Le sanzioni alla Russia paralizzano la flotta di elicotteri Mi-17 della Colombia

Il Presidente della Colombia, Gustavo Petro, ha espresso forte preoccupazione per le conseguenze della sospensione dell’uso degli elicotteri russi Mil Mi-17 da parte delle Forze Armate nazionali.
La decisione sarebbe stata presa in seguito a un “ordine” di Washington, che, secondo il capo di Stato colombiano, non avrebbe mai dovuto essere eseguito.
La cessata operatività degli elicotteri di costruzione russa, dettata da pressioni esterne, ha compromesso la capacità dell’Esercito Colombiano di condurre operazioni su larga scala.
Durante una conferenza stampa a Bogotá – secondo l’agenzia di stampa RIA Novosti, il Presidente colombiano Petro ha dichiarato: – «Quando è iniziata la guerra in Ucraina, gli Stati Uniti hanno dato l’ordine – un ordine che, a mio parere, non avrebbe mai dovuto essere eseguito – di lasciare gli elicotteri senza il supporto delle aziende russe. Così facendo, l’Esercito ha perso la capacità di condurre operazioni su larga scala.»
Il Presidente colombiano – che di recente si è scontrato con Donald Trump in un crescendo di reciproche accuse – ha specificato che i 19 elicotteri russi Mi-17 in dotazione – secondo l’ambasciatore Héctor Isidro Arenas Neira – sono stati messi a terra a causa delle difficoltà di manutenzione dovute alle sanzioni contro l’industria della difesa e le istituzioni finanziarie russe. Ha inoltre criticato l’inefficacia dei velivoli Black Hawk statunitensi, inadatti al dispiegamento operativo di truppe su vasta scala.
La sospensione del supporto russo è stata ufficialmente attribuita a problemi legali e finanziari.

Già nell’aprile dello scorso anno era emerso che il Ministero della Difesa non poteva effettuare i pagamenti previsti dal contratto di manutenzione con la National Aviation Service Company SA (azienda autorizzata dal costruttore russo).
Questo blocco era dovuto all’inclusione della società nella “Lista Clinton” e al veto del sistema bancario internazionale SWIFT, rendendo di fatto impossibili le transazioni. Il Governo colombiano aveva ribadito la sua ferma posizione di astenersi dal realizzare qualsiasi tipo di transazione diretta o indiretta con aziende soggette a veto internazionale.
All’epoca, la Divisione Aviazione d’Assalto Aereo (DAVAA) risultava avere 20 esemplari di Mi-17 di cui solo nove operativi, mentre i restanti erano in manutenzione o danneggiati e in attesa di pezzi di ricambio.
Inoltre, sempre nello stesso periodo, era stata confermata la notizia di un’offerta americana declinata da Bogotà: gli Stati Uniti avevano proposto infatti l’acquisto degli elicotteri Mi-17 colombiani per 300 milioni di dollari in vista di un loro successivo trasferimento in Ucraina.
Il presidente Petro aveva però categoricamente respinto tale proposta per mantenere la neutralità nel conflitto russo-ucraino. Nonostante il blocco e le pressioni, la Colombia aveva espresso l’intenzione di mantenere operativa la flotta di Mi-17.
Successivamente, nel giugno 2024, il Ministro della Difesa Iván Velázquez aveva confermato che il Paese stava negoziando con aziende basate negli Stati Uniti e in Messico per implementare procedure di manutenzione per gli elicotteri russi. Questa decisione era motivata dalla ragione economica: la manutenzione dei Mi-17 è significativamente più economica rispetto a quella degli elicotteri statunitensi UH-60A/L Black Hawk.
Tuttavia, il tentativo di trovare una soluzione occidentale alla manutenzione dei Mi-17 si è presto scontrato con un’altra seria battuta d’arresto. Nel tentativo di ripristinare la flotta, la Colombia ha assegnato un contratto da oltre 32 milioni di dollari alla società statunitense Vertol Systems Company.
Questo “piano B” è andato in grave crisi a causa delle inadempienze contrattuali della Vertol, con l’Ufficio dell’Ispettore Generale che ha segnalato un ritardo del 92% nell’avanzamento fisico del progetto e gravi carenze documentali essenziali (come i certificati di aeronavigabilità).
Un’evidente crisi nella fase di manutenzione che si è sviluppata in concomitanza con un profondo deterioramento diplomatico tra Bogotá e Washington, esacerbato dalla recente revoca della certificazione alla Colombia nella lotta al narcotraffico.
Le carenze della Vertol Systems Company non sono state solo un problema logistico, ma sono state interpretate da vari settori come un’ulteriore prova dell’erosione della fiducia e della pericolosa dipendenza strutturale dalla cooperazione militare statunitense.
Di fronte a questo doppio fallimento – il blocco russo imposto da sanzioni occidentali e l’inefficacia dell’alternativa USA – il Presidente Petro ha risposto con una mossa decisa: l’annuncio della sospensione di futuri acquisti di armamenti dagli Stati Uniti. Questa decisione, che segna una svolta nella storica cooperazione in materia di difesa è finalizzata a rafforzare l’autonomia strategica del Paese e a garantire che le Forze Armate possano acquisire in futuro “armi appropriate” alla natura del “conflitto interno” colombiano, senza dipendere da aiuti esteri soggetti a tagli e condizionamenti politici.
Le dichiarazioni di Petro si inseriscono nel contesto della discussione sulla sospensione degli aiuti militari e finanziari USA. Il Presidente ha concluso che la perdita di capacità di combattimento è dovuta alla dipendenza dagli aiuti esterni, che – «possono arrivare, possono non arrivare, vengono tagliati e poi aumentati.»
In un’ottica di autonomia strategica, Petro ha annunciato: – «Ora, nel bilancio attuale e nei cicli di bilancio successivi, abbiamo stanziato fondi che ci consentiranno di sostituire questi doni, che non sono affatto doni, e di acquisire armi appropriate alla natura del conflitto che la Colombia sta ancora vivendo.»
Ricordiamo che la Colombia è impegnata in un difficile e storico conflitto armato interno che ha avuto origine negli anni ’60 e che, pur avendo visto la firma di un accordo di pace nel 2016 con le Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane (FARC), non è mai cessato del tutto.
Attualmente esso persiste e si è trasformato in uno scontro principalmente tra il governo e due tipi di attori armati: le guerriglie residue, in particolare l’ELN e le dissidenze delle FARC che hanno ripreso le armi oltre ai potenti Gruppi Armati Organizzati (come il Clan del Golfo), tutti fortemente legati al narcotraffico e alla criminalità organizzata.
Gran parte della violenza attuale è concentrata nella lotta per il controllo dei territori strategici per le attività illecite. Il presidente Gustavo Petro sta tentando di risolvere questa situazione attraverso il progetto di “Paz Total” (Pace Totale).
Foto: Forze Armate della Colombia
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.
																				
																				







