Nuovi test per l’aereo da trasporto iraniano Simorgh

L’Organizzazione per l’Aviazione Civile dell’Iran (IRI CAO) ha recentemente annunciato l’inizio dei voli di prova per il velivolo da trasporto nazionale “Simorgh” presso l’aeroporto di Shahinshahr.
Questi test, che prevedono un programma rigoroso di cento ore di volo in diverse condizioni per ottenere il Certificato di tipo supplementare (STC), rappresentano il culmine di un progetto di sviluppo che ha richiesto oltre quindici anni.
Il proseguimento delle sanzioni del blocco occidentale – in un contesto in cui anche attori come la Russia e la Cina hanno problemi e restrizioni nell’esportazione verso l’Iran – ha reso questo aereo da trasporto un mezzo estremamente richiesto e necessario.

Proprio per rispondere a questa impellente esigenza di trasporto, su iniziativa della compagnia HESA (Iran Aircraft Manufacturing Industrial Company), è stato completato il lavoro di sviluppo sulla variante da trasporto del velivolo. Questo aereo deriva difatti dal programma IrAn-140, la versione prodotta su licenza dell’Antonov An-140 ucraino.
La variante da trasporto più recente, nota come “Simorgh” appunto, è stata sviluppata utilizzando una fusoliera passeggeri preesistente dell’IrAn-140 come prototipo, il cui completamento è avvenuto nel 2021. L’aereo ha effettuato il suo primo volo nel maggio 2023 dopo aver superato i test a terra. Un ulteriore passo avanti è stato compiuto nell’ottobre 2023, quando gli sviluppatori hanno annunciato di aver migliorato il motore del velivolo tenendo finalmente conto delle specifiche e impegnative condizioni operative e climatiche dell’Iran.
Sebbene il “Simorgh” sia celebrato dunque come uno sviluppo interamente iraniano, la sua storia è indissolubilmente legata al progetto dell’aereo da trasporto militare iraniano-ucraino IrAn-140T “Faraz”, a sua volta variante locale su licenza dell’Antonov An-140.

Come ampiamente riportato da Analisi Difesa già nel marzo 2021 – e poi confermato nel giugno 2023 – la HESA stava lavorando proprio alla conversione di un IrAn-140 passeggeri in un modello da trasporto militare.
Ricordiamo che gli accordi per il trasferimento di tecnologia e la produzione congiunta dell’An-140 tra l’ucraina Antonov e la HESA risalgono al lontano dicembre 1995. Il primo IrAn-140 fu assemblato nel 2000 e l’anno successivo prese il volo venendo subito presentato dalla propaganda come “un simbolo di progresso nell’industria aeronautica post-rivoluzionaria”. Tuttavia il programma fu ostacolato da gravi problemi: su circa dieci aerei assemblati su licenza, ben tre si schiantarono causando la morte di 45 persone. La causa fu poi identificata in un malfunzionamento del sistema di controllo del motore.
Le precedenti criticità tecniche evidenziate dagli analisti militari risiedevano nel fatto che i motori originali del velivolo erano stati progettati principalmente per operare in regioni fredde e aeroporti a bassa quota, mentre l’Iran è un paese caldo e secco con scali aeroportuali situati ad altitudini elevate. Proprio per affrontare questi problemi, limitando il carico utile e per sostituire i datati Fokker F27 ormai al limite dell’operatività, è nata la decisione di riprogettare e sviluppare il velivolo in patria.
Il “Simorgh”, che prende il nome da un mitico uccello persiano, si differenzia dal predecessore IrAn-140 per alcune modifiche alle ali, alla coda e alla fusoliera, ma la differenza più significativa e funzionale è l’aggiunta di una rampa di carico posteriore.

L’aereo è equipaggiato con due motori turboelica TV3-117, una versione modificata e ri-ingegnerizzata di una turbina sovietica e si propone di trasportare fino a sei tonnellate di carico su una distanza massima di 3900 km, con un peso massimo al decollo di 21,5 tonnellate. Con l’ottenimento della certificazione da parte della CAA, il “Simorgh” sarà impiegato per missioni militari, umanitarie e potenzialmente commerciali.
Il capo della CAA, Hossein Pourfarzaneh, ha sottolineato che questo successo colloca l’Iran tra i meno di venti Paesi al mondo in grado di sviluppare e produrre in autonomia i propri aeromobili.
Immagini: IribNews
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.








