ADIN ’25. Il Multinational CIMIC Group nelle operazioni ex Articolo 5

Il Multinational CIMIC Group (MNCG) di Motta di Livenza nasce e si sviluppa in seguito all’esigenza di migliorare la cooperazione tra il mondo militare e quello civile emersa nella seconda metà degli anni novanta nell’ambito delle missioni di supporto alla pace nell’area dei Balcani.
Tali contesti avevano infatti evidenziato il crescente coinvolgimento dei civili nelle operazioni militari, sia quali popolazioni investite dai conflitti che nelle vesti di rappresentanti di organizzazioni non governative inserite nei teatri operativi.
A tali fini la NATO iniziò l’elaborazione di una specifica dottrina CIMIC (Civil-Military Cooperation), inizialmente focalizzata sulla necessità di agevolare e coordinare gli interventi di enti militari e civili presenti nell’area delle operazioni che agivano per la realizzazione di progetti di infrastrutture di base e di sviluppo socioeconomico, e promosse la costituzione di unità specializzate nei vari Paesi.
In questo contesto il nostro Paese decise di dare vita ad una specifica unità interamente dedicata alla cooperazione civile-militare, creando nel 2002 il CIMIC Group South (CGS) nella sede di Motta di Livenza.

Si trattava di un reparto multinazionale con comando e framework italiani al quale avrebbero partecipato anche assetti di Grecia, Portogallo e Ungheria. Dopo la sottoscrizione di un apposito Memorandum of Understanding che definiva compiti e strutture del reparto, il CGS veniva reso disponibile all’impiego da parte di SHAPE, il comando alleato in Europa.
Il 2006 registrava l’ulteriore adesione della Romania all’iniziativa e la sua trasformazione nel 2009 in Multinational CIMIC Group – MNCG, l’attuale denominazione, quale reparto interforze e multinazionale della NATO a guida italiana, pronto ad essere dispiegato, su ordine del Comandante Supremo delle Forze Alleate in Europa, in una determinata area di operazioni per un periodo di tempo prolungato, al fine di agire in veste joint e combined nell’ambito della cooperazione civile-militare a supporto dell’azione di un alto comando alleato schierato sul terreno.
Nel 2014 la Slovenia è divenuta la sesta nazione contributrice.
Nell’ambito del Multinational CIMIC Group convivono due realtà. Accanto al contributo delle cinque nazioni partner, l’intelaiatura italiana risulta infatti essenziale e determinante, con la presenza, al fianco delle strutture multinazionali, di un’entità nazionale che ne costituisce la struttura portante.

A tale scopo nella stessa sede di Motta di Livenza venne formato il Reggimento CIMIC, in un primo momento inserito nella Brigata Genio.
Nel gennaio 2022 il reggimento è transitato alle dipendenze della Brigata Informazioni Tattiche di Anzio e, dopo aver ricevuto la Bandiera di Guerra del 7° Reggimento, ha assunto l’attuale denominazione di 7° Reggimento CIMIC, il cui comandante è anche il comandante del Multinational CIVIC Group, quale reparto interforze e multinazionale della NATO a guida italiana.
Il MNCG può essere impiegato, nell’ambito di operazioni ex Articolo 5 del Trattato del Nord Atlantico, di missioni multinazionali di risposta alle crisi o di stabilizzazione condotte da NATO, ONU o UE, a supporto di un comando di livello variabile da quello tattico (Brigata) a quello operativo di Joint Force Command (JFC). A tali comandi il reparto fornisce complete capacità CIMIC, garantendo il collegamento civile-militare, il supporto all’azione operativa ed il sostegno agli attori non militari ed all’ambiente civile.
L’attività di formazione svolta presso il MNCG avviene in ambito multinazionale ed interforze tramite corsi in lingua inglese tenuti sia dai propri istruttori, formati anche presso enti internazionali specializzati e con specifica e pluriennale esperienza nei teatri operativi, che da accademici di elevata competenza specifica. Il circolo virtuoso della didattica si completa con le lezioni apprese nelle varie missioni internazionali.

Ogni anno circa 200 frequentatori, tra civili, militari, italiani e stranieri, accedono all’offerta formativa del MNCG con corsi quali il CIMIC Liaison Course, il CIMIC Tactical Operator Course, il CIMIC Functional Specialist Course, il CIMIC Mission Pre-deployment Course, il Female Engagement Team Course, ed altri ancora.
Stretti contatti e scambi formativi ed addestrativi sono intrattenuti con vari enti militari e civili internazionali, tra cui il Civil-Military Cooperation Centre of Excellence (CIMIC COE) della NATO, la Nato School di Oberammergau (NSO) e l’Università LUISS di Roma.
Gli operatori CIMIC del 7° Reggimento sono attualmente impegnati, con capacità a livello CIMIC Unit o Tactical CIMIC Team, in tutte le principali missioni assegnate alle nostre Forze Armate in ambito NATO, UE o nel quadro di accordi bilaterali, in Kosovo, Libano, Somalia, Gibuti, Niger ed Iraq.
L’esercitazione ADIN – 25
Con l’acuirsi delle tensioni internazionali ed il ripresentarsi di minacce alla pace ed alla sicurezza da parte di attori statuali (confronto tra pari), anche il MNCG ha iniziato a focalizzarsi, oltre che sulle tradizionali missioni di supporto alla pace, anche su operazioni che avvengano nell’ambito di un conflitto maggiore ad alta intensità, un contesto cioè definito ex articolo 5 del Trattato del Nord Atlantico.
A tale scopo il Multinational CIMIC Group ha pianificato e condotto una grande esercitazione multinazionale imperniata sul ruolo e la missione della componente CIMIC assegnata ad una grande unità multinazionale dell’Alleanza, di livello Corpo d’Armata, impegnata in operazioni ad alta intensità nel teatro europeo.
L’esercitazione Adaptive Interaction 2025 – ADIN-25, Strengthening CIMIC Capabilities in a Multi-Domain Environment, si è svolta tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre in una vasta area compresa tra il Veneto orientale ed il Friuli, interessando oltre 200 militari provenienti da più di 20 Paesi alleati e partner, 12 dei quali hanno fornito propri team CIMIC.

Grande risalto è stato riservato alla cooperazione multinazionale spinta sino ai minori livelli organici, permettendo il confronto e la fusione di differenti competenze ed esperienze maturate in precedenti missioni sia NATO che non-NATO, facendo del MNCG il luogo d’elezione per un linguaggio CIMIC condiviso, che permette di far evolvere dottrina e procedure in modo integrato.
L’obiettivo di ADIN-25 era verificare “come le unità CIMIC possano contribuire alla comprensione del contesto civile e all’integrazione dei fattori territoriali nella pianificazione militare, all’interno di scenari multidominio e di Difesa Collettiva”.

Il canovaccio dell’esercitazione, di grande attualità, era incentrato pertanto su un’operazione militare ad alta intensità condotta da forze della NATO in Europa settentrionale a supporto di un alleato, la Lettonia, attaccato da un Paese dell’Est e che aveva pertanto richiesto il sostegno dell’Alleanza Atlantica.
L’azione difensiva ad alta intensità aveva avuto un esito positivo, ma permaneva la capacità del Paese aggressore di colpire a distanza il territorio della repubblica baltica con missili e droni, infliggendo ulteriori danni e distruzioni alle infrastrutture civili ed ostacolando potenzialmente la liberta d’azione e di manovra delle forze terrestri alleate.
Per interfacciarsi con le crescenti richieste di assistenza provenienti dal mondo civile la Grande Unità NATO di livello Corpo d’Armata schierata sul terreno attivava il proprio CIVIC Battalion (CIVIC BN), su base MNCG a comando italiano, con la missione di incrementare il collegamento con le autorità del Paese ospitante (Host Nation) e con tutti gli attori civili presenti in teatro, supportare l’azione delle forze alleate attraverso la piena comprensione delle loro funzioni e necessità da parte dei civili, assicurare, in stretta cooperazione con il Paese ospitante, l’eventuale sostegno agli attori non militari e all’ambiente civile, fungendo all’occorrenza da forum di consultazione e centro di competenze sulla cooperazione civile-militare.

A tal fine il comando del CIMIC BN era collocato, nel presupposto dell’esercitazione, a Riga, a stretto contatto con il comando della Guardia Nazionale Lettone, la branca delle forze armate del Paese maggiormente coinvolta nella difesa territoriale e nel supporto alle autorità civili.
Dal battaglione dipendevano 4 compagnie multinazionali, denominate CIMIC UNIT (CU), di cui tre effettivamente schierate ed 1 supposta ai fini addestrativi. Ciascuna CU era collocata accanto al comando di una delle 4 brigate della Latvia National Guard, ed era in grado di generare 6 Tactical CIMIC Team, TCT, i piccoli nuclei di base della dottrina CIMIC, in genere costituiti da 3 elementi tra i quali un ufficiale subalterno e/o un sottufficiale superiore anziano, incaricati delle liaison, gli incontri con le controparti civili presenti nel territorio.
Tali team si interfacciano direttamente con gli enti civili, ne raccolgono le esigenze, lagnanze e richieste di assistenza, e le trasmettono in primo luogo alle competenti autorità militari del Paese ospitante. A differenza delle operazioni di supporto alla pace, che spesso operano nel contesto di uno stato fallito o comunque di un’autorità fortemente compromessa, la cooperazione civile-militare nell’ambito di una missione ex articolo 5 prevede il pieno rispetto della sovranità dell’Host Nation.
Solo di fronte all’incapacità materiale di quest’ultima a far fronte alle specifiche esigenze, le risultanze delle liaison possono risalire la catena gerarchica e giungere sino al vaglio dell’ufficio CIMIC del Corpo d’Armata Alleato, il G-9 che, se il caso lo richiede, potrà interessare anche la funzione Operazioni del comando (G3/G5) per un eventuale intervento diretto, sempre che questo non ostacoli o rallenti le prioritarie funzioni operative della forza militare alleata.

Appare chiara l’importanza e la delicatezza del compito affidato ai TCT. La verifica delle loro capacità di stabilire un contatto con le controparti, di condurre in modo efficace e soddisfacente i colloqui (liaison), di raccogliere accuratamente i dati e le informazioni fornite e riportarle con completezza e rapidità, costituiva forse il principale scopo addestrativo di ADIN-25.
Dai colloqui, condotti con grande realismo, sono emerse le esigenze delle popolazioni, le effettive capacità di risposta a queste da parte delle forze locali e come le più varie problematiche civili, quali l’adeguatezza delle relazioni istituzionali, la continuità dei servizi territoriali e le vulnerabilità locali, possano influire direttamente sulla libertà di manovra militare ed influenzare l’azione operativa.
Ai fini addestrativi il personale che simulava i rappresentanti del mondo civile oggetto degli incontri con i TCT, impersonando funzioni quali quelle di sindaco, capo della polizia, insegnante, dirigente d’azienda o responsabile di un ente pubblico, era rappresentato sia da militari, che “giocavano” un ruolo specifico, che da civili che nella realtà ricoprivano in Italia quella stessa funzione oggetto della simulazione e si erano generosamente prestati, dopo un adeguato colloquio formativo, a svolgere un ruolo attivo nell’esercitazione.

Nel complesso da ADIN 25 emerge il quadro di un Multinational CIMIC Group pienamente integrato e ad alta prontezza operativa. Le lezioni apprese nel corso dell’esercitazione confluiranno nei prossimi cicli addestrativi contribuendo a migliorare e mantenere aggiornata la funzione CIMIC all’interno dell’Alleanza. Significativamente il relativo corpo dottrinale, ora incentrato essenzialmente sul livello operativo, verrà nel prossimo futuro integrato da una nuova pubblicazione curata dal MNCG e focalizzata sul livello tattico.
Foto: Autore e Multinational CIMIC GROUP
Alberto ScarpittaVedi tutti gli articoli
Nato a Padova nel 1955, ex ufficiale dei Lagunari, collabora da molti anni a riviste specializzate nel settore militare, tra cui ANALISI DIFESA, di cui è assiduo collaboratore sin dalla nascita della pubblicazione, distinguendosi per l’estrema professionalità ed il rigore tecnico dei suoi lavori. Si occupa prevalentemente di equipaggiamenti, tecniche e tattiche dei reparti di fanteria ed è uno dei giornalisti italiani maggiormente esperti nel difficile settore delle Forze Speciali. Ha realizzato alcuni volumi a carattere militare ed è coautore di importanti pubblicazioni sulle Forze Speciali italiane ed internazionali.








