La Polonia radia i Sukhoi Su-22 sostituiti dai KAI FA-50   

 

Si conclude quest’anno la gloriosa carriera del cacciabombardiere sovietico Sukhoi Su-22 “Fitter” e l’ultima occasione di vederlo in volo si presenterà a fine agosto in occasione del Radom Air Show 2025, in Polonia.

Già lo scorso febbraio era stato visto un trainer biposto Su-22UM3K “509 rosso bordato di bianco” dotato di uno special color composto dalla metà anteriore con la mimetica adottata dai Su-22 quando giunsero in Polonia e la restante metà col colore grigio con cui la maggior parte di essi è stata recentemente riverniciata. Un “40” coi colori polacchi completa la deriva a significare gli otto lustri al servizio con l’Aviazione Militare di Varsavia (Siły Powietrzne).

Il Su-17 (la cui versione da esportazione è nota come Su-22) fu sviluppato a partire dal precedente Sukhoi Su-7 e fece il suo primo volo il 2 agosto 1966 ed entrò in servizio con l’Aeronautica Sovietica all’inizio degli anni ’70.

La sua ala a geometria variabile – la prima introdotta su un aereo da combattimento in URSS – rappresentò un significativo passo avanti permettendo al velivolo di ottimizzare le prestazioni sia a basse velocità (per decollo e atterraggio) che ad alte velocità (per il volo supersonico): le ali possono essere posizionate a tre angoli: 28°, 45° o 62° rispetto alla fusoliera.

Questi potenti velivoli da combattimento giunsero in Polonia dall’URSS nel 1984, quando il Paese ricevette 90 Su-22M4 e 20 trainer biposto Su-22UM3K che sostituirono i vetusti Su-7 e il Su-20, diventando la spina dorsale dei reparti da attacco al suolo.

Il Su-22 è il più grande velivolo da combattimento utilizzato dall’Aeronautica Polacca con una fusoliera lunga 19 metri e un’apertura alare di 13,68 metri a piena apertura. Può raggiungere una velocità di 1.860 km/h con un’autonomia di 2.300 chilometri e una quota di tangenza di 14.200 metri.

L’URSS produsse 2.867 Su-17, comprese le varianti Su-20 e Su-22. La Polonia ricevette 120 aerei Su-22, di cui solo 18 sono ancora in servizio. L’aereo divenne popolare tra piloti e personale di terra per tre motivi: è facile da manutenere rispetto ad altri velivoli, la sua prontezza operativa è piuttosto buona ma soprattutto ha mostrato doti di robustezza ai limiti dell’inverosimile, oltre ad essere dotato di sistemi di guerra elettronica.

Le loro basi principali erano a Powidz, Pila e Świdwin, oggi invece i Su-22 operano dalla base aerea di Mirosławiec.

Dopo lo scioglimento del Patto di Varsavia (1° luglio 1991), il numero di “Fitter” polacchi diminuì ma nei decenni successivi alla sua entrata nella NATO nel 1999, la Polonia intraprese un programma di aggiornamento per i suoi “Fitter” al fine di allinearli ai nuovi standard operativi dell’Alleanza.

Questo processo comportò l’integrazione di sistemi di comunicazione modernizzati e apparecchiature di navigazione migliorate, elementi essenziali per garantire la piena interoperabilità di questi jet in un contesto internazionale e all’interno delle operazioni NATO.

Nonostante una previsione iniziale di ritiro attorno al 2015, la vita operativa del Su-22 è stata prolungata fino al presente decennio attraverso una serie di ampi interventi di ammodernamento tra cui la revisione del motore (l’ultima avvenuta proprio cinque anni fa) e un processo di riverniciatura completo con l’avanzata tecnologia AERODUR-5000

Nel 2023 erano rimasti in servizio complessivamente 18 velivoli. Il “Fitter” sarà sostituito dal coreano KAI FA-50 “Golden Eagle” acquistato in 48 esemplari nel giugno 2022.

Questa fornitura comprende due varianti distinte: 12 esemplari della versione FA-50GF, le cui consegne sono già state completate e 36 caccia FA-50PL, con consegne previste tra novembre 2025 e settembre 2028. L’FA-50GF, derivato dall’FA-50 Block 10, è dotato di collegamento dati Link 16 e capacità di impiegare designatori di bersaglio AN/AAQ-33 Sniper XR. L’FA-50PL, invece, rappresenta la versione polacca dell’FA-50 Block 20, caratterizzata dalla capacità di trasportare una gamma più ampia di armamenti e dall’integrazione di un radar AESA APG-83.

L’FA-50 è un caccia leggero che condivide diverse caratteristiche progettuali e logistiche con l’F-16, anch’esso in servizio con le forze della Polonia.

Questo caccia leggero sudcoreano vanta una velocità massima di 1.852 km/h, un’autonomia di 1.800 chilometri e una quota di tangenza di 14.630 metri. Dotato di avionica avanzata, l’FA-50 presenta dimensioni più contenute rispetto al Su-22, con una fusoliera lunga 13,1 metri e un’apertura alare di 9,5 metri.

La prevista radiazione in Polonia segna la fine dell’era del “Fitter” nel contesto europeo. Nonostante ciò, il Su-22 resta in servizio nelle forze aeree di Angola, Iran, Libia, Siria, Vietnam e Yemen.

Il velivolo ha indubbiamente rappresentato una pietra miliare nella storia dell’Aeronautica Polacca dove ha prestato servizio per 40 anni.

Sebbene il loro tempo stia per scadere, l’avventura nei cieli polacchi prosegue anche per altri velivoli di fabbricazione sovietica. Le Forze Armate di Varsavia continuano infatti a fare affidamento sui caccia MiG-29 “Fulcrum” e su una variegata flotta di elicotteri Mil: dai versatili Mi-8/17 “Hip” agli aggressivi Mi-24 “Hind”, fino agli anfibi Mi-14 “Haze”.

Foto Aeronautica Polacca e X

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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