, testati in Ucraina.
Ma stiamo parlando solo della punta dell’iceberg di un settore in crescita vertiginosa, almeno quanto gli avvistamenti.
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