La Russia sperimenta un collegamento satellitare per i droni a lungo raggio

 

Lo scorso 23 aprile, l’agenzia russa TASS ha annunciato l’avvio dei test da parte di Intelp del primo sistema nazionale di comunicazione satellitare in tempo reale per droni tattici a lunga autonomia.

Questo sviluppo strategico mira a superare la dipendenza dei droni dalle comunicazioni a vista o dai ripetitori terrestri ampliandone significativamente il raggio operativo; un’azione cruciale per operazioni in regioni remote come l’Artico e zone marittime. L’iniziativa rientra in una più ampia strategia russa per rafforzare le proprie capacità nel settore degli UAV, fondamentale per i conflitti moderni.

Intelp ha sviluppato una soluzione compatta e mobile con un’antenna ad apertura ridotta, conforme agli standard di emissione e ottimizzata per l’uso delle frequenze.

Il sistema garantisce connettività stabile anche ai margini della copertura satellitare geostazionaria e con future costellazioni in orbita ellittica alta, rendendolo ideale per comunicazioni affidabili ad alte latitudini e lungo rotte come il Mare del Nord. L’esperto di droni russo Denis Fedutinov ha sottolineato come ciò permetta ai droni di operare ben oltre la portata radio convenzionale e di essere integrato in piattaforme tattiche come Orion, Sirius e il programma Altius.

Tecnicamente, il sistema opera in banda Ku, con una versione in banda C prevista. L’unità integrata include un’antenna parabolica da 35 cm, un ricetrasmettitore e un sistema di tracciamento intelligente, pesando meno di 8 chili. Consente una rapida riconfigurazione software dei canali e una facile integrazione in reti dati esistenti, rispondendo alla crescente richiesta di modularità nei sistemi di comando e controllo.

Rispetto ai sistemi tradizionali, offre copertura satellitare stabile oltre la linea di vista, anche in Artico grazie alla compatibilità con orbite ellittiche alte. A livello globale, USA, Israele, Turchia e Cina sono avanzati in questo campo. La Russia mira a colmare il divario, supportata dagli investimenti di Putin in costellazioni LEO (Low Earth Orbit).

L’avvio dei test di questo sistema segna un progresso significativo per le capacità dei droni russi. Il design compatto, la flessibilità software e l’operatività in aree remote lo rendono uno strumento potenzialmente trasformativo, riflettendo la tendenza internazionale verso droni più autonomi per missioni complesse senza dipendenza da infrastrutture terrestri.

Questo sviluppo è cruciale per la modernizzazione militare russa e per la sua proiezione di potenza in aree strategiche.

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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