La programmazione della Difesa italiana (DPP) 2025-2027

In un momento di forte tensione internazionale e di storici sviluppi per la Difesa dell’Unione Europea e dell’Alleanza Atlantica, il Documento di Programmazione Pluriennale (DPP) 2025-2027 della Difesa italiana (i link al documento integrale in PDF sono in fondo a questo articolo) fornisce una rappresentazione più schematica, rispetto alle precedenti edizioni, del quadro di programmazione del Dicastero a fronte dei fondi disponibili e del contributo nazionale alla stabilità internazionale, rimanendo in attesa dell’accesso allo strumento SAFE (Security Action for Europe) dell’Unione Europea, per una definizione dei propri strumenti, quale motore al contempo dell’innovazione, industria, occupazione e credibilità internazionale.

Secondo l’audizione del Ministro della Difesa, Guido Crosetto del 4 dicembre e del Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano del 9 dicembre scorso, siamo di fronte a sviluppi senza precedenti che richiedono un nuovo approccio programmatico, quale il nuovo documento di strategia militare nazionale da cui discende la pianificazione generale interforze e quindi la programmazione a breve e medio termine del DPP, nonché lo studio destinato a fornire una proposta di revisione delle dotazioni organiche delle Forze Armate, prevedendo anche l’introduzione di nuove forme di riserva.
Il nuovo DPP si presenta completamente trasformato rispetto ai precedenti Documenti, non soltanto nella veste grafica ma anche nella suddivisione, che non si presenta più a due tomi ma la seconda parte è diventata un annesso, nonostante comprenda tutti i programmi per l’ammodernamento dello strumento militare.
Anche la suddivisione dell’annesso non ricalca più la ripartizione fra “Programmi di previsto avvio”, “Ulteriore esigenze prioritarie da finanziare”, e “Programmi operanti”. Quest’ultimo vede una tabella introduttiva e riassuntiva dei programmi che hanno ricevuto un’integrazione di fondi con la Legge di Bilancio (LdB) 2025, ed una corposa parte riguardante i programmi.
Questi ultimi sono suddividi fra piattaforme e capacità nei dieci settori compreso quello nuovo dell’armamento e munizionamento, che sono esplicitati nel Documento. Nonostante il condivisibile fine di evidenziare con maggiore enfasi gli importanti investimenti fatti con la LdB 2025, una corposa parte del DPP non fornisce informazioni utili all’analisi delle capacità dello Strumento Militare e la nuova suddivisione dei programmi in base a piattaforme e capacità non facilità la medesima. I DPP precedenti presentavano inoltre maggiori dettagli ed informazioni a carattere generale, che rendevano la pubblicazione omnicomprensiva.
Il quadro internazionale e la risposta del nuovo DPP
Il quadro internazionale è segnato da un’instabilità ormai permanente: conflitti in Ucraina e Medio Oriente, tensioni in Africa e nell’Indo-Pacifico e un deterioramento complessivo della sicurezza rendono difficile formulare scenari attendibili, secondo il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, nell’introduzione al nuovo DPP. Per l’Italia il Mediterraneo allargato costituisce un’area di prioritario interesse strategico e resta afflitto da terrorismo, traffici illeciti e contese. Il Mediterraneo in senso stretto è cruciale per l’approvvigionamento energetico e l’interscambio commerciale, ha evidenziato il Ministro Crosetto nel corso dell’audizione.
I conflitti moderni si evolvono rapidamente sul piano tecnologico, come mostra la “war of drones” in Ucraina e la stessa “Guerra Ibrida”, richiedendo capacità di adattamento continuo, ha sottolineato il Ministro, evidenziando una caratteristica necessaria ed imprescindibile della Difesa.

Il Medio Oriente rimane un focolaio di tensione: la crisi israelo-palestinese continua a tenere banco, mentre lo scontro tra Iran e Israele ha evidenziato la necessità di sistemi integrati e avanzati di difesa aerea e missilistica (IAMD, Integrated Air & Missile Defence), nonché di un ciclo informativo militare rapido e accurato. In questo scenario, l’intelligence militare assume un ruolo determinante, ma in Italia è stata nel tempo indebolita ed esclusa dal sistema di informazione per la sicurezza, rendendo necessaria secondo il Ministro, una revisione normativa e organizzativa. Concetto espresso nell’introduzione al DPP ma successivamente non esplicitato.
Accanto alle minacce convenzionali si affermano quelle digitali, cibernetiche, spaziali e subacquee, tutte in grado di colpire una nazione senza ricorrere alla forza militare tradizionale. Per rispondere a queste sfide, lo Strumento militare dovrà padroneggiare le tecnologie dirompenti, l’intelligenza artificiale e gli strumenti computazionali ad alte prestazioni che rappresentano la chiave per garantire il vantaggio informativo e tecnologico continuo, in un contesto multi-dominio, capacità chiave per il futuro.
La Legge di Bilancio 2025-2027, secondo il Ministro della Difesa, prende atto della non differibilità del rinnovamento dello strumento militare. In questo quadro lo sforzo di pianificazione della NATO rappresenta un riferimento importante, comunque subordinato alla priorità degli interessi di difesa nazionale. Il perseguimento dei Capability Target dell’Alleanza rischia di focalizzarsi in misura prevalente sulle minacce provenienti dal cosiddetto “Fianco Est”.
“Per questo motivo, pur nel rispetto degli impegni assunti in ambito NATO, abbiamo aggiornato la pianificazione nazionale, ponendo al centro l’esigenza di garantire all’Italia uno strumento militare coerente con le nostre priorità di protezione e sicurezza e con le specificità del “Fianco Sud”, assicurando al contempo la piena integrazione nell’Alleanza. In questa prospettiva sono state tenute in conto le esigenze operative nei domini cyber, dello spazio, dell’underwater, dell’IAMD, oltre allo sviluppo di tecnologie emergenti, quali la robotica, il quantum, l’intelligenza artificiale, ambiti essenziali per rafforzare la nostra sicurezza e prepararsi alle sfide future.”

L’Unione Europea ha avviato un rafforzamento delle capacità difensive attraverso strumenti come il “Libro Bianco” ed il “ReArm Europe Plan – Readiness 2030”, a cui s’aggiungeranno quelli di ricerca e sviluppo con il prossimo Programma Quadro dell’EU (FP 10), mentre la NATO ha definito nuovi obiettivi concreti (Capability Target 2025) che richiedono maggiori responsabilità finanziarie agli Alleati, tra cui l’incremento della spesa fino al 3,5% del PIL per la difesa e all’1,5% per la sicurezza.
In coerenza con le iniziative europee, l’Italia ha richiesto l’accesso allo strumento SAFE (Security Action for Europe) dell’Unione Europea, che consente prestiti a lungo termine vantaggiosi per il potenziamento militare. La Difesa emerge quindi come motore di innovazione, industria, occupazione e credibilità internazionale, contribuendo alla sicurezza del Paese e alla protezione del modello democratico.
I temi legati al Bilancio Difesa nel triennio 2025-27 verranno sviluppati in dettaglio in un prossimo articolo. In questa sede ci limitiamo ad ricordare che per il 2025, il DPP calcola un valore del bilancio integrato di 35.492 M€
registrando come nell’ultimo quindicennio vi sia stato un andamento altalenante ma comunque in crescita rispetto ai 23.655,6 M€ del 2008.
Lo stesso andamento si registra per il trend del bilancio ordinario della difesa dove si è passati da un valore pari a 21.132,4 M€ nel 2008 a 31.298 M€ nel 2025. di cui la Funzione Difesa dispone di risorse per 22.845 M€ (rispetto al precedente DPP in cui per il 2024 il valore era di 20.848,6 M€).
Le previsioni nel DPP per i prossimi due anni sono che il Bilancio ordinario continui a oscillare tra 31 e 32 miliardi di euro e la Finzione Difesa tra 22,6 e 23,2 miliardi.
La Strategia Militare Nazionale e il DPP 2025-2027
Il DPP 2025-2027 dà piena attuazione alle tre priorità politiche fissate dal Ministro della Difesa, che attengono a operatività e impiego delle forze armate, ammodernamento dello strumento militare, revisione della governance e dei processi.“In coerenza con le linee programmatiche che ho presentato il 21 maggio e il 16 luglio scorsi”, ha sottolineato il generale Luciano Portolano nell’apertura della sua audizione lo scorso 10 dicembre, “il DPP delinea la traiettoria di uno strumento mission-driven – ovvero strutturato sulla base della missione assegnata – pronto, resiliente, scalabile e proiettabile, garantendo, con credibilità, la sicurezza nazionale e contribuendo a quella collettiva.
“La cosiddetta funzione Difesa non è più confinata ai teatri di operazioni, come tradizionalmente avveniva, ma “quest’ultima oggi coinvolge anche le nostre case e anche il cittadino deve tornare a sentirsi parte attiva nella costruzione della sicurezza.”

Il CSM della Difesa ha voluto descrivere fin da subito nel corso dell’audizione, il processo che ha portato alla definizione del DPP 2025-2027, fornendo ulteriori dettagli nel corso delle risposte alle domande dei parlamentari.
“Il Piano di Difesa Militare scaturisce da una sorta di reverse engineering che abbiamo applicato in ambito Difesa”, ha spiegato il generale Portolano aggiungendo che, come noto, il sistema della Sicurezza Nazionale è basato su di un Concetto Strategico di Sicurezza Nazionale, a cui contribuisce anche la Difesa. “Sfruttando sempre questo processo di reverse engineering è stato elaborato e approvato, per la prima volta a livello nazionale, un Documento di Strategia Militare Nazionale che definisce gli interessi vitali, strategici e di contingenza del Paese, sistematizza le principali minacce e sfide presenti e prevedibili e declina le linee di impiego dello strumento militare in tutti i dominii, e quindi anche in quello delle operazioni multidominio. Con l’intento di connotare lo Strumento Militare della necessaria flessibilità, intesa come capacità di adattarsi costantemente alle esigenze dettate dagli scenari in continua evoluzione.”
Un processo che non è mai stato realizzato prima ed il cui risultato rappresentato dal Documento di Strategia Militare Nazionale (o con il nome che gli verrà dato), secondo quanto risultata ad AD, dovrebbe essere reso pubblico, per quanto possibile, nel brevissimo termine, la versione non classificata.
Da questa Strategia è scaturita la Pianificazione Generale Interforze che, con prospettiva dal breve al lungo termine e in modo sistematico e analitico, individua sia i programmi da continuare a sostenere sia quelli da avviare ex-novo in relazione agli obiettivi strategico-militari da raggiungere, proprio in ottica Multidominio.
“Tale Pianificazione permetterà alle Forze Armate di garantire con successo l’assolvimento delle quattro missioni assegnate.Come Stato Maggiore della Difesa, abbiamo avviato un processo di transizione che da un concetto meramente Interforze muove verso uno Multidominio che – tengo a precisare – nonostante sia stato introdotto concettualmente dalla Nato da quasi 10 anni, vede l’Italia ancora in una fase di comprensione e adattamento”, ha sottolineato il generale Portolano.

“L’architettura concettuale di tale pianificazione si basa su tre pilastri di sviluppo capacitivo che prevedono esigenze derivanti dall’implementazione del Piano Militare di Difesa nazionale, dai NATO Capability Target 2025, necessari all’implementazione dei piani di Difesa e Deterrenza della NATO (con particolare riferimento al Regional Plan South East), (che sono comunque assetti nazionali con cui contribuiamo all’Alleanza), e dagli ulteriori compiti istituzionali delle Forze Armate, previsti dalla legge. Naturalmente questo richiederà ulteriore personale che, a sua volta, significa la disponibilità di strutture, infrastrutture e equipaggiamenti per poterlo ospitare, addestrare e muovere sul territorio.
In via di elaborazione ed allo stadio finale, Il Piano di Difesa Militare nazionale, costantemente rivisto anche sulla base degli impegni assunti in ambito internazionale, si scontrerà con le limitazione di risorse per la sua implementazione.” Per essere completato, tale Piano ha bisogno di almeno due elementi di supporto: “un piano di scale up industriale per garantire la sostenibilità nel tempo delle operazioni, altrimenti è uno one shot, quindi molto limitato nel tempo, ed un piano di Difesa civile, che non riguarda soltanto la mobilità militare, ma riguarda anche la definizione delle linee principali di comunicazione, dei porti, degli aspetti sanitari e protezione contro attacchi CBRN, per cui sarà necessaria l’interlocuzione con il Ministero dell’Interno nell’ambito della Commissione interministeriale per la difesa civile.”
Macro-tendenze
Da quanto sopra riportato discende la pianificazione generale interforze, che stabilisce gli obiettivi capacitivi della difesa dal breve al lungo termine (fino al 2044). “Il DPP 2025-2027 rappresenta, quindi, la programmazione di breve e medio termine della difesa, strettamente connessa e concettualmente innestata nei documenti di rango superiore di nuova introduzione, che ho citato in precedenza.”
La strategia militare nazionale, come rimarcato dal CSM della Difesa, individua quattro macro-tendenze, che orienteranno il prossimo decennio e, conseguentemente, richiederanno un impegno sempre più integrato di tutte le istituzioni statuali, secondo il cosiddetto approccio interministeriale o Sistema Paese.
La prima, rileva il possibile acuirsi del trend di ibridazione della minaccia, in cui, ai conflitti convenzionali, si affiancano, in maniera sincronizzata e complementare, attività asimmetriche sotto la soglia del conflitto. La seconda macro-tendenza, riguarda il perdurare della centralità del Mediterraneo Allargato.

“L’Italia, per la sua posizione geografica, è chiamata a svolgere un ruolo di primo piano in questa regione, promuovendo stabilità e cooperazione attraverso una presenza militare credibile e pienamente integrata con gli altri strumenti del potere nazionale, fattore essenziale per essere efficaci nel multidominio.”
La terza traiettoria è legata all’innovazione tecnologica, fattore che ridefinisce la natura stessa della competizione strategica.“L’innovazione non è un settore a sé stante ma un driver trasversale della trasformazione del sistema Difesa, che deve coinvolgere il mondo dell’università, della ricerca e dell’industria, per mantenere, tra l’altro, l’autonomia tecnologica nazionale e, in definitiva, il vantaggio competitivo sui potenziali avversari.”
L’ultima macro-tendenza, la quarta, afferisce al crescente ruolo dell’Unione Europea nell’architettura di sicurezza continentale. In tale contesto, si inserisce il rafforzamento del pilastro europeo dell’Alleanza.
Programmazione interforze e multidominio
Sullo sfondo di tali macro tendenze, “la programmazione “tracciata” nel DPP individua con chiarezza le capacità prioritarie da sviluppare e da tradurre in risultati concreti…… In questo quadro, si è inteso definire con precisione gli obiettivi, che rappresentano la cornice entro la quale si sviluppa la programmazione nei prossimi 15 anni e costituiscono il riferimento unitario per l’evoluzione dello strumento militare,” ha evidenziato il generale Portolano, volendo introdurre l’impianto programmatico del DPP 2025–2027 organizzato in dieci settori, – che verranno esaminati nel dettaglio nel capitolo dedicato alla Programmazione Militare 2025-2027.
Un documento che mira a restituire “un quadro realmente interforze, pienamente coerente con le direttrici di modernizzazione in atto nello strumento militare,” e gli ulteriori finanziamenti resisi disponibili con la Legge di Bilancio 2025.

Un approccio che secondo il CSM della Difesa, è stato volutamente svincolato dalle esigenze capacitive delle singole componenti dello strumento, “per abbracciare una visione unitaria, integrata e trasversale, nella quale ogni programma concorre al rafforzamento complessivo della capacità operativa nazionale, nel pieno rispetto dei tre princìpi cardine: interoperabilità, interconnettività e intercambiabilità delle capacità e dei sistemi, materiali ed equipaggiamenti dello strumento militare interforze.”
Le capacità raggruppate per settori e la Legge di Bilancio 2025
Una consistente parte del DPP – e non l’annesso con i programmi veri e propri – è quindi dedicata alla rappresentazione che potremmo dire per un pubblico non di settore – e di poco aiuto per chi vuole avere maggiori informazioni da un documento che rappresenta il veicolo comunicativo sulla Difesa e più importante sull’impiego dei fondi richiesti in Parlamento.
Senza dimenticare il fatto che vengono completamente obliterate altre informazioni come quelle sulla ricerca e relativi finanziamenti nonché altri importanti capitoli presenti invece sui precedenti DPP, caratterizzati da una capitolazione di facile lettura e comprensione anche per un pubblico “generalista” – dei 10 settori svincolati dalle esigenze capacitive delle singole componenti dello strumento, ma suddivisa fra 1.Sistemi Spaziali, 2.Mezzi terrestri, 3.Mezzi Navali, 4.Mezzi aerei, 5.Armamento e Munizionamento, 6.C2, digitalizzazione e infostruttura, 7. Ricerca e Sviluppo, 8. Patrimonio Infrastrutturale, 9. Sostegno e mantenimento, 10. Cooperazione e capacità produttive.
In relazione a questi 10 settori, il DPP evidenzia, anche se in modo purtroppo non univoco, tralasciando alcune informazioni essenziali ad una lettura omogenea, gli investimenti in forma aggregata per settore d’interesse del rifinanziamento del fondo investimenti per la difesa che è stato autorizzato dalla legge di bilancio 2025-2027, per un ammontare annuale di 1,5 miliardi di euro, per un totale di 22,5 miliardi di euro su un orizzonte temporale di 15 anni.

In particolare per quanto riguardo lo Spazio, la Legge di Bilancio (LdB) 2025 destina complessivamente risorse aggiuntive per 426 milioni di euro (M€), che viste in programmazione prospettica multi-pluriennale, secondo quanto dichiarato dallo stesso Ministro, sono limitate rispetto a quanto finanziato nel settore civile, mentre per quanto riguarda i mezzi terrestri, vi è un impegno particolarmente significativo per un settore dimenticato per lungo tempo, con integrazione di 3.500 M€.
Come rimarcato dal CSM della Difesa, questo settore “ritorna una delle mie priorità, quella relativa alla necessità di recuperare la asimmetria tecnologica tra le componenti dello strumento militare per essere compiutamente efficaci nel multidominio. L’obiettivo è ricostruire una capacità di manovra terrestre moderna, protetta ed interoperabile,” secondo il generale Portolano.
“Ma l’evoluzione dello strumento non può prescindere dai mezzi marittimi, cruciali per rafforzare la postura del Paese nel Mediterraneo allargato”, dove ai precedenti finanziamenti sono stati allocati ulteriori 2.300 M€. Per i mezzi aerei si conferma la necessità di mantenere una capacità completa ed integrata, per cui sono state destinate risorse aggiuntive per complessivi 4.500 M€.
Nel settore dell’armamento e munizionamento, quest’ultimo uno dei più critici e rilevanti, senza il quale tutti i sistemi d’arma perdono efficacia, la resilienza della filiera nazionale è un prerequisito essenziale per garantire operazioni prolungate ed assicurare una deterrenza credibile.
Per questo settore, nell’ambito del rifinanziamento del Fondo Investimenti sono stati allocati 3.500 M€ con iniziative ad alta valenza tecnologia ed industriale. In ordine al macro settore del comando e controllo, della digitalizzazione e dell’infostruttura che rappresenta la vera piattaforma abilitante della trasformazione dello strumento,
La Difesa con ulteriori 1.140 M€ intende esprimere uno sforzo organico che combina la piena transizione alla tecnologia cloud, l’impiego di strumenti di data analytics allo stato dell’arte, l’evoluzione di reti e sistemi tattici. Il settore della ricerca e sviluppo, vede un impegno aggiuntivo di 304 M€, ancora lontano dai significativi investimenti che in tale settore vengono effettuati dai principali partner Europei e dell’Alleanza.
Un aumento di investimenti pari a 1.300 M€ si registra nel settore riguardante il patrimonio infrastrutturale, nel cui ambito sono in corso approfondimenti volti a disporre di procedure più lineari, coerenti e tempestive per consentire la realizzazione delle nuove infrastrutture della Difesa con tempi compatibili con l’evoluzione del contesto operativo e delle piattaforme che entrano in servizio.
Il più consistente investimento pari a 5.400 M€ è dedicato invece al sostegno e mantenimento, che rappresenta l’architrave della stessa sostenibilità dello strumento militare, facendo riferimento al mantenimento in condizioni operative (MCO) di tutte le linee di mezzi e settori sopra riportati.

Infine la cooperazione internazionale che il DPP lega sostanzialmente al Mediterraneo allargato, nonché all’Africa del Sahel e del Corno ma più importante il potenziamento della capacità produttiva nazionale. In particolare con il nuovo DPP si punta a rafforzare la base industriale della Difesa ed in particolare gli stabilimenti dell’Agenzia Industria e Difesa, che garantiscono autonomia strategica, resilienza logistica e continuità nelle forniture per sostenere operazioni prolungate e ridurre dipendenza da filiere estere in settori sensibili.
Focus su nuove capacità
La Difesa Nazionale ad ampio respiro contro le minacce di ultima generazione
Come evidenziato sia dal Ministro Crosetto e quindi dal generale Portolano, la Difesa e l’industria nazionale stanno guardando ad una Difesa Aerea e Missilistica Integrata (IAMD) contro le più recenti minacce che si sono riscontrate sia nel conflitto Russo-Ucraino che primariamente in quello che ha visto Israele proteggere il territorio nazionale da missili balistici e droni di varia natura e raggio d’azione lanciati dall’Iran, Yemen e Libano.
“Il Dome Nazionale lo scudo che non è un singolo sistema, ma un ecosistema, un’architettura protettiva che integra superiorità spaziale, difesa missilistica e in prospettiva antidrone. Una difesa che non abbiamo mai avuto e non più rinunciabile e che complessivamente assorbe investimenti nelle annualità appare a circa 4,4 miliardi,” ha affermato il Ministro Crosetto in occasione dell’audizione sul DPP, facendo riferimento al Dome Michelangelo presentato da Leonardo poco prima.

“Per quanto riguarda il Dome Nazionale l’Italia partecipa al sistema integrato di Ballistic Missile Defense (BMD) della NATO come parte integrante della missione permanente dell’Alleanza. La Difesa si è posta l’obiettivo di dotarsi di un sistema capace di proteggere infrastrutture critiche e aree sensibili da minacce ….. multidominio.”
Il sistema nazionale è un sistema che va ad integrarsi nel più ampio sistema di BMD della NATO e di quello costituendo dell’Unione Europea. “Non si tratta quindi di un elemento stand-alone ma di un “sistema di sistemi” a cui il Ministro Crosetto ha più volte invitato ed aperto le porte a numerosi Paesi Europei, Nato, che abbiano l’intendimento di poter partecipare a questo progetto. In questo settore sono già stati avviati specifici programmi per acquisizione di nuovi sensori radar, scoperta della minaccia balistica, ulteriori batterie, missili di nuova generazione nonchè di reti di sistemi di comando e controllo che dispongono di una capacità d’integrazione e scambio dati provenienti da asset terrestri, navali, aerei e spaziali, inclusi assetti legacy.
Una capacità di rete legata all’interconnettività, “che rappresenta una delle mie priorità nell’ambito di quelle che sono le esigenze operative d’interoperabilità, interconnettività ed intercambiabilità. Il Dome Nazionale è un progetto che ha una forte valenza strategica, potendo implementare soluzioni modulari, aperte, scalabili che rispecchiano e riflettono queste esigenze operative. Posso assicurare che con il CEO di Leonardo ci siamo visti più volte per definire in maniera chiara quali sono le esigenze operative che questa cupola di protezione dovrà avere per garantire la copertura totale del territorio nazionale.”
Cyber Warfare
Con le iniziative approvate in Parlamento e con il nuovo documento del Ministro della Difesa denominato “Il Contrasto alla Guerra Ibrida: Una Strategia Attiva, Non-Paper del Ministro della Difesa Guido Crosetto”, è evidente quanto il dominio cyber sia diventato centrale nella programmazione della Difesa.
Le Forze Armate hanno avviato un percorso accelerato per dotarsi delle capacità necessarie a operare, difendersi e mantenere l’iniziativa in un ambiente digitale estremamente dinamico. Il settore dispone di 1,91 miliardi di euro, comprensivi di 503 milioni provenienti dalla LdB 2025. L’allocazione delle risorse privilegia programmi interforze, in quanto la sicurezza cibernetica interessa tutte le componenti operative della Difesa in modo trasversale.

Il dominio cyber è destinato a evolvere ulteriormente, sia in complessità sia in rilevanza strategica. Secondo quanto proposto dal Ministro Crosetto, la riforma di questo settore dovrà svilupparsi secondo quattro direttrici: definire lo Spazio Cyber di interesse nazionale come e vero campo di operazioni e dotarsi di un’Arma Cyber, civile e militare, adeguatamente dimensionata, con una forza che dovrebbe attestarsi su circa 5.000 unità, a prevalente componente operativa, con una capacità iniziale di circa 1.200-1.500 unità, garantendo adeguate tutele funzionali ed istituendo un Centro per il Contrasto alla Guerra Ibrida.
La formazione in questo dominio rivestirà un ruolo sempre più centrale secondo la Difesa: verranno sviluppati nuovi percorsi di alta specializzazione, anche in collaborazione con università e centri di ricerca, per preparare personale tecnico e operativo in grado di operare efficacemente nel dominio cyber, oggi uno dei più sfidanti dell’intero panorama difensivo.
Unmanned
La Difesa italiana, secondo il DPP, riconosce il ruolo sempre più determinante dei sistemi unmanned ed ha avviato una strategia che integra questi ultimi con i sistemi tradizionali, così da potenziare l’intero ventaglio delle capacità operative. Queste tecnologie introducono una nuova modalità di concepire l’impiego delle forze, ampliando la consapevolezza situazionale, riducendo i rischi e aumentando l’agilità delle operazioni.
In una visione strutturata, la Difesa sta promuovendo programmi specifici per ogni settore operativo. La Legge di Bilancio 2025 contribuisce a destinare 3,2 miliardi di euro allo sviluppo e all’acquisizione di sistemi unmanned. Questa dotazione consente sia di avviare rapidamente programmi a breve termine sia di sostenere investimenti strategici per il lungo periodo.

Il futuro dello Strumento militare, secondo il DPP, sarà inevitabilmente influenzato dalla diffusione dei sistemi unmanned e dall’integrazione dell’intelligenza artificiale. L’impiego combinato di piattaforme autonome e mezzi tradizionali consentirà di operare con maggiore efficacia in tutti i domini, ottimizzando tempi, risorse e capacità di risposta. Tuttavia, l’espansione dei sistemi senza pilota introduce nuove sfide come la vulnerabilità a cyber-attacchi e interferenze elettroniche, la necessità di infrastrutture sicure per la gestione dei dati, implicazioni etiche e legali legate all’autonomia decisionale ed esigenze crescenti di interoperabilità con alleati e partner internazionali.
La Programmazione della Difesa con capacità divise in 10 settori
L’annesso o seconda parte del DPP 2025-2027, che rappresenta la vera essenza del documento in termini di sviluppo delle linee indicate dal Dicastero, è dedicata ai singoli programmi di diversa natura che vanno dagli studi allo sviluppo, produzione, fornitura e supporto in servizio nonché quelli infrastrutturali e di sostentamento in generale di sistemi d’arma e capacità di diversa natura che vengono raccolti secondo i 10 settori già riportati sopra.

La Programmazione della Difesa, come viene nominata questa seconda parte, comprende la tabella introduttiva in cui sono sintetizzati i programmi sostenuti finanziariamente tramite le risorse recate – sul bilancio ordinario (BO) della Difesa – dalla Legge di Bilancio (LdB) 2025-2027. Indicati per i singoli programmi come necessaria integrazione attraverso risorse a “fabbisogno” recate dalla LdB 2025, tali fondi non verranno specificati con questa dicitura, ma si parlerà in generale di “ulteriori” o “aggiuntivi” che saranno in effetti ulteriori per un programma già in atto o iniziali per l’avvio di un programma (anche se il documento non specificata), a meno che non si tratti di fondi sul bilancio del MIMIT o altri che verranno opportunamente indicati.
L’importante mole di informazioni non facilita una semplice esposizione, con alcuni dati economici che non sono univoci nella trattazione dell’intero DPP. E’ importante sottolineare che tale programmazione potrebbe essere alterata e quindi migliorata con l’impiego dei Fondi SAFE dell’Unione Europea.
- Sistemi Spaziali
Con il nuovo DPP, la Difesa ha annunciato che sta lavorando ad un nuovo Piano per lo Spazio in un ottica integrata e multi-dominio, in linea con le strategie nazionali e dell’Alleanza Atlantica. L’obiettivo è individuare le capacità necessarie per operare con efficacia negli scenari operativi previsti nei prossimi due decenni. La Difesa non ha dato soltanto l’annuncio ma il relativo programma ha ricevuto le prime allocazioni di fondi pari a 109M€, con la predisposizione a venire dello specifico iter di approvazione per il necessario D.M./D.I..

I primo fondi sono allocati nel 2026 (3 M€) ed il piano prevede lo sviluppo di capacità a breve termine per colmare gap operativi e piani di sviluppo, graduali e coordinati, coerenti con le altre iniziative di sviluppo del Sistema Paese e della Comunità Europea nel settore spaziale. Interessante la menzione dell’inglobamento della missione HORUS, volta all’osservazione ottica planetaria multispettrale e multiangolare (nadir e fuori nadir), utilizzando strumenti COTS (Commercial Off-The-Shelf) a bordo di 6 satelliti CubeSat.
Per questo programma si parla anche di capacità di sorveglianza elettronica (ELINT) dallo Spazio senza aggiungere ulteriori dettagli. A tal riguardo si evidenzia come nell’ambito dell’industria nazionale, ELT Group abbia già sviluppato SCORPIO, un sistema di Electronic Intelligence che è stato messo in orbita a quote basse (LEO, Low Earth Orbit) nel 2023 per la missione di raccolta dati marittimi non classificati.

Per quanto riguarda i programmi di previsto avvio, particolare attenzione viene posta in ordine alle comunicazioni satellitari, ed in particolare con il programma SICRAL R1 destinato all’acquisizione di un satellite geostazionario per telecomunicazioni che garantisca la resilienza delle risorse SATCOM della Difesa in caso di indisponibilità o degradamento delle attuali capacità legate al SICRAL 1B, assicurando continuità all’occupazione delle posizioni orbitali di interesse nazionale.
Allo stesso tempo, viene finanziato in via iniziale (5 M€) il programma per lo studio e design di una costellazione di satelliti LEO (Low Earth Orbit) per comunicazioni e relay dei dati ad elevato datarate e bassa latenza per servizi di telecomunicazioni innovativi alle Forze Armate, con il fine di supportare il processo di digitalizzazione e sviluppare una rete di scambio dati tra i satelliti governativi funzionale allo sfruttamento dei prodotti spaziali per esigenze tattiche e aumentare la resilienza delle reti di comunicazioni a banda larga nazionali. Secondo quanto finora annunciato, un contratto per lo studio di fattibilità del relativo progetto doveva essere emesso a bando entro la fine di ottobre ma, visti gli importanti cambiamenti e sviluppi legati principalmente all’industria, novità dovrebbero essere annunciate a breve.
Di previsto avvio sono indicati anche i programmi denominato rispettivamente “Lancio Avioportato Piccoli Payload” ed “Accesso Allo Spazio – Volo Suborbitale”. Il primo è relativo allo studio di fattibilità, de-risking e sviluppo di un dimostratore tecnologico, in preparazione alla futura implementazione di un sistema di lancio avio-portato da vettore A.M. per la protezione e resilienza delle operazioni satellitari a orbite basse. Si tratta di un programma cardine per assicurare un’efficace capacità di responsive space, deterrenza e contrasto a minacce che operano nei regimi orbitali contro assetti satellitari nazionali, nonché contro assetti in rientro incontrollato, e a favorire l’immissione in orbita di piccoli payload. I primi fondi sono previsti per il 2026 (3 M€) con allocazioni finora di 17 M€ fino al 2030. Il secondo programma è finalizzato al potenziamento delle capacità nazionali attraverso lo sviluppo e l’impiego di piattaforme innovative, nonché alla creazione di servizi operativi e logistici di supporto, mediante voli suborbitali. Il programma che ha un fabbisogno e profilo finanziario in via di definizione prevede fondi a partire dal 2026 (0,43 M€).
Viene inoltre completato il finanziamento di due importanti programmi rappresentati rispettivamente dal nuovo sistema Satellitare Ottico di III Generazione e dal sistema satellitare per le comunicazioni SICRAL 3. Il primo costituito da 2 satelliti e dotato di sensore elettro-ottico ad altissima risoluzione, è atto a garantire la continuità della capacità nazionale autonoma di Osservazione della Terra alla luce del previsto fine vita tecnico del sistema satellitare ottico OPSTAT 3000 attualmente in orbita, mentre il secondo riguarda la realizzazione di un nuovo asset satellitare di telecomunicazioni volto al rimpiazzo del sistema Sicral 1B e soddisfare le necessità comunicative della Difesa sia sul territorio nazionale che nei teatri operativi. Nel primo caso sono stati allocati ulteriori 40 M€ mentre nel secondo caso, ben 211 M€ per il completamento del programma. In aggiunta alle risorse del Bilancio Ordinario e del MIMIT, quest’ultimo programma gode di finanziamenti su capitoli del PNRR e FC pari a 320 M€.
Continua il finanziamento del programma “Satellite Gap Filler Orbitale – Beacon” per acquisire capacità o servizi satellitari utili a mantenere la posizione orbitale geostazionaria del SICRAL 1, in base ai diritti temporanei riconosciuti all’Italia dall’International Telecommunication Union (ITU). Mantenere questa posizione è essenziale per garantire lo sviluppo del programma SICRAL 3 e delle future evoluzioni della costellazione. Allo stesso tempo si procede al completamento della costellazione dei quattro satelliti Cosmo SkyMed Seconda Generazione.

Secondo quanto dichiarato dall’Agenzia Spaziale Italiana, dopo la partenza del terzo satellite Flight Model 3 (CSG-FM3) della medesima costellazione da Roma celebrata insieme alla Difesa ed alla filiera nazionale industriale con Leonardo e le joint venture Thales Alenia Space, Telespazio ed e-GEOS, quest’ultimo ha raggiunto la base di Vanderberg in California, da dove verrà lanciato il 28 dicembre.
Viene invece richiesta ulteriore attenzione allo sviluppo della capacità nazionale di Space Situational Awareness/Space Surveillance and Tracking (SSA/SST) tramite il potenziamento delle capacità di monitoraggio e classificazione degli oggetti spaziali, per la salvaguardia degli assetti spaziali della Difesa e nazionali, prevenire la proliferazione dei detriti spaziali e mantenere un accesso sicuro allo spazio. Per esigenze legate allo sviluppo del programma, sono state avviate ulteriori attività di potenziamento che hanno determinato un’ulteriore esigenza finanziaria sostenibile con futuri stanziamenti.
Risulta invece posticipato in termini di lancio e finanziamenti il programma volto a implementare un High Altitude Platform System (HAPS) per potenziare le capacità ISR (Intelligence, Surveillance & Reconnaissance) dell’AM e della Difesa, integrando le capacità ISR esistenti di velivoli senza pilota (APR, Aeromobile a Pilotaggio Remoto) e satelliti per supportare attività come guerra elettronica (EW), navigazione e SIGINT/ELINT. I primi fondi sono previsti con il nuovo DPP per il 2028 (completamento previsto 2034).
- Mezzi terrestri
Nell’ambito del rinnovamento della componente corazzata dello strumento terrestre, il programma di punta è costituito dall’Army Armored Combat (A2CS) destinato all’acquisizione di una famiglia di mezzi combat e di supporto basata sulla piattaforma del veicolo corazzato da combattimento per la fanteria (AIFV, Armoured Infantry Fighting Vehicle) Lynx KF-41 customizzata secondo le necessità dell’Esercito Italiano, che viene fornito dalla nuova joint-venture LRMV (Leonardo Rheinmetall Military Vehicle). Quest’ultima ha recentemente ricevuto il primo contratto per la consegna del lotto iniziale di 21 mezzi, il cui primo esemplare è destinato alla fornitura alla fine del 2025.

Le prime cinque macchine saranno nella configurazione con piattaforma Rheinmetall KF-41 e torretta Lance mentre i successivi 16 esemplari monteranno la nuova torretta di Leonardo della famiglia Hitfist con personale, equipaggiata il cannone X-Gun da 30 mm sempre sviluppato dal gruppo italiano, e dotazioni di sensori, elettronica ed equipaggiamenti nazionale. Oltre ad un’opzione per ulteriori 30 mezzi, il contratto prevede l’aggiornamento dei primi cinque mezzi allo standard con torretta Leonardo ed altri equipaggiamenti di fornitura nazionale, l’addestramento ed i primi simulatori. Il programma ha ricevuto con il nuovo DPP un’integrazione di ben 1.945 M€.
Nel frattempo, la Forza Armata mira a mantenere l’operatività e la sicurezza della componente di carri armati Ariete con la consegna del primo esemplare nella configurazione ammodernata C2 lo scorso 18 luglio su un totale finora finanziato di 90 veicoli a fronte di un requisito per 125 macchine.

Questi ultimi sono destinato ad essere affiancati e successivamente rimpiazzati dal nuovo MBT che la JV LRMV sta sviluppando sulla base del carro di nuova generazione Panther KF51 di Rheinmetall. In aggiunta allo sviluppo e produzione dei prototipi ed omologazione piattaforme, si prevede una seconda fase con la fornitura di 132 piattaforme MBT di cui una parte dovrebbe montare il cannone Rheinmetall da 120 mm mentre l’altra la nuova bocca da fuoco sempre dello stesso calibro sviluppata da Leonardo, a cui s’aggiungono 140 piattaforme nelle diverse versioni derivate per il combattimento ed il supporto, oltre al supporto logistico pluriennale, veicoli e sistemi di trasporto, munizionamento ed adeguamenti infrastrutturali.
Procedono ed ottengono anche un’integrazione rispettivamente di 450 e 300 M€ attraverso risorse MIMIT recate dalla LdB 2025, i programmi per la fornitura da parte del CIO (Consorzio Iveco Oto Melara) rispettivamente di 630 veicoli Blindati Medi 8×8 Freccia e 150 Blindo Centauro 2. Il primo ha registrato la sottoscrizione nel dicembre del 2024 di un contratto da parte del CIO con la Direzione Armamenti Terrestri (TERRARM) per la fornitura del VBM Freccia nella nuova versione New Generation (VBM NG), i cui primi prototipi si prevede verranno consegnati nel tardo 2027, mentre le prime consegne dei mezzi di produzione dovrebbero seguire a distanza di un anno, a seguito della qualifica della nuova piattaforma.

Quest’ultima rappresenta un significativo miglioramento ed aggiornamento rispetto alla prima generazione di veicolo e si caratterizza principalmente per una nuova torretta della famiglia Hitfist con cannone X-Gun da 30 mm, il tutto fornito da Leonardo oltre ad un sistema di comando, controllo e tiro che sfrutta le novità introdotte con la Blindo Centauro 2. In ordine al programma per la nuova Blindo, il CIO sta procedendo con le consegne e l’EI con la valutazione operativa in contesti oltremare, come il caso dell’esercitazione Nasr 2025 in Qatar.
La grande novità è rappresentata dal lancio del programma – previsto a breve con un’integrazione di 346 M€ -, per il rinnovamento della componente dei mezzi anfibi da combattimento dell’EI con l’acquisizione del Veicolo Blindato Anfibio (VBA) di IDV (Iveco Defence Vehicles), essendo il programma per la MM già stato lanciato ed i relativi mezzi in corso d’approvvigionamento. E’ interessante notare che successivamente all’uscita del DPP è stata pubblicata una DAC (Determinazione A Contrarre) da parte di TERRARM per l’acquisizione attraverso FMS dall’USMC di sette AAV-7 (lo stesso mezzo che il VBA rimpiazzerà in seno alla MM e EI) destinati a soddisfare le esigenze della Brigata Pozzuoli e del Reggimento Lagunari quale soluzione per rimpiazzo dei veicoli più vecchi in attesa dei nuovi VBA.

La prima conferenza nazionale “L’Artico, la Difesa e il Sistema Paese nelle nuove sfide della competizione Globale” tenutasi a Roma il 29 ottobre presso il CASD, ha posto in particolare evidenza il contributo della Difesa, fra cui quello dell’EI in questo nuovo teatro operativo. Con il nuovo DPP viene alla ribalta il programma per il rinnovamento della componente delle piattaforme BV 206 nell’ambito del programma Full All Terrain Vehicle (F-ATV), che con la LdB 2025 riceve il primo sostanzioso finanziamento di 67 milioni di euro, con i primi 4 M€ stanziati per il 2026. Quest’ultimo riguarda nella prima fase 160 veicoli in sette versioni (su di un totale di 450 mezzi secondo il DPP) destinati ad equipaggiare le truppe alpine con una piattaforma che ben soddisfa le operazioni nell’estremo Nord dell’Europa.
Leonardo come capocommessa (insieme ad Aris come produttore su licenza) offre insieme a ST Engineering il Bronco 3, sviluppato da quest’ultimo gruppo. In precedenza, BAE Systems Hägglunds aveva firmato un accordo di cooperazione con IDV, per offrire il veicolo BvS 10.

Nell’ambito dei mezzi leggeri, un importante programma è costituito da quello di approvvigionamento della versione di nuova generazione del veicolo tattico leggero multiruolo (VTLM) Lince di IDV in servizio da quasi 20 anni, che ha ricevuto ulteriori fondi per 222 M€. Si tratta di almeno 671 VTLM 2 in cinque differenti configurazioni e relativo supporto logistico integrato decennale. Sempre in questo settore hanno ricevuto ulteriori fondi i programmi sempre terrestri per la mobilità delle Forze Speciali (138,7 M€), il potenziamento di quella tattica su terreni a basso indice di scorrimento (187 M€), che comprende una variegata gamma di veicoli, fra cui fuoristrada, quad, motoslitte, motorbike, UGV, piattaforma di aviolancio e rimorchi stradali, ed infine tattica dei Carabinieri (158 M€).
La prima riguarda l’acquisizione di mezzi tipo Flyer 72, Veicoli Tattici Leggeri (VTLAT) e veicoli blindati atti ad incrementare la mobilità tattica e difensiva delle Forze Speciali, la seconda l’adozione di piattaforme leggere in grado di assicurare un’elevata mobilità tattica e furtività alle unità dell’EI mentre la terza riguarda mezzi di diverso tipo come veicoli tattico leggeri e multiruolo (VTL/VTLM), autocarri tattici leggeri (ATCL) ed automezzi da ricognizione e veicoli per compiti di trasporto vario ed assegnazione anche ad unità ippomontate e cinofile. Viene evidenziato anche il programma per i mezzi leggeri tattici GMV Flyer per il Comparto Forze Speciali e la Brigata paracadutisti Folgore.
Nel settore del supporto diretto, il DPP prevede il programma di rinnovamento delle capacità di combattimento delle unità del genio dell’EI (come le procedure negoziate per l’acquisizione di sistemi robotici di disseminazione mine Dynamit Noberl Defence Scorpion 2 e di mezzi da sminamento remotizzato PT-300 D:Mine di FAE Group) con un’integrazione di 155 M€ unitamente a mezzi logistici per il trasporto materiale della Forza Armata con un nuovo finanziamento di ben 446 M€. Infine, quello per i mezzi tattici per il concorso alle Forze di Pubblica Sicurezza per acquisizione di autovetture da ricognizione e veicoli multiruolo.
- Mezzi Navali
Le recenti operazioni navali e nuove minacce nel contesto marittimo e multidominio, hanno spinto la Difesa e la Marina Militare a potenziare le proprie capacità nel settore dell’underwater e seabed warfare, unitamente a quelle di lotta di superficie e di difesa aerea e missilistica integrata (IAMD, Integrated Air and Missile Defence) nonché antidrone.
Il primo programma di previsto avvio guarda alla componente navale del futuro, con lo studio di nuove tecnologie funzionali all’avvio di progetti sempre più innovativi per la Difesa. Fra questi il DPP specifica la realizzazione della Portaerei di Nuova Generazione e i Next Generation Submarine (NGS), basati sul concetto del Multi Capability Carrier.
Quest’ultima si riferisce alla filosofia progettuale ed operativa che prevede lo sviluppo di piattaforme navali con natura intrinsecamente intercambiabile, scalabile e riconfigurabile, progettate come e veri propri hub operativi, equipaggiati con moduli e payload missione intercambiabili.
Con la LdB 2025, il programma riceve un finanziamento iniziale pari a 3 M€ con inizio nel 2026 (1 M€) ed ulteriori fondi per il 2027 (2 M€). Secondo i piani finora noti, Nave Cavour è destinata ad essere sottoposta ad un ammodernamento di mezza vita (AMV o MLU, Mid-Life Update) affinché possa rimanere in servizio fino a quando una nuova piattaforma dedicata per operazioni aeree con velivoli pilotati e non, possa essere sviluppata ed entrare in linea.
Per quanto riguardante invece lo sviluppo della componente subacquea, il primo traguardo è la messa in servizio dei quattro battelli con sistema propulsivo indipendente dall’aria (AIP) e batterie al litio del programma U212 NFS (Near Future Submarine). Quest’ultimo programma ha ricevuto ulteriori fondi per 311,5 M€ sul bilancio del MIMIT sempre per effetto della LdB 2025.
La Difesa ha recentemente presentato in Parlamento, le richieste economiche per la continuazione del programma U212 NFS, che riguarda la fase di industrializzazione legate alle nuove batterie al litio, il supporto logistico integrato ed il potenziamento delle infrastrutture di supporto.
Due ulteriori battelli che potranno costituire un evoluzione o saranno basati sul know-how sviluppato con il programma NFS, vedranno la luce prima che il vasto progetto di ricerca e sviluppo di nuove piattaforme subacquee o Next Generation Submarine (NGS) porti allo sviluppo di una nuova generazione di sottomarini destinati a diventare un vero e proprio centro nevralgico del network di sorveglianza, difesa ed offesa che integrerà piattaforme da sorveglianza e combattimento autonome a lunga, media e corta autonomia.
In questo ambito di studi e valutazioni, la Difesa e la MM, stanno valutando in via preliminare anche la possibilità di una propulsione nucleare per unità di superficie e subacquee nonché armi di nuova generazione.

In attesa degli sviluppi a più lungo termine, il DPP annuncia il lancio futuro di un programma (SMD 16/2025) che è stato presentato in Parlamento per il prolungamento della vita operativa dei due sottomarini Classe Sauro IV Serie.
In questo modo è previsto il mantenimento di adeguate capacità operative e un livello di prontezza adeguato all’attuale contesto di crescente instabilità e crisi conclamata fino al 2034, quando potranno essere ritirati dal servizio grazie al completamento dell’entrata in linea dei battelli U212 NFS. Nel frattempo, è previsto che i due battelli U212 Batch I, ormai giunti vicino ai 20 anni di vita operativa, vengano sottoposti ad un programma di ammodernamento di mezza vita (AMV).
La Difesa ha quindi allocato per la prima volta fondi per 174 M€, ma la richiesta economica, secondo la nota illustrativa presentata in Parlamento, è pari a 770 milioni.
Sempre restando nell’ambito dell’underwater e seabed warfare, la Difesa e la MM hanno concepito due innovativi programmi destinati rispettivamente allo sviluppo della “Capacità ISR ASW lanciabili” e della sorveglianza e protezione delle infrastrutture subacquee critiche (CUI, Critical Underwater Infrastructures). Il primo è destinato a potenziare le capacità di presenza, sorveglianza e data collection nonchè lotta antisom (ASW) sfruttando tecnologie emergenti disruptive che prevede lo sviluppo ed acquisizione di velivoli subacquei autonomi di grandi dimensioni o Large AUV (Large Autonomous Underwater Vehicle), caratterizzati da elevata autonomia operativa. Il programma ha ricevuto un sostanzioso iniziale investimento di 135 M€, con i primi 3 M€ assegnati nel 2026 e del rimanente principalmente fra il 2030 ed il 2035.
Si evidenzia che questo programma, destinato a richiedere ulteriori fondi, era già stato presentato in Parlamento avendo a riferimento la piattaforma Blue Whale israeliana customizzata con partecipazione industriale nazionale, ma poi ritirato per motivi non meglio specificati.
Il secondo programma prevede invece uno sviluppo a spire successive, finalizzato all’acquisizione di un sistema integrato volto alla sorveglianza e protezione delle infrastrutture subacquee critiche. Dal punto di vista delle piattaforme navali, riguarda l’acquisizione di un’unità di supporto offshore (OSV) di seconda mano dal mercato civile ed opportunamente customizzata, il cui contratto è stato annunciato il 28 novembre scorso, per l’impiego di sistemi unmanned e lo svolgimento di operazioni underwater e di seabed warfare, e lo studio finalizzato alla costruzione di una nuova classe di Unità Polivalenti per la Sorveglianza della Dimensione Subacquea (UPSDS).
Di queste ultime non sono state fornite ulteriore informazioni ma l’intenzione sarebbe quella di acquistare piattaforme madri per operazioni con veicoli subacquei di diversa tipologia e capacità seabed warfare. Sebbene il DPP parli di necessaria integrazione di 214 M€, siamo di fronte allo stanziamento dei primi fondi, ben 68,72 M€ a partire dal 2025, si presume per l’acquisizione della OSV e lo studio della nuova classe, che sono destinati ad essere integrati in futuro per poter assolvere ai requisiti del programma.

Guardando invece ai programmi per le piattaforme di superficie, in aggiunta a quelli per le unità future, le novità provengono dal “Programma Navale” riguardante le progettualità legate alla cosiddetta Legge Navale e quindi ai PPA classe “Thaon di Revel”, LSS classe “Vulcano”, LHD Trieste ed UNPAV classe “Cabrini”. Con il nuovo DPP, esso ha ricevuto in dote ben 1106,5 M€ sul bilancio del MIMIT per effetto della LdB 2025. Non sono forniti ulteriori dettagli ma analizzando i DM/DIM, questi ultimi sono riguardanti il programma in generale (SMD 01/2014) legato ai PPA classe “Thaon di Reven” nonché SMD 03/2021 ed SMD 02/2024 riguardanti rispettivamente le unità LSS classe “Vulcano” ed LHD Trieste, in particolare le modifiche da apportare a quest’ultima per l’imbarco e l’operatività dei velivoli da combattimento di 5a generazione STOVL F-35B.
A tal riguardo, il nuovo DPP indica quest’ultimo fra i programmi che hanno ricevuto ulteriori fondi pari a circa 120 M€, andando a coprire la seconda fase del programma, recentemente approvata dal Parlamento.
A questo punto è importante evidenziare che lo scorso mese di novembre, il Parlamento ha approvato il programma dalla dicitura “Prosecuzione del Programma Navale per la tutela della capacità marittima della Difesa”, che prevede lo stanziamento pluriennale per un totale di ben 1.306,5 M€ sempre sul bilancio del MIMIT per effetto della LdB 2025, dal contenuto molto ampio che comprende l’ammodernamento per i nuovi requisiti delle configurazioni di una serie di unità navali (PPA, navi d’assalto anfibio e navi di supporto logistico), l’eliminazione delle obsolescenze oltre che l’adeguamento del loro supporto logistico (secondo il modello adottato per il programma FREMM).
Ulteriori informazioni e chiarimenti sono venuti dall’esamina ed approvazione in Parlamento, nel corso della quale è emerso che si tratta del medesimo programma indicato dal DPP e sopra specificato, anche se i fondi a disposizione sono maggiorati.

Per quanto riguarda il contenuto, è emerso che questo programma completa e potenzia il Programma Navale adeguando le configurazioni delle unità, con la specifica indicazione dell’inclusione dell’aggiornamento dei PPA alla versione Full, superando le obsolescenze e capitalizzando gli sviluppi tecnologici come il missile antinave a lunga portata con capacità di Land Strike MBDA Teseo MK2/E, introducendo un supporto logistico secondo lo stesso modello Through Life Sustainment Management (TLSM) delle FREMM, per garantire sostegno adeguato a fronte dei nuovi scenari e alle minacce emergenti. L’aggiornamento dei PPA alla versione Full rappresenta un importante sviluppo del programma, che consente di disporre della piena capacità del sistema di combattimento di queste navi come dimostrato nel corso delle attività e campagne di valutazione operativa finora portate a termine.
Con il nuovo DPP, la Difesa e la MM lanciano anche il programma per il mantenimento in efficienza di Nave Elettra e del suo sistema di raccolta dati di varia natura con un finanziamento di 44 M€ nel periodo 2025-2028 mentre viene dato impulso con lo stanziamento di 300 M€ al programma Joint Maritime Multi Mission System (J3MS – CLARA) per lo sviluppo di due piattaforme tipo AGS (Auxiliary General Survey) equipaggiate con moderni sensori per la raccolta informativa strategica e la superiorità elettronica, idonei ad integrarsi in un’architettura C4I joint per la condivisione in tempo reale delle informazioni, in grado di operare sia in contesto autonomo che di complessa struttura interforze. Un significativo potenziamento delle capacità di raccolta dati sul mare e dal mare di pari passo con le altre Forze Armate.
Il programma di ammodernamento del Gruppo Operativo Incursori (GOI) che mira a preservare le capacità operative delle forze speciali della Marina, e che include anche lo sviluppo delle nuove linee di mezzi subacquei, definiti quali trasportatori speciali subacquei (TT.SS.), vede una significativa iniezione di fondi, grazie al finanziamento con ulteriori 140 M€.

Proseguono i programmi per il potenziamento della componente FREMM con ulteriori fondi pari a 1.688 M€ sul bilancio del MIMIT per effetto sempre della LdB 2025 per le due unità FREMM EVO nonché il supporto logistico integrato per la classe esteso fino al 2040. A tal riguardo è stato presentato un nuovo programma (SMD 26/2025) denominato “Supporto tecnico logistico e Mid-Life Update delle unità navali di tipo fregate FREMM”, che prevede da una parte l’estensione a tutte le unità della classe Bergamini e quindi il rifinanziamento del TSLM e dall’altra lo sviluppo del programma MLU volto all’ammodernamento tecnologico delle unità in servizio.
Un altro programma chiave secondo il CSM della Difesa è rappresentato da quello per lo sviluppo, la costruzione e la messa in servizio dei “Cacciamine di Nuova Generazione” con capacità sia contromisure mine che seabed warfare.
Il programma che prevede la realizzazione di due tipologie di unità, la prima costiera (CNG-C) da 63 metri di lunghezza e 1.300 tonnellate di dislocamento e la seconda oceanica da 81 metri e 2.100 tonnellate, ha ricevuto ulteriori fondi per 1.025 M€. Il contratto per le nuove unità cosiddette costiere siglato nel luglio 2024 copre cinque navi più l’opzione per una sesta a cui s’aggiunge la suite di sistemi e veicoli per le missioni menzionate ed il supporto logistico integrato. Sebbene non ancora stato ufficializzazione il numero complessivo di unità costiere, secondo quanto risulta ad AD, quest’ultimo sarebbe di 8 unità a cui s’aggiungerebbero quattro unità oceaniche.

Nell’ambito delle unità di prima linea, al programma per l’ammodernamento di mezza vita delle due unità classe “Doria” (MLU classe Orizzonte) con fondi sul Bilancio Ordinario e MIMIT, s’aggiunge quello per la progettazione, costruzione e messa in servizio dei nuovi caccia lanciamissili DDX di prossima assegnazione.
Si tratta delle prime due unità destinate a rimpiazzare Nave Mimbelli e Durand de la Penne a cui s’aggiungeranno in futuro ulteriori due unità per il rimpiazzo dei due DDG classe Doria. Secondo quanto dichiarato in occasione di Sea Future 2025, tale programma verrà gestito dall’agenzia OCCAR e verrà assegnato alla joint-venture Orizzonte Sistemi Navali (OSN) fra Fincantieri e Leonardo.
Procede l’attività legata al programma per la realizzazione, immissione e supporto in servizio di otto nuovi OPV (PPX) che ha ricevuto ulteriori fondi per 273 M€ di cui l’unità capoclasse verrà consegnata nel 2027. Destinato a rimpiazzare le attuali 6 unità classi Costellazioni, la relativa nota presentata in Parlamento parla di 8 unità e specifica che all’interno del perimetro di questo programma s’inserisce anche quello per le EPC (European Patrol Corvette) oggi meglio note come Multi-Modular Patrol Corvette (MMPC), che deve ancora essere presentato in Parlamento e che viene riportato dal DPP soltanto nella lista dei programmi che sono gestiti dalla Difesa come progetti nazionali o internazionali, da agenzie internazionale o attraverso canali FMS con gli USA.
Il programma LXD (Landing Ship) per le tre nuove unità anfibie destinate a rimpiazzare le altrettante LPD classe “San Giorgio” e “San Giusto” vede spostarsi i primi significativi finanziamenti al 2027 mantenendo inalterata il complessivo pari a circa 1.208 M€. Proseguono i programmi per il finanziamento dell’unità SDO-SuRS e della relativa suite di sistemi per le operazioni underwater, seabed warfare e soccorso sottomarini, con varo nell’ottobre 2025 e consegna prevista nel 2027, nonché per le unità idro-oceanografiche NIOM e NIOC.
La prima che è destinata a ricevere il nome Quirinale ed avrà capacità d’impiego oltre il Mar Mediterraneo, con particolare riferimento alle attività nell’Artico, è stata impostata nel 2024 e si prevede la sua consegna nel tardo 2027, mentre per le due unità NIOC sono in corso studi preparatori alla loro progettazione.
Procedono i programmi per le unità ausiliarie dedicate al supporto logistico costiero, al servizio fari e del segnalamento marittimo (MTC/MTF), la cui unità capoclasse è stata impostata dai cantieri T.Mariotti lo scorso fine ottobre, cosi come le navi della logistica portuale, mentre quello per l’unità per le bonifiche subacquee (UBOS) destinato al Gruppo Navale Speciale del COMSUBIN prevede fondi a partire dal 2028.
Per quanto riguarda invece i Connettori di Manovra (CNPM) o raiding craft per il programma congiunto Esercito-Marina destinato a potenziare le capacità della Forza da Sbarco nel quadro della Capacità Nazionale di Proiezione dal Mare (CNPM), occorre evidenziare che quest’ultimo ha visto l’assegnazione di contratti rispettivamente alla società MED per 16 battelli destinati all’EI ed alla società SteMar Composite Technology per altrettanti mezzi navali destinati alla MM.
Completano la panoramica i programmi di potenziamento del Gruppo Operativo Subacqueo (GOS) e di ammodernamento e sviluppo capacitivo della Brigata San Marco che riceve un’integrazione di 20 M€.
- Mezzi Aerei
Con il nuovo DPP, la Difesa procede al potenziamento dei fondi legati ai programmi dei velivoli da combattimento di nuova generazione e nell’ambito di quelli da trasporto e supporto pianifica il lancio del programma congiunto AM/MM per i nuovi velivoli multi-missione marittimi o M3A (Maritime Multi-Mission Aircraft).
Mentre procede con quelli elicotteristici già in atto e spinge il segmento terrestre dell’addestramento interforze per l’ala rotante, grande slancio viene dato ai programmi per velivoli senza pilota per tutte le Forze Armate. Nell’ambito dei programmi destinati a questi ultimi, il DPP introduce anche il “Combat Dome Esercito” che in questa analisi troverà invece trattazione fra i programmi legati al “C2, digitalizzazione ed info-struttura”.

Il programma GCAP (Global Air Programme) che prevede la concezione e lo sviluppo del nuovo Combat Air System di 6° generazione, è al centro del potenziamento delle capacità future dell’AM e della Difesa con ulteriori fondi per 1.180 M€, a fronte di un complessivo di 9,6 miliardi di euro entro il 2035.
Nel frattempo il nuovo DPP fornisce i fondi per assicurare il potenziamento delle componenti degli attuali velivoli da combattimento F-35 Lightning II ed Eurofighter Typhoon F-2000. Il primo vede crescere i velivoli complessivi da 90 a 115 (a fronte del requisito iniziale di 131 macchine) di cui 75 F-35A e 40 F-35B, incremento che porta a 20 le macchine STOVL rispettivamente per la MM e l’AM con un’integrazione di ben 2.356 M€ (1927 M€ per necessità AM e 429 M€ per la MM).
A quest’aggiunge, come previsto avvio il “segmento operativo land-based dell’AM per il sistema d’arma F-35”, non meglio specificato con fondi pari a 21 M€ dal 2025. Il programma F-2000 invece è incentrato sui fondi per il mantenimento e l’evoluzione delle capacità della macchina che sono stimati in circa 700 M€ all’anno.
Il DPP specifica inoltre che è stata assegnata una prima tranche di 690 M€ per l’acquisizione di 24 nuovi velivoli Typhoon destinati a sostituire quelli della Tranche 1, il cui phase-out è previsto dal 2029. Le ridotte tempistiche di produzione e consegna evidenziano la necessità di congelare al più presto la configurazione, di cui la tipologia del radar sarebbe ancora in valutazione in base ai requisiti più o meno spinti richiesti dall’AM.
Per raggiungere tali obiettivi, il programma riceve un’integrazione di ben 3.373,90 M€ sul bilancio del MIMIT (LdB 2025).
Nell’ambito dei velivoli da trasporto e supporto, come anticipato, il principale elemento di novità è rappresentato dal programma congiunto AM/MM per i nuovi velivoli multi-missione marittimi o M3A (Maritime Multi-Mission Aircraft), destinati a svolgere una gamma di missioni che vanno dall’antisom e di superficie, a quelle ISTAR ed EW, nonché mine warfare. Con questo programma che prevede l’acquisto di sei macchine ed ulteriori fondi pari a 576 M€ apportati con la LdB 2025, per un totale provvisorio di programma pari a 1.136 M€, la Difesa mira a colmare un gap capacitivo importante a fronte di uno scenario operativo molto sfidante come quello del Mediterraneo Allargato.
La LdB 2025 prevede ulteriori fondi (185 M€) per il programma PMMMS (Piattaforma Aerea Multi-Missione e Multi-Sensore) riguardante l’acquisizione di nuovi velivoli CAEW, JAMMS e per la guerra elettronica o EA (Electronic Attack) basati sulla piattaforma Gulfstream G-550.
Il finanziamento del programma gap-filler SPYDR con il mantenimento in servizio del velivolo Beechcraft Super King Air 350 ER per le missioni di sorveglianza elettronica e del teatro d’operazioni fino al 2026, dovrebbe indicare che l’attività di messa a punto e consegna dei velivoli G-550 JAMMS è prevista per tale periodo temporale. Sempre il settore delle macchine per missioni speciali (SMA, Special Missioni Aircraft) comprende il programma (E)C27J EW-JEDI + Mission System legato allo sviluppo e messa in servizio di una piccola componente di velivoli Leonardo EC-27J JEDI destinati a missioni di sorveglianza, protezione e supporto alle operazioni terrestri nel contesto della lotta contro gli ordigni esplosivi improvvisati (C-IED).
Quest’ultimo programma vede un significativo incremento dei fondi che salgono a ben 158.57 M€ contro i 17 M€ del precedente DPP, senza peraltro aggiungere ulteriori dettagli e la mancanza di ulteriori richieste economiche in Parlamento.

A questi s’aggiunge quello del trasporto sanitario d’urgenza con velivoli in fase di consegna Gulfstream G-650ER (82,5 M€) e l’avvio di quello riguardante il simulatore degli stessi velivoli (61.2 M€), nonché quello del “Piano inter-dicasteriale P180”, per l’aggiornamento ed il potenziamento delle capacità dell’attuale flotta di velivoli Piaggio Aerospace P-180 all’ultimo standard.
Un discorso a parte merita il programma di ammodernamento di mezza vita KC-767 e acquisizione nuovi velivoli e kit STRATEVAC che riguarda il potenziamento della flotta di velivoli rifornitori in volo/trasporto speciale a supporto della collettività. Nonostante la gara in atto per una nuova componente di macchine dedicate, il DPP 2025-2027 continua, come il precedente, a parlare di nuovi velivoli KC-767 e l’ammodernamento di quelli in servizio oltre all’acquisizione di kit per l’evacuazione di pazienti in alto biocontenimento. Una recente relazione preliminare e determinazione a contrarre di ARMAEREO evidenzia la necessità di procedere con il programma per la continuazione del Supporto Logistico Integrato della linea di KC-767A in servizio, da assegnarsi alla società Boeing per l’importo di circa 390 M€ per un periodo minimo di 5 anni e massimo di 7 con esercizio di opzioni contrattuali. Lo scorso 5 dicembre, la Direzione Nazionale Armamenti e Leonardo hanno firmato un contratto pluriennale per il supporto logistico della flotta C-27J Spartan e relativo simulatore di volo.
Per quanto riguarda i programmi legati alle macchine ad ala rotante, continua quello di completamento dell’acquisizione della componente HH-139 dell’AM unitamente a quello di completamento del finanziamento per l’acquisizione dei 16 CH-47F dell’EI già in servizio, di ammodernamento e/o mantenimento in condizioni operative (MLU/MCO) delle componenti EH-101 della MM (integrazione di 40 M€ sul Bilancio Ordinario) ed NH-90 interforze EI/MM (501,7 M€ sul bilancio del MIMIT) nonché degli HH-101 CSAR per l’AM (261,9 M€ sul bilancio del MIMIT), tutti sviluppati (eccetto CH-47F) e prodotti da Leonardo. In parallelo procedono i programmi per l’acquisizione di macchine LUH (Light Utility Helicopter) AW-169 per L’EI (50 unità) e l’Arma dei Carabinieri (18 unità) nonché del Nuovo Elicottero da Esplorazione e Scorta (NESS) AH-249 Fenice sempre di Leonardo per l’EI (1.350 M€ sul bilancio MIMIT).
Lo scorso mese di ottobre è arrivato in Parlamento la richiesta d’integrazione del programma che ha ricevuto l’approvazione in Novembre, per il completamento dello sviluppo della configurazione Full Operational Capability (FOC) dell’elicottero, la qualifica, certificazione ed industrializzazione dell’aeromobile, nonché l’acquisizione di 29 elicotteri in configurazione FOC e l’aggiornamento dei 19 già contrattualizzati nelle fasi precedenti oltre al supporto logistico decennale e la sistemistica per la missione e l’addestramento.
Nell’ambito delle forze speciali e specialistiche, procede il programma per lo sviluppo del sistema MC-27J Pretorian per operazioni speciali e quello per incrementare l’output capacitivo della Forze Speciali dell’AM, unitamente a quello per adeguamento dotazioni CBRN per velivoli Tornado.
Con il nuovo DPP, il segmento dei sistemi senza pilota ha registrato un significativo intervento che prevede programmi di nuovo avvio per sistemi di nuova generazione accanto a programmi di sviluppo o acquisizione già in essere.
Il programma denominato “Aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR) – AM” destinato a dotare l’Aeronautica Militare di sistemi APR moderni, con capacità cinetica, in grado di svolgere nuove missioni ed essere impiegati nel brevissimo termine come capability enhancer per implementare e testare una nuova architettura di Comando e Controllo, è stato oggetto di un errata corrige da parte del Ministero della Difesa con pubblicazione di specifico addendum.
Quest’ultimo evidenzia uno schema di finanziamento a partire dal 2025 per un totale di 70 M€ mantenendo un’allocazione fondi sul Bilancio Ordinario similare al precedente DPP, senza indicazione d’integrazione di ulteriori fondi e dettagli e facendo riferimento al programma SMD 22/2023 per il rimpiazzo dei Predator MQ-1 con l’acquisizione del sistema Astore di Leonardo.
I fondi inizialmente riportati dal DPP 2025-2027 in ordine a tale programma erano significativamente maggiori: ben 2430,74 M€. Lo stesso DPP parlando della LdB 2025 e l’apporto della medesima al potenziamento dei finanziamenti per i velivoli senza pilota, asserisce che grazie a quest’ultima i fondi complessivamente destinati ai programmi per queste macchine sono pari a 3.200 M€.

Ne consegue una discrepanza fra le parti del DPP dopo l’adozione dell’errata corrige, che lascerebbe intendere un repentino cambiamento e/o indisponibilità nell’allocazione dei fondi o un ripensamento sulla volontà di comunicare al riguardo. La recente International Fighter Conference 2025 organizzata da Defence IQ a Roma (4-6 Novembre) ha evidenziato l’estremo interesse ed attività legata ai programmi per l’adjunct/gregario non pilotato, che necessitano di ingenti fondi per il loro sviluppo. Il programma GCAP non prevede anche il loro sviluppo che rimane nazionale, richiedendo alla Difesa italiana decisioni al riguardo.
Procede il programma EUROMALE che potrebbe necessitare di nuovi investimenti se la Francia confermasse ufficialmente di voler uscire dal programma così come quello per il programma MQ-9A/Reintegro Capacitivo + Payload che prevede il Mid-Life Modernization (MLM) e il mantenimento delle dotazioni /capacità operative di APR, con l’acquisizione di ulteriori 6 Predator MQ-9A Block 5 e 3 stazioni di terra (GCS, Ground Control Station) Block 30 per un totale flotta di 10 velivoli Predator MQ-9A Block 5 ed 8 GCS, nonché l’integrazione della componentistica armamento sui nuovi sistemi (e retrofit sui sistemi MQ-9A Block 5 già acquisiti), nonché altri miglioramenti e potenziamenti delle capacità, il quale a sua volta ha ricevuto un’integrazione di 293 M€. Infine il previsto avvio del programma per Mini Micro APR che prevede fondi iniziali pari a 2 M€ nel 2026.
L’EI registra gli importanti programmi per l’acquisizione di sistemi APR Micro, Mini e Leggeri per migliorare le capacità di sorveglianza con macchine ad ala fissa/rotante, a corto/medio/lungo raggio ed autonomia, con un’integrazione di 115 M€, ed uno di previsto avvio comprendente APR e veicoli autonomi terrestri o UGV (Unmanned Ground Vehicle)e denominato “Componente Unmanned Esercito” per estendere il loro utilizzo fino ai minimi livelli ordinativi e di incrementare le capacità delle Brigate Pluriarma, con un allocazioni di fondi pari a 270 M€. A tal riguardo, l’EI ha già provveduto all’acquisizione degli UAS Rapier-X dell’italiana SkyEye Systems e JUMP-20 dell’americana AeroVironment, nonché STRIX/STRIX-DF dell’italiana Alpi Aviation fra le diverse soluzioni.
Procede infine l’approvvigionamento di APR imbarcati per la MM che secondo quanto è possibile comprendere consentirà di completare il parco dei velivoli senza pilota Boeing Insitu ScanEagle e relativi sistemi di lancio, C2 e supporto, nonchè altri sistemi tattici ad ala rotante/ibridi in futuro.

Anche nel settore dei velivoli e sistemi per il segmento addestrativo di terra (GBTS, Ground-Base Training System) c’è fermento con il mantenimento in servizio dell’MB339 con fondi fino al 2030, il programma per l’acquisizione di 20 T-346 di cui 15 dedicati alla PAN e 5 per la International Fighter Training School (IFTS) ed il mantenimento della futura flotta ampliata a 38 macchine fino al 2038, con un’integrazione di 775,6 M€ sul bilancio MIMIT (LdB 2025). A questi s’aggiunge il programma per l’addestratore basico M-345 ed il suo mantenimento in servizio nonché GBTS il cui finanziamento dovrebbe terminare nel 2040.
Continua l’attività per il rinnovamento sia del parco velivoli a vela attraverso l’acquisizione di 8 macchine e sistemi di supporto (con fondi a partire dal 2025) che di quello del segmento addestramento basico con velivoli a motore che viene denominato AMV (ammodernamento di mezza vita) ma prevede nuove macchine, con fondi a partire dal 2028 (5 M€). Completa la panoramica il finanziamento con diversi programmi della Nuova Scuola Elicotteri di Viterbo, con uno dedicato al GBTS e relative strutture dedicato alla piattaforma AW169 di Leonardo con integrazione di 271 M€ ed il Rotary Wing Mission Training Centre (RWTC) o centro di simulazione per l’addestramento degli equipaggi dell’EI ed AM a Viterbo ed MM a Luni-Sarzana, unitamente ad un programma per le opere ed info-strutture della nuova scuola, polo di formazione a leadership della AM.
Armamento e Munizionamento
La necessità di potenziare le proprie capacità di deterrenza e di strike a lunga portata sia a livello di teatro operativo che tattico vede il DPP 2025-2027 per la prima volta elevare il settore dell’armamento e munizionamento a capitolo a parte per sottolineare l’urgenza di destinare a tale capacità la dovuta attenzione ed il necessario finanziamento a fronte di un contesto strategico e tattico completamente cambiato rispetto al passato come il conflitto in Ucraina e le tensioni mondiali sempre più forti ed articolate hanno mostrato.

E’ evidente che anni di ridotta attenzione e finanziamenti richiedano uno stravolgimento delle politiche governative ed industriali di approvvigionamento dei sistemi d’arma per velocizzarne lo sviluppo e produzione, con la necessità di implementazione di fondi e piani atti a sostenere una rivoluzione in tale settore, con evidenti risvolti sui relativi costi e la necessità di significativi investimenti a livello governativo, NATO ed Europeo.
E’ importante sottolineare come il potenziamento di tale capacità rappresenti un importante fattore di deterrenza e quindi essenziale per la sicurezza del Paese, slegato dagli avvenimenti legati al conflitto ucraino.
Sistemi di Deep Strike ed Antinave
A fronte delle strategie e requisiti posti in atto dalla Difesa in questo settore, con il DPP 2025-2027 vengono lanciati o sostenuti importanti programmi destinati a rivoluzionare le capacità operativa delle Forze Armate.
Con il programma “Sistemi di Deep Strike ed Antinave” di previo avvio, sebbene non ci siamo indicazioni specifiche, il DPP si riferisce alla prossima partecipazione dell’Italia al programma Future Cruise / Anti-Ship Weapon (FC/ASW) lanciato come prima fase nel 2017 da Francia e UK e portato avanti con leadership MBDA. Dopo il completamento con successo della Assessment Phase in ordine alla valutazione e riduzione dei rischi, la partecipazione riguarda la Demonstration and Manufacture Phase che è previsto venga avviata al più presto. Le tempistiche di lancio della nuova fase del programma sono legate agli accordi di suddivisione del lavoro ed aree di riferimento fra le amministrazioni della Difesa ed industrie dei tre Paesi partecipanti.

Il programma FC/ASW (Stratus) è destinato al rimpiazzo dei sistemi d’arma aria-superficie Storm Shadow/Scalp EG e dell’armamento deep strike ed antinave in servizio con le Aeronautiche e Marine dei tre Paesi. Come evidenziato dal DPP, i sistemi missilistici di nuova generazione Stratus LO (Low Observable) e Stratus RS (Rapid Strike) (che vanno rispettivamente a rimpiazzare le precedenti designazioni TP15 e RJ10) in fase di sviluppo sono destinati ad equipaggiare piattaforme aeree, navali e subacquee della Difesa.
In particolare vanno a rimpiazzare il sistema Storm Shadow dell’AMI ed ad introdurre una capacità deep strike in seno alla MM, unitamente a quella di futura generazione antinave. Quest’ultima dovrebbe affiancarsi alla nuova capacità offerta dal sistema missilistico Teseo Mk2/E. Il programma ha ricevuto un primo finanziamento pluriennale con inizio nel 2026 pari a 260 M€.
Mentre procede l’attività di ammodernamento di mezza vita (AMV) Storm Shadow dell’AM realizzato da MBDA, quest’ultima ha annunciato nel corso di Sea Future 2025 di aver ottenuto il contratto per l’avvio delle attività legate alla futura produzione del sistema missilistico antinave Teseo Mk2/E, una volta completato il suo sviluppo e qualificazione senza soluzione di continuità, che rappresenta per importanza il secondo programma di cui parla il DPP, con una integrazione di fondi pari a 293 M€ sul bilancio del MIMIT per effetto della LdB 2025.

Sempre nel settore navale, il DPP parla espressamente del missile antinave MBDA Italia Marte ER nella configurazione/versione per il cliente nazionale rappresentato dalla MM, la quale avrebbe, secondo quanto risulta ad AD, già assegnato il relativo contratto di sviluppo, anche se ufficialmente nessuna informazione è stata divulgata. Si tratta di un importante step verso un ulteriore sviluppo del sistema missilistico in base ai requisiti nazionali, destinato ad essere impiegato dagli elicotteri NH90 ed AW101 in sostituzione del Marte Mk2/S, ma che offre anche una base d’impulso per l’export, in quanto vengono introdotti miglioramenti come un data link, nuovo sistema di guida terminale e testata in guerra.
Sistemi per la Difesa Area e Missilistica Integrata (IAMD)
A fronte delle sempre più diffuse minacce missilistiche di diversa tipologia che oramai comprendono anche i sistemi ipersonici in aggiunta a quelli balistici tattici ed a medio raggio, la Difesa ha stanziato i primi fondi, seppure contenuti, per il lancio del programma per i sensori di difesa contro i missili balistici meglio definito con la terminologia inglese Ballistic Missile Defence System – Sensori BMD+.
Quest’ultimo ha l’obiettivo di sviluppare una capacità di sorveglianza, scoperta e tracciamento incentrata su quattro sensori dedicati BMD. Sebbene non siano fornite ulteriori informazioni, Leonardo ha recentemente annunciato di aver sviluppato una capacità IAMD (Integrated Air & Missione Defence) la cui catena di sensori a lunga portata di nuova generazione è basata sugli sviluppi della Legge Navale ed in particolare sensori in banda L e di nuova progettazione in banda S.
In particolare, Leonardo ha presentato un sensore statico a lunga portata denominato GBR (Ground Based Radar) e con faccia inclinata di dimensioni pari ad un edificio. Opportunamente posizionata, la rete dei nuovi sensori dovrebbe fornire una copertura dei settori di provenienza della minaccia portata contro l’Italia, integrandosi con le medesime reti di sensori degli altri Paesi Europei e dell’Alleanza.
Tale programma (SMD 2/2022), che secondo quanto riportato in Parlamento necessita di finanziamenti 408 M€ stanziati, dovrà essere affiancato sia dall’aggiornamento dei radar a lunga portata dell’AM che da sensori mobili in banda L di nuovo sviluppo per assicurare una copertura nei confronti di obiettivi di alto valore come infrastrutture critiche o aree ad alta densità di popolazione, ed in banda S sulle nuove unità navali della Marina Militare.
Ai sensori radar terrestri, secondo i più recenti sviluppi e relative capacità che Leonardo sarà in grado di offrire in un futuro considerato prossimo secondo i piani industriali già in atto, s’aggiungono anche quelli da impiego su satellite, in particolare operanti nello spettro infrarosso.
Il DPP ancora non parla di quest’ultima capacità come programma di prossimo lancio, ma a livello Europeo si sta già affrontando la tematica con la sensoristica destinata ad accompagnare il dispiegamento dei sistemi d’arma destinati ad essere sviluppati con i programmi HYDIS ed HYDIS 2 gestiti da OCCAR.
L’Italia è parte attiva nel secondo programma a guida MBDA con le società italiane Avio, Avio Aero, CIRA, MBDA Italia.
Se attraverso questi due programmi si sta sviluppando il sistema d’arma per la futura difesa dei Paesi Europei, la difesa integrata di ultima generazione per l’Italia, Francia ed in futuro Danimarca, vede in prima fila il sistema SAMP/T NG incentrato sul sistema missilistico Aster Block 1NT. Il programma internazionale FSAF/PAAMS riportato dal DPP, che vede una necessaria integrazione di ben 1.620 milioni di euro di cui 320 milioni sul Bilancio Ordinario (fabbisogno LdB 2025) e 1.300 M€ sul bilancio del MIMIT sempre per effetto della LdB 2025, riguarda lo sviluppo, produzione e mantenimento in favore dei tre Paesi partecipanti (Francia, UK ed Italia) dei sistemi di difesa aerea basati non soltanto sul SAMPT/NG ma anche SAAM e PAAMS navali unitamente allo sviluppo del munizionamento ed il supporto in servizio di tutti questi sistemi.
Per l’Italia vuol dire 6 sistemi SAMP/T NG (contro gli attuali 5 SAMP/T inizialmente acquistati) per l’EI e ben 5 sistemi completamente nuovi per l’AM per non parlare dei sistemi SAMM ESD di diverso tipo e generazione e PAAMS per la Marina Militare, che presto vedranno ulteriori evoluzioni con il programma DDX per i nuovi caccia lanciamissili. La tabella riassuntiva degli ulteriori fondi resisi disponibili con la LdB 2025 evidenzia come 305 M€ siano destinati alla “realizzazione (della) linea di assemblaggio munizione ed integrazione seeker”, legata al programma FSAF/PAAMS, trattandosi quindi della seconda linea di assemblaggio per i missili Aster e relativi seeker in Italia.
Unitamente ad una capacità di difesa aerea integrata a maggiore portata, la Difesa e l’industria nazionale hanno sviluppato quella a media portata con il sistema missilistico CAMM ER, il cui programma registra con il nuovo DPP un’integrazione di fondi pari a 191 M€ a vantaggio sia del sistema GRIFO per l’EI che MAADS per l’AM in sostituzione dell’Aspide, e non è detto in un futuro non lontano per la MM.
A questi s’aggiunge il programma per il rinnovamento della capacità VSHORAD (Very Short Range Air Defence) per il sistema missilistico leggero per la difesa a cortissima portata Fulgur per impiego non soltanto terrestre ma anche aereo e navale, il cui contratto di sviluppo è stato assegnato dalla Difesa ad MBDA Italia nel giugno 2025.
Sistemi terrestri
Come anticipato, la Difesa ha lanciato una serie di programmi atti a potenziare le capacità di deep strike e di sostegno alla “manovra non a contatto” dell’EI a fronte di un’attuale capacità limitata.
Con il programma “Sistemi d’arma e relativi missili guidati con capacità loitering”, la Difesa sta pianificando l’incremento delle capacità di ingaggio di precisione e in profondità dell’artiglieria terrestre mediante l’acquisizione, secondo quanto riportato dal DPP, di un sistema missilistico a lunga gittata con capacità stand-off intrinseche, orientato ad assicurare il supporto di fuoco a sostegno della manovra “non a contatto” e in profondità. In particolare, si prevede l’approvvigionamento di un numero di sistemi funzionali ad equipaggiare 4 batterie di artiglieria comprensive di munizionamento, dotato anche di capacità circuitante (Loitering).
Con il programma SMD 14/2024 approvato dal Parlamento si è parlato di un sistema missilistico di artiglieria (No Line of Sight) medium-long range del tipo Spike-H e relativo supporto logistico ed addestramento del personale dell’Aeronautica, con richiesta fondi complessivi pari a 342 M€ dal 2025 al 2033. Secondo il nuovo DPP, vengono invece stanziati fondi a partire dal 2028-2030 (6 M€), indicazione che le attività preparatorie si stanno protraendo alla luce dei potenziali accordi governativi ed industriali in Europa a seguito dell’iniziativa ELSA (European Long-Range Strike Approach) e della sospensione delle attività di procurement legate alla sicurezza e difesa con le istituzioni israeliane per la crisi mediorientale scaturito dall’attacco di Hamas nell’ottobre 2023.
Procede invece senza intoppi il programma per l’approvvigionamento dei sistemi HIMARS (21 sistemi di lancio) nonché supporto logistico e munizionamento di varia tipologia, adeguamento infrastrutturali ed omologazione militare, che registra ulteriori fondi per 260 M€ nonché l’ammodernamento dei sistemi lanciarazzi MLRS allo standard M270A2 e lo sviluppo ed acquisizione dei razzi Extended Range GMLRS (ERG) in versione con testata unitaria e AW, che ha ricevuto altri 55 M€ con il nuovo DPP. Questi due programmi sono destinati ad assicurare la prima moderna ed interoperabile capacità d’attacco in profondità per l’EI, in attesa che il precedente programma citato diventi una realtà.
Sempre nel settore dell’artiglieria, la grande novità – anche se il programma era stato annunciato con il precedente DPP – è data dall’acquisizione di obici semoventi ruotati 8×8 e relativo pacchetto di mezzi di supporto e munizionamento, destinati ad assicurare spiccate capacità di rischieramento e sopravvivenza del sistema di supporto di fuoco in profondità con relativo personale. Il programma recentemente approvato dal Parlamento ha ricevuto una consistente integrazione di fondi pari a 435 M€.
A tal riguardo occorre notare che a fronte di sistemi esteri già presenti sul mercato, nel cui ambito Leonardo e KNDS hanno siglato una lettera di intenti per lo sviluppo congiunto di un sistema d’artiglieria semovente lo scorso 16 dicembre, l’industria nazionale sempre capitanata da Leonardo ha sviluppato anche per il mercato internazionale, una propria soluzione denominata HITFIRE, che comprende una torre con cannone da 155/52 con sistema di ricaricamento completamente automatico, destinata ad essere impiegata su scafo 8×8 VBM NG, ma utilizzabile anche da piattaforma cingolata e carrata.
Nel frattempo, procede l’attività di ammodernamento di mezza vita dell’obice semovente PzH 2000 che comprende l’integrazione completa del munizionamento di precisione a lunga portata Vulcano e prevede ulteriori finanziamenti pari a 42 M€. A questi s’aggiunge la prosecuzione del programma per l’ammodernamento dell’obice da 155 mm FH-70 destinato a concludersi nel 2027.
Il nuovo DPP lancia anche il programma destinato al rinnovamento del supporto di fuoco indiretto per le Brigate Leggere con capacità specialistiche che accanto al completamento della dotazione di mortai da 120 mm con relativo munizionamento, prevede quale importante sviluppo sia l’acquisizione di loitering munition o munizionamento circuitante di vario tipo che l’avvio di uno studio per lo sviluppo ed acquisizione di un obice leggero da 105 mm, avio/elitrasportabile e aviolanciabile, dotato di elevatissima mobilità tattica. Quest’ultimo, che riceve fondi per ulteriori 65 M€, è destinato a fornire una capacità di supporto di fuoco a reparti di rapido dispiegamento come la Brigata paracadutistica Folgore ed il Corpo degli Alpini nonché potenzialmente ai reparti collegati alla Capacità Nazionale di Proiezione dal Mare.
Non potevano mancare i programmi per il completamento della capacità controcarri della fanteria avviato nel 2004, che vedono l’approvvigionamento della famiglia di missili Rafael Spike, prevedendo l’acquisizione del sistema Long Range 2, e del sistema d’arma controcarro a corta gittata, quest’ultimo rappresentato, secondo la documentazione di TERRARM e Parlamentare dal sistema Saab Carl Gustav M4 in sostituzione dei sistemi Panzerfaust 3 e Folgore e destinato all’approvvigionamento in favore dell’EI, MM e Carabinieri, programma che registra fondi per 45 M€ e lancio delle attività nel 2025.
Difesa delle forze schierate contro minacce convenzionali ed ibride
Una particolare attenzione è finalmente mostrata per la protezione delle Forze Nazionali schierate in teatri operativi, ed in particolare per il contrasto della minaccia “indirect fire” rappresentata principalmente da proiettili di mortaio e razzi con sistemi C-RAM per l’EI, con iniezione di ulteriori fondi pari a 80 M€. Tale programma ha già visto l’acquisizione da parte di TERRARM di quattro sistemi Skynex con un sistema C2 con radar dedicato e di cannoni da 35 mm in fornitura da parte di Rheinmetall Italia.
Per il contrasto della minaccia rappresentata dai mini-micro droni (C-UAS), il DPP prevede un apposito programma interforze per le Forze di terra lanciato con il precedente documento programmatico mentre quello per l’acquisizione di sistemi per unità navali, che ha ricevuto fondi per 100 M€, rappresenta una novità.
Il primo sistema fornito da ELT Group è già installato sulla prima fregata FREMM ed è destinato ad equipaggiare ulteriori unità navali. Il programma pluriennale legato a tale capacità (05/2024) che riguarda lo sviluppo e l’acquisizione di sistemi anti-droni in questo caso completamente integrati sulle unità navali della Marina Militare, ha visto una prosecuzione (con il programma 25/2025).
In aggiunta a sistemi di scoperta e tracciamento, tali programmi prevedono anche sistemi di disturbo ed effettori di nuova generazione. Fra questi, la Difesa specifica armi ad energia diretta, effettori soft-kill software based nonché cannoni con munizionamento dotato di spoletta programmabile.
Armamento aerotattico
In questo settore, il nuovo DPP evidenzia i programmi per l’armamento di lancio e di caduta e l’adeguamento della dotazione dei pod per la designazione bersagli Litening e ricognizione Reccelite dell’AM, di cui il primo prevede un forte coinvolgimento dell’industria nazionale, con un offset qualitativo e quantitativo di grande rilievo e che ha ricevuto nuovi finanziamenti per ben 635 M€. I principali sistemi coinvolti sono l’AARGM ER, Meteor Block 2, AMRAAM, IRIS-T 2, oltre a bombe guidate SDB II e Paveway 4. Il secondo programma riguarda l’acquisizione di nuovi pod in tranche auto-consistenti con relativo supporto. A questi s’aggiunge quello per la protezione dei velivoli della Difesa e della flotta di Stato con nuovi sistemi fra cui DIRCM e l’aggiornamento delle suite già in linea.
Per quanto riguarda la MM, il DPP prevede ulteriori fondi pari a 20 M€ per armamento e sistemi d’autoprotezione per i velivoli F-35B in vista del raggiungimento della Full Operational Capacity.
Armi subacquee
Un interessante novità in questo settore è rappresentata dal programma per lo sviluppo e l’acquisizione di un siluro leggero di nuova generazione ed innovativo per l’impiego contro le nuove minacce emergenti nel mondo della subacquea rappresentate principalmente da mezzi unmanned e sistemi d’arma di nuovo sviluppo e destinato ad armare mezzi navali, aeromobili, inclusi quelli unmanned. Il programma di previsto avvio ha ricevuto un iniziale finanziamento pari a 60 M€.
Nel frattempo, la Difesa continua a sostenere in servizio i siluri leggeri MU-90 grazie ad interventi atti ad eliminare le obsolescenze ma anche a mantenere la superiorità grazie ad un nuovo motore fornito da WASS responsabile della sezione propulsiva ed all’acquisizione di nuovi sistemi d’arma attraverso il programma gestito da OCCAR che vede un rifinanziamento con 55 M€.
Procede inoltre il programma di rimpiazzo del siluro pesante A-184 mod 3 con il più recente Black Shark Advanced (BSA) customizzato nell’ambito del programma nazionale Nuovo Siluro Pesante che registra nuovi fondi per 101 M€ al fine si presume dell’imbarco non soltanto a bordo dei nuovi U212 NFS ma anche dei battelli classe Todaro prima serie.
Munizionamento Vulcano e convenzionale
Questo settore ha registrato un significativo incremento dei fondi, con 30 milioni aggiuntivi per il programma di acquisizione del munizionamento Vulcano nelle diverse versioni per l’EI e la MM, a cui s’aggiungono ben 486 e 341 M€ per quello convenzionale destinato rispettivamente alla componente navale e terrestre.
- C2, digitalizzazione ed info-struttura
La sempre maggiore importanza che viene data alla digitalizzazione del campo di battaglia ed al comando e controllo (C2) multidominio nonché al potenziamento delle reti compresi i data link, ed alla protezione delle medesime e dei relativi dati, porta ad un’analisi innanzitutto di quelli interforze e successivamente per Forza Armata dei relativi programmi riportati dal nuovo DPP, in via non esaustiva per la complessità dei sistemi trattati.
Per quanto riguarda quelli interforze, vengono citati quello legato alla C2 multidominio a livello NATO, in particolare quella legata all’IAMD che ha avuto un’integrazione di 10 M€, al potenziamento C2 del NATO Headquarters Rapid Deployable Corps ITA – NRDC Italia, al rinnovamento ed ammodernamento della Rete Integrata della Difesa (RID), inclusa la realizzazione di un’info-struttura LTE/5G proprietaria (con integrazione di fondi per 10 M€) ed all’ammodernamento ed al rinnovamento delle infostrutture della Difesa (integrazione per 154 M€). A questi s’aggiungono quelli d’ammodernamento della capacità di data collection e di relativa archiviazione valorizzazione e disseminazione delle informazioni operative a supporto delle Forze impegnate nei teatri operativi (integrazione di 140 M€) e quello articolato su più interventi per la realizzazione di un ambiente informativo joint-secure e interoperable-by-design e strutturato in cloud (Defence Cloud) a benefici dell’area interforze, decision making e C2, con evoluzione dell’infrastruttura di rete e di accesso radio-mobile verso un’architettura 5G definitiva per l’area interforze e le Forze Armate (integrazione di 140 M€).
Nell’ambito dei mezzi per sostenere l’area interforze vengono riportati i programmi per l’aggiornamento ai più recenti standard NATO in termini di software e hardware degli apparati Multi-Datalink Processor (M-DLP) (forniti da Leonardo) che consentono l’interazione fra i diversi link (11, 16, 22 JREAP-C, VMF) integrando i linguaggi diversi in un unico linguaggio comune per la compilazione della Joint Operational Picture (JOP), sfruttando i dati tattici di tutte le unità cooperanti nello scenario operativo.
A questi s’aggiungono quelli per il potenziamento ed acquisizione della capacità Multi Data Link nonché il completamento dell’adozione del New Generation IFF (NGIFF) in ambito NATO per l’ammodernamento delle piattaforme delle Forze Armate italiane e gli sviluppi della Software Defined Radio a livello Nazionale (SDR-N).
Sono inoltre indicati i programmi di supporto alle attività di prevenzione generale e controllo del territorio grazie ai sistemi C2 SICOTE IV e V dell’Arma dei Carabinieri, che utilizzano la Rete Integrata della Difesa (RID) e le reti interpolizie (ministero dell’interno) (integrazione 90 M€ BO e MIMIT). Sempre in ambito interforze, viene riportato il programma mirato a sviluppare la capacità di proiezione e rischieramento rapido in qualsiasi scenario delle Forze Speciali, con interventi a sostegno delle capacità C5I e della logistica C2, che vede un’integrazione di 39 M€.
Non poteva mancare la Cyberwarfare – Interforze volta al potenziamento della sicurezza e resilienza dello spazio cibernetico ma anche allo sviluppo della capacità di pianificare e condurre operazioni cibernetiche “full spectrum” (integrazione 146 M€). A quello interforze s’aggiunge quella delle reti dell’AM con un programma di previsto avvio e fondi per 13 M€, dell’EI (Cyber Package) con ulteriori fondi pari a 3 M€ e della MM (Cyber Defence in ambiente maritime) con ulteriori 10 M€ di fondi.
In un’ottica della sistemistica per assicurare invece la sorveglianza nazionale, il DPP menziona il programma dell’AM per la digitalizzazione dei radar fissi per la difesa aerea a lunga portata (FADR) nonché quello dell’MM per l’ammodernamento della rete radar costiera anche in ambito duale (integrazione di 6 M€) e quella interforze ACCS (Air Command and Control System) per la gestione dell’intero spettro delle operazioni aeree.
Il nuovo DPP evidenzia importanti programmi per l’Esercito Italiano a partire dalla Combat Dome, nota anche come Bolla Tattica Multidominio. Sebbene riportato fra i programmi aeronautici, quest’ultima trova una consona collocazione fra i sistemi di comando e controllo e reti di varia natura, in quanto mira ad irrobustire tale capacità negli attuali scenari operativi caratterizzati da una digitalizzazione sempre più spinta dei vari sistemi e sensori del campo di battaglia.
La Combat Dome consentirà all’EI di realizzare un sistema costituito da una combat net in grado di connettere piattaforme, sensori e sistemi d’arma attraverso più canali trasmissivi che operano in maniera collaborativa all’interno di un sistema di sistemi, e da un nodo CEMA (cyber and electromagnetic activities), a protezione della summenzionata combat net, che consentirà di accrescere le misure di protezione delle unità amiche, degradando le capacità avversarie. Tale programma ha ricevuto un primo finanziamento di 120 M€ con primi fondi a partire dal 2026 (20 milioni).
A questo innovativo programma s’aggiungono quello di aggiornamento e completamento della capacità C2 della Forza Armata (Comando, Controllo e Connettività Multidominio) con ulteriori 115 milioni di fondi , d’ammodernamento dell’infrastruttura nazionale (35 M€) e del Data Center (13 M€) nonché del sistema modulare gestionale (SIMOGE) a cui s’aggiunge l’accentramento e dematerializzazione documentale senza dimenticare quello finalizzato alla costituzione dell’Headquarters Multinational Division South (HQ MND-S) su base Divisione Vittorio Veneto.
Una particolare annotazione riguarda infine quello di adeguamento ed ammodernamento delle capacità EW, IMINT e HUMINT della Brigata di Manovra Multidominio (Brigata Informazioni Tattiche) con nuovi fondi per 80M€.
Per quanto riguarda l’AM, il documento evidenzia i programmi per il rinnovamento ed ammodernamento delle installazioni aeronautiche con relative infrastrutture di volo e non che registra una necessaria integrazione di 226 M€ nonché di ammodernamento delle capacità di radiocomunicazione terra/bordo/terra (TBT), delle stazioni di osservazione al suolo della Forza Armata (Meteo-SWS), del sistema di protezione e videosorveglianza delle infrastrutture che comprende sistemi di varia natura compreso soluzioni anti-drone (programma Smart Wing) e della capacità operativa di osservazione meteorologica dal suolo (CAOMS) con sensori di varia natura compresi radar, rilevazione fulminazioni ed altri.
Infine il programma orientato a garantire la standardizzazione e la piena integrazione delle procedure C3 dei reparti dei Carabinieri (C2 livello tattico) impiegati a livello tattico con altre unità delle Forze Armate e dei Paesi membri della NATO, nonché quello di ammodernamento della stazione di comunicazione Tavolara gestita dalla Marina Militare per assicurare le necessarie comunicazioni in banda VLF per il comando e controllo dei battelli nazionali ed alleati.
Sistemi per l’addestramento e la simulazione
Particolare attenzione viene finalmente destinata ai sistemi di training ed alla capacità di simulazione che rende l’addestramento il più fedele possibile alle reali operazioni.
A tal riguardo il programma per il training distribuito che è stato assegnato ad Orizzonte Sistemi navali (OSN) rappresenta un salto di qualità senza precedenti per la MM che vede lo sviluppo di una architettura di sistema addestrativo federata ed aperta, modulare, resiliente e sicura volta a connettere sistemi di simulazione con sistemi reali al fine di formare, addestrare e specializzare il personale, grazie a scenari sintetici altamente rappresentativi.
L’Operational Training Infrastructure (OTI) è il programma dell’AM volto allo sviluppo di un’architettura geo-federata, aperta, modulare, persistente, resiliente e sicura per connettere simulatori e sistemi di simulazione in uno scenario sintetico realistico LVC (Live, Virtual & Constructive. Secondo il DPP parte integrante del programma è l’ammodernamento e il potenziamento “infra/infrostrutturale” del Poligono Interforze di Salto di Quirra.
Un altro complesso per la simulazione addestrativa destinato a proiettare la Forza Armata nel futuro, è la rete che l’EI sta sviluppando mettendo insieme ben 96 siti addestrativi per l’addestramento Constructive e Virtual, oltre al potenziamento info-strutturale e la federazione interforze e multinazionale. Destinato ad includere un sistema di simulazione per le principali piattaforme da combattimento di Fanteria e Cavalleria nonché il supporto logistico dei Sistemi integrati per l’Addestramento Terrestre (SIAT) in servizio, tale programma vede la destinazione di ulteriori 15 M€ di fondi.
- Ricerca e Sviluppo
Nell’ambito dei programmi di ricerca nazionale, il DPP evidenzia una serie di programmi interforze di cui i più importanti sono quelli di ricerca tecnologica in cooperazione e quello di intelligenza artificiale (AI) & tecnologie emergenti disruptive, quest’ultima destinata all’istituzione di centri d’innovazione della Difesa che interagiscano in modo sinergico con il mondo della ricerca civile nei settori menzionati.
A questi s’aggiungono quello sullo sviluppo ed implementazione di un database geografico vettoriale ad alta risoluzione e sul Next Generation Fast Helicopter suddiviso in due fasi, di cui la prima di studio assegnata a Leonardo con Lockheed Martin/Sikorsky quale subfornitore ha portato a termine la valutazione di un mezzo sviluppato con tecnologia a doppio rotore controrotante e ad elica spingente (cosiddetta tecnologia X2), mentre la fase successiva riguarda lo sviluppo ulteriore per soddisfare le esigenze della Difesa italiana, senza dimenticare il programma Gloria destinato all’introduzione di tecnologie unmanned nella gestione del traffico aereo. Infine la partecipazione italiana ai programmi EU che s’inquadra all’interno di iniziative quali quelle PESCO, EDIDP ed EDF, che ha ricevuto ulteriori fondi per 204 M€, anche se la tabella riassuntiva dei fondi ulteriori forniti dalla LdB 2025 riporta anche una voce “programmi europei (include EDF WP 2024) del valore di 100 M€, che non viene riportato nella sezione dei diversi programmi.
- Patrimonio infrastrutturale
Alla luce della vetustà del patrimonio infrastrutturale della Difesa che vede siti storici che necessitano d’importanti lavori d’ammodernamento, con il DPP la Difesa interviene anche con lo sviluppo di nuove realtà unitamente ad interventi a strutture come aeroporti, acquartieramenti, bacini di carenaggio ed infrastrutture di varia. A livello interforze, il documento parla dell’ammodernamento e rinnovamento di infrastrutture NATO, unitamente a quelle interforze che vedono aggiungere 49 M€, e della rete di oleodotti della Difesa nonché specificamente dell’ammodernamento del PISQ ed in particolare del poligono per la sperimentazione a terra ed in volo di sistemi d’arma complessi.
L’EI vede il finanziamento ulteriore di 50 M€ per la prima fase del programma Caserme Verdi a fronte di infrastrutture di varia natura comprendente immobili che hanno più di 70 anni, mirando ad incrementare gli standard alloggiativi e di sicurezza a cui s’aggiunge quello per l’adozione di poligoni di tiro chiusi per l’addestramento con armi portatili al fine di ridurre l’impatto sull’ambiente specialmente nelle aree costiere e di pregio naturalistico.
Anche l’AM è impegnata nell’ammodernamento e potenziamento delle proprie infrastrutture aeroporti con nuovi fondi per 261 M€ nonché il completamento dell’ammodernamento dell’aeroporto di Pantelleria, per il suo carattere e posizione strategica nel centro del Mediterraneo.
Anche le infrastrutture funzionali ai compiti della MM vedono ulteriori fondi per 417,5 M€ a cui s’aggiunge quello di rinnovamento Arsenali e capacità di carenaggio nazionale con 82 M€ aggiuntivi, senza dimenticare i programmi Basi Blu ed Oasi Blu nonché quello delle infrastrutture HQ MM a Taranto destinato a Comando con capacità Marittima di Reazione Rapida, per ottenere la configurazione di NATO HQ Multi-National Maritime – South (HQ MNM-S). Ed infine ma non meno importante quello per le infrastrutture dell’Arma dei Carabinieri a cui vanno 3 M € nonché quelle di prevenzione sismica e di bonifica interforze e delle diverse Forze Armate con fondi del Bilancio Difesa.
- Sostegno e Mantenimento della Capacità Operativa
Nel settore del mantenimento della capacità operative (MCO) e manutenzione di sistemi di varia natura, veicoli, aerei ed unità navali, il nuovo DPP inserisce una serie di importanti programmi e finanziamenti che non riguardano soltanto lo specifico settore ma anche rappresentano dei veri e propri programmi di acquisizione a vantaggio delle capacità operative Interforze e delle Forze Armate.
Parlando specificatamente di MCO, il nuovo DPP riporta il programma volto ad assicurare il mantenimento delle capacità operative dei sistemi satellitari sia nel campo delle telecomunicazioni sia nell’acquisizione d’immagini e sorveglianza con un’integrazione di fondi pari a 149 M€, a cui s’aggiunge quello MCO per la componente di ben 116 elicotteri NH90 (60 EI e 56 MM) che ha ricevuto fondi ulteriori per 65 M€, oltre ad ammodernamenti minori di diversa natura.
L’EI vede l’integrazione di 345 M€ al programma per l’MCO delle principali linee operative di mezzi terrestri ed aerei, attraverso non soltanto l’esecuzione di interventi di aggiornamento di configurazione, approvvigionamento parti ricambio e supporto logistico man anche scorte carburante. Sempre l’Esercito ha ricevuto fondi aggiuntivi per 403,5 M€ per il programma di supporto tecnico-logistico e l’operatività della linea di elicotteri da combattimento AH-129D in attesa della consegna dell’AH-249 nonché l’acquisizione del supporto logistico pluriennale per l’elicottero CH-47F.
A questi s’aggiunge quella MCO per i motori degli elicotteri nonché quella relativa ai sistemi C5I della Forza Armata.
L’AM vede l’assegnazione di ulteriori 917 M€ all’MCO della componente di Combat Support fra cui i velivoli ad ala fissa e rotante da rifornimento, trasporto strategico e tattico nonché per missioni speciali, a cui s’aggiunge il programma per il mantenimento in servizio delle linee varie e minori (+ 18 M€) della Forza Armata con due diversi programmi nonché della componente di velivoli da combattimento Tornado fino al ritiro dal servizio con nuovi fondi pari a 84 M€.
E’ interessante notare che la tabella dei fondi aggiuntivi resisi disponibili con la LdB 2025 comprende anche la voce “F-35 – SLI Post 2032” che dovrebbe riguardare il supporto logistico integrato dell’F-35 oltre il 2032, per l’importo di 650 M€. Questa tabella comprende anche la voce “ripristino cessioni e compensazioni” per ben 573 M€ non meglio specificata, nonché alcune discrepanze per i fondi legati ai programmi principalmente dell’AM.
Anche la Marina Militare vede un significativo finanziamento di ulteriori 903 M€ per l’MCO della componente di unità di superficie e subacquee per interventi di aggiornamento di configurazione e di ammodernamento programmatico de mezzi e dei loro sistemi, nonché per ammodernamenti minori ed il finanziamento finale nel 2025 per il programma AV-8B.
A livello interforze, il nuovo DPP evidenzia il programma finalizzato all’ammodernamento e potenziamento delle capacità avio-lancistiche delle Forze Speciali ed al potenziamento delle Capacità di Difesa CBRN (chimica, batteriologica, radiologica e nucleare) del 7° reggimento Cremona a cui s’aggiungono ulteriori fondi per le stesse capacità delle diverse Forze Armate nonché il programma articolato triennale a sostegno interforze e di realizzazione del sistema di dematerializzazione/neutralizzazione/distruzione delle armi chimiche, in quest’ultimo caso con fondi a partire dal 2025.
Sebbene si parli di attività MCO ed ammodernamenti, fra i programmi legati all’EI, il nuovo DPP evidenzia sia il programma di acquisizione di radar controfuoco che strutture da ponte (Gap Crossing) di diversa natura. Il primo riguarda sistemi con capacità Multi-Mission dotati della capacità Fire Direction e Weapon locating, comprensivo di supporto logistico pluriennale, addestramento, adeguamento infrastrutturale, con finanziamenti a partire dal 2027.
Il secondo riguarda strutture di ponte su appoggi fissi per il superamento d’interruzioni, in sostituzione di ponti Bailey, per impieghi anche in corso di calamità, con finanziamenti a partire dal 2025. A questi s’aggiunge l’acquisizione di equipaggiamenti e materiali nonché mezzi per le FS/FOS dell’EI nonché il programma di ammodernamento delle aviotruppe nonché delle capacità aviolancistica della Forza Armata.
Il secondo riguarda sistemi ed attrezzature idonei a proiettare e concentrare forze della Brigata Folgore in tempi e con ridotto preavviso a distanze strategiche mentre il terzo è destinato al potenziamento delle capacità di avio-rifornimento a vantaggio di unità militari ed in caso di calamità. A questi s’aggiunge il programma per il completamento dell’ammodernamento dell’equipaggiamento individuale della Componente terrestre nell’ambito del programma Sistema Individuale di Combattimento (SIC) che riguarda il completamento dell’acquisizione di sistemi Soldato Sicuro e relativo supporto con un aumento dei fondi pari a 310 M€.
Il programma per la rigenerazione delle capacità di rischieramento con fondi aggiuntivi per 35 M€ per materiali destinati a costituire un kit in dotazione delle Brigate di Manovra, da distribuirsi ai reggimenti logistici per le esigenze di schieramento dei reparti dipendenti. Le esigenze di rischieramento a livello di teatro sono alla base del programma Reception, Staging, Onward Movement & Integration (RSOM&I) a cui s’aggiungono quello per il rinnovamento mezzi supporto al suolo a favore dei reparti di supporto al volo dell’AVES nonché mezzi per soccorso in caso di caso di pubbliche calamità (PUCA) in particolare di supporto alla mobilità in situazioni meteo critiche e di alloggiamento temporaneo della popolazione.
La Difesa stanzia ulteriori 129 M€ per vestiario ed equipaggiamento Individuale nonché capacità di risposta in caso di incidente tecnologico industriale e ambientale che l’EI mette a disposizione della popolazione civile attraverso il 7° Reggimento difesa CBRN.
L’Aeronautica Militare vede l’ammodernamento ed il potenziamento dei mezzi del Genio in un ottica dual use , dell’assistenza al volo, mantenimento capacità ILS ed adeguamento componenti ground e airborne, nonché dei mezzi terrestri aeroportuali e del parco veicoli antincendio e soccorso aeroportuale a cui s’aggiunge l’ammodernamento radar per attività di controllo del traffico aereo (ATC), dell’ Air Expeditionary Task Force e del Joint Force Air Component Command (JFACC) nonché della capacità C4ISTAR + Piano CAGI (Capacità di Analisi e Gestione Immagini), ristrutturazione ed adeguamento tecnologico delle stazioni caricamento carburante avio, Smart Energy AirField (SEA), ed Interoperabilità dei Force Elements con C6ISTAR-EW Nazionale alla cui base vi uno studio del gruppo Leonardo per individuare e risolvere le problematiche di interoperabilità fra le piattaforme di diversa generazione destinate a compiti speciali e sistemi C6ISTAR-EW nazionali.
Il DPP evidenzia anche il programma per soddisfare le esigenze di sostegno, ammodernamento e rinnovamento degli armamenti, mezzi e sistemi delle Forze Speciali e Forze per Operazioni Speciali dell’Arma dei Carabinieri (GIS /Tuscania Carabinieri) che vede un’integrazione di 50 M€ nonché ammodernamento minore dell’Arma, senza dimenticare la MM con il segnalamento marittimo.
- Cooperazione e Potenziamento delle Capacità Produttive
A questi vanno aggiunti i programmi Defence Capacity Building per fini di politica militare di previsto avvio con un finanziamento previsto di 15 M€, e la partecipazione al “Trattato Open Skies” per il sorvolo e monitoraggio reciproco dei propri territori, nonché il potenziamento delle capacità produttive della Difesa. Come anticipato nella prima parte del DPP, è previsto l’avvio di un programma per il rilancio e la valorizzazione dei tre stabilimenti militari di Baiano di Spoleto, Fontana Liri e Capua, gestiti dall’Agenzia Industrie Difesa, in particolare nel settore produttivo del munizionamento, che ha ricevuto con la LdB 2025 ulteriori fondi per 50 M€ con allocazioni negli anni 2025 (18 M€) e 2026 (41 M€) a fronte di un fabbisogno previsionale ancora in fase di definizione.
Foto: Difesa.it/Forze Armate Italiane, MBDA
Leggi il DPP integrale in PDF a questo link
Leggi l’Annesso al DPP integrale in PDF a questo link
Leggi il documento di sintesi al Senato a questo link
Luca PeruzziVedi tutti gli articoli
Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).








