I Taurus della discordia

 

“Questo è definitivo!” Nei giorni scorsi il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha nuovamente affermato che Berlino non fornirà missili da crociera Taurus all’Ucraina, né direttamente né indirettamente, riferendosi alla proposta di Londra di cedere i Taurus alla Royal Air Force che avrebbe ceduto altri missili da crociera Storm Shadow all’Ucrain, definita peraltro dal ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock (Verdi), “una opzione”.

Berlino ha rifiutato di trasferire i missili da crociera Taurus a Kiev non solo per non rischiare che armi di questa portata possano venire ere impiegate contro obiettivi in Russia o più probabilmente in Crimea. Del resto Kiev aveva già fornito alla Germania le stesse assicurazioni già mesi or sono fornite a Francia e Gran Bretagna circa l’impiego dei missili da crociera SCALP/Storm Shadow esclusivamente contro obiettivi russi nei territori ucraini occupati, Crimea inclusa.

I timori di Berlino riguardano soprattutto la necessità di inviare in Ucraina personale tedesco ed equipaggiamenti di supporto per assicurare l’efficacia dei Taurus con il rischio che tali assetti vengano colpiti dai raid russi che sempre più spesso si registrano sulla base che ospita i Sukhoi Su-24M equipaggiati con i missili da crociera occidentali.

L’ispettore generale della Bundeswehr Carsten Breuer, durante un briefing a porte chiuse della commissione per gli affari della difesa del Bundestag, ha informato i deputati che l’uso efficace di un missile da crociera richiede enormi quantità di dati che devono essere trattati da appositi sistemi tecnici, il cui numero è limitato. Collocandoli in Ucraina, la Germania perderà l’opportunità di sfruttare il potenziale dei missili, che è “una questione elementare di sicurezza nazionale”, ha osservato il portale tedesco T-Online.

La questione era già emersa nelle scorse settimane quando Scholz aveva affermato che rispetto alla fornitura dei missili da crociera la Germania non poteva fare quello che già fanno Francia e Gran Bretagna rivelando così la presenza di personale francese e britannico al fianco degli ucraini. Un “segreto di Pulcinella” la cui rivelazione pubblica ha però determinato dure reazioni a Londra e Parigi.

Il 5 marzo il Regno Unito ha esortato nuovamente la Germania a inviare missili a lungo raggio Taurus all’Ucraina, “Il Regno Unito è stato il primo Paese a fornire missili d’attacco di precisione a lungo raggio all’Ucraina e noi incoraggiamo i nostri alleati a fare lo stesso”, ha detto un portavoce di Downing Street.

“Finché non ci troviamo in una situazione in cui un soldato della NATO uccide un soldato russo, non stiamo causando un’escalation, stiamo permettendo all’Ucraina di difendersi” ha dichiarato il 7 marzo a Berlino il ministro degli Esteri britannico David Cameron, parlando in conferenza stampa dopo un incontro con l’omologa tedesca Annalena Baerbock. “Per quanto riguarda le armi a lungo raggio, posso dire, sulla base dell’esperienza del Regno Unito, quanto efficacemente queste armi abbiano aiutato l’Ucraina nella lotta contro l’aggressione illegale della Russia”, ha dichiarato Cameron.

L’11 marzo il cancelliere Scholz ha però ribadito la propria contrarietà. “Non credo che il dispiegamento dei Taurus sia giustificabile, che sia diretto o indiretto”, ha detto Scholz in una conferenza stampa a Berlino. “Per quanto riguarda un determinato sistema d’arma, sono del parere che non possa essere utilizzato senza controllo, dati i suoi effetti e le modalità di utilizzo”; inoltre “il coinvolgimento di soldati tedeschi non è giustificabile, nemmeno dall’esterno dell’Ucraina”.

A complicare la situazione e a mettere in imbarazzo il governo tedesco ha contribuito anche l’intercettazione da parte dell’intelligence russa di una conversazione tra quattro alti ufficiali della Luftwaffe, incluso il capo di stato maggiore generale tenente generale Ingo Gerhartz, in cui si dibatteva dell’impiego dei Taurus contr obiettivi russi in Crimea incluso il ponte che attraversa lo Stretto di Kerch.

Il 5 marzo il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha concluso che l’intercettazione “è stata frutto di un errore individuale, commesso da uno dei partecipanti alla discussione intercettata e derivante in particolare all’uso dell’applicazione di teleconferenza Webex – uso consentito a determinate condizioni di sicurezza – da Singapore. Non è sintomo di alcuna compromissione o scarsa sicurezza dei sistemi in uso in Germania né opera di una spia. La Russia ha verosimilmente intercettato la chiamata per caso, grazie ad una sorveglianza diffusa. I nostri sistemi di comunicazione non sono stati compromessi” ha detto Pistorius.

“Il motivo per cui la chiamata ha potuto essere registrata è stato un errore operativo commesso da un individuo. Quel partecipante specifico ha chiamato da Singapore, dove era in corso l’Air Show alla presenza di alti funzionari militari europei, evento quindi obiettivo delle operazioni dei servizi di sicurezza russi quindi dobbiamo presumere che l’accesso a questa conferenza sia stato un fatto casuale nel quadro di un approccio ampio e diffuso”.

Pistorius ha annunciato “indagini disciplinari preliminari” contro il personale coinvolto, ha parlato di “un grave errore”, che “non si sarebbe dovuto verificare” ma ha chiarito di non avere intenzione alcuna di sacrificare uno dei suoi migliori ufficiali, con riferimento al generale Gerhartz, ai “’giochi di Putin il quale sta facendo un gioco perfido”.

Il danno alla segretezza è “gestibile”, ha sottolineato il ministro. Anche la fiducia degli alleati verso la Germania è intatta. Tuttavia, saranno adottate tutte le misure tecniche e organizzative per garantire che un tale incidente non si ripeta.

Le giustificazioni di Pistorius possono apparire un po’ troppo accomodanti e semplicistiche ma soprattutto non tengono conto del valore politico dei contenuti della conversazione intercettata (casualmente?) da Mosca e cioè il fatto che i vertici della Luftwaffe discutano nei dettagli su una piattaforma di comunicazione non protetta dell’impiego contro obiettivi strategici russi di armi tedesche che il capo del governo ha sempre negato di voler cedere all’Ucraina.

Certo, nella “battaglia dei Taurus” Scholz deve fare i conti anche con l’opposizione della CDU/CSU e con parte della maggioranza di governo (Verdi e Liberali della FDP), ben disposti verso la cessione dei missili all’Ucraina, specie dopo che il 7 marzo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito la promessa di impiegarli solo contro obiettivi nei territori ucraini occupati.

Il cancelliere sembra però tenere conto anche dell’opinione pubblica: un sondaggio realizzato da YouGov per l’agenzia di stampa DPA reso pubblico il 6 marzo riferisce che il 58% dei tedeschi appoggia la decisione di non fornire a Kiev i missili da crociera Taurus mentre solo il 28% degli interpellati si è espresso a favore. Inoltre il 31% si è detto contrario per principio a ogni forma di sostegno che preveda la fornitura di armi tedesche mentre il 14% non si è espresso.

Il sondaggio è stato realizzato su un campione di 2.169 aventi diritto al voto tra il 1 e il 5 marzo. Secondo le inchieste Yougov, l’opposizione alla consegna di missili Taurus è andata crescendo nelle ultime settimane in Germania: all’inizio di febbraio, il 31% era ancora a favore, il 49% contrario. Una situazione opposta a quella che si riscontra al Bundestag.

Tra gli elettori, solo i sostenitori del partito ecologista sono in grande maggioranza a favore della consegna di missili, il 48% contro il 36% di contrari. Nella CDU/CSU, il 38% è a favore, il 49% contrario. Tra i Liberali l’invio è approvato dal 34%. Ancora più netto il sostegno dell’opinione pubblica tedesca al cancelliere per quanto riguarda l’invio di truppe in Ucraina come chiesto dal presidente francese Emmanuel Macron: il 72% si dice contrario, il 16% ritiene che il governo tedesco dovrebbe tenersi aperta questa possibilità.

I tedeschi sono inoltre divisi sulla quantità degli aiuti militari forniti a Kiev, tema non irrilevante considerato che la Germania è il secondo maggior fornitore di armi all’Ucraina dopo gli Stati Uniti. Il 43% degli intervistati ritiene che siano state consegnate troppe armi dall’inizio dell’attacco russo, il 22% ritiene che le armi fornite siano la giusta quantità e il 21% che non siano state sufficienti.

A sostegno della decisione di Scholz sembrano inoltre contribuire i dubbi espressi il 4 marzo da un articolo del New York Times circa la possibilità che i Taurus possano “fare la differenza” nel conflitto in Ucraina.

“Non è’ affatto detto che possano rivelarsi decisivi”, ha scritto il NYT ricordando che altri sistemi d’arma forniti a Kiev e definiti game-changer, si sono rivelati non così influenti come si riteneva sul corso della guerra. “La decisione della Germania d’inviare carri armati Leopard lo scorso anno non ha consentito all’Ucraina di organizzare una controffensiva di successo, e ci sono dubbi sul fatto che i caccia F-16, che stanno per essere consegnati a Kiev, cambieranno le sorti del conflitto”.

@GianandreaGaian

Foto: Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, Governo Tedesco, Luftwaffe e MBDA

 

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Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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