HITFIRE: il nuovo sistema d’artiglieria di Leonardo

L’importanza del fuoco indiretto evidenziato dal conflitto Russo-Ucraino sta spingendo molti Eserciti ad incrementare le proprie capacità nel settore dell’artiglieria. Leonardo ha sviluppato e recentemente presentato ad un ristretto gruppo di giornalisti italiani della difesa, il nuovo sistema d’artiglieria incentrato sulla torre completamente automatizzata HITFIRE. Quest’ultimo è stato presentato in anteprima lo scorso giugno all’Esercito Italiano (EI), che ha emesso un requisito per un obice semovente ruotato da 155 mm, il cui programma d’acquisizione è stato approvato dal Parlamento nell’ottobre 2024.
“Leonardo vuole mostrare oggi lo stato di sviluppo di un nuovo sistema d’artiglieria da 155 mm, più specificamente il sistema di caricamento completamento automatizzato sia delle munizioni che delle cariche modulari, la parte innovativa che abbiamo sviluppato in 18 mesi sfruttando fondi interni all’azienda”, ha dichiarato Luca Perazzo, Deputy Managing Director Defence Systems di Leonardo al gruppo media invitato presso il poligono dell’Ufficio Tecnico Territoriale per gli Armamenti Terrestri (UTTAT) di Nettuno, accolti dal Direttore di quest’ultimo Colonnello Paolo Ambrosanio.
Nel suo breve discorso di saluto, quest’ultimo ha sottolineato come il core business dell’UTTAT sia l’attività balistica in poligono, con uno spazio a disposizione di 1700 ettari che accolgono attività di tiro con artiglieria pesante, mortali, armi portatili e intere piattaforme da combattimento in tutti i calibri, ma l’area viene anche utilizzata per testare i droni ed i sistemi per contrastare tale minaccia.
L’UTTAT si occupa di tutte le verifiche di conformità delle forniture militari oggetto di approvvigionamento della Direzione degli Armamenti Terrestri, ed ha tutte le carte in tavola affinché l’industria di settore sia nazionale che internazionale utilizzi il sito per le prove e validazione dei propri sistemi.
Il programma e le caratteristiche principali del sistema
Con effettuazione dei primi tiri a partire dallo scorso ottobre presso lo stesso poligono di Nettuno, il sistema d’artiglieria progettato e realizzato da Leonardo è un dimostratore tecnologico, destinato alla sperimentazione e valutazione del sistema di caricamento completamento automatizzato, in vista della disponibilità del primo prototipo a metà del 2026.
Leonardo sta lavorando in parallelo con la società Iveco Defence Vehicles (IDV), recentemente acquisita dal gruppo italiano, per realizzare un obice semovente ruotato basato su un veicolo blindato ruotato 8×8, il cui sviluppo è traguardato per rendere disponibile il prototipo completo di piattaforma e torre d’artiglieria. Leonardo punta a completare la qualifica industriale del sistema prototipico tra la fine del 2026 e l’inizio del 2027.

“Si tratta di un sistema estremamente moderno, capace di crescere ed evolvere nel tempo, e vanta caratteristiche indiscutibili di massa ridotta, complessità contenuta e alta affidabilità,” ha sottolineato il rappresentante di Leonardo, evidenziando come l’attività in corso sia basata sull’esperienza quasi centenaria che la ex Oto Melara ed oggi Leonardo hanno accumulato sui sistemi di caricamento automatici, con tecnologie derivate direttamente da quelle del mondo navale che rappresenta, insieme a quello terrestre, il core business della Defence Systems business aerea, prima di lasciare la parola ai colleghi coinvolti nella realizzazione del nuovo progetto.
In grado di essere installata su veicoli corazzati cingolati, ruotati, ed autocarri ad alta mobilità, Leonardo ha sviluppato una torre d’artiglieria di nuova generazione caratterizzata da una bocca da fuoco da 155/52 mm con sistema di caricamento completamente automatizzato a tutte le elevazioni (fino a + 70°) comprendente magazzini per 30 granate pronte al fuoco e 180 cariche di lancio.
Tale sistema è caratterizzato da ridotto rinculo, dimensioni e peso inferiore a 13 tonnellate con il completo carico di munizioni e cariche, che gli consentono una capacità di tiro in movimento a 360°, con una cadenza massima di 10 colpi al minuto. Il sistema ha una gittata operativa pari a 42 km con base-bleed ed è in grado di immagazzinare e sparare il munizionamento guidato Vulcano con una portata di 70 km anch’esso in modo completamento automatico.
La torre è dotata di un sistema digitale di direzione del tiro d’artiglieria (Digital Artillery Pointing System, DAPS) e presenta comunalità tecnologica con la sistemistica C5I (Comando, Controllo, Comunicazione, Computer, Cyber e Intelligence) già in servizio con l’EI, unitamente ad elettronica a bordo dei prossimi mezzi corazzati della Forza Armata. L’HITFIRE sarà inoltre integrato con il sistema JDIFSS (Joint Digital Indirect Fire Support System) di comando e controllo per la gestione digitalizzata e integrata del supporto di fuoco indiretto dei sistemi navali, terrestri ed aerei.
La torre è inoltre predisposta per il rifornimento di munizionamento in modo completamento automatico per evitare di esporre il personale e presenterà sistemi di protezione sia passivi che attivi, in quest’ultimo caso costituiti da una torretta a controllo remoto di Leonardo con cannoncino da 30×113 mm e munizionamento air burst per la neutralizzazione della sempre più temibile minaccia rappresentata dai sistemi senza pilota kamikaze.
La bocca da fuoco ed il sistema di caricamento completamente automatizzato
La massa oscillante da 155/52 mm deriva da quella sviluppata e validata a fuoco da Leonardo negli ultimi anni per due programmi di incremento prestazionale che non si sono mai realizzati: uno mirato a trasformare l’M109L da calibro 39 a calibro 52, e l’altro destinato a portare l’obice semovente corazzato Palmaria 155/41 nella famiglia dei sistemi da 52 calibri.
Mentre il primo è un sistema in servizio presso diversi Paesi, il secondo è stato acquistato da Argentina, Libia e Nigeria, che lo mantengono ancora in servizio.

Realizzata con materiali di ultima generazione già utilizzati sui cannoni navali e terrestri in servizio e sulla nuova massa oscillante da 120/55 di recente sviluppo, quella nuova da 155/52 mm presenta una camera cromata da 23 litri, conforme al JB-MoU ed una canna caratterizzata da 48 rigature destrorse con passo costante di 20 calibri. I due freni di rinculo e il freno di bocca integrato “pepperbox” consentono di mantenere una forza di rinculo inferiore alle 55 tonnellate, con una corsa ridotta a meno di 900 mm, e di impiegare senza limitazioni munizionamento subcalibrato come il Vulcano.
Il sistema di caricamento automatizzato è stato progettato affinchè l’asse degli orecchioni, che rappresenta l’asse orizzontale attorno al quale ruota la bocca da fuoco, fosse il più basso possibile, e questo, unitamente alla corsa breve di rinculo, hanno permesso al team di sviluppo di realizzare una torre dal profilo ridotto, pur assicurando un’elevazione della bocca da -2,5° a + 7,0°.
Lo sviluppo autonomo della nuova canna da 155/52 mm deriva dagli importanti investimenti che negli ultimi anni l’azienda ha realizzato presso le infrastrutture del sito di La Spezia, con l’obiettivo di sviluppare nuove tecnologie ed al contempo potenziare la capacità produttiva.
L’utilizzo di software innovativi – come nel caso del nuovo sistema per cui è stato utilizzato il più avanzato programma di modellazione meccanica per la simulazione virtuale di strutture complesse – e l’impiego di macchinari digitalizzati consentono infatti un’ottimizzazione dei tempi e dei costi di lavorazione, una riduzione del rischio tecnologico e risultati efficaci oltre a processi industriali più sostenibili, secondo Leonardo.
L’elemento chiave della nuova torre è tuttavia rappresentato dal sistema di caricamento completamente automatizzato che permette l’impiego di munizioni e cariche a qualsiasi elevazione ed in movimento.
Il team di sviluppo ha puntato a mantenere la semplicità del sistema, utilizzando il minor numero possibile di componenti elettriche, privilegiando soluzioni meccaniche considerate più affidabili e facile da mantenere, in aggiunta ad offrire una maggiore sicurezza durante tutte le operazioni di caricamento e sparo con la piattaforma in movimento.
Il sistema che non richiede intervento umano è strutturato su due magazzini posizionati ai lati dell’affusto rispettivamente per le munizioni a sinistra e per le cariche modulari a destra, guardando da dietro il mezzo.
Ciascun magazzino è asservito da un braccio robotizzato di caricamento che porta, dopo il passaggio presso la stazione di programmazione, rispettivamente le munizioni e le cariche in posizione affinché il calcatoio a catena possa inserirle entrambe nella camera. Mossi da un motore elettrico posizionato sopra ciascun magazzino, questi ultimi sono del tipo a carosello e progettati per ospitare in uno spazio così ridotto un numero di proiettili e cariche sufficienti a coprire missioni di fuoco prolungate.
Il magazzino munizioni è compatibile non solo con quelle standard, ma anche con i proiettili Vulcano, che vengono gestiti al pari delle altre munizioni, ampliando significativamente le capacità di ingaggio di precisione in profondità dell’HITFIRE.
Rispetto al munizionamento convenzionale, i proiettili Vulcano sono più lunghi perché dotati di due cariche integrate. Anche il magazzino delle cariche è in grado di alloggiare non soltanto quelle modulari standard ma anche quelle SuperCharge e Bottom Charge.
Il carosello del magazzino munizioni ruota per portare il tipo di munizione richiesto dal sistema di comando e controllo nella posizione corretta. Progettati, come sopra riportato, per sfruttare al massimo soluzioni meccaniche, ciascun proiettile è trattenuto da valve che si aprono quando il braccio robotizzato lo afferra, in modo che la munizione sia sempre controllata da un sistema meccanico, consentendo il tiro in movimento in completa sicurezza.
Il proiettile una volta afferrato viene quindi portato alla stazione di programmazione dove la spoletta o il proiettile Vulcano ricevono i dati necessari tramite contatto. A questo punto il braccio ruota e carica la munizione, allineandola alla camera indipendentemente dall’elevazione.
Sul lato destro un braccio simile gestisce le cariche modulari, di cui sei sono alloggiate in ciascuna colonna del magazzino. Quest’ultimo, come anticipato contiene ben 180 cariche di lancio modulari che consentono ai 30 colpi di essere sparati alla massima distanza sfruttando sei cariche per ogni proiettile. Il sistema di comando e controllo procede alla selezione delle cariche interessate, che vengono liberate dalle valve e compattate dal sistema.
Una volta pronte, il braccio remotizzato del magazzino, che si distingue da quello per le munizioni per uno specifico terminale, le preleva e le carica. Il calcatoio a catena inserisce la munizione e le cariche in camera, con inserimento del cannello nella carica finale e l’otturatore, del tipo a cuneo verticale, si chiude. Il sistema è dotato di un magazzino automatico con cannelli per lo sparo di tutti i proiettili, posizionato al di sopra della camera. Il pezzo è quindi pronto a sparare.
La prima apertura dell’otturatore avviene tramite comando elettrico mentre l’energia del rinculo viene utilizzata per ripetere il ciclo.
Dimostratore tecnologico al tiro
Il dimostratore tecnologico della torre, che è stato realizzato da Leonardo per la validazione del meccanismo di caricamento, si caratterizzata per una virola di appoggio su cui è installato il basamento del complesso affusto e sistema di caricamento automatizzato con magazzini, che non sono nelle dimensioni finali ma possono ospitare rispettivamente soltanto 10 munizioni e 60 cariche modulari.
Anche il footprint del complesso sul basamento è maggiorato al fine di consentire verifiche e interventi sul sistema con maggiore facilità da parte del personale tecnico di Leonardo. Inoltre il dimostratore è stato equipaggiato con sensori di diverso tipo per verifiche tutti i livelli di shock che si riverberano sulla struttura e per validare sostanzialmente anche la robustezza al tiro fino alla carica sesta di tutti i meccanismi.
La fase successiva sarà quella di riportarlo in azienda a La Spezia e metterlo su esapodi che vengono utilizzati per sottoporre i sistemi a vibrazioni.
Questi rappresentano un movimento continuativo su un terreno di battaglia una volta montato teoricamente su una piattaforma ruotata o cingolata.
Come anticipato, Leonardo ha realizzato il sistema, dal momento del lancio della progettazione ad oggi, in 18 mesi. Il dimostratore ha effettuato i primi tiri lo scorso fine ottobre sul poligono di Nettuno e da questo momento sono proseguiti con procedure da un colpo iniziale seguito da cicli di due e tre munizioni, a cui ha potuto assistere anche il gruppo di giornalisti.
Completata la campagna di tiri sul poligono di Nettuno, il dimostratore verrà riportato a La Spezia dove verrà smontato e verificate le condizioni delle diverse componenti al fine di validare il sistema completo ed apportare le eventuali modifiche sulla base delle prove a fuoco.
I rappresentanti di Leonardo hanno confermato che in parallelo, l’azienda sta realizzando il primo prototipo che dovrebbe essere pronto entro circa sette mesi.
Quest’ultimo sarà nella configurazione definitiva con dimensioni più contenute, fra cui una larghezza inferiore a 3 metri al fine di rientrare negli spazi della piattaforma Veicolo Blindato Medio Nuova Generazione (VBM NG) prescelta per rispondere ai requisiti dell’EI e di cui parleremo più approfonditamente oltre, magazzini nella configurazione a 30 munizioni ed 180 cariche nonché un ciclo di caricamento ottimizzato per ottenere la cadenza massima di tiro che Leonardo si è prefissata, pari a 10 colpi al minuto.
Come anticipato, il meccanismo di caricamento è prevalentemente meccanico, con soli sette motori elettrici: due per i magazzini, due per i bracci, uno per il calcatoio e due più piccoli nel magazzino cariche.
Grazie al sistema completamente automatizzato della nuova torre, l’HITFIRE avrà una portata massima di 42 km con munizionamento base-bleed e fino a 70 km con alta precisione grazie ai proiettili Vulcano da 155 mm. Come è noto quest’ultimo è disponibile per l’impiego da piattaforma terrestre in tre versioni: BER (Ballistic Extended Range), GLR (Guided Long Range) con sistema di guida IMU/GPS e SAL (Semi-Active Laser) con sensore laser semi-attivo che permette alle munizioni di dirigersi sullo specifico spot del bersaglio illuminato dal laser, con elevata precisione.
Leonardo sta lavorando insieme alla tedesca Diehl Defence, che già fornisce il sensore Imaging Infra Red (IIR) per l’impiego con il munizionamento da 127 e 155 mm contro obiettivi rappresentati da piattaforme navali, ad una versione fire-and-forget con un sensore IIR di nuova generazione, capace di ingaggiare bersagli terrestri rappresentati da veicoli e mezzi in movimento.
Il nuovo obice sarà inoltre in grado di sparare fino a 6 colpi in modalità MRSI (Multi Rounds Simultaneous Impact). In pratica tale modalità consente al sistema di artiglieria, attraverso l’utilizzo di differenti cariche, elevazione (e quindi differenti traiettorie di volo dei proiettili) e tempistiche di sparo, di colpire lo stesso bersaglio con più munizioni allo stesso momento.
La torre
Le operazioni legate all’impiego dell’artiglieria nel conflitto Russo-Ucraino hanno messo in evidenza la necessità di proteggere il sistema ed il personale contro la minaccia non soltanto del fuoco di controbatteria ma anche dei droni kamikaze che sono diventati la minaccia primaria anche dietro la prima linea. In aggiunta alla completa automatizzazione del sistema, che non richiederà l’intervento del personale neanche nella fase di ricarica dei magazzini, secondo il concetto in fase di sviluppo da parte di Leonardo di cui parleremo a breve, la protezione della torre verrà assicurata sia da una protezione balistica sia da un complesso di allerta e protezione con sistemi passivi ed attivi compresi quelli d’arma. L’adozione di questi ultimi andrà a vantaggio anche della sopravvivenza del personale del complesso obice semovente ridotto a due persone, conduttore ed operatore del sistema, le cui postazioni trovano alloggio nella piattaforma.
La protezione balistica della torre è garantita da uno scudo di livello non divulgato che dipenderà dalle esigenze del cliente. Secondo quanto appresso, quest’ultimo potrebbe essere realizzato in materiale compositi, a cui Leonardo sta lavorando guardando a soluzioni innovative di protezione. La torre sarà inoltre dotata di un ricevitore laser, capace di rilevare i fasci laser provenienti da telemetri o designatori, (baseline di fornitura Leonardo) e sistema lanciagranate per creare schermi multispettrali contro molteplici minacce. Leonardo sta inoltre lavorando a sistemi di scoperta completamente passivi di natura non divulgata che qualora efficaci potranno aggiungersi a quelli già citati ed al sistema principale contro la minaccia dei droni.
Si tratta del sistema d’arma a controllo remotizzato HITROLE installato sul tetto della torre, che impiegherà una volta completato lo sviluppo, il cannone Blaze30 da 30×113 mm, unitamente al munizionamento airbust in fase di sviluppo e qualifica.
Al fine di assicurare sviluppi futuri e comunanza con i sistemi C2 della Forza Armata, la torre avrà un’architettura vetronica completa NVGA (NATO Generic Vehicle Architecture) e sarà dotata di una suite C5I e sensori derivati da quelli già in servizio e previsti per l’EI, mantenendo un’elevata comunanza con l’architettura vetronica dell’A2CS (Army Armoured Combat System) attualmente in sviluppo. L’HITFIRE è equipaggiato con un sistema
sistema digitale di direzione del tiro d’artiglieria (Digital Artillery Pointing System, DAPS) comprendente sistema di navigazione inerziale, GPS e indicatore del Nord, che offre precisione metrica. La torre sarà inoltre integrata con il sistema JDIFSS (Joint Digital Indirect Fire Support System) già previsto in fornitura all’EI anche per i sistemi A2CS da parte di Leonardo. Si tratta di un sistema di Comando & Controllo per la gestione digitalizzata e integrata degli assetti di supporto al fuoco indiretto in tutti i domini (aereo, terrestre e marittimo).

Al fine di ridurre il personale e proteggere il medesimo coinvolto nell’operatività del sistema, il team ingegneristico di Leonardo sta lavorando ad una soluzione automatizzata per il rifornimento dell’obice semovente.
La torre HITFIRE è stata concepita e disegnata con due aperture laterali in corrispondenza dei due magazzini – in aggiunta ad una posteriore per l’accesso al sistema di caricamento ed affusto per fini di controllo e manutentivi – affinché i medesimi possano essere riforniti rispettivamente di munizioni e cariche di lancio. Leonardo sta sviluppando un modulo di ricarica da installare su una piattaforma logistica che affiancherà l’obice e grazie ad un braccio robotico, che si presume di derivazione da quelli usati per l’autoricaricatore, senza intervento umano garantirà il rifornimento mantenendo l’equipaggio all’interno delle cabine protette delle diverse piattaforme coinvolte. Il personale dovrà abbandonare la posizione protetta unicamente per la ricarica manuale del magazzino dei cannelli.
Sistema sviluppato con fondi interni di Leonardo e senza alcun impegno da parte del Ministero della Difesa, l’HITFIRE è stato concepito e progettato con dimensioni e pesi contenuti per essere installato non soltanto su veicoli cingolati e blindati ruotati 8×8 e 10×10, ma anche autocarri ad alta mobilità 10×10, offrendo un’ampia gamma di piattaforme ad eventuali utilizzatori che intendano dotarsi del sistema anche per diversi impieghi.
Per soddisfare le necessità dell’EI, che ha espresso il requisito per un sistema di questo tipo ma non ha ancora lanciato nessuna gara secondo quanto risulta ad AD, Leonardo sta lavorando ad una soluzione completa torre-piattaforma non soltanto per le necessità nazionali ma anche per il mercato export. L’analisi condotta da Leonardo ha portato quest’ultima e IDV a scegliere la più recente piattaforma VBM NG 8×8, il cui contratto per lo sviluppo e produzione della prima tranche di 76 mezzi è stato siglato dal Consorzio Iveco – Oto Melara (CIO) nel dicembre 2024.

Leonardo e IDV stanno lavorando ad una versione che si caratterizza in via principale per uno scafo allungato al fine di sfruttare al meglio le caratteristiche della nuova torre, ed un equipaggio di due persone, conducente e comandante, seduti in tandem sul lato sinistro anteriore del veicolo, e dotati di sistemi che gli consentono di svolgere funzioni legate all’impiego della torre, tra cui in particolare il controllo del sistema RCWS.
La versione in fase di sviluppo si caratterizzerebbe per un interasse maggiorato tra il secondo ed il terzo asse, – secondo quanto risulta ad AD nell’ordine di 450 mm -, grazie al quale è permessa una migliore distribuzione della massa della torre sugli assi posteriori. La nuova torre verrà sistemata nello spazio posteriore del veicolo oggi dedicato al trasporto truppe, con un’altezza da terra della base su cui verrà integrato il basamento della torre, ridotta rispetto ad altri sistemi concorrenti, secondo quanto dichiarato da Leonardo.
Tale installazione, unitamente al ridotto rinculo, consentirà al nuovo binomio piattaforma-torre di sparare su 360° non solo in tiro indiretto ma anche diretto, se necessario per finalità di difesa ravvicinata, ed a 90 e 270 gradi rispetto all’asse del mezzo, anche con veicolo sbandato e canna alla massima depressione (contro-pendenza). Il team ingegneristico di Leonardo ha sottolineato di aver concepito e progettato il nuovo sistema d’artiglieria affinchè sia in grado di sparare in movimento, uno dei requisiti chiave dell’Esercito Italiano.
Con uno scafo di lunghezza (con cannone) e larghezza totale rispettivamente inferiore ad 11 e 3 metri, ed un’altezza massima inferiore a 3,6 metri (senza HITROLE) nonché una massa al combattimento scafo-torre inferiore a 35 tonnellate, la nuovae versione si caratterizzerà per un motore di potenza maggiorata a 720 cavalli che consentirà un rapporto potenza peso superiore a 15 kW per tonnellata ed una velocità massima di 110 km/h in aggiunta ad autonomia di 500 km. Con un raggio di sterzata pari a 21 m, un’altezza da terra di 440 mm, ed una pendenza operativa compresa fra il 30 ed il 60%, la nuova versione manterrà la capacità di superamento scalino pari a 0,45 m, guardo trincea di 1,5 metri e di corso d’acqua profondo 1,2 metri.
Un sistema di nuova concezione l’HITFIRE che si aggiunge al nuovo cannone da 120/55 mm ed al nuovo X-Gun da 30 mm su torretta HITFIST 30 nelle versioni con equipaggio e senza (Uncrewed Light, UL) sempre di Leonardo, tutti sistemi allo stato dell’arte realizzati in tempi estremamente brevi, grazie agli importanti finanziamenti per rinnovare e potenziare le capacità, al know-how ultra centenario nel settore navale e terrestre ed al livello di professionalità e dedizione del personale che caratterizzano il sito ex-Oto Melara di La Spezia.
Foto: Leonardo
Luca PeruzziVedi tutti gli articoli
Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).








