Le difficoltà del Perù nella manutenzione degli elicotteri Mi-8/17

La recente decisione del comando dell’Esercito peruviano di rescindere il contratto con la società Milenium Veladi Corp. rappresenta un punto di rottura significativo per la difesa nazionale. La vicenda, iniziata a fine 2023, riguardava la revisione generale di tre velivoli strategici (due elicotteri Mil Mi-171Sh e un Mi-8MTV-1), fondamentali per il trasporto e il soccorso nelle aree impervie delle Ande e della giungla.
Il fallimento dell’accordo, del valore di oltre 20 milioni di dollari, nasce da una combinazione di instabilità geopolitica e gravi lacune dell’appaltatore. La Milenium Veladi Corp., agendo come mero intermediario non è riuscita a garantire il rientro di componenti critici (motori e rotori) inviati in Russia anche perché il conflitto in Ucraina e le sanzioni internazionali hanno creato un collo di bottiglia insormontabile bloccando i componenti all’estero.
Nonostante l’Esercito avesse già versato il 68% del pagamento, i velivoli giacciono oggi smontati negli hangar, paralizzando la capacità operativa in zone calde come la valle del VRAEM.
L’aspetto più controverso è che, mentre l’Esercito si affidava a un intermediario panamense con scarse referenze, l’Aeronautica e la Polizia Nazionale ottenevano risultati eccellenti collaborando con la realtà locale Helicentro Perú SAC.
A rafforzare l’illogicità della scelta dell’Esercito si aggiunge una notizia recente trattata lo scorso giugno da Analisi Difesa: la Russia, tramite l’agenzia statale Rosoboronexport, ha ufficialmente inaugurato un centro di manutenzione e riparazione elicotteri proprio in Perù.
Questo nuovo polo tecnologico nato per supportare l’intera flotta di elicotteri di fabbricazione russa nella regione conferma che la soluzione ai problemi logistici era “in casa”. La presenza di un centro certificato dal produttore originale (OEM) sul suolo peruviano annulla infatti la necessità di spedire componenti critici in Russia, aggira i rischi legati ai blocchi logistici internazionali e dimostra inoltre che la tecnologia e il supporto tecnico russo sono ora disponibili localmente in via ufficiale.

Questo netto contrasto solleva dubbi pesanti sulla condotta dei vertici militari. Le inchieste hanno rivelato che la Milenium Veladi aveva modificato il proprio statuto per includere la manutenzione aeronautica solo pochi mesi prima dell’appalto, ottenuto tramite procedure d’urgenza.
Mentre l’Aeronautica ha saputo sfruttare le sinergie locali e il nuovo supporto diretto russo, l’Esercito resta vittima di una triangolazione fallimentare. La rescissione del contratto e la multa milionaria sono un tentativo tardivo di rimediare a una scelta amministrativa che appare oggi non solo inefficiente, ma deliberatamente miope di fronte alle opzioni industriali già disponibili nel Paese andino.
Foto: Esercito Peruviamo
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.








