La Russia rinnova le forze aeree dell’Iran con Su-35, Yak 130 e Mil Mi-28

 

Secondo l’agenzia di stampa iraniana Tasnim, l’Iran e la Russia hanno concluso un accordo per la fornitura di aerei ed elicotteri da combattimento da destinare all’Aeronautica Militare iraniana (IRIAF) e al Corpo delle guardie della rivoluzione islamica (IRCG).

Per l’Iran, soggetto a sanzioni da molti anni, si tratterà del più grande acquisto di armi straniere degli ultimi due decenni e di un radicale ammodernamento delle proprie capacità aeronautiche.

Secondo l’agenzia locale che ha citato le dichiarazioni del vice ministro della Difesa iraniano, il Generale di Brigata Mahdi Farahi, sono stati completati gli accordi per la vendita di aerei da combattimento Sukhoi Su-35 (di cui si parla in realtà da gennaio dello scorso anno, con diversi e continui tira e molla tra Mosca e Teheran), elicotteri d’attacco Mil Mi-28 “Havoc” (nella foto in coda all’articolo) e aerei da addestramento Yakovlev Yak-130.

In realtà questi ultimi sono (nella foto sotto) già consegnati all’inizio dello scorso settembre e che, secondo la stampa iraniana, verrebbero già impiegati dai piloti iraniani destinati al passaggio ai nuovi aerei da combattimento Sukhoi.

I Su-35 destinati all’Iran, com’è noto, sono quasi certamente i 24 esemplari un tempo da destinare all’Egitto prima che avessero successo le pressioni degli Stati Uniti per scongiurare la fornitura di tali velivoli (come già accaduto con le forze aeree indonesiane) mettendo sul piatto della bilancia gli aiuti economici statunitensi al Cairo, pari ogni anno a 3 miliardi di dollari inclusi circa 1,7 miliardi di aiuti militari.

Fonti iraniane riferiscono che l’Iran avrebbe acquistato addirittura circa 70 caccia Su-35 (un numero che appare poco probabile, almeno per il momento) e che la discussione tra i due paesi verte anche sulla modernizzazione della restante flotta di caccia MiG-29 dell’IRIAF (19 velivoli) ad uno standard simile a quello dei MiG-29UPG in servizio con l’Aeronautica Indiana.

D’altra parte è oramai chiaro che i rapporti tra Mosca e Teheran sono nettamente rispetto al 2015: a cominciare dall’accordo sul nucleare iraniano proseguendo con la collaborazione in Siria e con la fornitura a Mosca di armamenti come i droni kamikaze Shahed-136 (realizzati su licenza in Russia col nome di Geran-2 – nella foto sotto) impiegati nel conflitto in Ucraina : i due paesi insomma hanno fatto fronte comune in numerosi settori, difesa in primis.

D’altra parte vista l’IRIAF ha decisamente bisogno ammodernare le sue capacità aeree: la maggior parte della flotta è difatti composta da F-14A, F-4 e F-5 di fabbricazione statunitense consegnati tra gli anni ’60 e ’70 durante il regno dello Shah Reza Pahlevi; successivamente Teheran ha acquisito caccia MiG-29A dalla Russia e alcuni Dassault Mirage F-1 dell’ex Aeronautica irachena volati oltre confine durante la Guerra del Golfo del 1990-‘91.

Dopo la devastante Guerra Iran-Iraq i sovietici si avvicinarono a Teheran con un’offerta per 72 MiG-29, 24 MiG-31 e 36 Su-24MK, ma il paese che tentava di riprendersi dalla logorante guerra riuscì a malapena a racimolare fondi solo per 18 MiG-29 e 12 Su-24MK le cui consegne iniziarono a metà del 1990, ovvero quando gli Stati Uniti erano concentrati sulla Prima Guerra del Golfo.

Successivamente, pur con l’effettivo interesse da parte di Teheran, le proposte di vendita da parte di Mosca di caccia intercettori MiG-31, bombardieri supersonici Tupolev Tu-22M e di due AWACS Beriev A-50 fallirono anche per la pressione degli Stati Uniti.

Foto:  Tasmin, Rosoboronexport e Sukhoi

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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