Addestratori, droni e blindati turchi per il Niger

 

 

La Turchia fornirà velivoli da attacco/addestratori turboelica Hurkus e veicoli aerei senza equipaggio (UAV) Bayraktar TB2 nonché veicoli blindati con protezione anti mina/IED alle forze armate del Niger.

L’accordo è frutto delle intese raggiunte nell’ultimo colloquio telefonico tra Recep Tayyp Erdogan e il presidente nigerino Mohamed Bazoum, secondo quanto riferito da fonti governative ad Ankara confermate da Niamey.

Erdogan ha dichiarato che “gli UCAV TB2, gli aerei Hurkus e i veicoli blindati che il Niger acquisterà dalla Turchia aumenteranno le capacità delle sue forze militari e di sicurezza”.

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In un’intervista con CNN Turk l’11 novembre, il CEO di Turkish Aerospace Temel Kotil ha affermato che il primo Hurkus sarà consegnato al suo primo cliente estero entro la metà del 2022. Ad aprile, Kotil aveva rivelato un ordine per 12 velivoli da addestramento Hurkus-C senza rivelare il nome della nazione acquirente e non è chiaro quale versione verrà fornita all’Aeronautica del Niger.

L’Hurkus è un velivolo turboelica monomotore biposto ad ala bassa in tandem progettato come addestratore di nuova generazione e come velivolo da ricognizione armata e attacco leggero.

L’Hurkus-A è la versione base che può essere utilizzata da clienti non militari mentre l’Hurkus-B è una versione più avanzata con un’avionica più sofisticata e l’Hurkus-C è la versione armata.

Il velivolo è dotato di sensore a infrarossi (FLIR) e può trasportare 1.500 kg di armi tra i quali missili guidati anticarro L-UMTAS, bombe, razzi a guida laser Cirit, pod con mitragliatrici da 12.7 mm o cannoni da 20 mm oltre a poter imbarcare serbatoi di carburante esterni.

L’Hurkus-A ha volato per la prima volta nell’agosto 2013 e l’aereo è in produzione per le forze armate turche. Alimentato da un motore turboelica PT6A-68T, il velivolo ha una velocità massima di crociera di oltre 570 km/h, un’autonomia di oltre quattro ore e un’autonomia di quasi 1.500 km.

La vendita al Niger dei droni armati Bayraktar TB2 conferma il successo del velivolo già venduto a Ucraina, Qatar, Kirghizistan, Libia, Turkmenistan, Azerbaigian, Etiopia, Marocco e Polonia.

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Il Bayraktar TB2 ha una velocità di crociera di 130 km/h con un’altitudine operativa di 7 300 metri e un’autonomia di 27 ore. Il velivolo con apertura alare di 12 metri ha un peso massimo al decollo di 650 kg e può trasportare un carico utile di 150 kg.

Il Bayraktar TB2 è utilizzato operativamente dalle forze armate turche ed è in grado di impiegare munizioni guidate MAM e MAM-L e missili UMTAS.

Non è chiaro quale tipo di veicoli blindati verranno venduti al Niger (possibile si tratti dei BMC Kirpi o degli Otokar Cobra già venduti in buon numero in Africa) né il costo complessivo della commessa di Niamey.

Il successo dell’export turco in Niger dovrebbe indurre a qualche riflessione circa l’incapacità finora mostrata dall’Italia di abbinare agli aiuti economici concessi alla nazione del Sahel e al supporto addestrativo offerto dalla missione militare basata a Niamey (MISIN), la fornitura di equipaggiamenti militari Made in Italy alle forze nigerine in prima linea nel contrasto alle forze insurrezionali jihadiste.

Come hanno ben compreso francesi, cinesi, statunitensi, turchi e russi, anche nel Sahel la penetrazione dell’influenza nazionale passa anche attraverso la fornitura di equipaggiamenti e mezzi militari.

@GianandreaGaian 

 

 

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Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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