Sei aerei da combattimento Sukhoi Su-35 per l’Etiopia?

 

L’Aeronautica Militare Etiope (in lingua locale “Ye Ithopya Ayer Hayl” o Ethiopian Air Force) avrebbe siglato in segreto un accordo per l’acquisto di caccia da superiorità aerea russi Sukhoi Su-35, un’operazione destinata a modernizzare radicalmente la flotta aerea del paese.

La notizia, tenuta nascosta per motivi strategici e geopolitici, è stata rivelata da documenti riservati e hackerati provenienti dalla Rostec, il conglomerato industriale della difesa statale russa.

Secondo un rapporto del team di hacker Black Mirror datato 2 ottobre, in tali documenti si evidenzia che l’Etiopia sarebbe in procinto di ricevere una fornitura iniziale di sei caccia Su-35.

Nel dettaglio – come riportato da numerose pubblicazioni – uno dei file trafugati conterrebbe la lista delle apparecchiature aeronautiche vendute tra cui 48 caccia Sukhoi Su-35 al Paese con codice cliente (ISO 3166) “364” associato all’Iran; un secondo codice “012” collegato dunque all’Algeria riporterebbe la vendita di apparecchiature da guerra elettronica per i Sukhoi Su-34 e 12 velivoli di 5^ generazione Sukhoi Su-57 (tutti contratti di cui Analisi Difesa ha ampiamente parlato in passato) e infine sei caccia Su-35 destinati ad un Paese codice “231” associato all’Etiopia.

L’obiettivo principale del paese africano è sostituire la flotta dei vecchi Su-27 di progettazione sovietica.

Ricordiamo infatti che l’Etiopia è stato tra i primi operatori stranieri del Su-27: alla fine degli anni ’90 il Paese ha acquisito circa 18 “Flanker” con le prime consegne effettuate durante la guerra con la rivale Eritrea e pertanto oggi considerati obsoleti. Le tensioni tra i vicini motivano certamente che lo Stato africano debba rafforzare la propria Aviazione e con il Su-27 che dovrebbe essere dismesso entro la fine degli anni ’20 il Su-35 potrebbe essere la scelta ovvia per il nuovo ruolo di caccia dell’Aeronautica etiope che garantirebbe al contempo un vantaggio qualitativo sui potenziali caccia avversari come il MiG-29SE sudanese.

Il Su-35, un caccia di “generazione 4++”, codice NATO “Flanker-E”, rappresenta un enorme salto di capacità tecnologica rispetto ai suoi predecessori. Il velivolo vanta un nuovo sistema radar come l’Irbis-E, motori potenziati con vettorizzazione della spinta 3D, raggio d’azione e notevoli capacità BVR e dunque una maggiore portata per i suoi missili aria-aria e una capacità di carico notevolmente superiore.

Queste capacità sono ritenute essenziali per ripristinare la posizione dell’Etiopia come una delle Forze aeree più capaci del continente africano, dove l’unica seria rivale in termini di tecnologia Sukhoi, come abbiamo visto sopra, è attualmente l’Algeria (che gestisce di recente anche i moderni Su-35).

L’acquisto dei Su-35 si potrebbe inserire in un più ampio programma di modernizzazione militare etiope incentrato anche sulla tecnologia russa e cinese. In precedenza l’Etiopia aveva già scelto di acquistare caccia russi della famiglia Sukhoi Su-30 (nella variante Su-30K), preferendoli a caccia francesi come il Rafale e caccia leggeri cinesi L-15 per sostituire la sua flotta datata di nove MiG-23 “Flogger”.

L’operazione segreta per i Su-35 sottolinea la continua dipendenza di Addis Abeba dalla Russia come fornitore chiave di armamenti, specialmente in un momento in cui il paese affronta una crescente pressione regionale e tensioni interne. La natura riservata di questo accordo suggerisce che il Governo etiope abbia voluto evitare un esame approfondito e il rischio di sanzioni da parte dei Paesi occidentali, soprattutto a causa della situazione geopolitica instabile e del conflitto in Tigray.

Immagini: Rostec e Black Mirror

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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