Le ultime sulla fornitura di aerei da combattimento F-16 all’Ucraina

 

(aggiornato alle ore 15,55)

Lockheed Martin ha reso noto il 20 giugno di essere pronta ad aiutare i piloti ucraini a volare e a gestire la manutenzione degli aerei da combattimento F-16 qualora gli stati della NATO decidano di fornirli a Kiev.

Lo ha riportato il Financial Times precisando che Lockheed Martin non è direttamente coinvolta nei colloqui e che qualsiasi decisione a riguardo sarebbe presa solo a seguito di discussioni tra Ucraina, Stati Uniti e altri alleati occidentali.

“Siamo pronti, non solo a soddisfare le esigenze ma anche per qualsiasi modifica agli F-16, addestramento, equipaggiamento e altri sistemi” ha detto Frank St John, chief operating officer di Lockheed Martin dicendosi “molto fiducioso che i piloti ucraini impareranno a padroneggiare l’F-16 e saranno in grado di usarlo in modo molto efficace in breve tempo”.

Dopo l’Olanda anche la Danimarca ha offerto i suoi F-16A/B in procinto di venire sostituiti dagli F-35A. Il ministro della Difesa ad interim, Troels Lund Poulsen, ha riferito che gli F-16 dovrebbero essere ritirati dal servizio attivo nel 2025 invece che nel 2027: un’accelerazione che avvicina la possibilità del loro trasferimento all’Ucraina.

“Ora che abbiamo fatto un passo verso l’avvio dell’addestramento e l’aggiornamento delle capacità dei piloti ucraini, penseremo anche se valga la pena fare una donazione specifica all’Ucraina di caccia F-16 danesi e quanti potremmo darne a Kiev” – ha detto Polsen aggiungendo che i piloti ucraini devono sottoporsi a 6-8 mesi di addestramento prima di poter impiegare eventualmente i velivoli.

Insieme all’Olanda, la Danimarca ha assunto un ruolo guida nell’addestramento di piloti e tecnici ucraini a impiegare i caccia F-16 e i primi corsi di formazione si terranno ad agosto all’aeroporto di Skridstrup.

La Danimarca ha 43 F-16 di cui circa 30 sono ancora in servizio. Come per i velivoli olandesi F-16AM si tratta di macchine delle versioni A/B aggiornate con 35/40 anni di intensa vita operativa alle spalle.

Il 26 giugno il portavoce del Comando delle forze aeree ucraine, colonnello Yuriy Ignat, ha dichiarato che gli F-16, se forniti a Kiev, saranno schierati negli aeroporti insieme ad altri aerei ucraini. “I nostri aerei svolgono compiti in decine di campi di volo operativi e compiono decine di sortite. Gli F-16 svolgeranno gli stessi compiti e saranno dislocati dove ora si trova la nostra aviazione”, ha dichiarato Ignat all’emittente Ucraina Rada.

La settimana precedente il giornale statunitense Politico aveva riferito che l’Ucraina potrebbe ricevere i primi F-16 dagli alleati occidentali all’inizio del 2024. A inizio giugno, il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha dichiarato che i tempi di consegna dei caccia F-16 all’Ucraina dipenderanno dai progressi nell’addestramento dei piloti ucraini.

Oggi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato “alcuni” partner occidentali di tirarla per le lunghe sui piani di addestramento dei piloti di Kiev. “Hanno deciso quando l’Ucraina potrà avere gli F-16?” ha detto Zelensky ai giornalisti insieme al primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, riferendosi agli alleati occidentali. “Non c’è un calendario delle missioni di addestramento. Credo che alcuni partner la stiano tirando per le lunghe. Perché lo stanno facendo? Non lo so”.

Impazienza era stata espressa il 29 giugno anche dal capo di stato maggiore delle forze armate di Kiev, generale Valery Zaluzhny, in un’intervista al quotidiano statunitense Washington Post, in cui ha espresso frustrazione per la mancata fornitura di aerei da combattimento da parte degli alleati occidentali e ricordando che nel migliore dei casi gli F-16 che sono stati promessi all’Ucraina in occasione dell’ultimo vertice del G7 a Hiroshima non arriveranno prima del prossimo autunno.

Al momento, ha spiegato Zaluzhny, l’Ucraina non può affrontare le forze aeree russe che “continuano a devastare le nostre posizioni” perchè queste dispongono di una moderna flotta di Sukhoi Su-35 con radar e gittata missilistica superiori a quelli dei caccia ucraini. “Nessuno sta chiedendo 120 aerei dall’oggi al domani. Non ne ho bisogno. Non voglio minacciare il resto del mondo. Mi serve un numero limitato di caccia, ma mi servono. Non c’è alternativa. Il nemico utilizza aerei di un’altra generazione. E’ come se andassimo all’attacco con archi e frecce”.

Zaluzhny non può non sapere che, se anche fosse possibile fornire immediatamente F-16 all’Ucraina, per poterli impiegare subito occorrerebbero però piloti e tecnici stranieri in attesa che tra un anno il personale ucraino addestrato giunga ai reparti.

Resta inoltre da definire dove verrà basata la linea logistica di sostegno alla flotta di F-16 ucraini. Se venissero dislocati in aeroporti sul territorio ucraino le attrezzature e gli equipaggiamenti di supporto verrebbero attaccati dai missili russi. Se il supporto logistico venisse mantenuto in aeroporti in qualche paese aderente alla NATO in Europa Orientale aumenterebbe considerevolmente il rischio di escalation del conflitto come paventato dal ministro degli esteri russo Sergei Lavrov.

Infine, appare evidente che poche decine di F-16, peraltro di versioni datate e con cellule affaticate dal lungo impiego, non potranno risultare decisive nel confronto militare con la Russia. Non si può per questo escludere che con la continua escalation di richieste di armi sempre più complesse (così come con le accuse a Mosca di voler far esplodere la centrale nucleare di Energodar) l’Ucraina punti a coinvolgere direttamente le nazioni della NATO nel conflitto con la Russia. Opzione che probabilmente viene ritenuta a Kiev la carta vincente per non soccombere nella guerra in atto.

@GianandreaGaian

Foto Ministero Difesa Ucraino

 

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Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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